Studiare disturbo dell'attenzione disagio depressione

Salve,Sono una ragazzo di 28 anni che non riesce a trovare concentrazione nello studio. So che per tutti è difficile, so che lo studio è fatica e sacrificio mista a passione,ma io non sto bene da diversi anni (3 anni,circa). Mi mancano 2 esami più la tesi per laurearmi in filosofia (disciplina che io stesso ho scelto).Non riesco a concentrarmi, leggo e rileggo quello che è oggetto del mio studio senza avere nulla in testa.La mattina mi sento sempre stanco sonnolento e nervoso, e se il cielo è grigio mi deprimo ancora di più e mi faccio mille domande su di me. Spesso mi rifugio nel passato e nelle fotografie e nelle mie vecchie pagine di diario perchè è solo là che riesco a trovare un pò di quiete.I miei genitori credono che che sia un pigro, e ogni volta che accenno i miei problemi (ormai stufi di sentirli) dicono che dovrei uscire di meno (faccio tardi solo il sabato per svagarmi). Credono che siano dei capricci. Sono fuori corso da diversi anni e spesso ho avuto paura che per un cavillo burocratico la mia laurea fosse impossibile da conseguire. Non sono un brutto ragazzo, sono consapevole della mia sensibilità e anche delle mie capacità, ma soprattutto quest'ultima ora è sempre più in discussione. Non riesco a concentrarmi, la laurea mi sembra lontana. Ogni volta che rimando l'esame, mio padre, invece di sedersi e dirmi: "c'è qualcosa che non va?", mi dice che se non ho voglia di studiare devo cercarmi un lavoro, che devo abbandonare gli studi con serenità cosciente del fatto che lo studio non fa per me. Come faccio ad abbandonare lo studio a 2 esami dalla tesi?Io amo e desidero vedermi laureato in filosofia. Mi sento di averli delusi, mi sento in colpa anche di fronte ai miei amici che mi chiedono dell'università.Il mio mancato conseguimento ha fatto affiorare una miriade di insicurezze che nella mia vita non ho MAI avuto. Questa situazione ha attirato molta negatività nella mia vita. Non riesco più come una volta a farmi rispettare nel gruppo dei miei amici e molti di loro se ne sono accorti. Sento di aver perso molto tempo e molte occasioni della mia vita a causa de questo mio ritardo nei confronti della laurea.La mia vita è piatta, la vedo senza svolte e senza prospettive,avverto un cupo(e nefasto)destino che non vuole abbandonare la mia esistenza. Ho deciso che dopo la laurea triennale smetteròdi studiare per sempre, non voglio più avere a che fare con un libro da studiare. Vedo la mia laurea lontana, ma ho deciso che come terminerò mi allontanerò da casa mia (vivo con i miei,sono figlio unico e a casa non mi trovo più bene, mi sento di peso, mi sento di averli delusi, in casa sto malissimo e non riesco nemmeno a piangere).Se tento di ripetere quel poco che ho appreso, mi viene da balbettare, basta una minima inmprecisione di qualsiasi tipo per irritarmi e lasciare tutto. Se dovessi abbandonare gli studi non me lo perdonerei mai, vivrei con un fantasma x tutta la mia vita. SOno consapevole delle mie capacità,ma sento che tutto è annegato
[#1]
Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11 2
Gentile utente,
il conseguimento della laurea è un traguardo molto importante, che riveste un significato simbolico profondo al di là del fatto di aver terminato un'altra tranche di studi. Per questo a molti ragazzi succede di "impantanarsi" proprio a un pelo dalla fine.

Laurearsi significa poter veramente entrare nel mondo "dei grandi", abbandonare la vita da studente per andare incontro a innumerevoli soddisfazioni, ma anche responsabilità, che finchè si è studenti si conoscono solo in parte.

Se la laurea in filosofia è veramente quello che vuole, così come ha scritto, credo sia importante che lei trovi un modo per uscire da questo momento di empasse.

A volte le persone attorno faticano a comprendere determinate difficoltà, e se si tratta dei propri genitori può essere doloroso, ma non si abbatta.

Credo potrebbe essere una buona occasione per lei quella di rivolgersi a uno psicologo, con il quale affrontare questa sua momentanea difficoltà ed esplorare le motivazioni per cui in questo periodo è così demotivato.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

[#2]
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile ragazzo,
dalla sua richiesta emerge indubbiamente una perdita di motivazione nello studio ma sembrerebbe demotivato anche nella vita quotidiana. Le incomprensioni a casa , la paura di non riuscire a conseguire la laurea e quindi di deludere sè stesso e le aspettative dei suoi genitori, la perdita di sicurezza e di fiducia nelle sue capacità che si riflette anche nella sua vita sociale, la sensazione di aver perso tempo e occasioni preziose...Molti sembrano i fattori coinvolti e il suo tono dell'umore sembrerebbe un pò abbassato. Per questo e per cercare di ritrovare la giusta motivazione che le permetta di raggiungere gli obiettivi che desidera veramente per sè stesso, credo che potrebbe esserle di aiuto un consulto da uno psicologo/psicoterapeuta.
Non getti la spugna proprio adesso e dia a sè stesso un'altra possibilità!

Un saluto e tanti auguri

Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Gentile Dottoressa Sighinolfi, Lei ha perfettamente ragione,ma sono tante le cose da aggiungere e da precisare. preciso che non sto bene da parecchio tempo, e questa situazione mi sta logorando dall'interno. Sono figlio unico, spesso ho voluto riscattarmi (solo per me stesso,sia chiaro, e senza voler dimostrare niente a nessuno) ma non ci sono mai riuscito. La laurea mi sembra lontanissima, so che la mia salvezza dipende solo da quei due esami che mi mancano. Ho tutta la motivazione per finire l'iter, ma non riesco a farlo. Mi blocco sulle pagine,ho paura di ripetere un paragrafo, fantastico su situazioni immaginarie. Non ho il coraggio di parlarne con i miei genitori, e ogni volta che lo faccio è solo per dire che, per l'ennesima volta, salterò l'appello.In casa non mi sento libero di fare quello che voglio, mi sento come un bambino che fa finta di studiare solo per tenere calmi i genitori,e alla mia età mi rendo conto che tutto questo è ridicolo. Non posso dire che non sto combattendo contro questa indolenza, perchè ogni maledetto giorno (e per tutto il giorno) torno sulle pagine del libro con buoni propositi ma arranco anche su ogni semplice frase.Tutto questo disagio,la pressochè consapevolezza di aver deluso i miei che nonostante tutto dicono di volermi bene mi uccide.Daccordo, sono loro figlio, è normale che mi vogliano bene,ma io voglio anche esser voluto bene perchè ho dimostrato loro - e SOPRATTUTTO a ME stesso!!!! - di saper volare da solo,di essere indipendente.Mi sento oppresso e non sono più felice da anni ormai. Lo sbaglio dei miei genitori è stato quello di avermi sempre troppo fatto riflettere su ogni decisione che abbia voluto intraprendere. Il mio è stato quello di ascoltare, di fidarmi troppo di loro. D'estate volevo lavorare (come ogni studente universitario) per avere un assaggio del mondo del lavoro,ma loro recriminavano le mie scelte dicendomi che dovevo pensare a studiare e che il lavoro lo avrei assaporato una volta laureato. Non mi perdo in questi rimorsi o rimpianti,ciò che è stato è stato,ma so che dovevo ascoltare+me stesso e buttarmi a capofitto.2 anni fa ho avuto un incontro con uno psicologo/psicoterapeuta che è riuscito a capirmi,è riuscito a farmi vedere lucidamente la mia situazione.Feci poche sedute e decisi di mio di non continuare. Ora i miei problemi sono aumentati. Mi sento insicuro, non ho mordente, mi sento vulnerabile. Il mio mancato conseguimento della laurea mi ha attirato molte insicurezze e dubbi su me stesso che non ho mai avuto.A volte sembra di non riconoscermi più, non accetto questa mia depressione, e se da questa non accettazione dovesse nascere la voglia di combattere, ebbene non trovo le armi, non riesco a studiare, ad essere sereno,a sorridere alla vita, perchè voglio vivere. Se non felicemente, almeno serenamente.
[#4]
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile ragazzo,
il quadro che lei ha descritto è sicuramente più complesso di un semplice "blocco" nello studio. Lei dice di non stare bene da molto tempo ormai e proprio per questo credo sia giunto il momento di affrontare la situazione con l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta. Riporta di aver fatto alcune sedute in passato e di aver poi deciso di interrompere e di trovarsi oggi con un aggravamento dei suoi problemi. Si conceda un pò tempo per sé stesso, per affrontare i suoi problemi, per capire come poter finalmente vivere serenamente la sua vita e il suo futuro.
Lei dice "ma so che dovevo ascoltare+me stesso": bene ora ha la possibilità di farlo. Ascolti il suo malessere, non lo metta a tacere perchè prima o poi se non affrontato potrebbe ripresentarsi.
In bocca al lupo!