Presbiacusia: è solo invecchiamento dell'udito?

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Dr. Carmine Capasso Otorinolaringoiatra

LA PRESBIACUSIA: E' SOLO INVECCHIAMENTO DELL'UDITO?

La presbiacusia rientra nel capitolo delle labirintosi nell’adulto, cioè nelle patologie degenerative dell’orecchio interno. Per presbiacusia si intende una ipoacusia neurosensoriale di frequente osservazione in entrambi i sessi, con maggiore frequenza nel sesso maschile, in età avanzata, più evidente dopo il 60° anno di età, ma che può osservarsi nelle fasi iniziali già dopo i 30 anni (Alajmo1995). L’uomo è costantemente affetto da un indebolimento progressivo dell’organo e quindi del senso dell’udito. Patologie come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, il tabagismo, l’alcolismo, l’arteriosclerosi, lo stress, le turbe del metabolismo (ipercolesterolemie) sono cause che conducono ad un invecchiamento dell’organismo.

Tra queste notevole è il ruolo rivestito dal RUMORE: differenze significative esistono tra le popolazioni che vivono in aree a tasso di industrializzazione elevato rispetto alle popolazioni che vivono in campagna, valutate in soggetti di pari età. Il rumore è la causa d’invalidità professionale per molti lavoratori dell’industria (rumori dell’ambiente di vita o SOCIOACUSIA). Il numero delle cellule presenti alla nascita, costituenti l’organo di Corti, tende progressivamente a diminuire (Rossi, 1994).

Questa diminuzione di cellule avviene dopo la nascita nel giro basale della coclea e si associa ad una riduzione delle fibre nervose, con una conseguente riduzione del campo tonale udibile dopo il 10° anno d’età. Questa particolare senescenza deriva dal fatto che sia durante la veglia che durante il sonno, l’organo del Corti è sottoposto a sollecitazioni e la conseguenza funzionale prende il nome di PRESBIACUSIA, ed è l’espressione di un processo d’invecchiamento che interessa tutti gli organi di senso.

La presbiacusia si instaura e progredisce lentamente ed è dovuta all’interessamento di ogni settore dell’apparato uditivo, DALLA MEMBRANA DEL TIMPANO SINO ALLE AREE CORTICALI PRIMARIE E SECONDARIE DEL LOBO TEMPORALE (AREE DI BRODMAN).

Il processo d’invecchiamento che caratterizza la presbiacusia interessa vari processi:

  1. ispessimento della membrana del timpano e fenomeni degenerativi nelle articolazioni ossiculari che si traducono in aumento d’impedenza del sistema timpano-ossiculare;
  2. perdita di elasticità della membrana basilare da ispessimenti primitivi e da formazioni di depositi calcarei;
  3. degenerazione delle cellule dell’organo di Corti e del ganglio di Corti oppure associata ad una atrofia della stria vascolare o a processi di compressione delle fibre nervose per processi di iperostosi delle pareti del meato acustico interno;
  4. riduzione numerica delle cellule dei nuclei della via nervosa acustica centrale;
  5. riduzione numerica delle cellule delle aree acustiche corticali primarie e secondarie.

La presbiacusia è quindi un fenomeno estremamente complesso che lentamente conduce ad un deficit sensoriale di tipo quantitativo e di tipo qualitativo: il primo legato alla riduzione quantitativa delle strutture che portano informazioni acustiche alle aree della corteccia, il secondo legato ai fenomeni regressivi a carico delle aree cerebrali, cui spetta il compito di decodificare, analizzare, elaborare, interpretare le informazioni ricevute.

Il deficit quantitativo comporta la difficoltà nel percepire i suoni acuti, quello qualitativo la difficoltà nel comprendere i messaggi verbali, che possono essere compresi solo quando i centri lavorano in condizioni ottimali, cioè quando l’informazione non è inquinata da altre informazioni presentate contemporaneamente (più persone che parlano rendono difficile l’ascolto selettivo, cosiddetto fenomeno del cocktail-party: il presbiacusico sente meglio in genere le frequenze gravi, pertanto l’anziano risente maggiormente l’effetto mascherante del rumore ambientale) oppure in presenza di altre componenti (lettura labiale).

Dal punto di vista audiometrico, intentendendo riferirci alle tecniche di audiometria tonale liminare e audiometria vocale, la presbiacusia può presentare quattro diversi profili in rapporto al prevalere degli elementi patogenetici che la sostengono.

1) LA PRESBIACUSIA NEUROSENSORIALE: è la più frequente e caratteristica ed è caratterizzata da alterazioni regressive che interessano tutte le strutture membranose del condotto cocleare e che dalla base procedono verso l’elicotrema, con scomparsa dei corrispondenti neuroni del ganglio spirale (recruitment assente, tone decay test normale).

2) LA PRESBIACUSIA MECCANICA: comporta un irrigidimento della membrana basilare o una alterazione della sua meccanica per alterazioni regressive.

3) LA PRESBIACUSIA NEURALE: atrofia neurale per compressione delle fibre del nervo acustico per alterazioni iperostotiche del modiolo, con conseguente diminuzione del numero delle cellule del Sistema Nervoso Centrale, processo che inizia precocemente in età giovanile.

4) LA PRESBIACUSIA METABOLICA: per modificazioni dei processi metabolici a carico della stria vascolare. La presbiacusia è spesso accompagnata da ACUFENI, cioè rumori a tonalità acuta con una ipoacusia di tipo recettivo sui suoni acuti ed è, nelle forme neurosensoriali, una curva in graduale discesa, con aumento di soglia inizialmente per le frequenze acute, successivamente per quelle intermedie e gravi.

I deficit selettivi sec. Matshke si riferiscono inizialmente al di sopra dei 2000 Hz, per perdita delle cellule acustiche esterne ed è più evidente dopo i 60 anni d’età; sec. Belal la presbiacusia non è un evento strettamente correlato con l’età, potendo sussistere l’età avanzata e un quadro di normoacusia ed è importante approfondire i procedimenti diagnostici relativi alle forme neurosensoriali che si presentano asimmetriche, potendo ipotizzare patologie a carico dell’orecchio interno (otosclerosi cocleare, malattia di Meniére o tumori del nervo acustico.

L’igiene di vita ed alimentare, associato alla riduzione delle concomitanti cause di senescenza, possono costituire un efficace mezzo per ridurre il processo d’invecchiamento dell’udito e ritardare l’epoca d’insorgenza della senescenza. L’unico aiuto al paziente presbiacusico è costituito dalla protesi acustica, meglio se bilaterale: i risultati sono di solito inferiori rispetto ai soggetti giovani con analoga perdita uditiva e la ragione è nel deficit acustico centrale, che rende difficile l’intelligibilità del messaggio verbale. Ma, se la correzione protesica è ben fatta ed è binaurale ed il soggetto è ben addestrato, i vantaggi sono evidenti.

Possiamo in conclusione affermare con Solomon, che la possibilità di comunicare riveste un’importanza fondamentale per l’autonomia di una persona, la possibilità di poter interagire con il mondo esterno e di essere felici.

Data pubblicazione: 19 dicembre 2010 Ultimo aggiornamento: 04 maggio 2018

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