Neoplasia al pancreas con metastasi a fegato e milza

A mia suocera, di 55 anni, è stato diagnosticato tramite tac un tumore al pancreas di circa 4 cm, con metastasi al fegato e alla milza. Non ha avvertito alcun disturbo, a parte un periodo di inappetenza e senso di gonfiore all'addome, in un periodo di forte stress dovuto alla lunga degenza e poi alla morte di suo padre. Si pensava che l'inappetenza fosse dovuta allo stress, ma da un esame ematologico i valori relativi al fegato erano talmente elevati da indurre il medico curante a prescriverle un'ecografia e successivamente una tac urgente. L'oncologo che l'ha visitata ritiene che la situazione sia molto seria, il tumore non è operabile e ha prescritto una biopsia che sarà effettuata la prossima settimana. Non ci è stato detto nient'altro. In che modo un'eventuale terapia potrebbe esserle utile?
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
Gentile utente, se la situazione è quella che descrive, la terapia, comunque utilissima, che le proporrà l'oncologo sarà sostanzialmente palliativa, quindi rivolta soprattutto ad attenuare gli eventuali sintomi dovuti all'aggravarsi della patologia, già ad uno stato avanzato.
Cordiali saluti.

Dr. Sergio Sforza
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Utente
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Dr. Sforza,
la ringrazio moltissimo per la celere risposta.
Mi permetto di aggiungere il referto della TAC, in modo che possa valutare la situazione su dati più oggettivi e competenti
TC Torace ( senza e con contrasto: ispessimento delle settature interlobulari e presenza di addensamenti fibrodisventilatori epicali bilateriali.
TC addome ( senza e con contrasto): tumefazione e disomogeneità dopo contrasto del corpo-coda del pancreas cono rotondeggiante, calcificazioni nel constesto che, soprattutto nell'estremo distale, presenta margini molto irregolari non ben clivabili dalla porzione ilare splenica attigua. L'arteria lienale appare pervia anche se a tratti filiforme, mentre si documenta trombosi verosimilmente neoplastica della vena splenica estesa sino alla 1°porzione della vena porta. A carico del polo superiore della milza si documenta ampia area rotondeggiante (41mm) disomogenea dopo contrasto, compatibile in prima ipotesi con secondarismo. Altra area (18mm) con le medesime caratteristiche TDM si apprezza all'ilo splenico.Il fegato si presenta di dimensioni marcatamente aumentate di volume con struttura parenchimale del lobo destro sovvertita e interamente occupata dalla presenza di ampie aree parenchimali disomogenee, con colliquazione centrale, caratterizzate da intensa impregnazione postcontrastografica arteriosa e scarsa dismissione del MDS nelle seguenti fasi dell'esame.Tali aree, compatibili in 1°ipotesi con secondarismi, causano rigonfiamento dei margini dell'organo e compressione sulla porzione cefalica del pancreas e sulla venacava inferiore.

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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
Gentile utente, il referto che lei riporta è in linea con quello che ha rappresentato, per cui si affidi all'oncologo per aiutare sua suocera nel migliore dei modi.
Saluti.
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Gent.mo Dr. Sforza,
l'oncologo ha prescritto a mia suocera la biopsia che le verrà eseguita il 30 gennaio e della quale avremo il referto non prima di 10 giorni. Considerando che la malattia è, purtroppo, in uno stadio già abbastanza avanzato ritiene che sia necessario intervenire in qualche modo il più presto possibile? Il referto della tac si è avuto il 9 gennaio, è già passato quasi un mese senza che si sia intervenuto in alcun modo. Secondo lei, si sta perdendo troppo tempo?
Inoltre avrei anche un altro quesito da porle: mia suocera non ha avvertito alcun sintomo, alcun fastidio, a parte una leggera inappetenza e un modesto calo di peso i primi di gennaio, adesso ha ripreso a mangiare regolarmente: potrebbe essersi trattato di un falso allarme? Il mio cruccio è come sia possibile che un paziente con un tumore al IV stadio ( almeno così è stato stimato) non avverta alcun sintomo?
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
Gentile utente, per tentare un trattamento oncologico è necessario l'esame istologico, quindi solleciti la risposta eventualmente una volta eseguita la biopsia. Riguardo al fatto che non ci siano stati sintomi eclatanti prima, la cosa non meraviglia, perchè nelle patologie oncologiche, ciò può avvenire.
Cordiali saluti.
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Utente
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Gentile dr. Sforza,
il referto dell'esame istologico non è ancora pervenuto, tuttavia ci è stato detto che si tratta di un tumore neuroendocrino del pancreas, con metastasi a fegato e milza. I tumori neuroendocrini dovrebbero, in genere, dare delle aspettative di vita più lunghe, anche se so che dipende anche dalla velocità con cui le cellule tumorale si sviluppano ( indice KI67). Trattandosi di un tumore neuroendocrino possiamo sperare che le aspettative di vita di mia suocera siano ancora lunghe oppure, essendo la malattia in uno stadio già avanzato, è possibile pensare che il decorso della malattia prosegue rapidamente? ( Fino a 6 mesi fa nelle analisi del sangue non c'era alcun valore alterato, adesso invece è stato l'elevato valore gamma gt ad allarmare il medico curante che ha richiesto l'ecografia addominale e subito dopo la tac urgente)
Grazie
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
Gentile utente, il tumore neuroendocrino del pancreas in termini prognostici è meno aggressivo del carcinoma pancreatico classico, ma comunque la neoplasia è ad uno stadio avanzato e bisognerà vedere che risposta avrà al trattamento proposto.
Saluti.
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Gentile Dr. Sforza,
l'esito dell'esame istologico riporta: EPATOCARCINOMA.
L'oncologo stava per prenotare il primo ciclo di chemioterapia per mia suocera, sostenendo che non si tratta di un tumore al pancreas, come si sospettava, ma di un tumore primario al fegato.
Successivamente, ho riferito all'oncologo di aver avuto un consulto da un altro medico il quale sospettava fortemente che si potesse trattare di un neuroendocrino pancreatico... a quel punto, l'oncologo si è dichiarato concorde nel supporre un tumore neuroendocrino e ha richiesto il riesame dei vetrini... cosa ne pensa?
Potrebbe esserci un errore di valutazione nell'esame istologico? A me non sembra normale che vi sia una notevole discordanza tra il referto della tac e quello della biopsia.
Un cordiale saluto e grazie
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
Se esistono dubbi sull'istologico ed anche l'oncologo ha le stesse perplessità chieda di far leggere i vetrini ad un altro servizio di anatomia patologica più autorevole.
Saluti.
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Dopo aver ripetuto la lettura dei vetrini la diagnosi è ormai certa: carcinoma neuroendocrino del pancreas moderatamente differenziato G3X , non resecabile ( IV stadio), KI 67 = 30%.
A questo punto, secondo Lei quale potrebbe essere la migliore strategia da seguire?
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
La migliore soluzione è sempre quella determinata dal buon senso, quindi si affidi serenamente ad un oncologo, per tutto ciò che è possibile e segua se non vi è più margine chemioterapico una efficace terapia palliativa che migliori i sintomi.
Saluti.
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Utente
Utente
E' proprio quello che stiamo facendo, cercando di stare vicino alla paziente e di non perdere mai la speranza...
Alla luce di quanto detto, quali potrebbero essere le aspettative di vita?
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
Gentile utente, ricordi sempre che ciò che conta è la qualità della vita e non la quantità, la quantità solitamente importa solo a chi sta intorno. Tutto quello che state facendo renderà la qualità della vita di sua suocerà migliore e più dignitosa, cercate di rasserenarvi e trasmettete la stessa serenità anche alla signora, confinando i vostri momenti di sconforto lontano da lei.
Saluti.
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Utente
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Gentile dr. Sforza, stiamo cercando di trasmettere alla paziente la massima serenità possibile, tuttavia in casi come questo, in cui la paziente è giovane e ben informata, non è facile...
Trattandosi di una neoplasia neuroendocrina, la paziente è adesso seguita da un'equipe composta da diversi specialisti che stanno completando l'iter diagnostico. Questo il referto della biopsia e delle due PET eseguite alcuni giorni fa.

Biopsia: carcinoma neuroendocrino con atipie citologiche di grado moderato, KI67=30%, G3

Referto di due PET:
PET globale + TC Gallio 68
PET globale + TC FDG
indagine compatibile con eteroplasia del pancreas (multifocale), localizzazioni epatiche diffuse, localizzazione splenica e linfonodale all'ilo splenico, tutti reperti ad elevate attività metabolica ed espressione recettoriale.

Dovremmo procedere con una terapia radiorecettoriale, secondo lei, quali potrebbero essere le probabilità di successo in termini di riduzione del tumore?

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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 300 2
Gentile utente deve seguire i consigli dell'oncologo che l'ha in cura, ogni variante sulle possibilità terapeutiche deve essere avallata dallo specialista. Se non è convinto sull'iter intrapreso, allora si rivolga ad un Centro Tumori più autorevole, ma sempre facendo esprimere lo specialista su ciò che è più opportuno fare e non proponendo possibili trattamenti consigliati da altri o consultati su siti informatici, senza avere nelle proprie mani la paziente.
Saluti.