Il problema del natale

Gentili dottori,
Non so perchè, ma ho sempre avuto problemi con Il Natale.
Quando a fine novembre inizio a vedere i supermercati pieni di panettoni e le luci per strada mi irrito.
Mi disturba tutto quanto sta intorno a Natale.
Non sopporto i negozi addobbati a festa, le persone che corrono.
Non capisco perchè a natale si deve mangiare di più per forza e mi rompe partecipare a cene e feste in cui incontro gente che durante l'anno non vedo mai e di cui non mi importa nulla.
Non parliamo dei regali,li faccio solo alle persone più intime, e comunque vivo questa cosa some un obbligo.
Mi imbarazza terribilmente riceverli!!
In azienda arrivano "pensieri" da clienti e fornitori: inutili sprechi che non fanno felice nessuno.

A tutto questo aggiungiamo che mia madre, sebbene noi figlie siamo grandi e fuori casa da anni, vuole sempre festeggiare come quando eravamo piccole e io sono già in ansia da settimane al pensiero del cenone in cui, per farla felice, saremo tutti obbligati a mangiare come maiali e a tenerci stampato un gran sorriso in faccia.
Il capodanno poi, perchè mai mi devo sentire obbligata a divertirmi? E' una sera tra amici come le altre, perchè non possiamo godercela come tale?

E' veramente tutto strano: durante l'anno mi godo la mia vita, il mio compagno, i miei tanti amici con molta gioia, ma per le feste divento un orso.
Qualcosa dentro di me si ribella allo spreco, alle banalità, alla falsità di certi obblighi....ma poi, siccome se non stai al gioco c'è sempre qualcuno che te lo rinfaccia, che ti dice "cosa ti costa?", va a finire che faccio buon viso, ma che mi piaccia no!

Il 2 gennaio per me è un giorno meraviglioso, perchè la gente torna normale....ed anche io!
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Dr.ssa Chiara Cimbro Psicologo, Psicoterapeuta 124 3
Gentile utente,
penso che molte persone, leggendo la sua lettera, si troveranno ad annuire con la testa e a darle ragione......, tuttavia questa è una situazione che a priori non ha in sè nè soli pro nè soli contro.
Mi spiego meglio.
Il Natale, così come altre feste, creano una ricorrenza che diventa un momento comune e condiviso di riflessione, di ritrovo e di festeggiamento.
Che sia Natale, Pasqua, la Liberazione o quanto altro ci si trova accomunati dal condividere qualche cosa.
E' vero che spesso e specie con il Natale, ci si lascia "prendere la mano" e si esagera talvolta nel preparare regali, cenoni e brindisi.
Se non siamo soli e ci troviamo a vivere con altri queste feste potrebbe essere davvero sensato ed opportuno poter "contrattare" o trovare dei punti di "intesa" su come gestire il tutto.
Posso accettare per esempio di esserci al pranzo di natale, ma di saltare la cena del 24.
Posso dichiarare che quest'anno non desidero fare regali e che quindi posso essere esentata dal riceverli.
Posso fare mille cose, nè per fare il "bastian contrari" della situazione, nè per sentirsi conforme agli standard altrui.
Così facendo potrei stare felice e serena da adesso sino al 7 gennaio.

Cordialmente,
dr. Chiara Cimbro.

Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie delle sue parole, Dottoressa.
Tutto quello che lei propone è molto saggio, ma se io dico a mia madre che voglio evitare i regali, lei me ne fa il triplo (già fatto 2 anni fa) dicendo: siete le mie figlie, se non faccio i regali a voi a chi li faccio?
Se dico che non vado alla cena del 24 (visto che il pranzo del 25 è dalla suocera) lei si mette a piangere:pensi che ha già iniziato a chiedermi se preferisco il pesce o la bondiola....
Insomma, come in tutte le cose della mia vita, qualunque cosa io faccia o scontento qualcuno o scontento me!
Scontentare me sta diventando una prassi che almeno non fa tenere il muso a nessuno e nessuno mi viene a dire "ma tanto, cosa ti costa?" oppure "perchè devi rovinarci la festa"
Terrò botta come tutti gli altri anni:è una faccenda senza soluzione.
Grazie ancora, signora, Le auguro un Natale che sia come lei lo desidera.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Cara utente, credo che quando dice "ho sempre avuto problemi col Natale" intenda da quando era adolescente in poi, perché una bambina con problemi col Natale è una bambina veramente problematica! Natale è una festa ipercalorica, iperglucidica, ipercolesterolemica, anche metaforicamente parlando: se una è riuscita a differenziarsi dalla mamma e dalla famiglia, però non ancora del tutto, si trova di nuovo invischiata nelle stesse dinamiche (con mamme e sorelle, col replay della suocera il giorno dopo).
I regali, poi! Parlano di noi, se li facciamo, se non li facciamo, è un esporsi alle critiche e ai giudizi altrui. Ci sarebbe da scrivere un trattato, sui regali (magari qualcuno l'ha fatto).
Una via di fuga potrebbe essere una vacanza in questo periodo, finanze permettendo; oppure decidere di scrivere una novella che parla della sua famiglia a Natale, per vedere le cose dalla prospettiva di una scrittrice e non di una figlia malmostosa (a proposito, ha letto o visto "Il lungo pranzo di Natale" di Thornton Wilder?Dovrebbe farlo). In ogni caso, Natale dura poco, e fra un po' di anni questi pranzi saranno un ricordo, buono o cattivo dipende da anche da lei.
Cordiali saluti
Franca Scapellato




Franca Scapellato

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa Scapellato.
Leggerò senz'altro il testo che mi consiglia.
Lei scrive: "In ogni caso, Natale dura poco, e fra un po' di anni questi pranzi saranno un ricordo, buono o cattivo dipende da anche da lei. "
Interpreto le sue parole come "fai poche storie e adattati" ....esattamente quello che mi dicono tutti.
Chissà cosa mi aspettavo postando questa mia richiesta....

Tanti cari auguri di pace a lei e alla sua famiglia.
[#5]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Non era proprio quello che intendevo; lei mi ricordava un po' una ragazza di qualche anno fa, concentrata sui propri problemi esistenziali e preoccupata delle calorie. Ora che potrei apprezzare certi Natali rutilanti e banalissimi, il più delle persone si sono spostate nella stanza accanto e non sono più raggiungibili. L'unico modo di imparare è dalle proprie esperienze, quindi cerchi di sopravvivere e di godersi gli altri undici mesi.
Le auguro tante cose belle
Franca Scapellato
[#6]
Psicologo attivo dal 2007 al 2008
Psicologo
Cara compagna di resistenza,
la conquista dell'autonomia dalla famiglia italiana non è senza prezzo da corrispondere. I genitori, e segnatamente le madri, rivendicano il loro diritto di gestire, accudire e nutrire la nidiata(anche quando questa è sovrabbondantemente adulta)appellandosi alla sacralità delle feste comandate. Il Natale è per tradizione l'apoteosi della famiglia, la celebrazione dei buoni sentimenti...canti, poesie, decorazioni, cibi, settemmezzo e tombolate. Se non sei pro sei irrimediabilmente contro, alieno e irriducibilmente insensibile. La fuga dai regali, dagli auguri e dai raduni familistici...la F U G A dal N A T A L E? Un viaggio in questo periodo? Potrebbe costare mesi di più o meno silenziose quanto micidiali recriminazioni. Proporre l'astensione dai regali? ANATEMA!Scontentare gli altri e passare per "la rovinafeste comandate" in questo periodo costa senz'altro più che scontentare se stessi. Non credo affatto a chi dice che adeguarsi..."che ti costa?" Essere buoni costa invece! Al Catechismo una volta mi dissero che un reale atto di bontà comporta la rinuncia a qualcosa di proprio. Vuoi vedere che siamo proprio noi, gli "intolleranti natalizi" i veri buoni?
Ciao e "Buon Natale"
Teresa
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
ma che bel post questo, proprio "natalizio".

Le scrivo dal mio divano, ove sono recluso dalla Vigilia causa influenza. Uno strano Natale visto con gli occhi di un malato: tutto risuonava in modo strano, tutto era "troppo": troppa gente per casa, troppo cibo per il mio stomaco, troppa festa intorno a me che stavo male

Mi sembra di capire che lei, ogni anno, vede il Natale un po' allo stesso modo, con gli occhi dell'influenza, appunto.

Io però non ci credo, sa? non ci credo che il suo anno è davvero lindo e sereno, che lei se la gode fino al 24 dicembre. Sono convinto che Natale è un buon pretesto per sfogare un po' di aggressività che lei accumula durante l'anno.
Il problema, però, e che non ci riesce mai a sfogarla davvero questa aggressività, è solo che a Natale la "sente" di più, riesce a convincere se stessa che "è colpa del Natale".

Alla fine cosa rappresenta il Natale (ai suoi occhi)? Una serie di costrizioni che durante l'anno Lei riesce ad evitare (infatti sta meglio durante l'anno) ma che ora le toccano, e si sente frustrata perchè non riesce a sottrarvisi

Penso che il problema non sia il Natale perchè in tutti questi anni, se davvero avesse voluto, qualche soluzione l'avrebbe pur trovata. Magari farsi un viaggio come le hanno consigliato sarebbe un affronto troppo importante per la famiglia, certo..., ma se lei a Natale avesse fatto del volontariato? Là fuori ci sono persone che non hanno un tetto sulla testa: molti volontari i giorni di Natale si preoccupano di fornire loro un pasto caldo. Cosa potrebbe dirle la mamma se lei facesse un'azione così nobile?

Questo era solo un esempio di alternativa "non aggressiva" (come il viaggio) al Natale.

Per cui, se fossi in Lei, inizierei a chiedermi cosa c'è che non va proprio dal 2 gennaio...

Guardi che manca poco, per cui ne approfitterei per rilassarmi un po' in queste vacanze natalizie

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

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Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_