Interazione tra psicofarmaci e magnesio.
Vorrei chiedere, gentilmente quanto segue:
1) esiste una possibile interazione tra assunzione di lorazepam ed anafranil con magnesio integratore (mg. 375 al gg.)?
2) provando ad assumere il magnesio, con questo dosaggio, ho avuto un notevole aumento della sonnolenza. E' normale?
3) Il dosaggio giornaliero è corretto?
Sto facendo un tentativo, per cercare di ridurre la terapia con farmaci, introducendo progressivamente dei prodotti di erboristeria: partenio, magnesio e tisane sedative.
La strategia può essere corretta?
Grazie per le risposte. Cordiali saluti.
1) esiste una possibile interazione tra assunzione di lorazepam ed anafranil con magnesio integratore (mg. 375 al gg.)?
2) provando ad assumere il magnesio, con questo dosaggio, ho avuto un notevole aumento della sonnolenza. E' normale?
3) Il dosaggio giornaliero è corretto?
Sto facendo un tentativo, per cercare di ridurre la terapia con farmaci, introducendo progressivamente dei prodotti di erboristeria: partenio, magnesio e tisane sedative.
La strategia può essere corretta?
Grazie per le risposte. Cordiali saluti.
[#2]
Utente
Mi scuso con Lei dr. Vannucchi, non intendo certo interrompere la terapia, senza il supporto di un medico specialista; mi sono solo permesso di integrare la terapia in atto con prodotti di erboristeria: partenio, magnesio, tisane rilassanti.
attualmente sto prendendo il magnesio (dosaggio 1 capsula al giorno per mg. 375) e questo mi provoca un aumento notevole della sonnolenza.
ciò è dovuto all' interazione fra i vari farmaci, oppure il dosaggio del magnesio è troppo elevato?
Grazie per la gradita risposta e cordiali saluti.
attualmente sto prendendo il magnesio (dosaggio 1 capsula al giorno per mg. 375) e questo mi provoca un aumento notevole della sonnolenza.
ciò è dovuto all' interazione fra i vari farmaci, oppure il dosaggio del magnesio è troppo elevato?
Grazie per la gradita risposta e cordiali saluti.
[#4]
Utente
Dr. Vannucchi, mi permetta il seguente quesito:
E' vero che per una persona che assume psicofarmaci (ansiolitici e antidepressivi) da oltre 15 anni la eventuale strategia per la dismissione risulta essere non la lenta riduzione dell' ansiolitico, e successivamente dell' antidepressivo, bensì l' introduzione di farmaci specifici che facilitano lo svezzamento?
Quali sarebbero questi farmaci specifici?
Grazie infinite per la gradita risposta.
E' vero che per una persona che assume psicofarmaci (ansiolitici e antidepressivi) da oltre 15 anni la eventuale strategia per la dismissione risulta essere non la lenta riduzione dell' ansiolitico, e successivamente dell' antidepressivo, bensì l' introduzione di farmaci specifici che facilitano lo svezzamento?
Quali sarebbero questi farmaci specifici?
Grazie infinite per la gradita risposta.
[#5]
Gentile utente
la strategia di interruzione che prevede la diminuizione graduale dei farmaci rimane la metodica standard ; i farmaci che lei citava credo che si riferissero a vari composti non benzodiazepinici utilizzati come antiansia e stabilizzanti dell'umore ma su questo al momento non è niente di codificato
la strategia di interruzione che prevede la diminuizione graduale dei farmaci rimane la metodica standard ; i farmaci che lei citava credo che si riferissero a vari composti non benzodiazepinici utilizzati come antiansia e stabilizzanti dell'umore ma su questo al momento non è niente di codificato
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Utente
Mi scusi, se le chiedo una precisazione:
è vero, che esiste un farmaco, il FLUMAZENIL, che permette la
disintossicazione da BDZ; ma forse è per dosaggi assai superiori.
In alternativa ho sentito parlare di ricoveri con disintossicazione
con flebi di farmaci (cortisone, neuromodulatori, ecc.), che aiutano
a cominciare ad uscire dalla dipendenza, attuando poi delle strategie
con stile di vita adeguato e terapie ambulatoriali specifiche.
Grazie per la sua consulenza e cordiali saluti.
è vero, che esiste un farmaco, il FLUMAZENIL, che permette la
disintossicazione da BDZ; ma forse è per dosaggi assai superiori.
In alternativa ho sentito parlare di ricoveri con disintossicazione
con flebi di farmaci (cortisone, neuromodulatori, ecc.), che aiutano
a cominciare ad uscire dalla dipendenza, attuando poi delle strategie
con stile di vita adeguato e terapie ambulatoriali specifiche.
Grazie per la sua consulenza e cordiali saluti.
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Utente
Scusi se insisto Dr. Vannucchi,
ma mi può dire, sinteticamente quali sono "i protocolli" più usati ed efficaci per ottenere la disintossicazione da benzodiazepine.
E soprattutto Le chiedo, secondo la Sua esperienza, per i soggetti che assumono da decenni questi psicofarmaci, ormai cronicamente assuefatti, è possibile realmente riuscire a smettere o per lo meno a ridurre la terapia?
La saluto cordialmente.
ma mi può dire, sinteticamente quali sono "i protocolli" più usati ed efficaci per ottenere la disintossicazione da benzodiazepine.
E soprattutto Le chiedo, secondo la Sua esperienza, per i soggetti che assumono da decenni questi psicofarmaci, ormai cronicamente assuefatti, è possibile realmente riuscire a smettere o per lo meno a ridurre la terapia?
La saluto cordialmente.
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oltre al protocollo di smith wesson che prevede la disintossicazione mediante fenobarbital uno dei protocolli utilizzati è convertire la dose di bdz utilizzata in una equivalente con una bdz a lunga emivita è ridurla del 25% ogni settimana
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 49k visite dal 23/09/2011.
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