Una nevralgia del trigemino
Gent.mi Professori, mia madre da ottobre del 2003 soffre di una nevralgia del trigemino. I primi sintomi si sono manifestati dopo l'applicazione di una protesi dentaria: ha iniziato a sentire le prime fitte ( che lei definisce scariche elettriche) proprio in corrispondenza del dente a cui era agganciata la protesi. Purtroppo la nevralgia non le è stata diagnosticata subito perché secondo il nostro dentista si trattava di un problema odontoiatrico: il dente da cui partivano le fitte è stato devitalizzato e poi asportato con somministrazione di alcuni cicli di antinfiammatori e antibiotici. Le fitte sono scomparse e si sono ripresentate dopo circa un mese più frequenti e più intense; solo a gennaio del 2004 uno stomatologo le ha diagnosticato la nevralgia al trigemino e le ha prescritto il Tegretol prima in 100 mg al giorno e poi 200 mg. giornalieri. La dose è stata confermata anche dopo la visita neurologica.
Il farmaco inizialmente ha attenuato i sintomi che, comunque, non sono del tutto scomparsi; abbiamo notato una cadenza ciclica nella loro manifestazione: le fitte si presentavano circa una volta al mese, duravano per una settimana ed erano, soprattutto durante i mesi estivi, di debole intensità. A partire da gennaio del 2005 la cadenza ciclica dei sintomi si è persa e si sono verificate crisi molto acute con numerosissime fitte, molto intense come dolore. Il neurologo ha aumentato la dose di Tegretol a 300 mg al giorno, i sintomi sono scomparsi per 20 gg. e poi si sono ripresentati, in maniera identica, senza più scomparire fino a oggi.
Mia madre non vorrebbe aumentare ulteriormente la dose di Tegretol perché ha problemi di ipertensione, è stata operata alla tiroide con asportazione totale, porta avanti una cura per la bronchite e teme i vari effetti collaterali del Tegretol; sta pensando di ricorrere all'intervento chirurgico. Ci è stato detto che sono possibili per lo meno due tipi di intervento: la microcompressione del ganglio di Gasser e la decompressione vascolare.
Vorrei sapere se da quanto avete letto, e considerata l'età di mia madre (68 anni), è il caso, secondo voi, di ricorrere alla chirurgia o se invece riuscirebbe a risolvere il problema solo con la terapia farmacologica e quale intervento, eventualmente, ritenete sia il più adatto.
Grazie per l'attenzione, attendo con fiducia una vostra risposta.
Il farmaco inizialmente ha attenuato i sintomi che, comunque, non sono del tutto scomparsi; abbiamo notato una cadenza ciclica nella loro manifestazione: le fitte si presentavano circa una volta al mese, duravano per una settimana ed erano, soprattutto durante i mesi estivi, di debole intensità. A partire da gennaio del 2005 la cadenza ciclica dei sintomi si è persa e si sono verificate crisi molto acute con numerosissime fitte, molto intense come dolore. Il neurologo ha aumentato la dose di Tegretol a 300 mg al giorno, i sintomi sono scomparsi per 20 gg. e poi si sono ripresentati, in maniera identica, senza più scomparire fino a oggi.
Mia madre non vorrebbe aumentare ulteriormente la dose di Tegretol perché ha problemi di ipertensione, è stata operata alla tiroide con asportazione totale, porta avanti una cura per la bronchite e teme i vari effetti collaterali del Tegretol; sta pensando di ricorrere all'intervento chirurgico. Ci è stato detto che sono possibili per lo meno due tipi di intervento: la microcompressione del ganglio di Gasser e la decompressione vascolare.
Vorrei sapere se da quanto avete letto, e considerata l'età di mia madre (68 anni), è il caso, secondo voi, di ricorrere alla chirurgia o se invece riuscirebbe a risolvere il problema solo con la terapia farmacologica e quale intervento, eventualmente, ritenete sia il più adatto.
Grazie per l'attenzione, attendo con fiducia una vostra risposta.
[#1]
Gentile Signore,
è abbastanza tipico per la nevralgia del trigemino manifestarsi sotto le mentite spoglie di un dolore dentale. E' ugualmente tipica l'iniziale risposta alla terapia medica, anche la più blanda, mentre col tempo l'effetto dei farmaci si attenua. Nel caso di sua madre potrebbe perciò essere indicato un intervento percutaneo (rizolisi) che io eseguo anche in persone novantenni. Per i dettagli può consultare il sito: www.neurochirurghi.com
Cordili saluti,
Dr. Franco Caputi
è abbastanza tipico per la nevralgia del trigemino manifestarsi sotto le mentite spoglie di un dolore dentale. E' ugualmente tipica l'iniziale risposta alla terapia medica, anche la più blanda, mentre col tempo l'effetto dei farmaci si attenua. Nel caso di sua madre potrebbe perciò essere indicato un intervento percutaneo (rizolisi) che io eseguo anche in persone novantenni. Per i dettagli può consultare il sito: www.neurochirurghi.com
Cordili saluti,
Dr. Franco Caputi
Dr. Franco Caputi
www.neurochirurghi.com
Roma
[#2]
Gentile signore,
soltanto quando nella nevralgia dl trigemino fallisce la terapia medica, si passa all'approccio chirurgico. Nel caso di sua madre, bisogna capire qual'è il più indicato, ad esempio la decopressione vascolare (JANNETTA) si effettua nei conflitti neuro-vascolari documentati. Quindi le consiglio un migliore approfomdimento diagnostico prima di prendere in considerazione qualsiasi tipo di intervento chirurgico.
Spero di esserLe stato di aiuto e può contattarmi per ogni ulteriore informazione.
Distinti saluti
Dott. Antonio Colamaria
Neurochirurgo
Ospedale Consorziale Policlinico
Piazza Giulio Cesare, 11
70124 - BARI
Tel. 080/5592334 - 374
Fax. 080/5592001
soltanto quando nella nevralgia dl trigemino fallisce la terapia medica, si passa all'approccio chirurgico. Nel caso di sua madre, bisogna capire qual'è il più indicato, ad esempio la decopressione vascolare (JANNETTA) si effettua nei conflitti neuro-vascolari documentati. Quindi le consiglio un migliore approfomdimento diagnostico prima di prendere in considerazione qualsiasi tipo di intervento chirurgico.
Spero di esserLe stato di aiuto e può contattarmi per ogni ulteriore informazione.
Distinti saluti
Dott. Antonio Colamaria
Neurochirurgo
Ospedale Consorziale Policlinico
Piazza Giulio Cesare, 11
70124 - BARI
Tel. 080/5592334 - 374
Fax. 080/5592001
Antonio Colamaria - Specialista in Neurochirurgia
[#3]
Gentile signore,
prima di tutto ritengo che sua madre deve tentare altre terapie quali in gabapentin e/o altri farmaci che i neurologi e/o i centri di terapia del dolore conoscono bene e usano di routine. Qualora la nevralgia essenziale del trigemino viene definita anche resistente ai farmaci il passo successivo (sempre che non sia già stato fatto) è di effettuare una RM cerbrale per stabilire la presenza o no di un conflitto neurovascolare a livello della "entry-zone" del nervo trigemino. Se questo conflitto viene evidenziato il trattamento migliore è la microdecompressione vascolare che ormai in mani esperte (presso la nostra NCH ne eseguiamo in media 2 a settimana) è un intervento di difficoltà medio-bassa con ottimi risultati e sopsensione totale dei farmaci nell'80% dei casi circa, in un 20% si ha una attenuazione dei sintomi e/o nessuna risposta. Il successo è comunque sempre più alto quanti meno sono i tenatvi di lesione (con vari metodi) del ganglio di gasser che comunque è una procedura con la quale i pazienti devono pagare un prezzo alto con insensibilità dell'emivolto parte della lingua ecc. Nel caso in cui non si evidenzia un conflitto neurovascolare altra possibilità è la microdecompressione espolrativa perchè spesso il conflitto viene evidenziato all'intervento e se questo non si trova si può eventualmente praticare la rizitomia che consiste nel sezionare il nervo fino ad un massimo di 1/3 con risultati ottimi che sono comunque migliori della lesione del ganglio con soltanto lievi e limitati deficit di sensibilità a una regione ristretta dell'emivolto. Le complicanze chirurgiche sono 1% di morbilità/mortalità che poi sono i rischi legati in genere a ogni tipo di craniotomia. L'età adulta-anziana rende la chirurgia più facile per fenomeni di atrofia cerebrale che fornisce maggiore spazio in un approccio microchirurgico. Nella nostra struttura i pazienti si ricoverano il giorno stesso della chirurgia e generalmnete vanno a casa dopo 2, 3 giorni. Personalmente nei casi di nevralgia farmaco-resistente la chirurgia (microdecompressione vascolare e/ rizotomia) è altamente consigliata e mi sento di raccomandarla. Spesso i pazienti soffrono per tanti anni e assumono tonnellate di farmaci a volte anche con effetti indesiserati di rilievo e dopo si rendono conto che con 1 intervento abbastanza semplice sono in grado di risolvere un problema che li affligge e incide sensibilmente sulla loro vita.
A disposizone per ulteriori chiarimenti e/o informazioni.
Cordialmente.
Salvatore Chibbaro
Neurochirurgia Ospedali Riuniti Trieste
Email: schibbaro@hotmail.com
prima di tutto ritengo che sua madre deve tentare altre terapie quali in gabapentin e/o altri farmaci che i neurologi e/o i centri di terapia del dolore conoscono bene e usano di routine. Qualora la nevralgia essenziale del trigemino viene definita anche resistente ai farmaci il passo successivo (sempre che non sia già stato fatto) è di effettuare una RM cerbrale per stabilire la presenza o no di un conflitto neurovascolare a livello della "entry-zone" del nervo trigemino. Se questo conflitto viene evidenziato il trattamento migliore è la microdecompressione vascolare che ormai in mani esperte (presso la nostra NCH ne eseguiamo in media 2 a settimana) è un intervento di difficoltà medio-bassa con ottimi risultati e sopsensione totale dei farmaci nell'80% dei casi circa, in un 20% si ha una attenuazione dei sintomi e/o nessuna risposta. Il successo è comunque sempre più alto quanti meno sono i tenatvi di lesione (con vari metodi) del ganglio di gasser che comunque è una procedura con la quale i pazienti devono pagare un prezzo alto con insensibilità dell'emivolto parte della lingua ecc. Nel caso in cui non si evidenzia un conflitto neurovascolare altra possibilità è la microdecompressione espolrativa perchè spesso il conflitto viene evidenziato all'intervento e se questo non si trova si può eventualmente praticare la rizitomia che consiste nel sezionare il nervo fino ad un massimo di 1/3 con risultati ottimi che sono comunque migliori della lesione del ganglio con soltanto lievi e limitati deficit di sensibilità a una regione ristretta dell'emivolto. Le complicanze chirurgiche sono 1% di morbilità/mortalità che poi sono i rischi legati in genere a ogni tipo di craniotomia. L'età adulta-anziana rende la chirurgia più facile per fenomeni di atrofia cerebrale che fornisce maggiore spazio in un approccio microchirurgico. Nella nostra struttura i pazienti si ricoverano il giorno stesso della chirurgia e generalmnete vanno a casa dopo 2, 3 giorni. Personalmente nei casi di nevralgia farmaco-resistente la chirurgia (microdecompressione vascolare e/ rizotomia) è altamente consigliata e mi sento di raccomandarla. Spesso i pazienti soffrono per tanti anni e assumono tonnellate di farmaci a volte anche con effetti indesiserati di rilievo e dopo si rendono conto che con 1 intervento abbastanza semplice sono in grado di risolvere un problema che li affligge e incide sensibilmente sulla loro vita.
A disposizone per ulteriori chiarimenti e/o informazioni.
Cordialmente.
Salvatore Chibbaro
Neurochirurgia Ospedali Riuniti Trieste
Email: schibbaro@hotmail.com
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