Aiuto, il pupo non fa la cacca!

a.pozzi
Dr. Agnesina Pozzi Pediatra, Perfezionato in medicine non convenzionali

un piccolo aiuto a tutti quei genitori che si preoccupano pensando che il neonato "soffra", "si sforzi inutilmente" e magari dietro queste false convinzioni, adottano comportamenti che non solo potrebbero essere inadeguati e sconsigliabili ma addirittura dannosi se non francamente pericolosi.

Premesse

Questo scritto serve a dare un piccolo aiuto a tutti quei genitori che si preoccupano pensando che il neonato "soffra", "si sforzi inutilmente" e magari dietro queste false convinzioni, adottano comportamenti che non solo potrebbero essere inadeguati e sconsigliabili ma addirittura dannosi se non francamente pericolosi.

In reparto

I piccoli, appena nati, vengono visitati attentamente per rilevare eventuali problematiche generali o malformative, comprese quelle ano-rettali.

In cartella viene annotata l'emissione di MECONIO che è la cacca diciamo "primordiale" e comprende tutto ciò che il feto ha elaborato-ingerito quando era ancora in utero, comprese cellule amniotiche, bile. Il meconio viene espulso entro le prime 24 ore e la sua eliminazione si protrae per alcuni giorni. La prima cacca ha un colore verde scuro tendente al nero ed è densa e collosa, appiccicosa; successivamente si schiarisce e diventa più fluida.

Viene anche annotato in cartella un eventuale ritardo nell'emissione dello stesso.

In ogni caso una volta evacuato il meconio, su di esso viene effettuato lo screening per la fibrosi cistica e in caso di dubbio o positività si procede al test del sudore e ad ulteriori approfondimenti. Un meconio molto denso e vischioso può anche causare ostruzione intestinale. L'occlusione da meconio è uno dei primi segni di fibrosi cistica ma oggi quest'evento, proprio grazie agli screening e all'attenzione sulla patologia, è evento piuttosto raro.

Nei prematuri l'emissione di meconio avviene con ritardo rispetto ai tempi normali: dopo la prima settimana; se ritarda oltre viene agevolata in ambito ospedaliero.

Quindi nessuna paura, al momento della dimissione i vostri piccoli sono perfettamente in grado di affrontare la vita extrauterina, sono in grado di maturare progressivamente le loro competenze e se malauguratamente avessero dei problemi di fondo, voi lo sapreste già; quindi non fatevi prendere da assurde ansie.

Finalmente a casa!

Una volta arrivati a casa, i piccoli subiscono un piccolo stress da adattamento, insieme a tutta la famiglia e le funzioni intestinali (...si, anche quelle del resto della famiglia...) possono venirne influenzate.

Piano piano si arriverà ad un'armonia riguardo a modalità e tempi della nuova vita insieme. Bisogna quindi che tutti abbiano pazienza ed ottimismo anche perché i neonati sono delle "spugne" emozionali e percepiscono perfettamente l'ambiente,anche se la loro relazione privilegiata è con la mamma che, di norma, li allatterà al seno. Se ciò non è possibile, non c'è da preoccuparsi, il latte artificiale è formulato secondo direttive tali da garantire il nutrimento necessario.

A tale proposito consultate l'articolo sull'allattamento, tenendo presente che eventuali alterazioni dell'evacuazione possono dipendere sia da ciò che mangia la mamma, sia da erronea preparazione del latte in polvere.

Il pupo soffre...

Ho risposto a molti genitori (e nonni o zii...) circa la presunta "stitichezza" dei neonati e le loro presunte "sofferenze":

  • aiuto ho paura che il piccolo scoppi, si sforza troppo
  • diventa tutto rosso
  • non riesce a fare cacca se non lo stimoliamo
  • lo abbiamo stimolato per fargli fare la cacca con un cateterino, con i gambi di prezzemolo
  • abbiamo fatto un clisterino e ha pianto tantissimo
  • è nervoso, dimena le braccine, gira la testa, sgambetta
  • ecc. ecc.

Ricapitolando:

1) IL PICCOLO NON SOFFRE AFFATTO, STA SOLO APPRENDENDO UNA FUNZIONE che comprende una maturazione neurologica, psicologica, il controllo sugli sfinteri e sul torchio addominale. Vi sembra che si sforzi e che soffra ma STA SPERIMENTANDO IL SUO CORPO per capire quali muscoli e quali regioni usare per quella determinata funzione, esattamente come piano piano apprenderà il rapporto con i cibi e il modo di assumerli da solo. Nei piccolissimi il compito evacuativo è reso più difficoltoso sia dalla viscosità delle feci, sia appunto dalla scarsa maturità delle fibre nervose che ne regolano il transito.

2) LA MATURITA' nell'evacuazione si completerà del tutto verso i tre anni circa. Ci vuole tempo, e i tempi sono diversi da bambino a bambino. Ci vuole pazienza, ma anche alimentazione sana ed adeguata, regolare attività fisica, rispetto di tempi dl bambino.

Per approfondire:La stipsi nei bambini: cosa fare?

Il pupo piange ogni volta che deve fare la cacca

Forse qualcosa non va ma cominciamo dalle cose più semplici:

LEVATE SUBITO IL PANNOLINO per farlo sentire libero e facendogli sentire le vostre mani sulla pianta dei piedini, in modo da fornirgli un qualche appoggio per una spinta. Pur avvenendo di riflesso serve ad indirizzare gli sforzi per una buona maturazione funzionale

CONTROLLATE LA CACCA:

Se questa è molto liquida, di odore acido, a spruzzo e il piccolo è ancora lattante, può darsi che la mamma abbia mangiato troppe sostanze zuccherine, troppi grassi, o assunto caffè, te, alcolici o bibite gasate (o può darsi che il latte non sia preparato adeguatamente o sia mal conservato se segue allattamento artificiale) e insieme alla cacca il piccolo espelle anche l'aria dovuta alla fermentazione intestinale. L'aria che si accumula nel pancino, lo dilata, dandogli delle fastidiose coliche. Agite dunque sull'alimentazione materna, fate un delicato massaggio circolare (in senso orario) sull'addome e assicuratevi che la cacca acida non abbia causato irritazioni della mucosa anale. Se vedete che il sederino è rosso e screpolato provate a fare un impacco tiepido (testate la temperatura sull'avambraccio!) sulla zona, con un decotto di camomilla. E' rinfrescante, lenitiva e può da sola risolvere l'inconveniente. In caso contrario, andate subito dal vostro pediatra che vi prescriverà il necessario.

Se la cacca è molto dura ed è molto faticoso espellerla, ricordate che specialmente nella stagione calda, e in caso di riscaldamenti alti in inverno, i piccoli hanno comunque bisogno di bere tra una poppata e l'altra per garantire anche la giusta idratazione, e quindi l'agevole scorrimento, delle feci.

Se il pianto continua costantemente in occasione dell'emissione delle feci, tanto quelle morbide che quelle dure, e nonostante le vostre precauzioni, può darsi che ci sia una RAGADE anale, che altro non è che una piccola fessurazione della mucosa, causata tanto dalla costante irritazione di feci acide, che dal transito forzoso di feci dure, che da una non corretta igiene che può causare macerazioni della delicatissima mucosa o della cute circostante.

Se il pianto riguarda tanto l'emissione di feci che l'assunzione di cibo potrebbe trattarsi di un problema all'apparato gastro-intestinale o di intolleranza o essere un problema che esula completamente da questo apparato. Ci sono tantissimi motivi per cui un bambino piange, del resto se è molto piccolo è l'unico modo che ha di esprimersi:

  • ha fame
  • il pannolino è sporco
  • ha sete
  • ha sonno
  • vuole coccole
  • ha caldo o freddo
  • vuole stare in pace senza rumori e/o luci forti
  • percepisce lo stress dei genitori.

Tranquilli, imparerete presto a distinguere i vari tipi di pianto!

Potreste vedere nella cacca delle "striscioline" di sangue. NON SPAVENTATEVI, non succede nulla, ma portate subito il piccolino a visita di controllo.

Cosa NON fare

  • Somministrare autonomamente medicine, supposte, clisteri o applicare pomate, senza prima aver consultato il vostro pediatra.
  • Creare cattive abitudini ricorrendo a stimolazioni anali e rischiando anche di causare danni alla mucosa se non addirittura perforazioni.

Se il bambino è più grandicello:

  • non mettergli ansia prestando troppa attenzione alle sue funzioni corporali o mettergli fretta: "sbrigati a fare la cacca che dobbiamo uscire", "ancora sei lì sul vasino, ti muovi?", "vai a fare la cacca o non vai a giocare", ecc.
  • non mortificarlo in famiglia o con estranei: "si è fatto la cacca sotto", "porta ancora il pannolone", "non sa stare sul vaso dei grandi, vuole ancora il vasino", "fa un sacco di puzze o scorregge", ecc.ecc.

RICORDATE

Che per i bambini allattati al seno la funzione intestinale dipende anche dal cibo che assume la mamma.

Che nello svezzamento non dovete introdurre cibi nuovi senza esservi consultati col vostro pediatra.

Che c'è un periodo dell'infanzia in cui i piccoli possono maneggiare le loro feci: non sgridateli, fa parte dell'esplorazione, della conoscenza, è fisiologico; soprattutto non fateli sentire sporchi; semplicemente sorridete, lavate loro le manine, fate finta di niente e trovate qualche cosa da fare di maggiormente interessante.

Che è bene, man mano che i piccoli crescono, imprimere una certa regolarità e calma tanto all'alimentazione quanto alle funzioni corporee.

Che dopo aver mangiato, o magari nello stesso momento della suzione, i lattanti possono evacuare. In loro è maggiormente attivo il riflesso gastro-colico: non appena lo stomaco comincia a riempirsi, l'intestino comincia a svuotarsi; e ciò è fisiologico.

Che una sana alimentazione e una regolare attività fisica sono le premesse per un buon funzionamento dell'intestino.

Preferite cibi naturali e freschi e se possibile, biologici.

Evitate cibi precotti, preconfezionati, cibi raffinati, cibi con coloranti, cibi insaccati o industrialmente trattati con antiossidanti, nitriti, nitrati, fosfati, solfati derivati e composti.

Che anche eventuali clisteri "pediatrici" non sono del tutto innocui come pensate; possono creare una sorta di dipendenza psicologica peggiorando o abolendo la capacità di regolarizzazione autonoma; contengono sostanze che comunque possono irritare, anche gravemente l'intestino. Il clisterino, se necessario dev'essere prescritto dal medico ed è bene che la prima volta gli chiediate di insegnarvi il modo corretto di farlo, compresa l'inclinazione da imprimere al beccuccio, potreste incautamente causare lesioni.

Conclusioni

Il succo dell'articolo è: lasciateli preferibilmente in pace e, magari, se non ci riuscite chiedetevi se le preoccupazioni e fissazioni che ripercuotete sui vostri piccoli non siano frutto di vostre nevrosi, cattive abitudini o coercizioni subite dai vostri genitori; non sarebbe male e un po' di autocritica vi aiuterebbe moltissimo a gestire le vostre ansie a non subirle e a non farle subire...

Non mi resta che augurarvi in bocca al lupo, sperando di esservi stata utile.

 

Data pubblicazione: 11 febbraio 2013

Autore

a.pozzi
Dr. Agnesina Pozzi Pediatra, Perfezionato in medicine non convenzionali

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso Uni Perugia.
Iscritta all'Ordine dei Medici di Potenza tesserino n° 1622.

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