Tutto sul lattante

Revisione Scientifica:

lorenzogiacchetti
Dr. Lorenzo Giacchetti Pediatra, Neonatologo

Quando si mette al mondo un bambino, soprattutto se si tratta del primo figlio, la mamma e il papà possono facilmente spiazzati o sentirsi persi di fronte al compito che gli si para davanti. Ecco alcuni consigli su come accudire il lattante, le cure di cui ha bisogno e le informazioni necessarie da sapere prima di mettersi a “lavoro” come genitori. Ricordate che ogni bambino è una creatura a sé, e che non c’è un metro valido per tutti. Ma con l’aiuto di alcune informazioni di base il compito di mamma e papà vi sembrerà di sicuro meno gravoso.

Tutto sui primi 12 mesi del bambino – da neonato (1 mese) a lattante (12 mesi)

Quando si mette al mondo un bambino, soprattutto se si tratta del primo figlio, la mamma e il papà possono essere facilmente spiazzati o sentirsi persi di fronte al compito che gli si para davanti.

Ecco alcuni consigli su come accudire un lattante, le cure di cui ha bisogno e le informazioni necessarie da sapereprima di mettersi a “lavoro” come genitori.

Ricordate che ogni neonato ed ogni lattante è una creatura a sé, e che non c’è un metro valido per tutti.

Ma con l’aiuto di alcune informazioni di base il compito di mamma e papà vi sembrerà di sicuro meno gravoso.

 

L'alimentazione

Il primo compito di un neonato appena viene al mondo è l’ adattamento alle condizione esterne all’utero materno, tra cui l’alimentazione. Inizialmente l’alimentazione del neonato potrà essere molto irregolare, dormirà moltissimo (fino a 20 ore ogni giorno) e ad ogni risveglio vorrà mangiare. Assecondate questi suoi ritmi, attaccatelo al seno ogni qualvolta lo vorrà; questo è l’unico metodo valido per stimolare la vostra produzione di latte.

Man mano che passa il tempo, verso la terza e quarta settimana, i suoi ritmi diventeranno più regolari e si sveglierà ogni 2-5 ore per mangiare; è a questo punto che, nel caso in cui lo vogliate, potete iniziare a dare un minimo di orari. Non ha bisogno di nient’altro che del vostro latte materno, non è necessario dargli acqua, the, camomilla, finocchio, ecc. perché tutto ciò di cui ha bisogno viene dall’allattamento al seno.

 

L'evacuazione

Altro momento che spesso genera ansie nei genitori è quello dell’evacuazione. In ogni caso, tenere d’occhio la frequenza e l’aspetto dell’evacuazione ha senso, anche in questo caso, solo dalla seconda settimana, perché nella prima il neonato è ancora in piena fase di adattamento. Le prime feci del neonato si chiamano “meconio”, e non sono feci vere e proprie ma materiale di scarto cellulare che si è formato durante tutta la gravidanza, di colore nero-verdognolo, di consistenza compatta e inodore.

Durante la prima settimana il neonato espellerà meconio misto a materiale digerito; si tratta di “feci di passaggio” o di transizione, di colore giallo-verde, liquide e mucose. Dopo la seconda settimana l’evacuazione comincerà ad assumere una cadenza regolare. A seconda se il bambino è allattato al seno o artificialmente le feci saranno rispettivamente più o meno gialle, più mucose o più compatte, dall’odore leggero a più intenso.

A volte si possono trovare nelle feci dei coaguli di colore bianco, o verde: si tratta di caseina o di bilirubina, ed è un fenomeno del tutto normale. La frequenza dell’evacuazione va generalmente dalle 2 alle 7 volte ogni ventiquattro ore. In genere problemi di stitichezza sono più frequenti nei neonati allattati artificialmente. Bisogna cambiargli regolarmente il pannolino, per evitare irritazioni.

 

L'igiene

La cura scrupolosa dell’igiene nostra e ambientale è una pratica fondamentale per la salute del neonato che, nonostante sia già protetto dagli anticorpi, è comunque molto delicato. In caso di raffreddori o infezioni sarebbe opportuno indossare mascherine sterili. Lavarsi le mani con cura prima di ogni contatto, proteggere il moncone del cordone ombelicale pulendo la ferita e proteggendola con una garza (questo dovrebbe staccarsi naturalmente entro le prime 3 settimane di vita. Pulire con cura la cameretta, gli ambienti della casa e gli oggetti con cui viene a contatto. E’possibile uscire di casa fin dai primi giorni di vita! Evitare le zone affollate (tipo centri commerciali) e non coprirlo troppo, perché il neonato, sudando di meno, soffre molto di più il caldo.

 

Il bagnetto

Il bagnetto può essere fatto anche nei primi giorni di vita del neonato, ma è preferibile aspettare la caduta del moncone ombelicale. Nel frattempo si può ovviare con spugnature di acqua tiepida, evitando di bagnare la medicazione sulla ferita. E’ preferibile evitare le salviettine umidificate e il latte detergente, a meno che non ne si possa fare a meno.

Per ogni bambino il bagnetto è un’esperienza diversa, gradevole e divertente o sgradevole. A volte i capricci possono essere causati da una temperatura dell’acqua non adeguata (troppo calda o troppo fredda), o da un qualsiasi fattore di fastidio esterno. La stanza del bagnetto deve essere adeguatamente riscaldata e areata, la vaschetta apposita facilita i movimenti del bambino. Mai porlo in prossimità dei rubinetti e soprattutto non lasciarlo mai da solo, perché anche un secondo di distrazione potrebbe rivelarsi drammatico.

Al borotalco, che potrebbe essere respirato, preferire una pasta protettiva all’ossido di zinco, e degli oli da bagno a ph neutro. Le unghie nel primo mese di vita non vanno toccate; mai usare i cotton fioc, che potrebbero lesionargli il timpano, e limitarsi a pulire l’orecchio esterno.

 

Il cambio del pannolino

Ad ogni evacuazione del neonato, che sia di urina o di feci, bisogna cambiare il pannolino. Il pannolino non deve mai essere troppo stretto e, nel caso di un maschietto, il pene va disposto con cura verso il basso perché il piccolo potrebbe bagnarsi la ferita ombelicale facendo pipì. Ad ogni cambio di pannolino procedere al lavaggio, tenendo il bimbo a pancia in giù su un braccio e lavandolo con l’altra mano. Non è necessario usare detergenti, ma nel caso sceglieteli a ph poco acido. E’ opportuno asciugarlo con cura per evitare irritazioni.

 

Lo sviluppo nelle prime settimane di vita

Mediamente i neonati pesano tra i 3 e i 3,5 kg alla nascita e sono lunghi circa 50 cm. La testa è proporzionalmente più grande rispetto al resto del corpo e al centro può presentare la così detta “fontanella”, una fessura tra il frontale e le ossa parietali che si chiuderà nei primi 16 mesi di vita. La pelle può essere rossa e congestionata, con la presenza di capillari visibili e macchioline dovute allo sforzo del parto che scompariranno con il tempo. I capelli alla nascita cominceranno a cadere dopo qualche settimana, per lasciare posto a quelli nuovi.

Il colore degli occhi è per tutti tra il blu e il grigio, e muterà assumendo quello definitivo un po’ alla volta. L’aumento di peso durante il primo mese è in media di 200 gr a settimana; nel caso fosse inferiore ai 100-150 gr va avvisato il pediatra. In lunghezza, durante il primo mese, il neonato sarà cresciuto di circa 8 cm.

 

Altri cambiamenti

Alla nascita il neonato potrebbe presentarsi itterico, di colorito giallognolo. E’ un fenomeno abbastanza frequente e noto come ittero da latte materno o da ritardo di coniugazione epatica; generalmente va incontro a riduzione progressiva e spontanea; va comunque fatto presente al pediatra, perché esistono alcune forme di ittero non fisiologico che riconoscono alcune cause patologiche.

Potrebbe inoltre presentare dei piccoli angiomi sulla nuca, macchioline arancio-rossastre, che, anche queste, scompariranno spontaneamente.

Se muove gli occhi in maniera irregolare non preoccupatevi, poiché i due occhi non hanno ancora sviluppato un preciso controllo dei movimenti.

 

Una casa a misura di bebè

Una delle cose fondamentali da fare prima dell’arrivo del piccolo è preparare la casa. Sono necessari, infatti, alcuni accorgimenti e misure preliminari per permettere al bambino di adattarsi con più serenità possibile al mondo esterno. Per prima cosa evitare il fumo e i rumori. Accendere tv e radio il meno possibile e regolarne i volumi. Regolare la temperatura della casa tra i 18° C e i 20°. Mantenere arieggiato l’ambiente e evitare l’eccesso di umidità, ma senza esagerare con deumidificatori o deodoranti che possono contenere ingredienti dannosi.

Gli animali domestici possono convivere con il neonato a patto che siano sani, vaccinati, puliti e non aggressivi. Mettere in sicurezza le prese elettriche soprattutto nella sua cameretta, anche in previsione di quando il piccolo di aggirerà per la casa gattonando o trotterellando sulle gambette. Evitare fili elettrici in cui si possa inciampare, lavare spesso le tende nella sua cameretta, e stare attenti che il lettino sia perfettamente adeguato, con sbarre in legno ravvicinate per non permettere al piccolo di rimanere bloccato tra gli spazi. La sponda deve essere perfettamente chiudibile.

Prevedere uno spazio per il cambio del bambino in cui istallare il fasciatoio e la bilancia. Assicurare tutti gli spigoli a vivo con imbottiture è una misura che può essere utile, soprattutto per quando il bambino comincerà a muoversi autonomamente.

 

La salute

Ora ecco alcuni consigli sulla salute del neonato, soprattutto nei primi mesi in cui il corpo è ancora in fase di adattamento. Possono infatti presentarsi dei disturbi molto comuni , che non devono preoccupare ma che fanno parte del normale processo di crescita. Inoltre il neonato va visitato entro i primi 15 giorni di vita, soprattutto per valutare la condizione generale del piccolo dopo i primi giorni di “rodaggio”.

 

I primi disturbi

Ci sono alcuni disturbi che sono molto diffusi tra i neonati, come la congiuntivite neonatale e l’eritema da pannolino. La prima si manifesta nelle prime due settimane di vita, con gonfiore alla palpebra e secrezione cospicua. E’ dovuta a un’infezione vaginale trasmessa durante il parto, per via di microrganismi, come la Chlamydia trachomatis, che possono penetrare le palpebre con il contatto.

La terapia si basa su colliri antibiotici da somministrare immediatamente e frequentemente, ai quali il pediatra potrebbe associare altri presidi medici. L'eritema da pannolino è un arrossamento nella zona a contatto con le feci e le urine nel pannolino. Si combatte assumendo la pratica di utilizzo delle mutandine di cotone, cercando di lasciare l’inguine del neonato scoperto e con lacune creme specifiche. In questo caso, il disturbo dovrebbe scomparire da solo entro pochi giorni, altrimenti consultare il pediatra.

 

La prima visita pediatrica

Come già anticipato, la prima visita pediatrica va fatta entro i primi 15 giorni di vita del piccolo, più che altro per controllare l’evoluzione del processo di crescita nei primi giorni. Il pediatra controllerà il peso, la lunghezza, la circonferenza cranica e ne rapporterà le misure ai parametri di curva di crescita. Altri controlli saranno la valutazione della fontanella, dell’apparato cardiorespiratorio, la palpazione dell'addome, la valutazione dei genitali. Valuterà inoltre la risposta agli stimoli esterni, l’udito, la vista, il tono ed i riflessi neonatali.

Altre visite pediatriche possono essere determinate da necessità del momento, come malattie o infezioni. In caso di assenza di particolari problemi si può attendere un mese tra la prima visita e la seconda.

 

Le sue prime reazioni

I neonati alla nascita hanno percezione dell’ambiente che li circonda e vi reagiscono con riflessi innati e inconsapevoli, cominciando a succhiare appena gli si avvicina un dito sulla guancia, o ancora afferrando qualcosa se gliela si porge. Alla nascita il piccolo è dotato di 100 miliardi di cellule cerebrali, le cui congiunzioni sinaptiche si formeranno anche in base agli stimoli ricevuti. Dopo i primi due mesi, i riflessi involontari cominciano a trasformarsi in riflessi volontari. Il pianto, che all’inizio è un riflesso incondizionato, diventa man mano condizionato dalla necessità e meccanismo di comunicazione.

 

Il pianto

Come abbiamo anticipato, il pianto è uno strumento di comunicazione per il neonato. La durata e la potenza del pianto possono variare a seconda delle cause (coliche gassose o semplice fame) e del carattere del piccolo. Inizialmente il bambino può piangere anche per due ore al giorno. C’è il pianto da fame, in cui il bambino riprende fiato a intervalli regolari tra un singhiozzo e l’altro e smette appena attaccato al seno.

Questa è la forma di pianto più diffusa dei primi sei mesi di vita del bambino. Poi c’è il pianto causato da un disagio, se viene coperto troppo e quindi ha caldo, se viene spaventato, se fa il bagnetto e non lo gradisce. In questo secondo caso il pianto cessa quando cessa la causa scatenante. Se poi l’intensità del pianto aumenta o resta costante ma non smette in nessun caso, allora forse il bambino sta cercando di comunicarci un dolore o un malessere, ed è opportuno consultare il pediatra.

 

L'allattamento

Per i primi mesi di vita del bambino non esiste alimento più completo del latte materno. Contiene tutti i nutrienti fondamentali al sostentamento e alla crescita del bambino e li contiene nelle giuste proporzioni. Inoltre, alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato come il latte materno migliori il sistema nervoso, il sistema digerente e quello immunitario del bambino.

La mamma comincia a produrre latte dopo due o tre giorni dalla fuoriuscita della placenta, per via di un ormone, l’ossitocina che entra in circolo prima e dopo il parto. Inizialmente viene secreto il colostro, un liquido giallognolo molto denso dall’altissimo valore nutrizionale che, oltre a contenere proteine, sali minerali e acqua, contiene anche gli anticorpi della mamma che andranno a proteggere il neonato.

Successivamente avviene la montata lattea, che può essere anticipata da vari fattori come il parto vaginale, la possibilità di attaccare al seno il proprio neonato già in sala parto in contatto pelle a pelle. L’azione della suzione è fondamentale per la mamma perché stimola correttamente il funzionamento delle ghiandole mammarie. E’ importante che la donna sia serena perché la montata lattea avvenga correttamente. L’allattamento , oltre a essere importante per la salute del bambino, stimola il legame affettivo tra mamma e figlio, se avviene però in condizioni gradevoli.

 

L'allattamento artificiale

Per quanto riguarda l’allattamento artificiale, il latte specifico più adatto al caso verrà consigliato dal pediatra a seconda delle condizioni del bambino. Si può usare il latte in polvere, che va diluito con acqua imbottigliata in vetro non gasata, o con acqua del rubinetto, a patto che la si faccia bollire per cinque minuti minimo. Altra soluzione possibile è il latte già pronto, che va tenuto in frigorifero al massimo 24 ore e scaldato a bagnomaria oppure usando un apposito scalda biberon. Tutte le parti del biberon e gli strumenti utilizzati per la sua preparazione vanno sterilizzati ogni volta.

 

La cura e l'igiene del seno

Durante l’allattamento al seno è importantissimo prendersi cura della propria igiene personale, per evitare problemi al piccolo. Le mammelle dovrebbero essere lavate almeno una volta al giorno senza utilizzare detergenti profumati che potrebbero dar fastidio al bambino durante la poppata. In effetti è preferibile usare solo l’acqua tiepida, per non seccare la pelle con il sapone, e asciugare bene. E’ comodo in questa fase l’utilizzo di un reggiseno apposito con un’ apertura sul davanti, in fibre naturali e non compressive, in cui si possono inserire coppette assorbenti in caso di fuoriuscita di latte.

E’ importante mantenere il capezzolo asciutto per evitare irritazioni da umidità. Se il seno diventa rosso e dolente, forse avete i condotti otturati e questa cosa non va sottovalutata perché potrebbe evolvere in mastite, un’infiammazione molto dolorosa. In questo caso è utile continuare ad allattare per aiutare i condotti a liberarsi e utilizzare una terapia sotto controllo medico. Potrebbero anche formarsi degli ascessi, con pus e potrebbe verificarsi un aumento della temperatura. Se si verifica un ingorgo mammario, cioè nel caso in cui una mammella si presenta particolarmente dura, gonfia e dolente, è opportuno fare impacchi caldi e attaccare frequentemente il neonato a quel seno.

 

Il secondo mese

Quando compie il secondo mese, il bambino non è più un neonato e ha compiuto a questo punto le fasi di adattamento alla nuova condizione ex utero. L’ alimentazione continuerà attraverso l’allattamento, ma sarà più regolare, così come il ritmo sonno-veglia. La poppata diventa più breve e intensa, e così saranno più frequenti anche le coliche gassose, probabilmente dovute all’aria ingurgitata nella foga della suzione.

Questo tipo di disturbo non deve allarmare e va affrontato calmando il bambino e massaggiando il pancino. Le dimensioni del bambino saranno accresciute e anche la sua capacità di movimento e socializzazione sarà di molto migliorata. Il piccolo sarà passato dai riflessi incondizionati dei primi giorni a quelli volontari, e comincerà a sollevarsi puntando i gomiti. Verso la fine del secondo mese comincerà a riconoscere volti e persone e a sorridere, soprattutto alla mamma. Oltre al pianto, inizierà a utilizzare suoni e gorgheggi come mezzi di comunicazione.

 

Le principali tappe del primo anno

Nel primo anno di vita quasi tutti i bambini sani raggiungono lo stesso grado di sviluppo, con differenze caratteriali e personali: c'è chi è più precoce nel camminare e chi, ad esempio, è più abile nell'uso della parola.

Nell'intervallo da 0 a 3 mesi un neonato inizia ad affinare la vista e mantiene il contatto visivo, ha padronanza della testa ed inizia a girarla, sorride alle persone, segue gli oggetti con lo sguardo, emette gridolini che via via prendono il posto del pianto e porta le mani al petto.

Nel periodo da 3 a 6 mesi il lattante ha uno sguardo più vispo, presta attenzione alle cose che gli capitano intorno, è curioso, tocca le cose e le porta alla bocca, inizia ad emettere suoni (parla da solo e con gli altri), porta una cosa da una mano all'altra, muove perfettamente la testa e riesce a girarsi da pancia in giù a pancia in su e viceversa.

Dai 6 ai 9 mesi il bambino inizia a distinguere tra persone conosciute e sconosciuti, manifesta lati del carattere (ad esempio la timidezza), usa occhi, mani e bocca per esplorare, usa le due mani contemporaneamente, siede con la schiena perfettamente diritta e inizia a “gattonare”, cioè ad andare a carponi.

Dai 9 mesi all'anno prende iniziative di contatto con le persone, usa le mani servendosi anche del pollice, sviluppa la pronuncia di sillabe (come ma, da, pa, la) e inizia a reggersi dritto in piedi aggrappandosi alle cose.

 

Lo svezzamento

La fase dello svezzamento è il periodo in cui il bambino oltre al latte inizia ad assumere cibi solidi. E' una fase di distacco tra mamma e bimbo ed è importante perchè iniziano i primi gesti di autonomia.

Ci sono tesi discordanti sul periodo esatto in cui cominciare lo svezzamento. E' comunque il pediatra a indicarne tempi e modalità, tenendo presente le caratteristiche ed il grado di sviluppo del singolo bambino. Il Ministero della Sanità e dell'Unione Europea indica il periodo migliore intorno al sesto mese.

Gli ultimi studi hanno un pò ravvicininato la data di inizio dello svezzamento portandola al 4°-6° mese, in quanto si è visto che anche iniziando più precocemente lo svezzamento il rischio successivo di allergie non si modifica.

Lo svezzamento avviene in modo graduale. Si comincia in genere con la frutta (mela o pera o banana) più per abituare il lattante a gusti e consistenze diverse che per un vero e proprio fattore nutritivo. Poi vengono introdotti brodi vegetali via via sempre più ricchi di ingredienti per passare poi alle minestrine con parmiggiano reggiano grattugiato. Intorno al compimento dell'anno la dieta deve includere tutti gli alimenti dalle carni, alle uova, alla pasta asciutta. La fase graduale con cui vengono inseriti i vari cibi permette di verificare se il piccolo soffre di intolleranze o anche solo se è semplicemente disturbato dall'assunzione di determinati cibi.

Le semplici regole di questa importante fase di crescita sono tanta pazienza, gradualità e una buona dose di ottimismo.

E' argomento di discussione se far dormire i bambini con ciuccio, peluche, se concedergli a metà notte di passare nel lettone o se continuare a consentirgli la poppata a metà notte. Non esiste una regola unica perchè i bambini sono tutti diversi e un metodo che va bene per uno potrebbe essere completamente sbagliato per l'altro.

La cosa più importante che deve capire un genitore è che il bambino ha bisogno di essere rasserenato nel suo percorso verso l'autonomia quindi a qualcuno può servire più tempo e maggior conforto rispetto ad un coetaneo.

Per quanto riguarda il tanto dibattuto uso del ciuccio: non è consigliato nel primo mese di vita nel neonato allattato al seno! Successivamente se i genitori lo ritengono necessario possono chiaramente utilizzarlo, ma sempre ribadendo che non si tratta di un elemento indispensabile per il bambino.

 

La nanna

Rispetto alla tendenza delle generazioni passate oggi i bebè vanno sempre coricati a pancia in su: è una vera e propria regola in quanto sembra stato appurato che aiuti a prevenire l'evento della morte bianca o morte in culla (SIDS - Sudden Infant Death Syndrome). Poche mamme sanno veramente come si tratta e si informano sulle poche regole da adottare per provare a prevenire questo fenomeno per certi versi ancora molto oscuro.

La SIDS è una morte improvvisa che colpisce il lattante, sia maschio che femmina, indistintamente di giorno e di notte, generalmente nella fascia di età che va dai 2 ai 4 mesi e nel momento del sonno. Le statistiche parlano chiaro: i più colpiti sono i maschi.

Le cause sono talmente difficili da individuare con certezza che nemmeno la ricerca in materia ha portato a risultati certi e soddisfacenti.

La risposta alle attese del bambino nel suo primo anno di vita è molto importante, aiuta il piccolo ad accrescere le proprie sicurezze dentro di sé man mano che diventa più grande. Non prestargli attenzione nel momento che con il pianto reclama aiuto non fa altro che aumentare le insicurezze che poi si potrebbero ripercuotere nel suo percorso di crescita e potrebbe comportare deficit maggiori in età adulta.

La regola fondamentale per una buona nanna è la regolarità. Rispettare sempre lo stesso orario (che può essere diverso da bambino a bambino) consente al piccolo di scandire perfettamente i momenti della giornata e riconoscere il momento di coricarsi per dormire.

Rispettare il suo orario ottimale gli consente di avere una buona qualità del sonno e di essere attivo durante l'arco della giornata. Molti bimbi se passano l'orario giusto per prendere sonno faticano a farlo successivamente raggiungendo anche orari tipicamente da adulti, ma è bene ricordare che tutto ciò va a scapito della qualità del suo dormire.

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Revisione scientifica

Foto di Lorenzo Giacchetti Dr.Lorenzo Giacchetti, Pediatria e Neonatologia.

Articolo pubblicato il 28/01/2013

 

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Data pubblicazione: 28 gennaio 2013

Autore

lorenzogiacchetti
Dr. Lorenzo Giacchetti Pediatra, Neonatologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2004 presso Università degli Studi di Napoli.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Varese tesserino n° 7134.

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