Storie di ordinaria contraddizione

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Storie di ordinaria contraddizione

Le brevi descrizioni che seguono riguardano situazioni molto differenti tra loro, ma che presentano alcune caratteristiche comuni.

    Esempio n. 1

A. è una ragazza introversa e partecipa con difficoltà alle iniziative del gruppo di amici che frequenta.
Spesso è silenziosa, con un'espressione imbronciata in viso e si sente vuota, smarrita e incapace di dare un significato a quel malessere che si trascina fin dall'infanzia, mentre avverte dentro di sé un senso di angoscia che la stritola.

    Esempio n. 2

Quando erano ragazzi, B. e C. avevano fatto fuoco e fiamme per riuscire a stare insieme, andando anche contro la volontà dei rispettivi genitori.
Dopo qualche anno, sposati e con un figlio in arrivo, la situazione risulta degenerata: ogni giorno litigano più volte, arrivando anche allo scontro fisico.
Lui trova ogni pretesto e nessun ostacolo per sfogare la rabbia che ha accumulato fin dall'infanzia, così lei, nonostante la gravidanza in essere, ha sempre qualche livido vistoso.
Pronto Soccorso e Carabinieri li conoscono ormai da tempo.

    Esempio n. 3

D. è un uomo sulla quarantina che fa uso abituale di sostanze stupefacenti; come molte altre persone, aveva cominciato da ragazzo fumando uno spinello e prendendo occasionalmente qualche sbronza.
Successivamente, il bisogno sempre più pressante di stordirsi lo aveva portato a fare uso di sostanze che hanno effetti più forti e devastanti.
Oggi considera la droga come un rifugio che dapprima non vede l'ora di raggiungere e che poi vorrebbe non aver mai trovato.

    Esempio n. 4

E. è una dirigente d'azienda di mezza età; a causa del suo ruolo ha a che fare quotidianamente con un certo numero di dipendenti.
Tuttavia, è abituata a considerare questi ultimi come semplici "strumenti" funzionali allo svolgimento dell'attività aziendale, disinteressandosi di quegli aspetti di natura interpersonale che fanno comunque parte dell'attività aziendale e che possono quindi influenzarne positivamente o negativamente l'andamento.
In particolare, evita di addentrarsi in situazioni che richiederebbero un chiarimento reciproco con gli interessati, assumendo invece la propria posizione unicamente in base a quanto le viene riferito dai responsabili di reparto, nei quali ripone una fiducia incondizionata.

    Esempio n. 5

Fin da ragazzo, F. è sempre stato un tipo molto suscettibile, si altera per un nonnulla ed è sempre di pessimo umore.
Considera fastidiosi e in un certo senso minacciosi i tentativi altrui di scambiare due parole oltre il semplice saluto, perciò risponde sempre in modo stizzito, allontanandosi subito dopo.
Inoltre, se l'argomento in discussione riveste una certa importanza per lui, perde completamente la calma e inizia a sbraitare, per poi pentirsene amaramente.
A causa di queste sue reazioni, gli altri decidono regolarmente di ignorarlo e di non rivolgergli la parola.



Ad un primo esame, gli elementi comuni a tutte le situazioni sopra descritte risultano essere principalmente:

  • la scarsa conoscenza di se stessi e delle emozioni che caratterizzano i propri stati d'animo;

  • il non tenere conto del fatto che vi sono varie modalità con cui è possibile esprimere le proprie emozioni, e che alcune di queste modalità sono socialmente accettabili mentre altre non lo sono e danneggiano gravemente le relazioni interpersonali;

  • l'ignorare il fatto che le modalità espressive più appropriate si possono eventualmente imparare o perfezionare, così come la capacità di confrontarsi con le proprie emozioni, con conseguente miglioramento del proprio stato d'animo e delle relazioni interpersonali;

  • il non considerare che vi sono specialisti, precisamente gli psicologi e gli psicoterapeuti, che si occupano delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti delle persone, e che conoscono a fondo sia i problemi ad essi collegati sia le modalità per risolverli in tempi relativamente brevi.

Comunque, l'elemento più sorprendente è il fatto di rimanere invischiati in certe situazioni anche per decenni, mentre invece la maggior parte di esse, con l'aiuto di uno specialista, potrebbero venire drasticamente ridimensionate, se non addirittura risolte, nell'arco di alcuni mesi, a tutto vantaggio della qualità della propria vita e di quella dei propri cari.

In quanto alla contraddizione, anch'essa elemento comune, sta nel fatto che certi comportamenti controproducenti, uniti alla disinformazione, producono effetti opposti a quelli che le persone stesse probabilmente desiderano.

Data pubblicazione: 19 febbraio 2015

5 commenti

#1
Utente 362XXX
Utente 362XXX

Salve, Dottore.
Leggendo il titolo, non riuscivo a capire di cosa si trattasse, cosi', leggendo il Suo articolo, posso dire che e' molto interessante.
Io sono "invischiata" da circa 10 anni e non riesco proprio a trovare una soluzione. A volte, mi dico che non arrivero' mai ad auna soluzione, mi metto a pensare che e' inutile insistere, ma alla fine continuo. Mi domando se sono masocchista... Mi domando se sono davvero "solida", termine che mi ha fatto piacere leggere da due psicologi on line di questo sito, ma che mi domando 'fin quando?' Fin quano saro' solida in quello che penso e lottero' per una vita di normale serenita' in famiglia senza mettermi a pensare che sia masocchismo, nel senso che mi faccio del male continuando e nonostante cio', continuo...
Ho le mie radici nella religione Cattolica e ne sono fiera, felice di quello che mia mamma in particolare mi passa, anche le mie sorelle, mio papa' e fratello di meno, anzi, mio fratello sembra non avere piu' la religione come risorsa, se si puo' dire cosi', particolarmente importante nella sua vita. Comunque, nella mia ricerca di risolvere la mia situazione di un matrimonio doloroso, mi sento tante volte molto provata, anche nel senso di vacillare nella Fede... Non vorrei proprio arrivare a questo punto, ritengo che la Fede sia importante e vorrei aumentarla, non diminuirla.
Sto cercando di andare da un Psicologo con mio marito, ma lui non vuole. Penso che da sola io riesca poco visto avere gia' seguito dei percorsi e non avere avuto miglioramento in famiglia, anche perche' mio marito sembra veramente depresso... Non posso aiutarlo come gliene dico, non sono Psicologa, ma lui ritiene che noi due insieme riusciamo tutto... Sono quasi undici anni insieme e la nostra bimba corre il rischio di svillupare problemi relazionale, mi discipace dirlo, vivendo in una famiglia in una situazione difficile. I miei suoceri non aiutano, non collaborano per la "crescita di mio marito" e lui continua a sentirsi piu' Figlio che Padre, piu' figlio che Marito...

#2
Psicologo
Psicologo

Gentile Utente,

a volte trovare la giusta soluzione è difficile, ma se Lei pensa che non la troverà mai sarà ancora più difficile trovarla.

Lei è sicuramente una donna forte e la forza è una grande risorsa, ma per dare i risultati sperati deve essere usata nel modo giusto.

Certo una situazione del genere non può continuare all'infinito, perciò provi a chiedersi se non sarebbe il caso di cambiare sistema con Suo marito, cioè di cercare di fargli vedere la situazione sotto un'altra luce.

Anche i suoceri che impediscono a Suo marito di crescere sono un bell'impiccio, poiché Lei si ritrova a dover ragionare con tre persone anziché solo con una.

Lei ha già capito quali potranno essere le conseguenze di una situazione che dura da tanto tempo, e prima o poi dovrà prendere una decisione; in questo, farsi aiutare da uno/a psicologo/a è fondamentale.

Le faccio i miei migliori auguri.



#3
Utente 362XXX
Utente 362XXX

Salve, Dottore.
Grazie della risposta!
Si', continuare in questa situazione e' davvero complicato, oltre pesante... Tante volte mi domandavo il perche' di dire sempre "Non ce la faccio piu' " e continuo... Ma subito mi ricordavo che e' per via della durata, ossia, arriva ad un punto in cui da dopo tanto tempo se guasta ancora di piu' tutto e diventa piu' insopportabile vedendo che ogni tentativo di miglioramente e' stato inutile...
Ma, secondo Lei, come dovrei agire diversamente, ossia, Lei ha in mente qualcosa di diverso? Quale sistema dovrei usare con mio marito? Anch'io ho pensato cosi', anche perche' ho gia' letto dei libri di Comunicazione non Violenta, "Le Parole possono essere finestre (oppure muri)", di Tomas Gordon e altro simili di Marshell Rosenberb, che non mi ricordo ora il titolo, era la stessa linea, mi hanno aiutato a capire tante cose, ma purtoppo, non sono stata capace di mettere in pratica bene perche' dovrebbero essere letti piu' volte ma non erano miei ed anche li ho letti veloci... Sarebbe nella comunicazione dove sbaglio?
Comunque, La ringrazio ancora per gli spunti, anche per il fatto di che se io non ci credo quasi piu' che riuscirei a risolvere i problemi per la sfiducia accumulata in tutto questo tempo, mi ha fatto pensarci nel fatto del "pensamento positivo", nel direzionare le mie forze a realizzare e non ostaccolare i miei progetti con negativita'...
La ringrazio ancora e a rissentirci...

#4
Psicologo
Psicologo

Gentile Utente,

in genere la comunicazione via web non permette di avere tutti gli elementi per dare indicazioni precise, quindi Le consiglio di rivolgersi di persona a uno/a psicoterapeuta della Sua zona che si occupa di coppie.

Comunque, direi che non è corretto affermare che sia Lei, o soltanto Lei, a sbagliare qualcosa.

Dice che ha già provato a rivolgersi a Suo marito in altri modi, ma senza avere i risultati sperati.

Considerato che non è opportuno passare la vita intera in una simile situazione, se non dovesse riuscire a ottenere un miglioramento probabilmente Lei dovrà decidere qual è la cosa più importante in assoluto.

I miei più cordiali saluti



#5
Utente 362XXX
Utente 362XXX

Grazie ancora, Dottore, per la Sua disponibilita'.
Da ieri sera, mio marito e' alla "lotta" contro un eterno dilema: andare al lavoro in macchina o prendersi il treno?... Le cose potrebbero sembrare semplici, uno decide e fa', ma, come lui stesso ha detto ieri, "Ufi, perche' non riesco mai a decidere niente?", io ho solo risposto 'Non sara' perche' hai sempre vissuto chiedendo consiglio o dicendo tutto ai suoi, insomma, faccendo loro praticamente aiutare a decidere o decidere per te ed ora non riesci piu' a decidere da solo?...' Non so se e' cosi', anche perche' quando lui vuole fare una cosa piacevole solo a se' stesso, non ascolta nessuno...
Aggiungo che lui dice che le decisioni prese, sono state tutte sbagliate... "Ho sbagliato tutto in mia vita..."., lui fa' di tutto una tempesta, trasforma ogni situazione della piu' semplice in un problema quasi senza soluzione e ci coinvolge in un'angoscia infinita... E ci chiede cosa avremmo fatto al suo posto... Ma anche se ho gia' detto infinite volte che e' lui a dover capire cosa e' meglio per se', continua a dire che non lo aiuto a decidere... Dopo, se decidessi come ho detto io e non andasse bene, mi incolpa, se andasse bene, ha deciso lui... Insomma, piu' o meno cosi'...
E' sempre infelice, disperato in ogni decisione, aggressivo e cosi' via... Fa' per sino pena... Io veramente non so come comportarmi, anche perche', come ha detto Lei l'altra volta, devo avere a che fare con 3 persone invece di una, oltretutto, devo tuttelare mia figlia e la sua integrita' fisica e mentale finche' e' piccola...
Comunque, stamattina, mi ricordavo del libro "La Principessa che credeva nelle favore", come liberarsi del principe azzurro, qualcosa cosi', l'ho prestato ed ora non mi ricordo bene, in cui mi sono "vista" proprio nei panni della principessa, (non nel suo modo di fare con il suo "io", ossia, in qui parlava da sola ed aveva conflitti esterni con se' stessa, ma la dottoressa era molto in gamba a rappresentare delle situazioni ed era interessante anche questo modo) vista innamorata di un principe che era bello, gioioso, gentile... ma con il passare dei giorni, si presentava aggressivo, bruttale, crudele... Insomma, solo con lei, ma con gli altri era tutto gentile... Ero contenta leggendo questo libro perche', appunto, pensavo di riuscire a trovare una via di uscita, ma non era cosi', 'ognuno deve costruire la sua storia' e la psicologa o psicoanalista, non ricordo bene, ha proprio concluso il libro senza una fine, senza una conclusione precisa visto che ogni caso e' un caso... Sono rimasta triste, pensavo che almeno un esempio di come risolvere questi problemi lei avrebbe potuto dare, ma non era stato cosi', e' finito che la principessa ha capito che non e' vero che i problemi del suo marito erano stati scattenati dopo che lui ha conosciuto lei, che lei era colpevole dei suoi problemi come lui l'accusava -e naturalmente il mio marito. Questa principessa ha iniziato un lungo percorso di coscientizzazione di tutto che ha vissuto da piccola e le mancanze dei suoi, ma anche del suo marito da piccolo e cosi' via... Ha capito il perche' di tutto e doveva prendere una decisione... Ecco, io anche sono arrivata quasi a questo punto, sia per quanto riguardano i miei problemi personali quanto quelli di mio marito, ora cerco di mettere tutto insieme e vedere come agire...
Come ha detto" Lei, "(...) non e' opportuno passare la vita intera in una simile situazione...", il problema e' che mio marito non vuole "pagare" per fare una terapia sia di coppia, sia individuale perche' lui non accetta che ha problemi nonostante si lammenti di tutto, e' come se fosse normale, non so... Secondo lui, sono io a dover aiutarlo ad uscire della sua depressione e lui ad aiutarmi a vivere meglio, il problema e' che non succede niente di progressivo visto ne' io ne' lui avere la capacita', i mezzi per affrontare il problema. Anche il solo amore come tanti mi hanno detto non basta, peggio ancora in una situazione come la nostra, in cui i problemi sono causati in gran parte all'interno della famiglia e non esternamente per poter "combattere" insieme contro essi...
Insomma, chiedo scusa se io non fossi stata chiara, non so tanto l'italiano... Comunque, se Lei mi volesse capire ancora di piu', ho richiesto dei consulti nell'aria di Psicologia "Dubbi, paura, necessita', mezzi...", "Un po' di riflessione...", "Se qualcuno potesse farmi ancora qualche commento..." (piu' o meno cosi'), e l'ultimo, "Sofferenze e disagi in un matrimonio...", dove ho trovato tanti spunti interessanti... A momenti togliero' internet, ma sto cercando di abbilitarla nel mio cellulare, visto che nella mia offerta e' compreso e non l'ho mai usata... cosi' riusciro' ancora a leggerVi... Spero!
Cordiali Saluti e a prossimamente!