Bullismo cyberbullismo.

Cyberbullismo: il bullismo cambia veste

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Internet e i social network sono entrati prepotentemente nella nostra quotidianità, prevaricando di fatto gli stereotipi più comuni. Il web ha modificato anche alcune forme di comportamento nei confronti dei soggetti meno forti, ossia il bullismo che è diventato cyberbullismo.

Cos'è il cyberbullismo?

Il bullismo, ossia tutti quei comportamenti di violenza, di sopraffazione e di prepotenza nei confronti dei più deboli, si trasforma nella rete in cyberbullismo. Questo amplifica il suo effetto attraverso le molteplici forme di comunicazione interattive: social, video, chat, email, forum ecc.

Astio, odio, rabbia e acredine diventano così, espressioni di fredda ed ironica sfida ed esacerbano i rapporti interpersonali.

A differenza del tradizionale bullismo non praticato in rete, il cyberbullismo non si concretizza mediante la forza fisica e/o psichica, ma attraverso l’immediatezza e la capacità di espansione delle informazioni offerte dal web.

Nei confronti della vittima predestinata, si innesca una spirale di crudeltà, viene presa di mira in modo spietato e da quel momento diventa oggetto di abusi, malignità, calunnie, provocazione e ricatti.

Chi si diletta in queste sgradevoli pratiche, sfrutta dunque la visibilità e l'immediatezza offerta dalla rete. Questo avviene in particolar modo sui social network di grandi dimensioni, dove ogni giorni una grande mole di dati e numeri vengono assorbiti e condivisi.

La rilevanza del fenomeno, ha assunto una diffusione mediatica importante tanto da spingere le istituzioni ad interrogarsi su di esso.

Il Ministero dell'Istruzione e del Merito è impegnato da anni nella lotta contro bullismo e cyberbullismo: dagli studi avviati è emerso che uno studente su quattro avrebbe compiuto o subito atti di cyberbullismo.

I telegiornali raccontano quasi ogni settimana di dolenti episodi di bullismo, tra violenza fisica e psicologica, ma il numero delle denuncie, non corrisponde mai alla quantità degli eventi accaduti.

Ci sono infatti moltissimi casi in cui la vittima di violenza e la sua famiglia non trovano il coraggio di opporsi e denunciare, sia perché non sanno bene a chi rivolgersi, sia per pudore ed imbarazzo, come spesso accade in situazioni di abuso sessuale.

Per approfondire:Perché i ragazzi compiono atti di bullismo?

Genitori e scuola: i segnali da non sottovalutare

Per arginare, ma soprattutto per prevenire il fenomeno del bullismo in tutte le sue forme, diventa indispensabile che le famiglie e la scuola agiscano in sinergia, mantenendo uno “sguardo sempre vigile” sui bambini e sugli adolescenti.

Sarebbe auspicabile un'opera di sensibilizzazione per i più giovani, insegnando loro il corretto e "consapevole” utilizzo della tecnologia.

La famiglia è il primo contesto in cui monitorare i segnali come:

  • Utilizzo eccessivo del telefono, posta, e-mail chat, social network
  • Ritiro dalla vita sociale, quasi con modalità difensive 
  • Cambio repentino d' umore dopo aver letto la posta o i messaggi al cellulare
  • Scarso rendimento scolastico
  • Abuso di internet anche in ore notturne o insolite
  • Deflessione o fluttuazioni del tono dell'umore
  • Alterazioni del ciclo sonno/veglia
  • Alterazioni del ritmo sonno/veglia
  • Immagini intime, scattate tra amici o fidanzati (nel caso del sexting), sparse nella rete.

Quali sono i servizi di supporto a bullismo e cyberbullismo?

In Italia il Ministero dell'Istruzione è da anni impeganto per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo nelle scuole con una serie di interventi legislativi e relative linee guida [1].

nel 2022 è stata portata avanti l'indagine Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children HBSC Italia 2022 sulla diffusione del fenomeno tra gli adolescenti [2].

Secondo i dati dell'indagine la fascia di età in cui si registrano più episodi di bullismo è quella tra gli 11 e i 13 anni con prevalenza tra le femmine:

  • vittime di bullismo: sono il 18,9% dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze tra gli 11 anni; nella fascia di età di 13 anni sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine; gli adolescenti (15 anni) sono il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.
  • vittime di cyberbullismo: sono il 17.2% dei maschi e il 21,1% delle femmine tra gli 11 anni; i 13enni coinvolti sono il 12,9% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze; gli adolescenti di 15 anni sono il 9,2% dei maschi e l’11,4% delle femmine.

Nel 2018 è stata attivata la piattaforma ELISA con percorsi di e-learning dedicato ai docenti [3] dai quali è nato il progetto SIA "Voglio una scuola che sia... libera dal bullismo", con gruppi di lavoro integrati e definiti a livello regionale [4].

Come intervenire in caso di sospetto bullismo?

Da uno studio condotto dall'Università dell'Arizona e pubblicato alcuni anni fa sul Journal of Adolescence e dai suoi risultati, emerse un duplice invito degli autori:

  1. l'importanza nel riconoscere tempestivamente eventuali segnali di depressione nei giovani, a maggior ragione se di sesso femminile e se coinvolti in episodi di bullismo e attuare opportune strategie preventive su questi ultimi;
  2. la necessità di non limitare il campo d'azione alla scuola superiore, ma estendere le indagini anche alla scuola media, al fine di intervenire senza ritardo.

Per approfondire:Combattere il bullismo con la psicoeducazione

Data pubblicazione: 19 aprile 2013 Ultimo aggiornamento: 07 febbraio 2024

3 commenti

#1

Cara Valeria, ho molto apprezzato l'articolo anche perché risponde ad alcuni interrogativi rispetto all'età adolescenziale che ho quotidianamente sotto osservazione, essendo io anche docente nella Scuola superiore. Proprio in questi giorni sto trattando con il Consiglio di classe un fenomeno come quello da te descritto. In questo caso, il cyber bullismo e' stato denunciato dai genitori, ma la problematica si è' allargata anche ai genitori dei bulli, spesso complici dei figli! Grazie per le riflessioni e le informazioni interessanti!

#2
Dr.ssa Vincenza De Falco
Dr.ssa Vincenza De Falco

Articolo interessante,utile e attuale, brava Valeria!
E' un fenomeno che purtroppo dilaga fra i nostri figli.
I genitori in primis devono essere vigili, attenti e vicini ai loro figli, ma fin dalla tenera infanzia e dare dei buoni esempi.

Sorprendente quello che riporta Elisabetta: <<ma la problematica si è allargata anche ai genitori dei bulli, spesso COMPLICI dei figli!>>......
Assurdo!!!

#3
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie Elisabetta e grazie Cinzia dei commenti ed apprezzamenti.
Il fenomeno è preoccupante e sembra dilagare a macchia d' olio.
Da mamma e da clinico, cerco di mantenere uno " sguardo vigile" .
Cari saluti ad entrambe.
Valeria

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