Biomarcatori utili per individuare la spermatogenesi residua

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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Alcuni ricercatori hanno usato una strategia originale per identificare un biomarker utile a d identificare la spermatogenesi residua nel liquido seminale dei pazienti con azoospermia non ostruttiva (NOA).

In uno studio su 40 uomini, la tecnica ha rivelato che l'espressione di lectina legante il galattosio, (solubile 3 binding protein) (LGALS3BP) era significativamente più alta nei pazienti che avevano cellule germinali post-meiotiche presenti nel loro sperma rispetto a quelli che non ne hanno.

Il biomarcatore potrebbe essere usato per predire il successo dell’ estrazione testicolare di spermatozoi (TESE) negli uomini con NOA prima di trattare le coppie infertli con l’ iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI), suggerisce Thomas Freour (Ospedale Università di Nantes, Francia) e colleghi.

"Attualmente non esiste un potente e preciso predittore clinico o biologico di successo per la TESE, anche se i punteggi che associano vari parametri clinici e ormonali sembrano essere promettenti", sottolinea il team. "Un biomarcatore specifico che potrebbe prevedere la spermatogenesi residua sarebbe ovviamente di estrema utilità prima di eseguire TESE."

I ricercatori hanno utilizzato un “isotopo etichetta” della proteina codificata (ICPL) e una metodica che combina l'etichettatura isotopica stabile di gruppi liberi di aminoacidi con la spettrometria di massa, per confrontare l'abbondanza di diversi peptidi nel liquido seminale maschile.

Come riportato hanno trovato 12 proteine ​​che erano differentemente espresse in funzione della presenza o assenza della spermatogenesi tra i campioni. La concentrazione media di LGALS3BP in particolare era significativamente più alta tra soggetti con presenza di spermatogenesi rispetto a quelli senza, a 345 ng / ml contro 207 ng / mL.

Inoltre, un livello seminale LGAS3BP plasmatico al di sopra della soglia di 153 ng / ml è stata associata ad un esito favorevole di TESE. Questo cut-off potrebbe quindi essere valutato come criterio di esclusione, e limitare il numero di pazienti sottoposti a TESE con pochissime o nessuna possibilità di successo per il recupero di spermatozoi".

 

 

Data pubblicazione: 22 settembre 2013

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

Specialista con lode in Medicina e Chirurgia e Urologia, perfezionato in Ecografia Nefro-Urologica e Andrologia. Responsabile di moduli urologici e andrologici in strutture sanitarie di rilievo, con competenze avanzate in ecografia apparato urogenitale e urodinamica. Direttore sanitario e presidente ARCUG, con master in Psicosessuologia e riconoscimenti in fisiopatologia della riproduzione umana.

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