Pornodipendenza da internet, quali conseguenze?

francesco.mori
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo

 

il punto terminale di ogni dipendenza è ciò che viene chiamato dannazione

Wystan Hugh Auden, 1952

 

La pornografia rappresenta un argomento controverso. Alcuni le attribuiscono un significato positivo definendola una sorta di mezzo iniziatico per la sessualità adolescenziale; altri la contrastano aspramente, assumendo un punto di vista etico, anche rispetto al significato che il ruolo della donna (trasformata in “oggetto” sessuale) assume al suo interno.

Da un “versante” psicologico, possiamo dire che se è possibile che un contatto sporadico con la pornografia costituisca un primo utile accostamento alla sessualità, un ricorso eccessivo ad essa può rivelarsi deleterio, in quanto non solo contribuisce alla costruzione di una visione distorta della sessualità, ma può anche favorire l’instaurarsi di un comportamento patologico di fruizione di questo materiale.

 

Anche da un punto di vista clinico non c’è uniformità di vedute intorno alla pornodipendenza da internet: secondo alcuni studiosi essa rientrerebbe all’interno dei Disturbi da Controllo degli Impulsi, le cui caratteristiche principali sono l’impulsività e la perdita di controllo di fronte ad alcuni stimoli specifici; altri autori sottolineano l’aspetto ossessivo del problema, quindi le continue “rimuginazioni” mentali intorno al tema pornografico; secondo diversi psicologi invece l’abuso di materiale cyberpornografico rientrerebbe nella categoria delle dipendenze, avendo molti aspetti in comune con la “più celebre” dipendenza da sostanze psicotrope.

 

Quest’ultima prospettiva è quella maggiormente condivisa dagli addetti ai lavori; possiamo definire la pornodipendenza come una dipendenza comportamentale (è il comportamento masturbatore ad essere reiterato) anche se mantiene tutte le caratteristiche di una dipendenza da sostanze. Cerchiamo di definire quali sono i punti in comune.

In primo luogo l’assoluta centralità dell’elemento da cui si dipende, dove il sesso su internet diventa l’abitudine prioritaria della vita di una persona.

In secondo luogo la modificazione del tono dell’umore, con frequenti oscillazioni tra euforia e tristezza.

Un terzo fattore è la tolleranza, che implica la necessità di ricorrere al cybersesso in quantità sempre maggiori per ottenere lo stesso livello di soddisfacimento.

Infine, un altro elemento in comune è la facilità nella ricadute; infatti, come nel caso delle sostanze psicoattive, è molto facile dopo un periodo di sospensione ritornare a livelli “patologici” di consumo.

 

Le cause della pornodipendenza possono riguardare due ordini di fattori. Sicuramente centrale è il ruolo dello strumento mediatico su cui si fonda, internet. Infatti il web consente ai fruitori sia facilità di accesso che anonimato, rendendo la pornografia on-line molto più pericolosa e facilitante, in termini di dipendenza, rispetto alla pornografia ordinaria; proprio in virtù di questo si parla di potenzialità psicopatologica della rete. Tuttavia, è necessario sottolineare che non sono le nuove tecnologie all’origine delle patologie ma l’uso che ne facciamo.

Altri fattori associati allo sviluppo della pornodipendenza sono i tratti di personalità; sebbene non sia possibile tracciare un identikit del futuro dipendente è stato evidenziato come traumi (quali abusi fisici e sessuali), stress familiare e/o sociale, atteggiamenti nevrotici, siano strettamente connessi con la pornodipendenza.

 

Per quanto riguarda l’entità del fenomeno i dati a disposizione sono pochi; la certezza è che la prevalenza sia maschile (anche se le donne non mancano), tuttavia, sia la scarsità di ricerche in quest’ambito, sia la difficoltà delle persone  a rivolgersi presso centri di salute mentale (a causa del forte imbarazzo che purtroppo concerne la maggior parte dei problemi che riguardano la sessualità), rende difficile poter effettuare una stima attendibile.

 

Un discorso a parte merita il riferimento a bambini ed adolescenti. I bambini dell’attuale generazione si trovano a crescere all’interno di un contesto sociale in cui l’accesso ad internet è ubiquitario; questo fa si che per loro è sempre più facile incappare accidentalmente in siti pornografici, molto prima che la “tempesta ormonale” adolescenziale si faccia sentire. Inoltre, nel tentativo di ampliare il target di mercato, i pornografi stanno creando vere e proprie trappole virtuali ai naviganti “in erba”, ad esempio collegando pagine web pornografiche a siti “innocui”.

Infine, l’adolescenza costituisce un terreno fertile per lo sviluppo della cyberdipendenza, anche perché questa fase della vita è caratterizzata dallo sviluppo di comportamenti a rischio. Inoltre l’uso smodato di materiale pornografico, oltre a contribuire ad una percezione alterata della sessualità, può favorire un’eccessiva erotizzazione della sfera relazionale, orientando i giovani adulti verso rapporti incentrati unicamente al soddisfacimento del piacere sessuale.   

 

Data pubblicazione: 12 settembre 2013 Ultimo aggiornamento: 27 settembre 2013

34 commenti

#22
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Utente 319XXX

Io credo che c'é una domanda personale alla quale ognuno per sé deve rispondere, ossia: é un rapporto pornografico quello che davvero desidero e cerco?
Cioé, all'interno di una legittimazione, di un "ma sí lo fanno tutti", uno perde di vista invece che l'uomo é fatto per avere un rapporto con una donna. Un rapporto bello e sano innanzitutto che lo renda piú felice, non piú appagato. Ció detto poi si puó cedere alla tentazione, ma non c'é mai un sopravvento psicologico, piú che altro un desiderio a dire "NON LO VOGLIO PIÚ FARE".
Alla fine, il fumo fa male, ma quenti fumano? So che nn é esatto come controesempio ma é per dire che se a uno va di navigare su siti porno e uno gli dice "potresti avere danni psicologici", nella maggior parte dei casi se ne fregherebbe.
Io dico solo, ok agli studi assolutamente, ma prima deve venire una riflessione personale ed un giudizio chiaro. é ció che davvero voglio?
In questo, l'imbarazzo non é uno scoglio da evitare, ma un segno naturale che qualcosa potrebbe non andare bene, un campanello da'allarme.

#23
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Dr. Francesco Mori

Talvolta dietro il "rapporto pornografico", come lo definisce lei ci sono aspetti più profondi connessi a difficoltà relazionali (paura della sessualità "vera") e personali (introversione, isolamento, ecc.).
Comprendo che in alcuni casi, con uno sforzo di volontà, una persona potrebbe "smettere" ma generalizzando non credo sia così semplice.
Per prendere spunto dal suo esempio, la dipendenza da sostanze psicoattive (che ha molti punti in comune con la pornodipendenza) è decisamente più elevata negli strati disagiati della popolazione.
Non è solo volontà, non è solo debolezza di carattere.

#24
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Utente 319XXX

Innazitutto la ringrazio per lo spunto. Non avevo pensato agli aspetti piu profondi.
Quello che non mi va peró, é una certa giustificazione del fenomeno, come se non fosse piú chiaro dove sta il bene e il male, ma non da un punto di vista prettamente morale. Mi spiego. Se il punto di partenze fosse "é giusto" o "é sbagliato", prima o poi qualcosa cede, non basta. Ma se uno riconoscesse per sé la riduzione rispetto a ció che uno nella vita vuole realmente (un rapporto bello, sano, che riempia il cuore), allora si crea come un substrato di fondo che aiuta la volontá: "questa cosa non é volermi bene". E non é incoerente con la possibilitá di poter cedere alla tentazione.
Mi colpisce infatti la sua ultima frase sull'orientamento verso rapporti incentrati solo alla soddisfazione sessuale, e la trovo vera. Mi corregga, ma a me sembra che la pornografia sia oggi l'ultimo anello di una catena che inizia con (ad esempio) il gossip, cioé una certa immagine carnale dell'uomo e della donna. Non che debba essere eliminata, ma che diventa totalizzante.
Mi chiedo se il problema fosse ancora prima, cioé in una mancanza di coscienza di ció che fa o non fa per noi, del nostro piú vero e bel desiderio. Tutto diventerebbe improvvisamente vago e possibile.

#25
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Dr. Francesco Mori

Gentile utente,
concordo con lei rispetto alle potenti influenze sociali che stanno alla base del problema. L'essere è sempre di più l'apparire, quotidianamente viviamo scene di "pornografia emotiva", dove l'intimità (fasulla) è ripresa da tutte le angolazioni possibili (talk show, social network, giornali, ecc.) contribuendo a nascondere quello che è la relazione "veramente".
Tuttavia credo anche che dietro il bisogno videosessuale ci sia una paura enorme dell'altro. L'altro ci può smascherare, può far cadere il velo, ci costringe alla fatica e al confronto. Inoltre l'altro può non essere "sempre" disponibile diventando pericoloso.
I video stanno sempre li, pronti per essere consumati ancora e ancora.

#26
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Utente 319XXX

La ringrazio infinitamente per il confronto!

#27
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Dr. Roberto Callina

Ritengo che la pornodipendenza non possa essere trattata come fenomeno a se state. Nella pratica clinica, il pornodipendente è spesso "transeunte".

Mi capita spesso di vedere pazienti, inizialmente pornodipendenti, in cui la dipendenza transita verso altre derive di natura sessuale (es. masturbazione compulsiva senza utilizzo di materiale pornografico). Talvolta, invece, una sessualità compulsiva praticata con partner reali (e occasionali), si "trasforma" in una pornodipendenza.

Ciò che accomuna tutte le dipendenze di natura sessuale, però, è il vissuto angosciante che, sembra essere il medesimo per tutti i dipendenti sessuali.

Approfittando dell'articolo del collega Mori, allego un contributo in un'ottica globale del fenomeno:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3766-le-dipendenze-sessuali.html




#28
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Dr. Francesco Mori

Dr Callina, il suo punto di vista può trovarmi d'accordo. Le dipendenze sono anzitutto peculiari. Cioè ogni caso DEVE essere trattato come singolo. Una generalizzazione come la mia è solo un tentativo di "controllare" il problema, definendolo e rendendolo narrabile. La dipendenza più che altro è un tema individuale, un modo di costruire l'immagine di sé e del mondo, che si ancora ad un oggetto. La sessualità è uno di questi.

#29
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Dr. Roberto Callina

Assolutamente concorde con tale prospettiva; come ho scritto da più parti sono un sostenitore dell'individuo come essere unico ed irripetibile.
Generalizzare è, purtroppo, una necessità insita nel tentativo di spiegare un fenomeno e la mia non voleva essere una critica all'articolo, che trovo assolutamente in linea con la mia visione.

<<un modo di costruire l'immagine di sé e del mondo, che si ancora ad un oggetto.>>

niente di più vicino al mio pensiero.
Saluti

#30
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Utente 320XXX

Egregio Dr. Mori, ho 29 anni e ritengo, seppur da un mio punto di vista assolutamente ignorante in materia, giuste le sue osservazioni sulla porndodipendenza. Che alla base di tale attitudine ci siano problemi più profondi della mancanza di un partner o la semplice attrazione sessuale che deriva dalla visione di determinate scene, che rimangono comunque ben impresse nella memoria di una persona. Parlo per esperienza personale, sto cercando di venirne fuori, senza un aiuto specialistico e devo dire che non è affatto semplice. Purtroppo come leggevo nei precedenti commenti, c'è anche un contesto sociale che non aiuta affatto, di errate pressioni maschili e femminili sui media e nella vita reale, quasi volesse preparare le persone alla pornografia, renderla qualcosa di normale. Io non la considero tale, ritengo che ci sia un enorme sfruttamento ed una manipolazione delle normali fantasie erotiche personali umane, oltre che uno sfruttamento fisico seppur consapevole di chi lavora all'interno del settore e inevitabilmente di chi ne usufruisce del prodotto finito.

#31
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Dr. Francesco Mori

Gentile utente,
concordo con quanto sostiene relativamente al concetto di sfruttamento.
Ormai la pornografia on line cattura circa l' 80% del pubblico del web, fondando la sua impresa anche su mezzi illeciti.
Allo stesso tempo però, come ho scritto sul post, non è solo l'offerta che crea problemi ma anche ciò che chi la raccoglie ne fa. Non è che la pornografia è di per se un problema, ma può diventarlo.

#32
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Utente 320XXX

Assolutamente Dottore, il problema siamo noi che incappiamo in certe trappole. Credo che sia fondamentale come in ogni dipendenza, la ricerca di un isola sicura dove appartarsi per sfuggire ai problemi della realtà. Forse c'è anche un senso di inadeguatezza a non volersi confrontare con la realtà....

#34
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Utente 472XXX

Ciao a tutti,

interessate un libro sull'argomento: PornoTossina di Antonio Morra!

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