La diagnosi ambulatoriale in tricologia. Il Tricogramma

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Dr. Giampiero Griselli Dermatologo, Medico estetico

Un corretto tricogramma prevede il prelievo , con particolari pinzette, di un certo numero di capelli , di solito una sessantina, da diverse zone del cuoio capelluto. Il paziente deve essere preventivamente informato del fatto di non effettuare lavaggi nei 3 giorni precedenti,

Di regola si fa così.

Si prendono venti capelli dalla zona frontale, venti dalla parietale e venti dalla occipitale, segnandosi ovviamente, la zona di provenienza .

Tramite un esame microscopico siamo quindi in grado di dividere i capelli in tre fasi :Anagen, catagen, telogen.

Vi sono anche delle sottofasi , ma per il nostro discorso adesso non rivestono particolare importanza.

Il rapporto tra capelli in anagen (cioè capelli che crescono)e capelli in telogen (cioè capelli che sono in fase terminale) in relazione alle diverse zone ci dà una chiara indicazione e ci permette di esprimere con sicurezza alcune diagnosi come la AGA , confortati anche dalla videodermatoscopia, che mostra capelli miniaturizzati.

Infatti nella AGA (alopecia androgenetica o calvizie comune) ci sarà una grande differenza tra la percentuale riscontrata nella zona occipitale da quella frontale, con un grande aumento dei telogen in quest'ultima, a dimostrazione della attività del DHT e della 5 alfareduttasi..

L'esame , praticato attualmente con molto meno frequenza rispetto al passato, in quanto minimamente invasivo e un pò laborioso nella esecuzione e lettura dei dati, rimane ancora oggi tra utile ed importante , specialmente nei dubbi diagnostici .

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Data pubblicazione: 15 ottobre 2011

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