Esiste una correlazione tra malattia parodontale e aterosclerosi?

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Negli ultimi anni molti ricercatori si sono concentrati sull' analisi dei rapporti tra la malattia parodontale ed altre patologie sistemiche.

Oggi sappiamo che esistono correlazioni con diverse malattie non infiammatorie quali il diabete, le malattie cardiovascolari, l' obesità e i parti pretermine.

Il razionale di queste correlazioni risiede nel fatto che un infiammazione cronica (quale è la pardontite cronica), influisce negativamente sulo controllo e sul compenso di altre patologie sistemiche. 

L' aterosclerosi è la forma più comune di arteriosclerosi. Gli ateromi, sono composti da un core di lipidi avvolto da una capsula fibrosa. Solamente i 2/3 delle aterosclerosi sono riconducibili a fattori di rischio accertati: quali l' eta, il sesso, il fumo, l' ipertensione, l' ipercolesterolemia, il diabete, l' obesita e gli stili di vita. La comunità scientifica si sta interrogando sul ruolo svolto dall' infiammazione nella genesi delle placche ateromatose.

Due meccanismi principali di correlazione tra parodontite cronica e aterosclerosi sono stati proposti. Il primo che chiameremo ipotesi "diretta" e un secondo che chiameremo ipotesi "indiretta".

Secondo l' ipotesi diretta, i batteri parodontopatogeni, possono entrare nel torrente ematico durante le terapie parodontali e insediarsi in altre sedi dell' organismo, quali le pareti arteriose. A sostegno di questa ipotesi, la letteratura medica descrive in una serie di articoli la capacità di alcuni batteri responsabili della parodontite cronica (quali Porphiromonas Gingivalis) di invadere in vitro le cellule endoteliali. Altri studi riportano invece la presenza di batteri parodontopatogeni nelle placche ateromasiche di cadavere.

L' ipotesi indiretta si focalizza invece sugli effetti dell' infiammazione sistemica sull' organismo. TNF-α ed altre interleuchine, rilasciate dai monociti e dalle cellule endoteliali, inducono il fegato a rilasciare proteine di fase acuta (CRP, fibrinogeno, aptoglobina, α-1 antitripsina) le quali causano una serie di risposte responsabili della formazione delle placche all' interno dei vasi: deposizione di LDL, aggregazione piastrinica, attivazione della cascata della coagulazione. 

Entrambi questi meccanismi possono condurre alla rottura delle placche.

In sostanza, chiarire gli aspetti della correlazione tra la parodontite cronica e il controllo di patologie sistemiche, permetterà ai parodontologi di pianificare terapie che gestiscano il paziente anche negli aspetti comportamentali. Vorremmo pertanto, poter formare pazienti che sappiano gestire la propria patologia rispetto alla corretta igiene orale e di vita.

Per ulteriori informazioni riguardo le malattie parodontali vi invito a prendere visione del sito web della Società Italiana di Parodontologia (SIdP) www. sidp.it ed il portale http://www.gengive.org/.

                                                                       dott. Orlando D'Isidoro

Data pubblicazione: 04 ottobre 2016