Le terapie non convenzionali della vulvodinia

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Dr. Giorgio Marcialis Medico di medicina generale, Perfezionato in medicine non convenzionali

La vulvodinia, o sindrome vulvo-vestibolare (SVV), o impropriamente “vestibolite”, è una sindrome neuropatica per la quale esistono diversi protocolli terapeutici.

Per quanto riguarda le terapie alternative, si possono usare l’Agopuntura (di cui ho già parlato in un altro mini-articolo), i massaggi (è indicato il metodo Vodder per l’eliminazione delle tossine accumulate nello specifico nello stato di contrattura e conseguente ipossia del pavimento pelvico per contrastare la flogosi), l’Omeopatia (Medicina non convenzionale fondata dal medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755-1843), che si basa sul principio di similitudine del farmaco, secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata), l’Omotossicologia (Medicina non convenzionale fondata dal medico tedesco Hans-Heinrich Reckeweg (1905-1985), che, basata sullo studio dei fattori tossici per l’uomo, chiamati omotossine, identificati come causa di tutte le malattie, impiega miscele di più rimedi per coprire le necessità di regolazione tissutali di tipo organico, cellulare, biochimico ed immunologico ed utilizza basse e medie dinamizzazioni), Floriterapia (Medicina non convenzionale basata sull’utilizzo dei fiori; i più famosi sono i fiori di Bach (terapia vibrazionale descritta dal medico inglese Edward Bach (1886-1936), che si basa sul principio secondo il quale, nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione soltanto le sue emozioni e la sua personalità, le quali determinerebbero il sintomo manifesto nel fisico; il singolo fiore, a detta di Bach, è in grado di dare il via al processo di trasformazione dell'emozione negativa nel suo tratto positivo, con una conseguente scomparsa del sintomo; il sintomo fisico è, infatti, il disturbo finale di un disagio originatosi ad un altro livello, molto più profondo), ma esistono anche i fiori californiani, i fiori australiani ed altri) e tecniche di rilassamento quali yoga, meditazione e focalizzazione sul respiro.

Per quanto concerne i rimedi omeopatici, omotossicologici e floreali, hanno dimostrato una certa efficacia:

  • gli ovuli omeopatici alla Calendula (per promuovere la cicatrizzazione ed esercitare un effetto antinfiammatorio ed analgesico);
  • un rimedio omeopatico a base di autolisato filtrato di fegato e cuore di Anas barbariae diluito alla 200 K (è un rimedio omeopatico utile nel trattamento preventivo e sintomatico delle sindromi influenzali e simil-influenzali e della virosi in genere);
  • un rimedio omotossicologico in gel e in compresse, costituito da: Arnica montana, Calendula, Hamamelis virginiana, Achillea millefolium, Atropa belladonna, Aconitum napellus, Mercurius solubilis hahnemanni, Hepar sulfuris carbonicum, Chamomilla, Symphytum, Bellis perenni, Echinacea angustifolia, Echinacea purpurea ed Hypericum (farmaco di regolazione dell’infiammazione);
  • un farmaco omotossicologico costituito da: Myosotis arvensis, Veronica, Teucrium scorodonia, Pinus silvestris, Gentiana lutea, Equisetam hiemale, Sarsaparilla, Scrophularia nodosa, Calcium phosphoricum, Natrium sulfuricum, Fumaria officinalis, Levothyroxin, Aranea diadema, Geranium robertianum, Nasturtum aquaticum, Ferrum jodatum (farmaco drenante);
  • fiori composti (o Floriterapia composta): indicati anche per gli stati dolorosi, costituiscono un approccio olistico al disturbo psicosomatico. Composti da Fiori di Bach, fiori californiani, fiori australiani e fiori di altre provenienze, si possono paragonare a quelli che in Omeopatia si chiamano omeocomplessi o rimedi composti. Ogni composizione si avvale di un insieme di fiori scelti accuratamente fra tutto il repertorio floriterapico, affinchè, oltre alla patologia emozionale, si tragga giovamento anche sulle inevitabili ripercussioni fisiche;
  • Ignatia amara: un ansiolitico omeopatico;
  • un rimedio omotossicologico costituito da: Colocynthis, Ammonium bromatum, Atropinum sulfuricum, Veratrum, Magnesium phosphoricum, Gelsemium, Passiflora incarnata, Chamomilla, Cuprum sulfuricum, Aconitum (farmaco miorilassante, che ha azione prevalentemente sulla muscolatura liscia dei visceri, quindi agisce come gli antispastici della Farmacologia convenzionale).

Data pubblicazione: 04 aprile 2013

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