Rottura di coppia

Buongiorno Dottori
Tralascio in questo frangente la mia infanzia non del tutto rosea, anzi per certi aspetti un vero inferno, ma devo forse ringraziare la forza d'animo dei miei genitori che hanno avuto fiducia l'un l'altro e sono riusciti a reggere ad accadimenti esterni che comunque hanno minato il rapporto interno ma, fortunatamente, ora mi ritrovo ancora con una famiglia che mi vuole bene.
Il mio problema di fondo riguarda il dialogo, perchè a meno che non si tratti di qualcosa che mi interessa veramente,non sono una persona loquace, anzi mi si deve tirar fuori le parole di bocca.
Comunque la mia situazione attuale riguarda la rottura di un fidanzamento durato di 5 anni e mezzo. Ci siamo conosciuti mentre frequentavo l'università allora studiavo e lavoravo, dopo circa due anni mi sono laureato e noi stavamo ancora insieme, ma già allora c'era qualche dissenso nel mio comportamento, ero sempre un po' strano, per vari motivi, davo la colpa agli esami, poi la tesi ecc.. successivamente mi sono lanciato con un progetto con l'università che poi andò male (dopo un anno e mezzo di duro lavoro senza frutti di alcun tipo), nel mentre però abbiamo fatto casa nell stesso cortile dei suoi(dopo aver convissuto a casa loro da circa 1 anno). casa finita ed io ancora silenzioso o comunque di poche parole, il lavoro mancava e, scusatemi l'infantilità, ma dalla fine della scuola ad ora ero andato sempre più in paranoia, perchè nella mia testa dicevo:"forza tieni duro e mettiti apposto con il lavoro e poi lasciati andare con lei, incomincia a vivere la vita amala, sai chi sei, ce la puoi fare, ma adesso trattieniti" quasi volessi falre una sorpresa nel momento in cui le cose fossero andate bene. Ecco il guaio mi son fissato talmente tanto questa cosa che alla fine non reagivo neanche più agli stimoli, mi chiudevo in me, l'avevo delusa e non me ne davo pace, poi quelle volte che tentavo di parlare lei mi assaliva sicché mi chiudevo sempre più in un bozzolo.
La rottura fu inevitabile da circa un mese ed ora che ho trovato un lavoro che mi piace, e che sarebbe il momento tanto atteso di sbloccarmi lei non ne vuole più sapere, dice che non mi ama più e che la sua scelta non è stata fatta all'improvviso, ma ci ha messo un po' e, soprattutto che è stata una scelta ragionata. Dice che mi vuole bene e che mi augura belle cose, ma dice che avrei dovuto pensarci prima, che avrei dovuto vedere i segnali. Io vedevo e mi rendevo conto di tutto, non riscivo a reagire, o comunque appena ci provavo venivo ammazzato subito. innamorato lo sono, ma non so come fare per rimettere le cose apposto, le ho chiesto se ci potessimo vedere una sera, dice di sì, ma con un filo di riluttanza, temo vada con un'altro uomo visto che va 1 settimana in vacanza (perdonatemi ma per cose d'infanzia odio a morte gli infami ed i traditori) non vorrei includere anche lei in questa sfera, mi fa troppo male.
Grazie per l'attenzione
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, il suo problema principale, quello alla base di tutti gli altri, sembra essere la sua scarsa capacità di comunicare ciò che sente e ciò che vuole. È come se vivesse una vita tutta chiusa dentro se stesso, con poche occasioni di confronto con l'esterno, sulle questioni davvero importanti. Addirittura con le persone a lei più vicine.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dottore
buongiorno
La ringrazio per la risposta immediata
bhe ciò che dice è vero, tendo a chiudermi molto come dice lei, e me ne rendo coscienziosamente conto. Vede a volte mi ritrovo come a parlare da solo, mi faccio botta e risposta, mi immagino gli interlocutori e cosa mi potrebbero rispondere, sembro un matto annuisco, scuoto la testa, gesticolo con le mani..., è grave vero? Ho cercato un consulto perchè sento di avere un problema più profondo rispetto alla rottura del rapporto; è da circa 6 0 7 anni che mi dico questa cosa, ho sempre cercato di assopirla da solo in passato ma, evidentemente con scarsi risultati; la mia paura è che alla lunga questa cosa che ho dentro non mi permetta di poter avere una vita felice, oltre che una famiglia felice o, quantomento, dare alle persone care che mi circondano la felicità, creare quell'armonia necessaria. Ne prendo atto per potervi porre rimedio. Pensavo in effetti fosse il caso di rivolgermi ad uno specialista della zona, crede sia la cosa più adatta? Lei ha qualche suggerimento in merito?
Grazie di nuovo per l'aiuto.
Arrivederci
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
gentile utente,
ha scritto la sua storia in modo chiaro e cogliendo tutti gli aspetti più importanti, ne ha fatto un'analisi attenta e lucida. Leggendo ho avuto l'impressione che conoscesse la teoria alla perfezione ma che le manchi la pratica cioè il "fare attivamente", per es. invece di pensare di dire, dire...invece di pensare di essere chiuso in sè, trovare il modo di aprirsi.
Uno specialista potrebbe progettare con lei le modalità più opportune per cambiare questa sua situazione che non la fa star bene.
Credo che uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale sia la figura più adatta ad aiutarla proprio perchè questo tipo di approccio considera importante il "metter in pratica" quanto affrontato in seduta.
Cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> la mia paura è che alla lunga questa cosa che ho dentro non mi permetta di poter avere una vita felice, oltre che una famiglia felice
>>>

Anche questo suo dubbio fa parte della solita tendenza: farsi domande e cercare dentro di sé le risposte, senza confrontarsi con il mondo esterno.

È chiaro che per spezzare il circolo vizioso lei ha bisogno di preoccuparsi di meno e agire di più, permettendo a se stesso di sbagliare. Chi non sbaglia non impara.

Essendo la sua una tendenza molto ben strutturata, è difficile che riesca a venirne fuori da solo o per mezzo di un semplice "consiglio" ricevuto in internet. La cosa migliore è sentire uno specialista. Io le suggerisco un approccio terapeutico breve e concreto, ad esempio di tipo strategico o comportamentale.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori
Vi ringrazio di cuore per avermi quantomento indicato il sentiero percorribile.
Vedete solo in questi unltimi tempi ho pianto, dopo anni che non lo facevo, soprattutto dopo aver letto le vostre risposte, (pianto liberatorio dopo il quale mi son sentito un po' alleggerito)certo la strada è ancora lunga, ma ci metterò la buona volontà.
Oggi mi sono recato alla ASL del mio distretto e, insomma, domattina telefonerò al centro psicologico qua vicino, oggi pomeriggio era chiuso.
Nel frattempo ho cercato informazioni riguardo la psicoterapia comportamentale e, per farla breve, alcuni dei sintomi oltre alla chiusura comportamentale li ho riscontrati.
Ho 33 anni e non nego il fatto che 10 anni fa facevo uso di sostanze stupefacenti(cocaina per la maggiore) e ne ero dipendente, sono riuscito a smettere da solo (è stata durissima). Ma da quando decisi di smettere a quando smessi veramente passò più di un anno, ma ce la feci. Sicuramente tutto fa brodo, ma sono convinto che passo dopo passo troverò la via d'uscita soprattutto dopo le vostre poche parole.
Per il momento vi ringrazio nuovamente con la promessa di tenervi informarti dei progressi futuri.
Grazie ancora e buona continuazione