Metadone e altre problematiche parallele.

Salve,
Sono la compagna di un ragazzo di 34 anni in terapia con metadone da circa 10anni.
Dopo il primo tentativo fallito di scalaggio "completo" e successiva ricaduta nell'eroina, il trattamento e ricominciato tramite somministrazioni molto elevate (130mg), ma con discese e risalite, in termini di mg, altalenanti.
(Non escludo l'uso sporadico di sostanze durante il trattamento, essendo un soggetto facilmente influenzabile)
L'estate scorsa eravamo in procinto di chiudere definitivamente il capitolo metadone (25mg) quando una ricaduta ha fatto si che salisse , di nuovo, a 90mg.
Ovviamente tutto ciò prescritto dal dottore del sert.
Il problema è che sono passati circa 8 mesi e attualmente lo scalaggio è passato da 90 a soli 87mg giornalieri.
Oltre a questo problema il mio compagno è affetto da ipertiroidismo, in cura con eutirox e da epatite c fortunatamente con bassi livelli di carica virale.
In corrispondenza di ciò appena detto ora le chiedo cortesemente:
È possibile eseguire sotto lo stretto controllo di uno specialista, visto la totale e incompleta incapacità del mio compagno, un trattamento a scalare e anche eventualmente una terapia farmacologica che aiuti a teminare il percorso in modo da poter iniziare la cura per l epatite?
Dopo così tanti anni non vedo via d'uscita se non questa.
È possibile che l'incapacità di scalare il metadone possa essere dovuta anche ai problemi alla tiroide o soltanto alla tossicodipendenza?
In questi casi lei cosa consiglia?
Secondo lei una buona terapia psicologica insieme a un buon piano terapeutico ,da parte di uno specialista, può far si che lo scalaggio abbia un inizio e anche una fine?
Scusi il mio pessimismo ma ormai i consigli del personale del sert li vedo come l'ultima ruota del carro visti i precedenti.
Dopo tanti anni è possibile trovare una soluzione al problema essendo ormai il metadone quasi una routine quotidiana?
Aspetto sue risposte.
Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Le ho già risposto in privato ma rispondo anche qui perché sono questioni utili a vari utenti.

L'epatite C quando è in fase attiva determina un aumento del 30% del metabolismo del metadone, per cui le dosi sono mediamente del 30% superiori.
La terapia metadonica durata anni è l'unica forma corretta di terapia metadonica per la tossicodipendenza. Non vi è urgenza né ragione specifica per toglierla, e comunque se togliendola le condizioni peggiorano o si ha una ricaduta, questo è segno che la malattia è ancora attiva.
La riduzione della dose si opera non in una fase specifica, ma gradualmente, al fine di verificare se è sufficiente una dose minore, non perché a un certo punto è venuta ora di togliere la terapia.

Il destino di molti tossicodipendenti curati con successo è quello di ricadere e perdere tutti i vantaggi conquistati solo per l'idea di dover togliersi la cura. Alcune ricadute, anziché sull'eroina, vanno sull'alcol, e la sindrome è ugualmente grave, perché è una dipendenza peraltro meno curabile.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini