La protesi di caviglia

La protesi di caviglia e' stata introdotta negli anni 70 e i modelli recenti danno risultati a medio termine incoraggianti.

Introduzione

La protesi di caviglia e' stata introdotta negli anni '70 come una alternativa all'artrodesi (fusione dell'articolazione). Le protesi piu' recenti danno, invece, risultati a medio termine incoraggianti grazie al perfezionamento delle tecniche chirurgiche ed al miglioramento del "design" protesico.

Indicazioni

Le indicazioni per la protesi totale di caviglia (PTC) sono ancora in corso di definizione, tuttavia il paziente ottimale e' una persona anziana, con basse richieste funzionali e artrosi articolare multipla; la PTC puo' avere ,anche, un ruolo in pazienti con meno di 50 anni di eta', non obesi e poco attivi con artrosi post-traumatica.

I pazienti con modificazioni degenerative in altre articolazioni, quali quelli della sottoastragalica, mediotarsica o della caviglia controlaterale, possono trarre un beneficio maggiore dalla PTC che dall'artrodesi, poiche' l'artrodesi di caviglia sposta carichi anomali sulle articolazioni adiacenti integre.

Controindicazioni

Le controindicazioni assolute alla protesi di caviglia comprendono:

  • infezioni in  atto
  • Neuroartropatia di Charcot
  • Vasculopatia periferica
  • Rivestimento tissutale inadeguato.

Le  controindicazioni relative comprendono:

  • Pazienti giovani e attivi
  • Disallineamenti dell' arto inferiore
  • Obesita' grave
  • Osteonecrosi dell' astragalo
  • Pregressa infezione
  • Marcata instabilita' di caviglia.

 

Impianti protesici di seconda generazione

Gli attuali "design" della PTC sono stati sviluppati con numerose modificazioni, tali impianti seguono principalmente due filosofie di progettazione:

- Superficie in carico mobile.

- Superficie in carico fissa.

I dispositivi del primo tipo sono caratterizzati da una componente in polietilene interposta tra la componente astagalica convessa e quella tibiale piatta dando origine a due distinte superfici articolari.
I dispositivi con superficie in carico vincolata hanno un'unica articolazione tra la componente tibiale e quella astragalica.

Tecnica chirurgica

Diversi sono gli approcci chirurgici, anche se oggi la maggioranza dei chirurghi preferisce un approccio anteriore; e' importante l'estensione dell'incisione (15 cm circa) per ridurre la tensione cutanea.

Associato all'impianto possono essere necessari interventi su tessuti molli come: ricostruzioni legamentose, trasferimenti tendinei o allungamenti di questi.
In sede post-operatoria e' essenziale ottenere una posizione stabile in carico, con allineamento neutro della caviglia e del retropiede.

Prospettive future e conclusioni

Recentemente sono state sviluppate diverse nuove protesi di caviglia ma non si conoscono i  risultati a medio e lungo termine. La maggior parte di questi impianti deriva da modelli a tre componenti, con parte intermedia mobile. Tali caratteristiche comprendono componenti astragaliche modellate anatomicamente con doppio raggio di curvatura e componenti del perone separate.

In conclusione, ad una PTC sono richieste fondamentalmente 3 cose:

- Risoluzione del dolore.

- Buona funzionalita'.

- Lunga sopravvivenza dell'impianto.

I risultati preliminari di questi impianti sono promettenti; nonostante questo, a tutt'oggi la protesi di caviglia e' una strada chirurgica da percorrere con giudizio e solo dopo un accurato studio preoperatorio in pazienti selezionati.

Data pubblicazione: 22 ottobre 2010

Autore

andreadarrigo
Dr. Andrea D'Arrigo Ortopedico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2000 presso Università di Catania.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Catania tesserino n° 12137.

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