Il medesimo intervento

Nel marzo 2008 sono stato operato per l'asportazione di un Sinus pilonidalis. L'intervento si è svolto mediante l'inserimento, attraverso dei canali provocati dalla stessa fistole, (dai quali fuorisciva del siero)del BLU DI METILENE. E' stata poi eseguita l'asportazione di una sezione tessuto (LOSANGA) che ha richiesto l'applicazione di ben 13 punti e l'applicazione di un DRENAGGIO mantenuto per una settimana. Al momento della rimozione dei punti (seconda settimana dall'intervento) ci si è resi conto che uno dei 13 punti purtroppo non aveva assolto alla sua funzione lasciando aperto un tratto che si sarebbe dovuto cicatrizzare , seppur lentamente, da solo. Sino ad oggi, anzi ieri, nessun problema ma ora mi sono accorto che dalla zona non "rimarginata" dal punto di sutura vi è la fuoriscita di siero (anzi non sono sicuro se si tratti di PUS o SIERO). Aggiungo inoltre che dalla zona ove era applicato il "tubicino" del drenaggio vi è di tanto in tanto un fuoriuscita di sangue. Preciso inoltre che la zona interessata dall'intervento operatorio resta per me, ancora oggi, priva di "sensibilità ed intorpidita". A questo punto vi porgo le seguenti domande:

- E' possibile che con un così breve lasso di tempo (appena 6 mesi) ci sia già stata una recidiva?;

- E' possibile che sia già da rioperare, nonostante l'inserimento del BLU DI METILENE (che in teoria dovrebbe aiutare ad indentificare l'intera zona "attaccata" dal SINUS);

- La posizione seduta potrebbe aver facilitato questa eventuale recidiva?;

- Posso continuare a praticare sport (palestra) nonostante questa PSEUDO-RECIDIVA';

- Il chirurgo che ha effettuato il primo internvento (del quale mi fido ciecamente - TRATTASI di PRIMARIO di chirurgia) rivedendomi (purtroppo di corsisisma causa miei impegni di lavoro) mi ha detto di eseguire un TAMPONE con ANTIBIOGRAMMA. Potreste aiutarmi a capire di cosa si tratta e cosa si prefigge di evindenziare?

- in prvisione dell'esecuzione di questo tampone cosa mi suggerite di fare per mantenere pulita la zona della ferita dalla quale fuoriesce il "liquido (sino ad oggi ho usato betadine alla sera e connettivina al mattino);

- Nel caso si trattasse davvero di recidiva dovrò eseguire il medesimo intervento (anestesia epidurale, drennaggio, etc)oppure si opterà per la zaffatura (chiusura pe seconda intenzione) oppure esiste un metodo meno invasivo?

Grazie per la Vostra gentile attenzione e pazienza.
Giovanni
[#1]
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Si, in questa patologia la recidiva e' possibile, piuttosto frequente anche a relativamente breve distanza di tempo.
Il tampone serve a verificale l' eventuale presenza di batteri per una eventuale terapia antibiotica mirata e non richiede detersioni preliminari. Il tipo di intervento andra' valutato dal chirurgo. Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#2]
Dr. Boris Franzato Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 186 3
Perfettamente d'accordo col collega Favara, mi permetto solo di aggiungere che, in base a quanto lei descrive, non mi pare evidente una recidiva, quanto piuttosto un fatto che in questi casi succede piuttosto di frequente, cioè una non completa guarigione "per prima intenzione" della ferita (una guarigione cioè in 8 gioni, come avviene quando si mettono punti e la ferita guarisce normalmente). La fuoriuscita di siero e anche di un po' di sangue testimoniano semplicemente che la ferita deve in quel punto guarire da sola con l'aiuto di medicazioni. Trattandosi un una zona dove l'infezione della ferita è piuttosto frequente, la cosa non mi stupisce affatto.
Un accorgimento suggerito da molti, anche in letteratura, è quello di mantenere perfettamente depilata l'area attorno alla cicatrice almeno per 1 anno, per evitare possibili recidive.
Quanto al movimento (palestra) le suggerirei di attendere l'avvenuta guarigione completa della ferita.
Auguri

Boris Franzato
Chirurgia generale e Videochirurgia
Castelfranco Veneto -Treviso-