La psicologia è una scienza debole?
Le scienze psicologiche sono forti come le scienze fisiche!
In molte discussioni scientifiche tra gli amanti delle scienze forti (come la matematica) emerge spesso l'idea che la psicologica, in virtù del suo oggetto di studio, il comportamento umano, appartenga alle cosiddette scienze a statuto debole e, quindi, sotto un gradino più basso delle scienze fisiche e matematiche.
In un articolo pubblicato dalla rivista Skeptical Inquirer viene rammentato uno studio poco noto di Larry Hedges, statistico e studioso di metodologia scientifica dell'Università di Chicago, che si pose il problema della forza scientifica della psicologia.Egli si pose come metodo di misura per la valutazione di una scienza la cosiddetta "cumulabilità empirica" ossia se una scienza ha davvero successo nel descrivere il mondo o alcuni dei suoi processi, i risultati empirici dovrebbero essere coerenti tra una pubblicazione e l'altra.in pratica se la terra è davvero sferica e misura un certo diametro, nonostante i diversi metodi di misura utilizzati, i risultati dovrebbero dare sempre lo stesso diametro.
Hedges decise di confrontare questa cumulabilità empirica di una scienza considerata forte come la fisica e di una considerata debole come la psicologia. Egli setacciò i risultati della letteratura in fisica (in questo caso sulla fisica delle particelle) e quelli della letteratura in psicologia pubblicate in un certo numero di anni su una certa quantità di riviste specializzate (per la psicologica prese molti campi come lo studio delle differenze di genere, la valutazione scolastica, i programmi di prevenzione contro le discriminazioni raziali ecc.) e confrontò i risultati.
Le osservazioni furono sorprendenti, ossia la cumulabilità empirica degli studi in psicologia, in termini di coerenza e replicabilità, erano statisticamente sovrapponibili a quelli degli studi in fisica.Hedges concluse che la convinzione che gli esperimenti di fisica producano risultati più coerenti delle scienze sociali non è confermata dai dati (1).
C’è da dire che in psicologia non tutti gli orientamenti teorici hanno la stessa coerenza cumulativa né hanno la pretesa di basare i loro studi su di essa. Le teorie psicologiche di orientamento analitico o umanistico-esistenziale hanno più un substrato filosofico legato al diretto rapporto con l’uomo e le sue emozioni. I detrattori delle scienze psicologiche, tuttavia, dimostrano di non conoscerle affatto confondendo, spesso, approcci e orientamenti differenti. La psicologia segue lo stesso metodo di osservazione di tutte le scienze, sia in ambito sperimentale che empirico-clinico come somministrazioni di variabili, l’utilizzo dei gruppi di controllo, la distribuzione randomizzata, il doppio cieco e così via (2). Appare ovvio, ma questo avviene in tutto l’ambito medico, che il dato sperimentale (di laboratorio), applicato all’uomo, deve fare i conti con la sua risposta individuale, le sue reazioni e la risposta a queste dell’ambiente che lo circonda. Ma anche in questa occasione nulla è lasciato al caso, dal momento in cui la scienza della psicologia dei sistemi fornisce il suo contributo nella comprensione di queste interazioni.
In definitiva, chi taccia la psicologia di non scienza, sta solo evidenziando il suo curriculum, ossia quello di colui che non sa né cosa sia la psicologia né, soprattutto, cosa sia la scienza e i metodi che utilizza.
1) In Query, n.1 primavera, 2010.
2) in Robert, La ricerca scientifica in psicologia, 2002.