La ciclicità delle bufale in andrologia

La storia delle “bufale” in andrologia e sessuologia è antica, lunga, articolata e , soprattutto, ciclica. In pratica tende a ripetersi con periodicità più o meno lunga, un po’ come succede nelle prostatiti croniche che una volta acquisite si può stare tranquilli che ogni tanto si ripresenteranno.

Tutto si basa su un antico assunto per cui il Creatore ha dotato l’uomo di due organi eccezionali, il cervello e il pene, ma non lo ha anche dotato di sangue sufficiente a farli funzionare in contemporanea. Il pene dimostra di possedere un funzionamento anarcoide per cui, alle sollecitazioni, risponde solo in funzione della assenza di disturbi ovvero di situazioni, eventi, comunicazione e quant’altro di fisico o emozionale in grado di attentare al suo perfetto, idraulico, di-mostrarsi.

E’ naturale , quindi, che il “bisogno” da soddisfare sia il miglior rigore nella necessità. Stabilito questo, il “mercato” reagisce secondo le sempiterne leggi del marketing ed offre un “rimedio” che viene venduto cantandone le lodi salvo la quasi puntuale verifica dell’inefficienza. In assenza della certezza della pena, se si applicasse il taglio della mano a chi commercializza bufale ce ne accorgeremmo, e dato che il “farla franca” è la regolare conseguenza dalla vergogna di essere raggirati, il fenomeno ciclicamente viene riproposto.

Nel medio evo era famoso un intruglio afrodisiaco a base di un coleottero essiccato dalle proprietà vescicanti per contatto che fece più morti di un epidemia di colera facendo patire le pene dell’ inferno ai malcapitati utilizzatori ma non risultano mercanti per questo motivo impiccati o, quanto meno, messi alla gogna. Negli anni ottanta venne pubblicizzata e vennero venduti, a caro prezzo, mediante annunci sui quotidiani, vagoni di pomata per stimolare l’erezione: era a base di peperoncino. Nel recente passato ne è stata riproposta una evoluzione “scientifica”.

Ma come si fa a confezionare, per dirla alla napoletana, un “pacco” scientifico?

Non è semplice ma nemmeno impossibile. Si parte dal presupposto che, nel tempo, nulla è cambiato tranne la velocità di propagazione in totale libertà delle notizie e del prepensionamento dei ministeri cultura e propaganda.

La sequenza parte dalla proprietà transitiva delle notizie: facciamo un esempio.

L’acido citrico è una sostanza presente nello sperma quindi appartiene al sistema riproduttivo cui appartiene anche il pene che, per funzionare, deve avere un endotelio( rivestimento interno dei corpi cavernosi con attività metabolica) in grado di autorigenerarsi per mantenere la propria integrità e funzionalità. L’acido citrico è un parente stretto della vitamina C che ha azione antiossidante e fa funzionare meglio l’endotelio dei corpi cavernosi.
Il limone contiene acido citrico per cui la limonata migliora l’erezione. Il meccanismo è basato sul fatto che l’endotelio produce azoto mediatore della vasodilatazione alla base del fenomeno erettivo.

Il Dr Ciccirinella della Università di Pollanatrocchia manda una “letter to editor” ad un prestigioso giornale scientifico che la pubblica per poterlo sbranare in quanto fesseria galattica. L’ex compagno di cella di Ciccirinella, che è momentaneamente fuori per scadenza della custodia cautelare, ha intanto preparato la pomata al limone in confezione similfarmaceutica “Limondur forte plus” e il sito web relativo da cui fa il lancio del prodotto così congegnato: La Lemon Pharma spa sta per immettere sul mercato un innovativo prodotto antiocamorta che manderà in pensione tutto quello che è in farmacia.

La nuova sostanza, basata su un derivato dell’acido citrico finora usato solo come conservante nei barattoli di maionese, in base ad uno studio pubblicato sul “Bangladesh journal of hypothetic sexology” è risultata efficace su 300 volontari. L’innovativa molecola scoperta dall’equipe dell’ Urofallic Research Centre diretta dal Prof. Ciccirinell alla Pollanatrok University, è in grado di far erigere il membro per 70 secondi. L’ultima frase, dopo la virgola, è scritta in corpo 4 in cirillico.

Qui scatta, immediata, la transitività mediatica per fame di novità: la notizia viene ripresa da tutti i maggiori portali e, come conseguenza, la digitazione sui motori di ricerca che portano al sito www.lemonhdur.com dove il compare di Ciccirinella vende on line la pomata al limone a carissimo prezzo più spese postali maggiorate, accumulando denaro in conti offshore.
Un paio di avvocati provvedono, minacciando querele, a far tacere chiunque provi a sottolineare la fesseria, magari su un blog, mentre Ciccirinella e Compare posteggiano la Cayenne gialla davanti a Zì Teresa e vanno a pranzo con un paio di sciantose.

Fantasie? No, realtà.

Tutto questo è già accaduto e continuerà ad accadere.

Negli anni appena successivi all’inizio di questo secolo, insomma sette o otto anni fa, un paio di case farmaceutiche realmente esistenti misero in campo centinaia di informatori poiché producevano una pasticca che avrebbe avuto la stessa capacità del Viagra.

La sostanza, in origine (fine ottocento) era stata brevettata per indurre il vomito nei vitelli. Un bel giorno qualcuno disse che faceva bene all’erezione e cominciarono seri studi scientifici in cui si dimostrava , senza ombra di dubbio, che la molecola in questione era efficace più dei placebo di controllo e almeno quanto quella della concorrenza. Furono organizzati convegni, corsi e congressi per istruire i medici alla novità.

All’inizio le vendite fecero furore salvo arrestarsi dopo tre mesi sullo zero assoluto in quanto il paziente reale tornava dal medico che l’aveva prescritta, “lievemente” insoddisfatto e usciva con la ricetta di roba un po’ più seria negli effetti.

Per sette anni non se ne è più sentito parlare fino alla settimana scorsa quando su molti portali è comparsa la notizia per cui la stessa sostanza in spray sarebbe efficace quanto il vecchio Viagra. Ciclico.

Data pubblicazione: 07 giugno 2010

Autore

giuliobiagiotti
Dr. Giulio Biagiotti Andrologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso Università di Perugia.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Perugia tesserino n° 4114.

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