La Fame Emotiva, quali le Cause e come Uscirne

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Dr.ssa Monia Ferretti Psicoterapeuta

Fame emotiva quali le cause

Mangiare è un azione molto importante nella vita dell’uomo, che assolve non solo ad una funzione fisiologica, ma anche sociale e a volte un mezzo che canalizza messaggi emotivi.

Il cibo oggi sempre più viene utilizzato come “tappabuchi”, un potente anestetico, una droga lecita a basso costo, per soddisfare esigenze che vanno ben al di là del bisogno di sostentamento.

Quando non vogliamo sentire, non sappiamo come gestire emozioni spiacevoli o affrontare qualcosa che ci crea disagio, quando non godiamo della vita, ci aggrappiamo al cibo.

Siamo alla ricerca di una soddisfazione che non riusciamo a trovare in modo più funzionale, ricorrendo al cibo i nostri dispiaceri passano dalla mente alla nostra pancia.

Il corpo può essere utilizzato come tramite per riempire una vita vuota, quando ci arrabbiamo, quando ci manca l’amore, ci sentiamo infelici e la solita routine ci soffoca. Quando siamo insoddisfatti sessualmente, manca la tenerezza, quando c’è un obiettivo da raggiungere. Quando cerchiamo risposte, tranquillità, sicurezza, fiducia.

L’infelicità è uno dei motivi principali per cui ricorriamo al cibo, l’insoddisfazione, la noia, non avere progetti o relazioni che ci fanno sentire vivi.

Il cibo ci anestetizza ci aiuta a percepire meno anche se solo momentaneamente la noia, l’infelicità, l’insoddisfazione, e sposta la nostra attenzione altrove dove in realtà non risiede il vero problema sul quale bisognerebbe agire in modo differente.

È un modo semplice, immediato ma illusorio di mascherare una mancanza.

Il problema infatti è che tale strategia non funziona. Non solo non servirà ad affrontare le reali difficoltà, ma diverrà un ulteriore  “zavorra” da gestire.

Perché nel tempo causerà problemi non solo estetici,  ma anche un progressivo abbassamento della propria autostima.

In questo modo senza neanche rendersene conto la persona si troverà chiusa in un circolo vizioso, dal quale diviene sempre più difficile uscire. Infatti più non voglio sentire le mie emozioni, più non voglio pensare… più mangio, più la mia autostima si abbassa e proverò un esigenza sempre maggiore di non sentire e pensare e desiderio di mangiare…per poi svalutarmi e sentirmi in colpa o provare rabbia per non riuscire ad avere il controllo della situazione.

Il fatto che il cibo venga utilizzato come mezzo per canalizzare messaggi emotivi, non è molto strano se pensiamo che anatomicamente nel nostro cervello, il centro della sazietà e dell’appagamento si trova al centro delle aree limbiche, dove si generano le emozioni e l’affetto.

Fame emotiva come uscirne

Saziarci di stimoli affettivi, intellettuali, vivere una vita soddisfacente, è il modo migliore per non rivolgere la propria attenzione al cibo. Per poter fare questo abbiamo bisogno di ascoltare le nostre emozioni, la nostra testa, i nostri bisogni e mettere a fuoco cosa manca nella nostra vita.

Occorre mettere a fuoco di cosa abbiamo realmente fame, e come riuscire a soddisfare tale bisogno mettendo in atto un adeguato piano operativo per farlo.

Occorre passare ad una vita basata sulla qualità piuttosto che sulla quantità, che può solo riempire momentaneamente ma non dare reale appagamento.

Non è sempre facile guardarsi in modo obiettivo e comprendere cosa manca davvero e di cosa abbiamo bisogno. Il terapeuta può dare in tal senso un aiuto importante e accompagnare la persona non solo verso la comprensione, ma con ovvie strategie verso la soluzione.

In modo tale che possa soddisfare in modo funzionale la reale mancanza che c’è alla base, e avere una vita piena e soddisfacente.

Lo psicologo padova in queste situazioni può fornire un valido aiuto. Per darti degli utili spunti di riflessione sul tema ho scritto un ebook che puoi scaricare gratuitamente

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Data pubblicazione: 03 febbraio 2015

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