Meningite.

Meningite: sintomi, cause, diagnosi, cura e vaccino

Revisione Scientifica:

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La meningite indica uno stato infiammatorio delle meningi, causato da diversi agenti patogeni (batteri, virus, funghi) che, generalmente, si può prevenire con il vaccino. Può quindi creare sintomi e conseguenze diverse nei soggetti colpiti e, a seconda della sua causa, può portare anche alla morte. Ecco perché deve essere riconosciuta e curata in tempo. Vediamo quali sono i sintomi e cosa fare.

Cos'è la meningite?

La meningite è un'infiammazione delle meningi. Si tratta di una malattia infettiva piuttosto grave solitamente causata da batteri o virus. La forma più pericolosa di meningite è quella batterica che può provocare danni permanenti e addirittura causare la morte. 

Purtroppo sono tanti i sintomi e le tipologie di meningite a cui ognuno di noi può essere soggetto e, diversi sono i modi in cui si può contrarre. Per questo motivo è importante conoscere il più possibile su questa malattia.

Oggi la comunità scientifica riconosce questa malattia infettiva come patologia piuttosto grave, la cui diffusione può essere anche letale nell’uomo, ma al momento non rappresenta una “minaccia” per l’intera popolazione, non essendo l’Italia in uno stato di epidemiologia.

Una cosa però è certa: la trasmissione della meningite avviene più facilmente tra le persone che vivono a stretto contatto tutti i giorni specie in ambienti chiusi.

Le persone più a rischio sono infatti studenti, universitari e militari, a loro quindi è vivamente consigliato di sottoporsi a vaccinazione, oltre che ai neonati.

Meningi e Sistema Nervoso Centrale

Il Sistema Nervoso Centrale è composto dall’encefalo e dal midollo spinale, entrambi immersi in un liquido protettivo (chiamato liquido cerebro-spinale o liquor) e avvolti dalle meningi.

Ognuno di loro è poi ulteriormente protetto da un rivestimento osseo: il cranio per l’encefalo e la colonna vertebrale per il midollo. Il SIC ha il compito di analizzare le informazioni provenienti dall’ambiente e sterno ed interno (tramite i neuroni): elaborandole è capace di dare risposte appropriate all’organismo.

Meningite: sintomi

Quali sono i sintomi della meningite?

Riconoscere i sintomi della meningite può essere difficile.

A volte questa malattia è asintomatica e rende così più complicata la sua identificazione. Altre volte invece, a seconda dell’agente patogeno che l’ha scatenata, può avere sintomatologie diverse.

Per questo motivo non è semplice dare in maniera del tutto univoca un elenco di sintomi. Cerchiamo di elencare quelli che sembrano essere comuni a tutti i soggetti colpiti, facendo distinzione tra adulti e bambini. 

Negli adulti si manifesta attraverso:

  • febbre alta,
  • irrigidimento della parte posteriore del collo ,
  • vomito o nausea,
  • mal di testa (cefalea).

Nei bambini invece provoca:

  • rigonfiamento della fontanella,
  • crisi convulsive,
  • sonnolenza,
  • febbre.

Questi malesseri spesso vengono sottovalutati dagli adulti e paragonati ad una banale influenza. In realtà è buona norma monitorarli e chiedere un parere al proprio medico.

👉🏻L'esperto risponde: Come riconoscere la meningite?

Sintomi in fase avanzata

Altri sintomi, in un crescendo di intensità della malattia, includono:

  • fotofobia,
  • fonofobia (intolleranza ai suoni e rumori),
  • sonnolenza,
  • allentamento psichico e segni vegetativi (rallentamento della funzione cardiorespiratoria),
  • comparsa di macchie rosse sulla pelle (rash petecchiale),
  • crisi epilettiche in caso di concomitante encefalite.

Guarda il video: Mal di testa o meningite? Come riconoscere i sintomi

Quali le cause della malattia?

Le cause possono essere di diversa natura e gravità portando anche a varie tipologie di infiammazione, con annessi sintomi differenti. Questo crea una difficoltà maggiore nell’individuare la patologia e quindi la terapia giusta da seguire.

Le cause della meningite possono essere tutte riconducibili a tre agenti patogeni che sono i diretti interessati dell'infiammazione delle membrane (meningi) che rivestono il Sitema Nerovso Centrale:

  • i batteri, che causano le forme più gravi e possono portare alla morte;
  • i virus, che causano le forme più comuni e meno gravi;
  • i funghi.

Vediamo nel dettaglio i tre agenti patogeni e le tipologie di malattia che causano.

Meningite batterica

La forma batterica, la più rara e pericolosa, richiede un intervento tempestivo con una cura immediata a base di antibiotici specifici in base al batterio responsabile.

Può essere causata da 3 diversi batteri:

  • meningococco (Neisseria meningitidis), è l’agente patogeno più pericoloso. Esistono numerosi sottotipi di meningococco, ma i più pericolosi, che possono quindi produrre un'infiammazione a livello delle meningi con esiti anche letali, sono: il meningococco A, B, C W135 e Y
  • pneumococco (Streptococcus pneumoniae) è batterio più comune che causa infezioni a livello delle prime vie respiratorie: otiti e polmoniti. Può provocare meningite nei bambini e nei soggetti immunodepressi, in quanto sono due categorie di persone che presentano ridotte difese immunitarie, anche se per motivi diversi
  • emofilo tipo b o Hib (Haemophilus influenzae) causa una malattia simil-influenzale, da cui si guarisce nel giro di qualche giorno. In alcuni casi, invece, l’infezione può evolvere in forme gravi dette forme invasive e quindi determinare anche la comparsa di meningite solo in presenza di determinate condizioni immunitarie.

Per approfondire:Mycoplasma pneumoniae: 5 domande sulle polmoniti batteriche

Meningite virale

La forma virale è la più comune, priva di sintomi specifici e senza conseguenze gravi, che di solito scompare in 7/10 giorni con riposo e terapia di supporto (analgesici per il dolore e antiemetici per il vomito).

Meningite fungina

Il fungo responsabile della maggior parte dei casi clinici di meningite fungina è il cosiddetto Cryptococcus neoformans che si può trovare ovunque, sia nel mondo animale sia in quello vegetale.

Questa forma di meningite si cura con la somministrazione di farmaci antifungini.

Quali sono i tempi di incubazione?

Il periodo di incubazione della meningite è strettamente legato all'agente infettivo che ha provocato l'infiammazione delle meningi stesse. Per questo motivo i giorni cambiano a seconda della tipologia di meningite:

  • le meningiti batteriche si manifestano in genere nei 2-10 giorni successivi al contagio
  • le meningiti virali si manifestano invece dopo 3-6 giorni dall'infezione;
  • le meningiti fungine possono fare la loro comparsa dopo pochi giorni, ma anche dopo più di un mese.

Come si trasmette la meningite?

Le meningiti batteriche e virali possono essere trasmesse solo tramite:

  • le secrezioni respiratorie che vengono emesse durante uno starnuto oppure un colpo di tosse;
  • durante un contatto stretto con la persona malata: con un bacio, tramite l'utilizzo condiviso di oggetti quali posate, stoviglie o spazzolini da denti.

In generale, la trasmissione avviene più frequentemente tra le persone che sono obbligate a stare a stretto contatto fra loro, trovandosi assieme per la prima volta.

Per esempio dei focolai epidemici si sono verificati nelle caserme durante il servizio di leva, nei campus universitari, oppure durante i pellegrinaggi religiosi.

👉🏻L'esperto risponde: Meningite: come avviene il contagio?

Chi sono i soggetti più a rischio?

Da recenti studi sembra che si possano identificare i soggetti che sono più esposti agli agenti patogeni che causano la meningite e a questo è consigliata un’attenzione maggiore.

Si evidenzia quindi un'insorgenza della malattia in due fasce:

  • i bambini tra lo 0 e i 5 anni con picco intorno al primo anno di vita;
  • i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 25 anni, un picco tra i 15 e i 16 anni e il secondo nei giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 26 anni.

Come fare la diagnosi?

Data la difficoltà di una diagnosi precoce per la sintomatologia spesso aspecifica (senza sintomi) e fluttuante, soprattutto nei neonati, è opportuno rivolgersi al medico alle prime avvisaglie.

Molto importante è quindi una diagnosi puntuale della meningite, e quindi il non bisogna esitare a consultare le strutture mediche nei casi più sospetti.

Se la possibilità di meningite NON viene esclusa ad un primo esame clinico, è necessario effettuare gli opportuni approfondimenti diagnostici.

Quali sono gli esami da fare?

Gli esami del sangue (emocromo con formula, indici di flogosi) e le analisi delle urine possono fornire prime aspecifiche informazioni sulla presenza di infezioni sistemiche.

La diagnosi più circostanziata ed affidabile di una meningite si effettua tuttavia tramite l'esame del liquido cerebrospinale, prelevato tramite puntura lombare.

Il soggetto viene sottoposto ad anestesia topica e il liquido viene prelevato tramite un ago inserito tra due spine vertebrali. L'aspetto iniziale del liquido cerebrospinale estratto può già fornire informazioni sulla presenza di meningite: infatti di norma è trasparente, mentre nei casi di infezione risulta essere torbido.

Esaminando il campione sarà possibile risalire all'agente patogeno specifico che ha provocato l'infiammazione. I test principali sul campione includono:

  • gli esami dei livelli di glucosio e proteine,
  • i livelli e il tipo di globuli bianchi e globuli rossi,
  • l'uso di coloranti per distinguere il gruppo di batteri presente nel liquido (colorazione di Gram e colorazione di Ziehl-Nielsen);
  • test solubili rapidi per alcuni batteri.

Cosa fare in attesa dei risultati degli esami?

L'esame del liquido cerebrospinale, esame più completo e importante nei casi di meningite ma comporta tempi molti lunghi dalle 24 alle 48 ore. Per questo si inizia la terapia empirica ancora prima di avere i risultati.

La profilassi prevede: diversi tipi di antibiotico, un antibiotico di tipo specifico una volta terminati gli esami del liquido cerebrospinale e poi l’identificazione del patogeno responsabile. In questo modo si può proseguire con una terapia mirata per combattere il meningococco che ha causato l’infezione.

Meningite: vaccini disponibili

Prevenire la meningite con il vaccino

Se ne discute molto: vaccino SI o vaccino NO? Non è possibile dare una risposta certa, eccetto alcune fasce di età in cui è caldamente consigliato, la risposta può essere: “è un’opportunità di protezione per sé stessi e per gli altri”.

La tendenza quindi dovrebbe essere quella di andare oltre l’obbligatorietà del vaccino e dirigersi verso un'adesione consapevole alla vaccinazione.

C’è da dire però che la prevenzione della malattia ad oggi è possibile SOLO attraverso la vaccinazione, specialmente per i soggetti più a rischio.

Ma non esistendo un’epidemia, non è una prassi obbligatoria.

È importante comunque ricordare che dal momento in cui in Italia è stata resa obbligatoria la vaccinazione contro Haemophilus Influenzae (emofilo tipo B), il numero di casi è diminuito del 75%: un buon segnale che il vaccino può davvero contrastare l’insorgenza della meningite, specie nei neonati.

Tipologie di vaccino contro la meningite

In Italia esistono diversi vaccini che proteggono dalla meningite [1]:

  • il vaccino contro il meningococco di tipo C è il più utilizzato e protegge solo da questo sierogruppo;
  • il vaccino coniugato tetravalente che protegge dai sierogruppi A, C, W135, Y;
  • il vaccino contro il meningococco B.
  • il vaccino contro l’emofilo o Hib, il batterio responsabile della maggior parte dei casi di meningite in Italia;
  • il vaccino anti pneumococco, protegge contro 7 dei sierotipi che provocano infezioni nell'uomo.

A chi sono consigliati i vaccini?

Secondo le indicazioni ministeriali attualmente in vigore, l'anti meningococco C viene somministrato tra le vaccinazioni ai bambini che abbiano compiuto un anno di età. È consigliato il richiamo tetravalente per gli adolescenti.

Per questi ultimi che non sono stati vaccinati da piccoli è consigliato il richiamo del coniugato tetravalente A, C, W135, Y. Sono indicati anche nel caso di esposizione ai sierogruppi A, W135, Y, per esempio se si effettuano viaggi in zone non coperte.

Il vaccino anti meningococco B è consigliato nel primo anno di vita e viene somministrato con i relativi richiami insieme alle altre vaccinazioni pediatriche.

Sicurezza del vaccino

È importante sottolineare che nessuno dei tre vaccini ha effetti collaterali particolari, se non quelli che possono provocare tutte le altre vaccinazioni: rossore nel sito dell’iniezione, lieve febbre, sonnolenza, mal di testa.

Inoltre non essendo una vaccinazione che introduce il batterio vivo, non è possibile il verificarsi di meningite da vaccinazione.

È però bene sapere che il 10-25% della popolazione è portatrice sana di alcuni batteri, come il Neisseria Meningitidis, anche detto Meningococco B, situati a livello faringeo e causa primaria della comparsa della meninigite stessa.

Quanto costa il vaccino?

I costi del vaccino dipendono dalla tipologia e dalla regione in cui si intende farlo [2].

La vaccinazione contro il meningococco di tipo C, quello più comune, è somministrato in forma gratuita a partire dai 12 mesi. Il vaccino per il meningococco B in alcune regioni è gratuito sotto l'anno di età, mentre nelle fasce di età successive il costo dipende in base alle regioni in cui viene effettuato.

La prenotazione della vaccinazione possono avvenire attraverso gli sportelli CUP, è acquistabile anche in farmacia oppure basta chiedere informazioni al proprio medico.

Consigli utili

Ecco alcune buone pratiche da seguire quotidianamente:

  • seguire una sana ed equilibrata alimentazione;
  • assumere integratori di vitamina A, C, D ed E;
  • utilizzare esclusivamente i propri oggetti personali in ambienti a rischio;
  • lavarsi bene le mani dopo aver toccato animali, luoghi pubblici, terra;
  • mangiare carne ben cotta;
  • richiedere il vaccino più adatto al proprio stato di salute, al tuo medico curante. 

👉🏻L'esperto risponde: Ci si può riammalare di meningite?

Come si cura la meningite?

In base alla tipologia di meningite sviluppata (batterica, virale o fungina) esistono diverse terapia da mettere in atto, previo consulto medico.

Cura della meningite virale

La meningite asettica di tipo virale, la forma più comune e meno grave, viene curata dal nostro sistema immunitario nel giro di poche settimane.

Al paziente vengono somministrati antinfiammatori e antidolorifici, diuretici osmotici in caso di ipertensione endocranica, per alleviare i sintomi e accelerare il processo di guarigione nonché alcuni antivirali.

Cura della meningite batterica

La meningite batterica, invece, viene curata attraverso una profilassi antibiotica per via endovenosa. Per essere efficace l'antibiotico deve riuscire a raggiungere le meningi con un'elevata concentrazione, superando la barriera ematoencefalica.

A causa dell'elevata pericolosità di questo tipo di meningite, è necessario che il trattamento avvenga tempestivamente anche nel solo sospetto clinico.

Per questo si parla di terapia antibiotica empirica, in quanto al momento della somministrazione il medico non è ancora a conoscenza del tipo esatto di batteri che sono in azione.

La malattia, essendo causata da diversi agenti patogeni, spesso si manifesta con sintomi diversi e quindi risulta più difficile da diagnosticare, infatti spesso è anche confusa con una semplice influenza. Il consiglio migliore è quindi quello di rivolgersi al proprio medico curante non appena si avvertono dei malesseri che associabili a quelli della meningite.

Data pubblicazione: 06 febbraio 2017 Ultimo aggiornamento: 23 aprile 2024

Autore

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Dr. Vincenzo Sidoti Neurologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1995 presso Università degli studi di Palermo.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Bergamo tesserino n° 6954.

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