Mio figlio ha un tic?

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Dr.ssa Myriam Frittoli Psicologo, Psicoterapeuta

Recentemente mi ha contattato una mamma perchè suo figlio strizza spesso l’occhio... ”Credo abbia un tic, dottoressa, cosa devo fare?”.

Facciamo un pò di chiarezza.

I tic sono movimenti involontari, classificabili in:

- complessi se costituiti da sequenze di movimenti (battere i piedi, effettuare movimenti mimici, saltare, toccare, odorare un oggetto; ripetizione di parole fuori contesto).

- semplici se costituiti da movimenti brevi e stereotipati (smorfie del viso, movimenti del collo, colpi di tosse, segnali di ammiccamento, raschiarsi la gola, sbuffare, tirar su col naso, grugnire).

 

I tic devono essere considerati un problema serio quando nel bambino si notano nuclei di pensieri o sentimenti di tipo ossessivo anche al di fuori dei tic. In questo caso il ricorso allo specialista, il neuropsichiatra infantile, e’ d’obbligo.

 

I tic motori semplici si verificano a periodi,si tratta di un disturbo della crescita, quasi sempre transitorio, che accompagna le tappe cruciali dello sviluppo affettivo – relazionale del bambino. Nella maggior parte dei casi i tic scompaiono entro la fine dell’infanzia o nella preadolescenza.Il tic rappresenta infatti il modo che il bambino/ragazzo trova per sfogare una tensione emotiva, un’angoscia che non sa esprimere in altro modo.

Sono la spia di una conflittualita’ che mette il bambino “alle strette”: il contrasto tra le ambizioni scolastiche e i risultati conseguiti, una difficolta’ di identificazione con la figura di uno dei genitori, l’aggressivita’ repressa nei confronti di un fratello sono tra le piu’ comuni cause scatenanti dei tic. Spesso al tic, soprattutto se cronico e dunque duraturo nel tempo, si associano sentimenti di vergogna,di frustrazione e di ansia.

 

Perche’ i tic non si fissino, radicandosi nelle abitudini della persona adulta, e’ importante che i genitori adottino l’atteggiamento giusto. La prima fondamentale regola è:

FARE FINTA DI NIENTE: NON SGRIDARE, NON SOTTOLINEARE, NON MOSTRARE ANSIA O PREOCCUPAZIONE, NON IMITARE, NON FARE GUARDARE ALLO SPECCHIO. LE CONSEGUENZE DI TALI COMPORTAMENTI INVOGLIANO IL PICCOLO A CONTINUARE O, PEGGIO, A FARLO DI NASCOSTO; IN SOSTANZA RINFORZANO IL SINTOMO.

Seconda fondamentale regola: CREARE UN AMBIENTE SERENO, ossia

1) rendere il bambino autonomo per tutti i piccoli compiti che può e sa fare alla sua età

2) non iperproteggerlo nè svalutarlo

3) premiare con le parole i suoi sforzi e le sue conquiste

4) disapprovare non il bambino ma l’azione

5) gestire le esplosioni di rabbia

6) per dare voce alle emozioni e alle paure e insegnare al bambino a riconoscerle e superarle

7) dedicate mezz’ora al giorno al gioco insieme:

8) non caricare il bambino delle proprie pretese o aspettative

9) tenete un diario dei tic

10) potete parlare dei tic solo se è il bambino a sollevare l’argomento

 

Data pubblicazione: 05 marzo 2012

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