I nuovi anticoagulanti orali: attenzione alla comunicazione

francescocariello
Dr. Francesco Cariello Cardiologo, Medico internista, Medico dello sport, Cardiologo interventista, Medico igienista

Sarebbe più corretto dire tra vecchio… e nuovo in quanto il vecchio warfarin (coumadin) è affiancato dall’acenocumarolo (sintrom). La differenza principale tra i due farmaci sta nel tempo di insorgenza e scomparsa dell'effetto terapeutico, più rapidi per il sintrom e un po' più lenti per il coumadin.

I valori di INR, inoltre, sono un po' più stabili se la terapia anticoagualante viene eseguita con il coumadin piuttosto che con il sintrom. Si tratta comunque di differenze di poca importanza dal punto di vista pratico.

I nuovi anticoagulanti orali, oggi disponibili, sono tre Il Dabigatran (primo commercializzato), il Rivaroxaban e l’Apixaban, prossimamente arriverà il quarto che l’Edoxaban. Non sono tutti uguali sia per l’indicazione (Prevenzione del tromboembolismo nella Fibrillazione atriale non valvolare, prevenzione e trattamento della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare) che per caratteristiche legate al meccanismo di azione ed alla farmacodinamica.

Il Dabigatran agisce a livello del Fattore IIa (trombina), mentre Rivaroxaban, Apixaban ed Edoxaban a livello del Fattore Xa. I nuovi anticoagulanti orali non sono tutti uguali e nella loro prescrizione devono essere attentamente valutate le caratteristiche cliniche del paziente.

Ritengo debba essere posta molta attenzione all’informazione ed alla comunicazione, anche per motivi medico-legali. Molti pazienti preferiscono non abbandonare il Warfarin che resta il farmaco di prima scelta in molte patologie ad esempio nei portatori di protesi valvolari meccaniche.

Un importante problema è quello relativo ad i pazienti con fibrillazione atriale e cardiopatia ischemica dove al momento non vi sono dati sull’utilizzo appropriato dei nuovi anticoagulanti. Credo che il paziente debba essere informato (non so se è utile predisporre anche un consenso scritto) in quanto sappiamo che alcuni di questi farmaci si sono dimostrati superiori al warfarin nella prevenzione del tromboembolismo ed in grado di determinare una significativa riduzione dei sanguinamenti intracranici.

Ritengo potrebbe essere molto utile una discussione con i colleghi per condividere le proprie esperienze.

Data pubblicazione: 20 marzo 2014

Autore

francescocariello
Dr. Francesco Cariello Cardiologo, Medico internista, Medico dello sport, Cardiologo interventista, Medico igienista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1981 presso Università di Siena.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Cosenza tesserino n° 4122.

Iscriviti alla newsletter

14 commenti

#1
Dr. Maurizio Cecchini
Dr. Maurizio Cecchini

Perfettamente in accordo con te su cio' che hai scritto; aggiungerei anche che mentre sia il warfarin che l acenocumarolo hanno un antidoto (che ovviamente e' la vit. K) i nuovi anticoagulanti orali NON hanno antidoti, e questo ovviamente deve essere valutato.

#2
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Veramente a me non è mai capitato di trovare un paziente che non vuole abbandonare il vecchio anticoagulante con annessi prelievi di sangue periodici!
Anzi, sono finalmente riuscita a mettere in anticoagulante pazienti anziani con FA cronica che avevano sempre rifiutato la terapia.
Al momento attuale il mio personale problema è di riuscire a superare lo scoglio del piano terapeutico dell' AIFA, che è una corsa a ostacoli. Per esempio, il dabigatran in preparazione della cardioversione elettrica è utilissimo, perché si può programmare la data con sicurezza (unica incertezza, che il paziente si dimentichi di prendere le pastiglie). Grande passo avanti rispetto al controllo dell' INR che magari sta in range per 3 settimane, poi scende sotto, e quindi si ricomincia il conteggio del tempo in anticoagulazione efficace... ho avuto pazienti che hanno perso 6-8 mesi prima di arrivare alle fatidiche 4 settimane continuative in range prima di un giorno in cui l'ambulatorio cardioversioni fosse disoinibile! Però questa evenienza non è contemplata nel sito dell' AIFA (l' unico escamotage è segnare come "Difficoltà oggettive a eseguire il controllo dell' INR).
Poi, ci sono le realtà regionali. In Veneto stanno facendo ostruzionismo. Almeno in alcune ASL, solo UN cardiologo per reparto ospedaliero è stato autorizzato a fare i piani terapeutici. A una paziente veneta che è in cura da noi (Friuli) ho fatto il piano terapeutico ma nella sua ASL non lo riconoscono, e le ricette fatte da me valgono solo in friuli. Siccome sono farmaci che le farmacie distribuiscono per conto della ASL, e quindi in guadagno del farmacista è nullo o quasi (e dovendo chiedere un rimborso fuori regione questo diventa aleatorio), ho anche avuto molta difficoltà a trovare un farmacista disponibile a consegnarli.

#3
Dr. Francesco Cariello
Dr. Francesco Cariello

Ho riscontrato tra i miei pazienti circa un 20% che ha dimostrato una certa diffidenza a cambiare anticoagulante. Credo che questo sia dovuto ad un fatto culturale. Il nuovo fa un po' paura...tanto più se col vecchio ti trovi bene. Il fatto dei prelievi periodici è un fastidio ma da questi pazienti è vista come una garanzia, si sentono forse maggiormente seguiti. Il mio comportamento è anche molto cauto soprattutto nei pazienti con disfunzione renale lieve o moderata e programmo un controllo della funzionalità renale almeno ogni 6 mesi. Per quanto riguarda la cardioversione condivido in pieno le osservazioni di Lestuzzi. Purtroppo ancora non abbiamo dati sull'utilità nei pazienti con FA e cardiopatia ischemica che non sono pochi.

#4
Dr. Mariano Rillo
Dr. Mariano Rillo

Concordo con Chiara.... a parte il fatto, egregio dr Cariello che non c'è alcuna possibilità di scelta tra vecchi e nuovi anticoagulanti nei pazienti con protesi valvolare (non sono i vecchi anticoagulanti di prima scelta, ma di unica scelta).....non credo ci sia alcun problema di comunicazione (a meno che non ci sia da parte del medico informatore una scarsa conoscenza delle linee guida e delle direttive AIFA)...I NAO hanno aperto una nuova era e oggi stiamo trattando pazienti (come quelli anziani che tralalro sono i pazienti a maggior rischio di sviluppo di fibrillazione atriale non valvolare e a più alto rischio tromboembolico)che una volta o non venivano anticoagulati o venivano trattati con la cardioaspirina (che come oramai è assodato non ha alcuna capacità preventiva tromboembolica e aumenta invece il rischio di emorragia cerebrale). E' chiaro che i pazienti già in trattamento con Coumadin senza problemi di refrattarietà genetica, con range ottimale dell'INR e con ottimale TTR (ricordo deve essere > 60%) non hanno motivo di passare ai NAO, ma quanti sono invece i pz che pur assumendo l'acenocumarina non sono protetti perché il tempo entro il quale sono nel range terapeutico è estremamente basso ??? nella mia esperienza (e non solo) di 30 anni di terapia in migliaia e migliaia di pazienti fibrillanti la maggioranza non è nel TTR considerato ottimale. Questo problema è superato dall'uso dei NAO. E' chiaro che, come per tutti i farmaci, ci sono pro e contro, ma dal bilancio direi che dobbiamo dire "grazie di esistere" ai nuovi anticoagulanti

#5
Utente 155XXX
Utente 155XXX

Qualcuno sà dove si effettua il TEST ROTACHROM ANTI FXA? grazie
Devo chiamare tutti gli ospedali della zona?
Grazie

#6
Dr. Mariano Rillo
Dr. Mariano Rillo

Caro signore
il test del quale parla non è utilizzabile routinariamente perchè i NAO anti fattore X attivato sono farmaci che non richiedono (come del resto gli altri NAO) monitoraggio routinario dell'effetto anticoagulante (per intenderci sono differenti rispetto al Coumadin che richiede il monitoraggio dell'INR). Solo in caso di emorragia (o di ischemia, o comunque in casi particolari) a seconda del tipo di NAO si potrebbero usare dei test di laboratorio per capire quale sia l'attività anticoagulante in corso. Il problema è che questi test danno spesso solo informazioni di tipo qualitativo e quelli che le danno di tipo quantitativo sono pochi e spesso non disponibili e inoltre sia gli uni che gli altri non sono standardizzati e quindi non ancora è possibile utilizzarli in caso di emergenza. Per i test cromogenici (come il ROTACHROM ANTI FXA) validi però solo per farmaci come il Rivaroxaban (e forse a breve per l'Apixaban) ebbene si stanno sviluppando e l'utilizzo è sempre maggiore, ma forse solo in un prossimo futuro saranno standardizzati (ossia i risultati dovranno essere uguali in tutti i laboratori che li utilizzano, cosa che al momento ancora non è per una serie di motivi tecnici). Spero di esserle stato di aiuto
Cordialmente
Dr Mariano Rillo

#7
Utente 360XXX
Utente 360XXX

Gentile medico Cariello
da un anno sono in cura con Xarelto 20 mg per tre episodi di fibrillazione atriale in 5 anni.
Fatte in qs giorni le analisi, i valori sono i seguenti:
Tempo di protrombina 1,52 (range 0.85-1.15)
Tempo di protrombina parziale attivata 1,38 (range 0.8o-2.50)

Vi sembrano normali??

Grazie 1000.

#8
Dr. Maurizio Cecchini
Dr. Maurizio Cecchini

Certo che sono normali dal momento che il rivoraxaban non agisce sull INR.
Arrivederci

#9
Utente 394XXX
Utente 394XXX

Vorrei un opinione su quanto mi è successo:
ho portato mia mamma a fare una visita cardiologica (privatamente) perchè da tempo soffre di fibrillazione atriale (non valvolare) e finora è stata trattata solo con ascriptin (oltre ad altri farmaci per la pressione, ecc) Lo specialista, dopo una visita accurata, più di un'ora e mezza (io ero presente), le ha prescritto il Rivaroxiban 15mg, da inziare urgentemente, non ritenendola idonea, per età, alimentazione, ecc. alla cura con il CUMADIN.
Non potendo lui effettuare il piano terapeutico, ne la prescrizione su ricetta rossa (forse è in pensione?!?), mi sono rivolta, su suo suggerimento e anche del medico curante, alla struttura pubblica (ospedale geriatrico di Padova) il medico che mi ha ricevuto dice che, per protocollo, non può prescrivere il nuovo farmaco perchè obbligati a fare una prova con il Cumadin.
Ho richiamato il cardiologo che mi ha ribadito che mia madre non è idonea all'uso del CUMADIN e che a sua opinione è meglio il farmaco di nuova generazione. Ho risentito il medico geriatra che a questo punto ha contattato direttamente lo specialista e il risultato è, in poche parole, che se vogliamo il farmaco nuovo dobbiamo pagarcelo. Ovviamente è quello che faremo, visto anche quello che ho letto nel vostro sito, ma tutto questo mi sembra vergognoso!!!
Ah, dimenticavo, non contenta ho pure contattato l'assistenza farmaceutica dell'ospedale di PD,(visto che nel sito è presente una sezione apposita con descrizione e procedura per la prescrizione dei nuovi anticoaugulanti)Devo dire che mi hanno gentilmente e prontamente risposto, spiegandomi però con un gran giro di parole, ma che alla fine ho recepito solo come un solo problema di soldi perchè il Cumadin alla Sanità costa meno che il nuovo farmaco, che loro hanno le mani legate.......Spero vogliate rispondermi con onestà e sincerita....Grazie


#10
Utente 211XXX
Utente 211XXX

Il dott. Maurizio Cecchini ha segnalato un aspetto importante dei "nuovi" anticoagulanti, cioè l'impossibilità di sottoporre il paziente a scoagulazione (trombolisi) nel caso di un ictus ischemico. Quando mio padre ha avuto il suo devastante ictus da FA, non solo ci siamo dovuti rassegnare ad aspettare se sopravvivesse o meno e i relativi esiti invalidanti, ma abbiamo scoperto che tutti i 9 pazienti ricoverati al Centro Ictus (di età e condizioni differenti) assumevano lo stesso farmaco, rivelatosi in tutti inefficace dai successivi prelievi ematici. Una autentica delusione; per quanto fossimo stati informati di questa evenienza, a ritroso avremmo preferito un farmaco più antiquato, la fatica di controlli periodici e una dieta ristretta, piuttosto che assistere al successivo calvario di 9 mesi, con esito ovviamente infausto. Speriamo che la ricerca migliori questa classe di farmaci e riesca a prevenire e sconfiggere gli ictus cerebrali, con le terribili sofferenze che provocano.

#11
Utente 423XXX
Utente 423XXX

Buona sera, sono affetta da les e sindrome da antifosdolipidi . Dal 2007 sono in terapia con coumadin in seguito a una TVP alla gamba. Mentre dal 2013 sono in trattamento con immunosoppressori (micofenolato mofetile ossia CelCept) e deltacortene 5 mg.
non ho mai avuto in questi 9 anni alcun problema dovuto all'assunzione del Warfarin, solo limitazioni dovute ai continui prelevi.
L'ematologa recentemente mi ha proposto di passare al nuovo farmaco ELIQUIS, ma sono molto titubante, perché le informazioni che sono riuscita ad avere sono abbastanza contradditorie. Proprio qualche giorno fa sono incappata in questo articolo : https://www.altroconsumo.it/salute/farmaci/news/farmaci-anticoagulanti
Gentili specialisti potete aiutarmi a prendere una decisione consapevole? Vi ringrazio per l'attenzione.

#12
Dr. Mariano Rillo
Dr. Mariano Rillo

Gentile utente
la scelta tra anticoagulanti di vecchia e di nuova generazione segue una serie di criteri che per tempo e per pertinenza non è possibile elucidare in questa sede....E' indubbio però che i NAO hanno tutta una serie di vantaggi (tralaltro scientificamente provati con dati provenienti da grandi trials, fatti su centinaia di migliaia di persone, anche decisamente maggiori rispetto a quelli fatti con il vecchio Coumadin, che vanta solo una durata di utilizzo più lunga, come è ovvio che sia, ma con limiti dovuti al range terapeutico stretto e difficile da ottenere, alle interferenze maggiori farmacologiche e a quelle alimentari e all'assenza di un vero antitodo, invece presente per uno dei NAO e in fase di sperimentazione avanzata per gli altri). Il rischio emorragico è stato ampiamente dimostrato che risulta inferiore per i NAO rispetto al Coumadin (mi riferisco soprattutto alle emorragie maggiori, poichè le minori fanno parte del gioco, dato che sia gli uni che gli altri essendo anticoagulanti, aumentano questo rischio inevitabilmente, ma che non è di vitale importanza per il paziente). Nei soggetti però che già assumono il Coumadin con buoni risultati (efficacia e sicurezza) non c'è motivo di passare ai NAO (se non in casi particolari) e quindi nel suo direi che da quanto riporta può tranquillamente continuare la terapia osservata (a meno che il collega che la segue per il problema della connettivopatia non ritenga diversamente).
Cordialità

#13
Utente 428XXX
Utente 428XXX

Gentili medici, sto assumendo Eliquis per fibrillazione atriale parossistica e gradirei sapere se allo stato attuale ci sono analisi del sangue in grado di appurare se il farmaco sta facendo il suo dovere.
Nel ringraziarVi porgo distinti saluti.

#14
Utente 890XXX
Utente 890XXX

buongiorno, mia madre 85 anni ha iniziato da alcuni mesi la terapia sostitutiva del coumadin con lixiana, per ora tutto bene. chiedo cortesemente se deve fare ancora controlli del tp inr che faceva prima con il coumadin perchè ricevo pareri discordanti, il cardiologo che la segue dice di no mentre il medico di famiglia dice che dovrebbe essere una volta al mese, .Ho la terapia da seguire ma non dice nulla in merito.
inoltre chiedo : se dovesse dimenticarsi un giorno di prendere la pastiglia, ci sono conseguenze ? grazie
anna rita

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche cuore 

Contenuti correlati