La protesi bicompartimentale di ginocchio: risultati a breve termine

gonartrosi
Autore/i: Biazzo A, Silvestrini F, Manzotti A, Confalonieri N
Editore: Springer editore
Prezzo: 0.00€

Link: https://link.springer.com/article/10.1007/s12306-018-0540-1

Descrizione

L’artrosi del ginocchio (gonartrosi), sia primaria che post-traumatica, non coinvolge sempre tutti e tre i compartimenti (tibiofemorale mediale, laterale e femororotuleo). La protesi monocompartimentale + femororotulea del ginocchio rappresenta una valida alternativa alla protesi totale del ginocchio quando due dei tre compartimenti sono interessati dall’artrosi.

Nel 2016 ho presentato sulla rivista Musculoskeletal Surgeryi risultati di uno studio scientifico in cui sono stati analizzati due gruppi di pazienti (27 e 20 casi rispettivamente) affetti da artrosi di due dei tre compartimenti del ginocchio e trattati mediante protesi bicompartimentale il primo e totale mininvasiva di ginocchio il secondo.

Sette pazienti del primo gruppo non hanno risposto al questionario, sono stati persi al follow-up e non sono stati inclusi nello studio.

I pazienti trattati con la protesi mininvasiva bicompartimentale di ginocchio erano più giovani di quelli trattati con protesi totale, hanno avuto maggiori perdite ematiche ed il loro intervento è stato più lungo rispetto a quello tradizionale con protesi totale.

Non sono state evidenziate differenze statisticamente significative tra i due gruppi per quanto riguarda le valutazioni funzionali.

Il risultato più importante del presente studio è stato che, sebbene la protesi bicompartimentale di ginocchio sembrasse teoricamente più favorevoli in termini di recupero funzionale, i pazienti del primo gruppo hanno avuto punteggi simili a quelli della protesi totale. Nonostante ciò, i risultati confermano che la protesi bicompartimentale di ginocchio possa essere proposta come valida alternativa alla protesi totale (quando solo due dei tre compartimenti sono danneggiati ed il legamento crociato anteriore è integro), specialmente nei pazienti giovani con alte richieste funzionali e che in futuro dovranno sicuramente revisionare l’impianto con uno più invasivo.

22.03.20 4.1k