Sistema linfatico.

Il sistema linfatico

Revisione Scientifica:

vitobarbieri

Il sistema linfatico è l'apparato che garantisce la circolazione della linfa, attraverso un sistema di vasi, capillari e organi preposti. Le funzioni e le patologie dell'apparato linfatico, il legame con i muscoli e il sistema circolatorio.

Cos'è il sistema linfatico?

Il sistema linfatico è il complesso di capillari, vasi linfatici e organi che all'interno del nostro organismo sono predisposti a garantire la circolazione della linfa, il fluido che riempie gli interstizi presenti tra le cellule corporee. Compito principale del sistema linfatico è svolgere la funzione di continuo drenaggio di tale liquido da tutti i tessuti, ad eccezione del sistema nervoso centrale, delle ossa e del tessuto epiteliale.

Sistema Linfatico

La linfa e i linfociti

La linfa ha una composizione diversa a seconda della tipologia di tessuto o organo dal quale viene drenata. Tale composizione consta sempre di una parte acquosa, nella quale sono presenti in misura variabile residui di scarto del metabolismo delle cellule. In questa sua parte più fluida è simile al plasma del sangue, può contenere grassi, proteine e pochi sali minerali.

Alla parte fluida della linfa si aggiunge la parte composta da corpuscoli, rappresentati per lo più dagli importanti linfociti, una particolare tipologia di globuli bianchi. Questi nascono nel midollo osseo, ma fino a maturazione trovano in parte ricovero in un altro organo appartenente al sistema linfatico, il timo, per poi raggiungere già formati anche la milza e i linfonodi.

Per questo importante ruolo nella produzione e circolazione dei globuli bianchi, trasportati dalla linfa ai tessuti per rimpiazzare quelli coinvolti nel ruolo di protezione delle cellule, il sistema linfatico ha primaria importanza nella costituzione delle difese immunitarie del nostro organismo.

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Le funzioni del sistema linfatico

Il drenaggio

Il sistema linfatico svolge, prima di tutto, l'importante ruolo di drenare i tessuti da liquidi e sostanze di scarto in eccesso. Queste sono spinte fuori dalle cellule dalla pressione sanguigna arteriosa e contengono sostanze di rifiuto diverse a seconda del tessuto dal quale provengono.

Per esempio, il liquido interstiziale proveniente dall'apparato digestivo - in particolare dal tratto intestinale - è particolarmente ricco di lipidi. La funzione del sistema linfatico è di accogliere, attraverso le pareti permeabili dei suoi vasi, questi liquidi interstiziali e le sostanze di scarto, rimettendole in circolo dopo averle purificate.

Il fatto che la linfa derivi direttamente dal plasma espulso dalle arterie la rende, nelle zone periferiche del corpo, molto simile nella composizione al plasma sanguigno, rispetto al quale si differenzia per la forte presenza di globuli bianchi e per la minore concentrazione di proteine.

La funzione di drenaggio dei tessuti svolta dal sistema linfatico impedisce il pericoloso ristagno di liquidi e può essere considerata complementare a quella svolta dalla circolazione sanguigna.

La funzione metabolica

Accanto alla funzione di drenaggio del sistema linfatico si può annoverare quella legata al metabolismo dei grassi, grazie alla quale la linfa permette l'assorbimento dei trigliceridi. Questi, a differenza di altri nutrienti, non sono direttamente assorbiti dai capillari ma si spostano verso il fegato attraverso il sistema linfatico, dopo che questo li riversa - sotto forma di una particolare forma di linfa detta chilo - nella vena succlavia.

Il sistema linfatico svolge un ruolo anche nel metabolismo delle proteine, seppure inferiore a quello svolto dalla circolazione sanguigna.

La funzione immunitaria

Durante il suo percorso all'interno dei vasi linfatici, la linfa viene filtrata dai linfonodi, dove entra in contatto con i linfociti e gli anticorpi lì presenti.

I linfonodi svolgono una funzione paragonabile a quella di vere e proprie stazioni di filtraggio della linfa, bloccando il diffondersi di agenti patogeni e in molti casi di cellule tumorali. I linfociti, di cui si arricchisce la linfa, si trasferiscono in parte al sangue, per arrivare ai tessuti e rimpiazzare quelli utilizzati per esplicare la difesa immunitaria dell'organismo.

Circolo linfatico e apparato cardiovascolare

Il legame tra l'apparato linfatico e sistema circolatorio sanguigno è molto stretto, tanto che il sistema linfatico è spesso definito come una sezione specializzata dell'apparato cardiovascolare. La testimonianza di questo stretto legame è riscontrabile tanto all'inizio del sistema linfatico, quanto al suo termine.

I vasi linfatici hanno inizio a fondo cieco nei tessuti del nostro organismo, dove raccolgono direttamente i liquidi rilasciati dai capillari arteriosi non assorbiti dai tessuti stessi, in quanto in eccesso. Il rilascio da parte dei capillari di questi liquidi, e il conseguente assorbimento da parte dei vasi linfatici, avviene in presenza di determinati valori di pressione sanguigna e si disattiva quando questi valori si "normalizzano". Si può dire che il sistema linfatico svolga quindi un ruolo essenziale nel bilanciamento della pressione sanguigna arteriosa.

Al termine del suo percorso circolatorio, inoltre, la linfa arricchita da linfociti e purificata dagli agenti patogeni nei linfonodi, viene reimmessa nel sistema circolatorio riversandosi direttamente nell'apparato venoso attraverso due dotti collocati nella zona toracica.

Il dotto toracico e il dotto linfatico destro sono i vasi linfatici di raccolta della linfa proveniente da tutto l'organismo, attraverso capillari linfatici più sottili e periferici. Il loro contenuto viene riversato nelle vene succlavie sinistra e destra, portando così a termine la circolazione della linfa con la sua immissione nel sangue.

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Qual è il legame tra il sistema linfatico e l'apparato muscolare?

Caratteristica del sistema linfatico è di permettere la circolazione della linfa verso un'unica direzione, a differenza del sistema venoso-arterioso che permette un flusso chiuso e circolare del sangue.

I vasi periferici appartenenti al sistema linfatico, infatti, hanno inizio "a fondo cieco" nei tessuti, dove raccolgono attraverso le proprie pareti la linfa e le sostanze che non possono essere assorbite dal sistema sanguigno. I vasi linfatici procedono poi ingrossandosi in direzione del petto, dove si riversano nel sistema venoso in prossimità del cuore.

A differenza di quella sanguigna, la circolazione della linfa non avviene sulla spinta di una apposita pompa, come lo è il cuore per il sangue, ma è messa in moto dall'azione meccanica dei muscoli.

È, infatti, per merito della contrazione e decontrazione dei muscoli corporei che i fluidi in eccesso vengono messi in movimento, defluendo dai tessuti ai vasi linfatici ed evitando il ristagno. Questa è anche la ragione per la quale l'attività sportiva ha un'importanza centrale nel combattere i gonfiori legati all'accumulo di liquidi, come la ritenzione idrica.

Lo stretto legame di funzionamento tra il movimento dei muscoli e il sistema linfatico deriva dalla particolare struttura cellulare di quest'ultimo. Le pareti dei vasi linfatici, infatti, non sono dotate di stretti legami cellulari, allo scopo di garantirne l'alta permeabilità e favorire la penetrazione della linfa. Le cellule dei vasi sono inoltre legate al tessuto muscolare da microscopici legami, che assecondano il movimento del muscolo: la contrazione e decontrazione muscolare ha l'effetto di tendere i filamenti, aumentando gli spazi tra le cellule delle pareti vascolari linfatiche e quindi potenziandone la permeabilità.

La diretta conseguenza del movimento fisico è, dunque, l'aumento della circolazione linfatica e il migliore drenaggio dei tessuti.

Allo scopo di agevolare ulteriormente il percorso della linfa all'interno dei vasi, questi ultimi sono in grado, in certi tratti, di compiere delle contrazioni involontarie. Tutti i condotti in cui avviene la circolazione linfatica, inoltre, sono caratterizzati dalla presenza di valvole simili a quelle presenti nel sistema venoso, che ostacolano il reflusso della linfa in direzione contraria a quella di circolazione, permettendole anche di contrastare la forza di gravità.

I linfonodi

Il diramarsi dei vasi linfatici nel nostro organismo, dai capillari più sottili posti nei tessuti periferici fino ai vasi più grossi collocati nella zona toracica, è intercalato dalla presenza di snodi, costituiti dai linfonodi.

Questi sono di frequente denominati anche ghiandole linfatiche, seppure l'utilizzo della dicitura "ghiandola" non sia adatto a definire i linfonodi. Le ghiandole sono infatti organi caratterizzati dalla produzione di una qualche secrezione (per esempio: la ghiandola salivare produce saliva), mentre i linfonodi sono deputati all'importante funzione di filtraggio della linfa, ma non sono preposti alla produzione di alcuna vera e propria secrezione.

I linfonodi sono, infatti, agglomerati di tessuto "linfoide" di forma tondeggiante e di varie dimensioni, disseminati lungo tutto il sistema circolatorio linfatico singolarmente o a gruppi. Il raggruppamento di più linfonodi in un unico punto dà luogo alle cosiddette stazioni linfatiche o linfonodali, presenti in più punti del nostro organismo, come la zona dell'inguine e quella delle ascelle.

Il compito dei linfonodi è quello di permettere, durante la circolazione, l'incontro della linfa e del suo contenuto con le cellule del sistema immunitario, ospitate nel linfonodo stesso. Queste cellule immunitarie sono costituite per lo più da linfociti, ma anche da cellule di diverso tipo che svolgono un ruolo di difesa altrettanto importante per l'organismo. Alcune di queste, per esempio, sono quelle che conservano la memoria di precedenti attivazioni dei linfociti, a contatto con agenti patogeni presenti nell'organismo.

Quando nella linfa siano presenti cellule che in qualche modo rappresentino una minaccia per la salute, i linfociti presenti nei linfonodi ne rilevano la presenza e si moltiplicano per neutralizzarle. Proprio il moltiplicarsi dei linfociti in presenza di agenti patogeni è alla base dell'ingrossamento che a volte interessa le ghiandole linfatiche, segnale d'allarme di un'infezione in corso.

Per approfondire:Linfonodi ingrossati: cosa fare?

I linfonodi sono anche detti organi linfatici secondari, insieme alla milza e al cosiddetto MALT (acronimo inglese che sta per "Mucosa Associated Lymph Tissue", ossia per "tessuti linfatici associati alla mucosa"), per differenziarli dagli organi linfatici primari o vitali, cioè midollo osseo e timo.

Se gli organi linfatici sono infatti in grado di produrre i linfociti o, nel caso del timo, di permetterne la maturazione grazie alla produzione di specifici ormoni, gli organi linfatici secondari non producono autonomamente linfociti, limitandosi a ospitarli e permetterne l'accumulo.

Gli organi linfatici primari e secondari

I linfonodi non sono gli unici organi appartenenti al sistema linfatico. Accanto a questi si annoverano:

  • gli organi linfatici primari: midollo osseo e timo
  • gli organi linfatici secondari: milza, MALT e tonsille.

Tutti questi organi sono coinvolti nei meccanismi di funzionamento del sistema linfatico, svolgendo ruoli di importanza fondamentale per la salute del nostro organismo, ma di frequente sottovalutati.

In particolare, il midollo osseo e il timo hanno l'importante ruolo di produrre e condurre alla maturazione una particolare tipologia di globuli bianchi detti linfociti e per questo sono, a differenza degli altri, denominati organi linfoidi primari.

È il midollo osseo a produrre entrambe le tipologie di linfociti presenti nel sistema linfatico, denominati B e T. Mentre i primi giungono a maturazione nello stesso midollo osseo, i secondi sono ugualmente lì prodotti, ma effettuano una migrazione nel timo per poter completare la propria maturazione.

Il midollo osseo

Il midollo osseo è una particolare tipologia di tessuto contenuto nelle cavità ossee. Insieme al timo è un organo vitale ed enorme è la sua importanza all'interno dell'organismo umano e dei vertebrati in generale.

Il midollo osseo contiene infatti le preziose cellule staminali, che sono responsabili della generazione delle cellule somatiche. Alcune particolari cellule staminali contenute nel midollo osseo, dette ematopoietiche, sono responsabili della produzione delle componenti fondamentali del sangue (globuli rossi e piastrine), ma anche della produzione dei globuli bianchi (leucociti).

È proprio la capacità di generare alcune particolari tipologie di leucociti (i linfociti B e T) che coinvolge il midollo osseo nel funzionamento del sistema linfatico, affidandogli un ruolo primario.

I linfociti B giungono a maturazione nello stesso midollo osseo prima di essere immessi nell'organismo attraverso il sistema linfatico, mentre i linfociti T maturano solo dopo aver raggiunto il timo, dove sono attivati dall'ormone timosina. Entrambe queste tipologie di linfociti sono responsabili della risposta immunitaria acquisita o specifica, agendo solo quando entrano in contatto con le cellule pericolose per l'organismo.

La risposta dei linfociti al contatto con gli agenti patogeni è diversa a seconda del tipo di linfocita coinvolto. I linfociti B sono in grado di produrre anticorpi, o più tecnicamente immunoglobuline. I linfociti T, viceversa, non sono in grado di produrre anticorpi, ma segnalano la presenza di agenti patogeni stimolando l'intervento dei linfociti T e, solo in alcuni casi, sono in grado di neutralizzare la cellula pericolosa tramite distruzione diretta.

Nella maggior parte dei casi la risposta immunitaria avviene in seguito all'azione combinata e complementare di entrambi i tipi di linfociti.

Per approfondire:Il trapianto di midollo osseo

Il timo

Il timo è un organo posizionato dietro lo sterno, che raggiunge l'apice della sua funzionalità durante la giovinezza, periodo durante il quale, appunto, va formandosi il sistema immunitario di un individuo, per poi gradualmente ridurla in età adulta. A questa riduzione di funzionalità si associa un evidente rimpicciolimento dell'organo stesso, che viene gradualmente rimpiazzato da tessuto grasso.

La funzione del timo di portare a maturazione i linfociti T incomincia già prima della nascita, e si innesca grazie alla presenza di un particolare ormone detto timosina. Nel timo l'esposizione dei linfociti a particolari molecole consente la sopravvivenza dei soli linfociti T che hanno una reazione adeguata a manifestare la propria efficienza, mentre conduce all'eliminazione dei linfociti non in grado di svolgere il loro compito di difesa immunitaria.

La milza

La milza è un organo linfatico secondario, in quanto non coinvolto nella produzione o nella maturazione dei linfociti. Sebbene non sia essenziale alla sopravvivenza, tanto da poter essere asportata in caso di rottura senza che per questo la vita del paziente sia messa in pericolo, i suoi compiti contribuiscono al buon funzionamento sia del sistema circolatorio che di quello linfatico.

La salute della milza contribuisce, quindi, al benessere generale dell'organismo, e i soggetti privi di milza in seguito ad asportazione sono più esposti al rischio di infezioni.

Come tutti gli organi linfoidi, infatti, la milza permette l'incontro tra linfociti e agenti patogeni, bloccando le infezioni. Ma la sua funzione principale è legata al filtraggio sanguigno, svolta attraverso un meccanismo detto "emocateresi".

Grazie all'alta presenza di macrofagi, particolari cellule appartenenti al sistema immunitario, la milza ripulisce il sangue i globuli rossi che hanno ormai terminato il loro ciclo vitale e non sono più in grado di svolgere il loro ruolo di ossigenazione del sangue.

Il MALT

MALT, acronimo di "Mucosa Associated Lymph Tissue", è il nome che si dà a tutti quei tessuti linfatici che si trovano associati alle mucose del nostro organismo. La generica denominazione di MALT viene sostituita da nomi più specifici a seconda della mucosa associata al tessuto linfatico preso in considerazione.

Sarà quindi possibile individuare diverse tipologie di MALT a seconda che si consideri il tessuto associato:

  • alla mucosa intestinale (GALT),
  • ai bronchi (BALT),
  • alla pelle (SALT),
  • agli occhi (EALT),
  • al naso (NALT.

E così via per ogni tipo di mucosa corporea.

Il MALT, nelle sue diverse declinazioni, svolge il compito di esercitare la funzione immunitaria locale, controllando la specifica mucosa al quale è associato. Il drenaggio conduce infatti la linfa proveniente dall'organo controllato ai linfociti e alle altre cellule immunitarie presenti nel MALT, consentendone l'incontro e permettendo la neutralizzazione degli agenti nocivi.

Nel GALT, inoltre, al quale è affidato il delicato compito di controllo del tratto gastrointestinale, sono presenti particolari cellule (dette M) che isolano e inglobano le molecole provenienti dalla digestione per accelerarne l'incontro diretto con i linfociti.

Le tonsille

Come la milza e i linfonodi, le tonsille sono un organo linfatico secondario o non vitale, ossia non essenziale alla sopravvivenza, né deputato alla produzione o maturazione dei linfociti.

Sono organi costituiti da tessuto linfoide, collocati all'altezza della faringe nella cavità della gola. Le tonsille formano un anello di protezione degli orifizi nasali e orali, impedendo ai batteri provenienti dall'esterno di penetrare nei tessuti e costituendo quasi una sorta di prima barriera difensiva per l'organismo.

A seconda della loro collocazione alla base della lingua, nella gola o al termine delle cavità nasali possono essere distinte in tonsille linguali, palatine o adenoidi (anche dette faringee).

Come accade per i linfonodi, l'eventuale ingrossamento delle tonsille è sintomo della proliferazione di linfociti scatenata da un'infezione in corso. Spesso dolorose e frequenti durante l'infanzia, le infezioni croniche delle tonsille spingono spesso all'asportazione delle stesse, detta tonsillectomia, anche se oggi vi si ricorre molto meno grazie al diffuso uso di terapie antibiotiche.

Le patologie del sistema linfatico

Le malattie del sistema linfatico sono numerose e di varia origine, potendo colpire tanto i singoli organi che compongono il sistema quanto il suo funzionamento generale. Il sintomo di un cattivo o mancato funzionamento del sistema linfatico è quasi sempre l'edema, ossia il ristagno localizzato o generalizzato dei liquidi negli interstizi dei tessuti, che normalmente dovrebbero essere drenati dal sistema linfatico.

Patologie di origine traumatica

Alla base delle patologie del sistema linfatico possono esserci banalmente traumi o lesioni derivanti da urti o incidenti. Inseguito al trauma il vaso linfatico può rompersi e provocare un'interruzione del flusso della linfa, con conseguente ristagno di liquido nei tessuti. Se il ristagno non è associato a lesioni altrettanto importanti dei vasi sanguigni, come spesso capita durante gli incidenti, le sue conseguenze saranno visibili e non potranno essere confuse con quelle di una emorragia.

Rigonfiamenti dovuti ad accumulo di liquidi in seguito a traumi sono frequenti, per esempio, nelle ginocchia e nelle articolazioni. Quando la portata del ristagno sia consistente sarà possibile accorgersene, anche se l'accumulo avvenga in zone meno visibili come quella toracica, tramite l'osservazione di sintomi come eccessiva sete, ridotte funzioni urinarie o ingiustificata e improvvisa perdita di peso.

Patologie derivanti da occlusione meccanica dei vasi linfatici

Tutte le interruzioni di origine meccanica dei vasi linfatici sono caratterizzate dall'impedire alla linfa il suo percorso circolatorio, con conseguente accumulo della stessa nei tessuti. La conseguenza è un evidente e abnorme rigonfiamento della zona colpita, dovuto al ristagno della linfa (linfedema).

L'ingrossamento degli arti, specie di quelli inferiori, è l'effetto molto frequente di questo genere di occlusioni, le cui origini possono essere ricercate in cicatrizzazioni dei vasi seguite a traumi, in tumori o nella presenza di parassiti nel sistema linfatico. In assenza di un intervento, solitamente chirurgico o farmacologico, che permetta il superamento del ristagno e il drenaggio dei liquidi in eccesso, il linfedema potrebbe degenerare fino a rendere addirittura necessaria l'amputazione dell'arto colpito.

Di grande importanza per la terapia del linfedema che colpisca gli arti, specialmente quelli inferiori, sono i trattamenti che lo combattano già nei primi stadi del suo manifestarsi.

Dato che la diretta causa del suo insorgere dipende dal ristagno dei liquidi nei tessuti, qualunque sia la sua origine remota, si potrà favorire la circolazione corretta della linfa mantenendo gli arti in posizioni che favoriscano il flusso, accompagnando questo accorgimento con massaggi che procedano nel verso della circolazione e con l'utilizzo di apposite calze elastiche.

Infiammazioni

Le infiammazioni del sistema linfatico possono colpire:

  • i vasi linfatici (in tal caso si parlerà di linfangiti)
  • i singoli linfonodi (si parlerà in questo caso di linfoadeniti).

Le prime tipologie di infiammazione sono spesso la conseguenza diretta di malattie che colpiscono prima gli strati di tessuto che sovrastano i vasi linfatici, come quelle che colpiscono la pelle in seguito a traumi e infezioni.

Le seconde, invece, sono spesso derivanti dalla funzione stessa dei linfonodi, che tendono a richiamare a sé gli agenti patogeni, come virus e batteri, che si introducono nel nostro organismo.

I linfonodi infiammati tendono a ingrossarsi per la proliferazione dei linfociti al loro interno, e questa condizione è spesso associata a dolore e infiammazione anche dei tessuti circostanti. Questo genere di patologie dei linfonodi possono dare origine anche ad ascessi e produzione localizzata di pus.

I tumori dei tessuti linfoidi

I tumori che colpiscono il sistema linfatico sono numerosi e tra le più frequenti cause di morte per neoplasia. Prendono il nome di linfomi e si differenziano dalle spesso accomunate leucemie, che colpiscono il midollo osseo e il sangue, per la presenza di una massa tumorale distinta e per lo più collocata in un organo del sistema linfatico periferico.

Tradizionalmente si usa suddividere le varie manifestazioni di linfoma in "indolenti" o "aggressive", a seconda della velocità del loro decorso e della loro pericolosità.

Oggi, tuttavia, si tende a considerare questo genere di ripartizioni inefficiente, e a preferirne altre basate su caratteristiche che permettono maggiore accuratezza. Secondo queste più nuove classificazioni è possibile individuare in primo luogo i linfomi che colpiscono i linfociti, distinguendoli a loro volta a seconda della tipologia o del grado di maturazione del linfocita colpito.

A questi - già numerosi - tipi di tumore del sistema linfatico si aggiunge il cosiddetto linfoma di Hodgkin (così chiamato dal nome del suo scopritore), che si differenzia dagli altri linfomi per la presenza di cellule anomale che non si sviluppano nelle altre forme.

Data la grande varietà di linfomi esistenti è quasi impossibile individuare con semplicità e sintesi i sintomi comuni alle varie manifestazioni. Si può dire però che febbri costanti e apparentemente ingiustificate, nonché sudorazione eccessiva - specie durante il riposo notturno - e oscillazioni di peso prive di motivazioni manifeste siano tra i principali campanelli d'allarme.

Come migliorare il benessere del sistema linfatico

Spesso ignorato e sottovalutato, il sistema linfatico ha invece un insieme di funzioni delicate e importanti, dal corretto funzionamento delle quali dipende molta parte del nostro benessere.

Quando il malfunzionamento del sistema linfatico non sfoci direttamente in più gravi patologie, può comunque condurre a sintomi fastidiosi di appesantimento generale, gonfiore, depositi di adipe e abbassamento delle difese immunitarie, con tutto ciò che questo comporta.

Uno stile di vita attivo migliora nettamente la funzione drenante del sistema linfatico, grazie alla capacità di pompaggio legata all'attività muscolare. Per questo motivo può essere utile, per chi sia costretto all'immobilità, l'attività muscolare indotta da elettrostimolazione.

Quando questo non basta, l'eccessiva stasi dei liquidi può essere evitata o ridotta grazie ad attività di linfodrenaggio meccanico, svolte manualmente attraverso massaggi o automassaggi che procedano nel verso della naturale circolazione della linfa (verso il cuore). Spesso, specialmente in fisioterapia, si può ricorrere ad attrezzi da massaggio che esercitano in maniera controllata la pressione più adatta alla zona trattata.

Il drenaggio può essere agevolato anche evitando di mantenere posizioni scorrette o di stare in piedi troppo a lungo, impedendo o rallentando il flusso dei liquidi nei vasi linfatici per effetto di momentanee ostruzioni o della forza di gravità.

Per lo stesso motivo può essere utile riposare distesi mantenendo gli arti inferiori in posizione sopraelevata, usare apposite calze o bende a compressione graduata e allo stesso tempo evitare l'esposizione prolungata a fonti di calore, così come l'utilizzo di calzature costrittive o indumenti troppo stretti.

Di grande importanza in presenza di difficoltà del sistema linfatico è la cura della pelle, più facilmente esposta a lacerazioni, infezioni e difficoltà di rimarginazione in caso di tagli.

Data pubblicazione: 10 maggio 2014 Ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2022

Autore

vitobarbieri
Dr. Vito Barbieri Oncologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1988 presso UN. Reggio Calabria.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Catanzaro tesserino n° 4679.

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