Ptosi palpebrale

Si definisce ptosi palpebrale l'abbassamento della palpebra superiore oltre il livello considerato normale. Ciò comporta una riduzione del campo visivo e, nel caso di un bambino piccolo impedisce lo sviluppo normale della funzione visiva. Si parla di ptosi congenita, quando è presente dalla nascita, può interessare entrambi gli occhi ed è causata da un malfunzionamento del muscolo elevatore della palpebra. La maggior parte dei bambini affetti, tende a sollevare spontaneamente il sopracciglio per aprire di più l'occhio e a tenere il mento sollevato. Questo problema diventa evidente quando il piccolo ha un buon controllo del capo, di norma a 4-5 mesi di età. Nei casi gravi, quando cioè la ptosi richiede una posizione di compensazione del mento per guardare avanti, o quando la funzionalità visiva può essere compromessa l'intervento chirurgico dovrà essere effettuato entro il primo anno di età; nelle forme meno gravi l'operazione può essere rimandata di alcuni anni.

Se si è di fronte ad una ptosi acquisita, la causa è da ricercarsi nell'involuzione senile del tendine del muscolo elevatore, da paralisi del III° nervo cranico, da miopatie o da traumi. L'intervento per la correzione della ptosi palpebrale consiste nel rinforzare il muscolo elevatore della palpebra consentendo un normale allineamento delle palpebre superiori. L'intervento viene eseguito in un ambiente sterile (sala operatoria), normalmente in anestesia locale associata o meno ad analgesia (utilizzazione di farmaci per via generale che riducono il dolore e l'ansia) e solo in casi particolari o nell'infanzia in anestesia generale. L'intervento chirurgico di correzione della ptosi palpebrale ha lo scopo di migliorare la funzionalità della palpebra. È possibile eseguire interventi di rinforzo del muscolo elevatore o di sospensione della palpebra al muscolo frontale, con materiale autologo (cioè prelevato dal paziente) o eterologo (cioè sintetico, come silicone o goretex).

La sospensione al frontale viene eseguita quando la funzione del muscolo è compromessa e la palpebra ha una scarsa motilità mentre il rinforzo del muscolo elevatore si esegue in condizioni di conservata funzione del muscolo.

Data pubblicazione: 24 giugno 2012

Autore

stefano.ranno
Dr. Stefano Ranno Oculista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2006 presso Università degli Studi di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Como tesserino n° 5814.

Specialista in chirurgia oftalmoplastica con oltre 10 anni di esperienza presso strutture di eccellenza italiane e internazionali. Laureato con lode in Medicina e Chirurgia e specializzato con lode in Oftalmologia, è dirigente medico di I livello all’Ospedale San Giuseppe di Milano. Membro attivo di società scientifiche italiane ed internazionali, ha perfezionato le competenze in USA e India, unendo chirurgia funzionale ed estetica per risultati avanzati e personalizzati.

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