La cute nel piccolo emigrato

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Dr. Luigi Mocci Dermatologo, Medico estetico

L’aumento degli immigrati fa si che siano sempre di più i piccoli stranieri con cui i dermatologi pediatri si confrontano professionalmente.

L’ aumento dei flussi migratori nei confronti del nostro paese fa si che sia sempre maggiore il numero di piccoli stranieri con cui i dermatologi pediatri si confrontano da un punto di vista professionale.

La loro quantità ma soprattutto qualità da un punto di vista delle etnie, pone il dermatologo pediatra di fronte ad un nuovo ed impegnativo compito.

I problemi principali che il Dermatologo pediatra incontra sono:

1. Valutare la cute in pazienti non caucasici (cioè con la cute “non bianca”)

2. Conoscere le patologie cutanee tipiche di determinate zone geografiche

3. Conoscere la realtà culturale dove motivi rituali o tribali possono avere possono avere un riscontro di tipo dermatologico

 

1. Valutare la cute in pazienti non caucasici

Poiché la dermatologia è fondamentalmente stata sviluppata nel mondo occidentale, le nostre conoscenze tecniche sono caratterizzate soprattutto dalla capacità di curare soggetti di tipo caucasico, cioè bianchi, nelle loro varie etnie.

Quando ci si confronta con etnie diverse, vi è una variazione nell’aspetto e nel modo di presentarsi delle patologie cutanee. Questo è causato dal colore della cute.

Gli asiatici del sud – est e Cina pongono meno problemi, in quanto la loro pigmentazione provoca, al limite, una nuance giallastra ma non interferisce in maniera significativa.

Il discorso cambia radicalmente quando la pelle diventa più scura, e tanto più lo diventa.

I gruppi etnici con pigmentazione via via più scura della nostra, (Africani del Nord, Sahariani, sub Sahariani, Popolazioni autoctone Centro e Sud America, Medio orientali, penisola indiana ecc.) pongono problemi nell’interpretazione dei segni clinici gradualmente più complessi fino a quei gruppi o individui di cute decisamente nera in cui la diversità è massima.

Da un punto di vista clinico, è interessante il confronto della dermatologia come la conosciamo, con quella su pelle scura. Il primo passo che dobbiamo considerare è quello che si passa da una Dermatologia “a colori” ad una “in bianco e nero”.

La cute scura, in effetti, non evidenzia diversità microscopiche in termini di numero, forma, distribuzione di ghiandole sebacee o sudoripare. Non vi è alcuna differenza nel numero di melanociti per unità di superficie.

Melanosomi più grandi, contenenti più melanina, distribuiti su tutti gli strati dell’epidermide. Maggiore attività di quelli distribuiti nelle sedi extracutanee.

L’ aspetto clinico è diverso in rapporto sia al colore della pelle che alla diversa reattività della stessa al processo patologico.

Molte reazioni su pelle scura possono essere molto accentuate o al contrario inapparenti. Caratteristiche particolari di queste cuti sono propensione alle lesioni anulari, frequenza di reazioni post – infiammatorie, eritema che tende dal bluastro all’ardesia.

La cuta nera ha poi delle caratteristiche particolari presenti fisiologicamente, cioè maggior pigmentazione palmo plantari (macchie, piccole papule che diventano fossette), macchie e lentigginosi al cavo orale ed ai genitali esterni, iperpigmentazione delle unghie ( righe o bande longitudinali, a volte multiple).

Sono infine caratteristici delle pelli scure i cheloidi (formazione di cicatrici anche enormi ed ipertrofiche, dovute ad una eccesiva risposta tessutale ad un trauma anche inapparente; più frequenti in pazienti con cute scura (> 20 volte); colore variabile, nei neri iperpigmentati) e la dermatosi papulosa nigra (comparsa alla pubertà di papule multiple pigmentate grandi come capocchie di spillo al volto, collo, tronco).

 

2. Conoscere eventuali patologie cutanee tipiche

Non vi sono patologie tipiche di alcune etnie, bensì patologie più frequenti negli immigrati che negli europei per il livello socio–economico–culturale e la provenienza geografica (soprattutto zone tropicali).

Le patologie dermatologiche più frequentemente riscontrate sono quelle dovute al sovraffollamento, alle scarse condizioni igieniche, alla malnutrizione.

Fondamentalmente, di tipo infettivo, sono prevalentemente Scabbia, Micosi, Piodermiti, Virosi cutanee. Sono patologie abitualmente rappresentate anche nelle nostre popolazioni, anche se molto meno frequenti.

Per il resto delle dermatosi, alcune hanno una eguale incidenza, alcune sono più frequenti nei caucasici che nei neri, viceversa per le dermatosi tropicali che, nell’esperienza del nostro centro, sono comunque assai rare.

 

3. Conoscere le realtà culturali dove ritualità e tribalità possono avere un riscontro di tipo dermatologico

Per esempio, poiché , per essere uomo spesso il bambino deve essere “pinto”, ci sono iscrizioni cutanee permanenti legate a realtà irreversibili, che attestano: stato sociale, percorso iniziatico o rituale, incisioni erotiche, scarificazioni etnico–rituali, scarificazioni profilattiche (spiriti, sfortuna, fertilità, ecc.), curative.

Le complicanze delle pratiche tradizionali sono legate alle modalità di esecuzione delle stesse e dall’ambiente, quindi che non ha regole igieniche, spesso neanche minime, per cui: traumi, fissurazioni, infezioni.

Le pratiche più comunemente osservate sono: Scarificazioni, Lavanda perineale, Trasfissione del lobulo auricolare (I° settimana di vita), Circoncisione rituale, Clitoridectomia.

Data pubblicazione: 25 maggio 2011

Autore

lmocci
Dr. Luigi Mocci Dermatologo, Medico estetico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università di Cagliari.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Cagliari tesserino n° 6290.

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