Sette pazienti contagiati da fonte sconosciuta: chi è il colpevole?

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

 

https://www.youtube.com/watch?v=Gq6iS7sGVz0

Il primo paziente fu un giovane che in pieno benessere, dieci giorni dopo aver trascorso una breve vacanza in una casa di campagna affittata con alcuni amici nei dintorni di New York,si ammalò con febbre e sintomi gastrointestinali ma si riprese in breve tempo e guarì.

Pochi anni dopo, agli inizi del secolo scorso,sei membri di famiglie benestanti o loro domestici vennero colpiti dalla stessa malattia, in cinque casi si trattava di ragazze giovani, alcune delle quali cameriere e una di loro morì.In seguito ben altri 19 familiari si ammalarono.I sintomi erano sempre gli stessi: febbre elevata, malessere, mancanza di appetito, crampi addominali con diarrea, mal di testa e segni di squilibrio mentale.

In alcuni casi era presente un interessamento cutaneo con chiazze piatte rossastre che interessavano torace ed addome. La malattia aveva un' evoluzione di alcune settimane.

Alla fine delle indagini una singola persona venne identificata come unica responsabile della trasmissione della malattia in queste famiglie.

I pazienti erano stato colpiti dall' allora poco nota febbre tifoide.

 

Fino all' inizio del ventesimo secolo quando l' acqua potabile si rese disponibile, la febbre tifoide, causata dal batterio Salmonella Typhi era una delle malattie infettive più diffuse e spesso confusa con il vero e proprio tifo, per una sovrapposizione di alcuni sintomi.

Il tifo è invece causato da un batterio del genere Rickettsie e tramesso attraverso i roditori.

La febbre tifoide si trasmette facilmente attraverso l' acqua contaminata e la diagnosi prevede l' identificazione del batterio nelle feci o gli anticorpi nel sangue mediante la cosiddetta reazione di Widal.Oggi l' aggiunta di cloro alle acque ha ridotto enormemente il rischi di contagio ma frequenti sono i casi in paesi in via di sviluppo dove l'acqua è meno controllata.

E' disponibile inoltre un vaccino per i viaggiatori in aree a rischio ed una terapia antibiotica. Ogni anno tuttavia si contano circa 20 milioni di casi nel mondo e circa 200000 morti. Circa il 5% dei pazienti che guariscono restano portatori del batterio nell' sistema epatobiliare, soprattutto in presenza di calcoli e, se non trattati, per quanto asintomatici, continuano a eliminare batteri per via fecale.

La colpevole della prima epidemia fu Mary Mallon, nata nel 1869 in Irlanda del Nord e passata alla storia come 'Thypoid Mary'! Emigrata negli Stati Uniti a 15 anni,si era stabilita a New York e lavorava come cuoca presso famiglie benestanti.Era sempre stata bene ma, verso il 1900,diversi membri delle famiglie presso le quali cucinava si ammalarono di febbre tifoide.La causa non era nota (acqua contaminata? Pesce?).

Una delle famiglie colpite incaricò George Soper, impiegato dei sevizi igenico sanitari ed esperto in epidemiologia di febbre tifoide, di identificare l' origine. Non fu facile perche' nel frattempo Mary aveva cambiato lavoro, in seguito tuttavia capi' che diversi casi erano comparsi nelle famiglie dove aveva lavorato in precedenza e che erano tutte residenti entro 50 miglia da Manhattan e la trovo'.

Informato il dipartimento di sanita' di New York, Mary in un primo momento rifiutò di collaborare negando in buona fede la sua responsabilità, venne quindi trasferita dalla polizia presso l ospedale Willard Parker e qui, esaminate le feci, venne finalmente identificato il batterio Salmonella typhi.

Per prevenire ulteriori contagi la polizia decise di isolare Mary a North Brother Island, vicino a Manhattan.Venne liberata solo tre anni dopo con il divieto di lavorare ancora come cuoca . Si persero le sue traccie fino a quando ricomparvero alcuni casi di febbre tifoide in un reparto di ostetricia di un ospedale sempre a New York. La cuoca dell' ospedale, ancora una volta era lei, impiegata sotto il falso nome di Mary Brow.Diversi dipendenti si ammalarono questa volta e due morirono. Mary venne trasferita nuovamente a North Brother Island dove rimase fino alla sua morte nel 1938.

Fino a poco tempo fa antibiotici quali l'ampicillina, sono stati efficaci nel trattare la malattia , ma come per altre patologie, il battereùio sta diventando sempre più resistente e sono necessari nuovi antibiotici quali la ciprofloxacina o il ceftriaxone.La vaccinazione per i viaggiatori resta un efficace metodi di prevenzione.

La colecistectomia era frequentemente indicata, prima della scoperta degli antibiotici, per eliminare il serbatoio batterico e venne proposta anche a Mary che tuttavia rifiuto' di farsi operare.

Mary Mallon non era consapevole del suo ruolo di 'portatrice':all' inizio del ventesimo secolo la batteriologia era una scienza giovane e l' idea che una persona potesse 'trasportare' una malattia appariva un mistero. Mary poi si sentiva bene e non aveva sintomi e ai tempi, anche se discutibile dal punti di vista legale, il suo isolamento forzato appariva giustificabile, soprattutto considerata la sua attività di cuoca, particolarmente a rischio.

Oggi, grazie ai farmaci, i portatori sani sono rari e non sono comuni causa di trasmissione della malattia che invece viene facilmente trasmessa dall' acqua contaminata, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

Fu difficile per Mary capire che inconsapevolmente costituiva un rischio e probabilmente aveva trasmesso l' infezione a migliaia di persone.

Fu la causa di morte nel 1797 di Franz Schubert, del terzo figlio di Abraham Lincoln, William nel 1862 e di Wilbur Wright, coinventore dell' aereoplano nel 1912 cosi' come ne morì Haraku Hashimoto nel 1934, medico a cui si deve l' identificazione della cosiddetta tiroidite di Hashimoto.,

La febbre tifoide oggi, nonostante cure adeguate ed un vaccino disponibile, resta un problema sanitario importante visti i circa 20 milioni di casi stimati per anno.

 

Riferimenti:

 

 

Data pubblicazione: 22 gennaio 2014

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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