Dolore testicolare migrante

Buonasera.
Ho 25 anni, sono affetto da 3 anni da un severo dolore testicolare, motivo per cui vi scrivo.

Tale dolore é comparso durante una rettoscopia di controllo (colite ormai risolta), all'immissione dell'aria: un enorme crampo addominale si é irradiato fino ai testicoli.

Da quel giorno il dolore non é più sparito. Le caratteristiche sono le seguenti: duole un solo testicolo alla volta, MAI insieme. Il sinistro é dolente in maniera acuta e a trafitta nella parte posteriore e posteriore-laterale, con particolare veemenza al polo inferiore, con senso di pesantezza e di ingombro scrotale.
Il destro duole come il sinistro, ma é anche colpito da un senso complessivo di schiacciamento, una dolenzìa complessiva assimilabile al classico colpo accidentale e allo schiacciamento, con radiazioni dolorose inguinali (lungo il percorso del funicolo destro, con senso di trazione del funicolo stesso).

Il problema é SEMPRE presente, 24 ore su 24, e peggiora enormemente dopo l'evacuazione intestinale e dopo l'eiaculazione.

Finora ho subìto i seguenti interventi:
1) 2006 - Resezione membrane vaginali + fissaggio testicolare: DOLORE ENORMEMENTE AUMENTATO;

2) 2007 - Denervazione testicolare microchirurgica destra: DOLORE AUMENTATO AL TESTICOLO DESTRO;

3) 2008 - Decompressione bilaterale nervi pudendi: DOLORE IMMUTATO;

Gli esami colturali eseguiti con cadenza trimestrale dal 2005 (con tanto di raccolta frazionata settimanale e amplificazione del DNA) sono sempre stati tutti negativi.

L'ultima eco-color-Doppler rileva delle piccole cisti intra-epididimarie bilaterali, epididimi discretamente inspessiti (specialmente la coda del sinistro) e una prostata lievemente ingrossata con qualche calcificazione.
All'esame Doppler si registra ectasia del plesso pampiniforme sinistro in assenza di reflusso (nel 1997 ho subìto un intervento di correzione di varicocele sinistro, legatura alta).

Ho anche effettuato una lunga terapia psicologica e psichiatrica con tecnica EMDR, per scongiurare eventuali origini psicosomatiche: entrambi gli specialisti che mi hanno seguito hanno concluso che a livello psicologico non c'é nessuna causa del problema. Il calo generale dell'umore che ho é stato definito come "una CONSEGUENZA della patologia fisica e assolutamente non una causa".

La qualità della vita é bassissima: sono costretto in casa da tanto tempo, cammino con tanta difficoltà, non riesco ad indossare pantaloni e biancheria che non siano pigiama e tuta, ho dovuto cessare gli studi e il lavoro.

Il rapporto con lo specialista precedente si é concluso, perché ritengo che procedesse troppo "a tentativi" con la chirurgia, senza preoccuparsi di indagare in maniera approfondita l'origine del dolore. Da profano penso che non si possano fare interventi come quelli che ho subìto io senza un'indagine approfondita, ma solo sull'assunto di eliminare una possibile causa del dolore (cosa mai avvenuta, tra l'altro).

Sempre da profano ho letto che le cause di dolori testicolari possono essere molte: prostato-epididimite, ernia inguinale o crurale, appendicopatia sub-acuta, neuropatie periferiche e/o intrappolamenti nervosi (pudendo, genito-femorale, ileo-inguinale), disordini posturali, sofferenze degli otturatori, danni da pregressi interventi chirurgici (le torsioni non le ho contemplate, mi hanno fissato i testicoli).

La domanda che vi pongo é molto semplice: a quale figura professionale dovrei rivolgermi per ottenere un'indagine della situazione approfondita, per poi intraprendere un'adeguata terapia?

Permettetemi di essere un filo provocatorio (ma lo faccio solo a causa del mio stato di salute): possibile che oggi si guarisca dai tumori, si trapiantano arti e facce, ma se ti capita un dolore testicolare molto forte e non per cause macroscopiche (infezioni acute o torsioni) sei condannato al passaggio dal vivere all'esistere, come é successo a me?
Possibile che si possa permettere che un ragazzo di 25 anni non esca più di casa e non viva più perché nessuno lo aiuta nel risolvere il suo dolore testicolare?
Faccio queste considerazioni perché ho consultato qualche altro specialista, ma la risposta più frequente era un subitaneo "devi conviverci/tenertelo", in quanto appena dici che i colturali son negativi, che hai subìto qualche intervento non risolutivo, e se non hai una torsione, nessuno (per ora) si prende la briga di dire "ok, non é un caso semplice, ma il paziente va aiutato e quindi mi impegno a studiare il suo caso per giungere quantomeno ad una diagnosi verosimile" ?

Confesso di essere davvero disperato, sia per la severità della mia situazione (in sostanza sono un prigioniero in casa, sempre in pigiama, privo di vita sociale da 3 anni, preda di dolori atroci 24 ore su 24), sia per l'abbandono che percepisco di fronte al mio caso: davvero sono condannato a non poter vivere più e rimanere così per sempre? Non c'é possibilità che qualcuno mi visiti e indaghi la cosa con razionalità, impegno e senza interventi a casaccio o sentenze di condanna aprioristiche?

Vi ringrazio dell'attenzione, non avrei mai scritto così se non avessi davvero bisogno di aiuto.
Cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

mi sembra che la sua lunga lettera abbia un passo significativo e molto importante quando dice che: "nessuno (per ora) si prende la briga di dire "ok, non é un caso semplice, ma il paziente va aiutato e quindi mi impegno a studiare il suo caso per giungere quantomeno ad una diagnosi verosimile"

Questa è una affermazione impegnativa che purtroppo al momento, da tutto quello che ci scrive e racconta, potrebbe, se assunta da qualcuno, avere comunque pochi sviluppi clinici, soprattutto a livello terapeutico.

Quello che le posso raccomandare è di mantenere sempre un importante legame con il suo medico curante ed il suo urologo di fiducia, gli unici forse in grado di seguire e monitorizzare con cura nel tempo il suo complesso problema clinico.

Detto questo poi due dati mancano ancora nel racconto della sua complessa storia clinica:
1) le valutazioni neurologiche (se fatte) ed
2) una attenta valutazione, con i dati fisico-chimici, del suo liquido seminale.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
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Giovanni Beretta M.D.
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[#2]
dopo
Utente
Utente
Dr Beretta, chiedo scusa, ma rimango allibito da una Sua affermazione: "Questa è una affermazione impegnativa che purtroppo al momento, da tutto quello che ci scrive e racconta, potrebbe, se assunta da qualcuno, avere comunque pochi sviluppi clinici, soprattutto a livello terapeutico".

Perché mai sarebbe impegnativo e addirittura privo di sviluppi clinici indagare il mio quadro? A quanto ne so prendersi in carico i pazienti più sofferenti e indagare a fondo, ma molto a fondo, il loro quadro, financo a fare ricerca specifica sui loro problemi, é il compito elettivo del medico.

Non ci si può limitare a fare diagnosi differenziale tra la torsione, l'epididimite, l'ernia inguinale e gli altri "grandi classici", e se il caso invece é ben più articolato e complesso (come infatti succede la maggior parte delle volte, leggasi a piccolo titolo di paragone la valanga di dolori testicolari complessi e irrisolti che si leggono qui), si emettono sentenze di condanna ed amen (per non parlare di coloro che magari valutano un'epididimectomia o un'orchiectomia, presi per pazzi, quando invece bisognerebbe leggere tali riflessioni come segnali di un enorme allarme, perché significa che con questo dolore non si vive. Io non la valuto perché ce l'ho bilaterale ed alternativo, non sarebbe proficua).

L'unica cosa che dà la certezza di NON giungere a risultati clinici é il non affrontare il problema o affrontarlo senza compendiare la possibilità e l'esigenza di dover fare ricerca specifica per il singolo paziente.

Se oggi siamo in grado di guarire oltre il 55 % dei tumori, di fare trapianti multi-organo, trapianti facciali e di arti, di clonare, ma si rischia di passare dal vivere all'esistere bloccati in casa se si é vittime di un dolore testicolare complesso, mi sa che é giunto il momento di chiedersi FORTEMENTE e con grande umiltà se non sia il caso di iniziare a fare nuova ed intensa ricerca sul dolore testicolare, magari trattando la cosa in ambito multi-disciplinare integrato.

Niente di personale eh, ma il paradosso di avere più aspettativa di qualità di vita dopo malattie mortali piuttosto che col dolore testicolare cronico e complesso deve essere dirimato: posso io a 25 anni arrendermi a vivere a letto, isolato da tutti e in preda al dolore?

La ringrazio dell'attenzione, e attendo il contributo degli altri medici qui presenti: almeno un consiglio generico sulla figura da scegliere o su un centro di Vs conoscenza e fiducia in grado di seguire casi complessi come il mio (i casi complessi ricevono le attenzioni maggiori in tutte le discipline mediche, perché nei dolori testicolari e nelle prostatiti, invece, succede l'opposto?) mi servirebbe molto, ve ne sarei estremamente grato.

Grazie a tutti.
[#3]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

la mia non era una affermazione "assoluta" ma la costatazione clinica che è difficile la valutazione , cioè la diagnosi (capire il perchè) e poi ancora di più la terapia di un dolore (anche quelli a livello dei testicoli) e lei ne è un'ulteriore prova.

A proposito non ha risposto alle mie domande!

Comunque ancora un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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[#4]
dopo
Utente
Utente
Lo spermiogramma non é molto esaltante, ho il 93% degli spermatozoi in forma anomala :( .

Per quanto riguarda le valutazioni neurologiche, potrebbe dirmi in dettaglio di quali valutazioni potrebbero essere importanti?

La ringrazio e colgo l'occasione per augurarLe buon 2009 :) !
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

sono valutazioni cliniche all'esame obbiettivo e poi si può arrivare alla valutazione dei "potenziali evocati.

Ma a questo punto bisogna consultare in diretta il suo andrologo.


Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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[#6]
dopo
Utente
Utente
I potenziali evocati sono stati eseguiti ai nervi pudendi: é stata evidenziata una notevole alterazione della conduzione elettrica, specialmente al pudendo sinistro, probabilmente a livello del sacro-spinoso.

Da non dimenticare due importanti fattori aggiuntivi per colpa delle precedenti chirurgie:

1) Un inspessimento profondo 1 centimetro preme sul funicolo destro, in corrispondenza della zona dove é stata fatta l'avventiziectomia, a livello inguinale (molto in basso);

2) La borsa scrotale destra é notevolmente ispessita (a seguito del "portentoso" intervento di fissaggio testicolare + resezione delle vaginali), fino a 1 cm di spessore;

Sarei interessato, come detto, ad un consiglio sul da farsi: a chi rivolgersi per riesaminare il quadro, mettere a posto i danni fatti dalle operazioni precedenti (le prime due, in quanto la liberazione dei pudendi non ha dato nessun problema), e intraprendere un percorso terapeutico ragionato?
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

a questo punto bisogna riconsultare il suo medico di medicina generale che, riesaminato in prima istanza il suo problema , potrà eventualmente indirizzarla successivamente verso una più mirata valutazione specialistica neurologica ed andrologica.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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