Referto rm lombo-sacrale
Salve, ho 59 anni fa.
Una settimana circa fa sono rimasta bloccata a letto al risveglio al mattino senza sintomi apparenti.
Dolore molto acuto quasi insopportabile a livello lombare che si protrae alla gamba sinistra e insensibilità della stessa gamba fino al ginocchio sinistro con fatica a deambulare.
L'ortopedico del pronto soccorso sospettava microfrattura al femore sx smentita poi dall'rx che non rileva anomalie se non artrosi.
L'esito della RM invece è questo:
Non si osservano crolli somatici o disallineamenti vertebrali.
Non vi sono lesioni focali ossee di carattere sostitutivo.
Artrosi interapofisarie del tratto L3-S1.
Osteocondrosi lieve delle limitanti somatiche contrapposte di L4 ed L5.
I dischi intersomatici sono disidratati con marcato assottigliamento degenerativo di L4-L5.
Minime protrusioni ad ampio raggio dei dischi al tratto L1-L3.
Disco L3-L4 protruso in sede intraforaminale sinistra ove lambisce la radice di L3 ivi decorrente.
Protrusioni ad ampio raggio dei dischi al tratto L4-S1 senza conflitti disco-radicolari.
Il cono midollare e le radici nervoso sono esenti da lesioni.
Canale vertebrale e forami di coniugazione con ampiezza regolare e liberi da espansi.
Sono già stata operata circa 10 anni fa per ernia del disco con sintomi simili a quelli odierni.
Volevo sapere se il dolore e i sintomi che ho derivano da quello che ho nel referto di questa risonanza e nel caso se potrebbero essere operabili.
Grazie del consulto
Stefania
Una settimana circa fa sono rimasta bloccata a letto al risveglio al mattino senza sintomi apparenti.
Dolore molto acuto quasi insopportabile a livello lombare che si protrae alla gamba sinistra e insensibilità della stessa gamba fino al ginocchio sinistro con fatica a deambulare.
L'ortopedico del pronto soccorso sospettava microfrattura al femore sx smentita poi dall'rx che non rileva anomalie se non artrosi.
L'esito della RM invece è questo:
Non si osservano crolli somatici o disallineamenti vertebrali.
Non vi sono lesioni focali ossee di carattere sostitutivo.
Artrosi interapofisarie del tratto L3-S1.
Osteocondrosi lieve delle limitanti somatiche contrapposte di L4 ed L5.
I dischi intersomatici sono disidratati con marcato assottigliamento degenerativo di L4-L5.
Minime protrusioni ad ampio raggio dei dischi al tratto L1-L3.
Disco L3-L4 protruso in sede intraforaminale sinistra ove lambisce la radice di L3 ivi decorrente.
Protrusioni ad ampio raggio dei dischi al tratto L4-S1 senza conflitti disco-radicolari.
Il cono midollare e le radici nervoso sono esenti da lesioni.
Canale vertebrale e forami di coniugazione con ampiezza regolare e liberi da espansi.
Sono già stata operata circa 10 anni fa per ernia del disco con sintomi simili a quelli odierni.
Volevo sapere se il dolore e i sintomi che ho derivano da quello che ho nel referto di questa risonanza e nel caso se potrebbero essere operabili.
Grazie del consulto
Stefania
[#1]
Presumo che Lei, anni fa, siastata operata a L3-L4 a sin.
A tale livello, potrebbe esserci un "ritorno" erniario od un esito di fibrosi aderenziale.
Se il disturbo è di un certo rilievo, Le consiglio di farsi vedere in ambito neurochirurgico sia per verificare la corrispondenza di disturbo clinico ed immagine rmn, sia per decidere, in ambito della stessa visita neurochirurgica, l'effettuazione di un'infiltrazione a scopo diagnostico/risolutivo. E' facile che, se i disturbi soggettivi dovuti all'infiammazione avranno a regredire, immaginare o la risoluzione del problema dopo un ciclo di infiltrazioni (3-4) o l'opportunità di prepapararsi per un secondo intervento in mininvasiva, soprattutto se consideriamo che il medesimo campo operatorio è stato già "percorso" negli ultimi dieci anni e, quindi, è più che possibile che si trovino delle aderenze cosolidate.
Se ha piacere, legga gli articoli che ho pubblicato sull'argomento nella mia pagina personale di questo stesso sito.
Cordialmente.
A tale livello, potrebbe esserci un "ritorno" erniario od un esito di fibrosi aderenziale.
Se il disturbo è di un certo rilievo, Le consiglio di farsi vedere in ambito neurochirurgico sia per verificare la corrispondenza di disturbo clinico ed immagine rmn, sia per decidere, in ambito della stessa visita neurochirurgica, l'effettuazione di un'infiltrazione a scopo diagnostico/risolutivo. E' facile che, se i disturbi soggettivi dovuti all'infiammazione avranno a regredire, immaginare o la risoluzione del problema dopo un ciclo di infiltrazioni (3-4) o l'opportunità di prepapararsi per un secondo intervento in mininvasiva, soprattutto se consideriamo che il medesimo campo operatorio è stato già "percorso" negli ultimi dieci anni e, quindi, è più che possibile che si trovino delle aderenze cosolidate.
Se ha piacere, legga gli articoli che ho pubblicato sull'argomento nella mia pagina personale di questo stesso sito.
Cordialmente.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 638 visite dal 23/06/2020.
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