L'elaborazione del lutto nell'era digitale

f.bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta

L'evento che ha motivato questo articolo è legato alla notizia della morte di una collega psicologa, presente anche in MedicItalia.

L'articolo svolge due funzioni contemporaneamente. Questa elaborazione testuale è essa stessa un'elaborazione di un lutto che in qualche modo coinvolge la sfera personale dello scrivente, e contemporaneamente è un momento di rfilessione generale su come evolve la modalità di rapportarci con la morte nell'era del Web 3.0.

L'evoluzione digitale trasforma il nostro comportamento perchè fornisce nuove risorse e strumenti e modalità diverse di comunicazione. In quanto strumento, il mondo digitale acquista un valore in relazione all'uso ed alla percezione che hanno le persone.

Alcune persone sanno adattarsi rapidamente all'uso dei nuovi strumenti, altre hanno un ritmo più lento, ed altre ancora hanno timore e rifiuto, e perchè la novità altera schemi precedenti, e perchè non conoscono come utilizzare lo strumento. La metafora del carro è appropriata: possiamo scansarci e far passare il carro, esserne travolti, oppure essere abbastanza agili da saltarci sopra e farsi trasportare o guidarlo.

La vita digitale 3.0 permette il nascere di relazioni virtuali, e siccome sappiamo che tutte le relazioni sono destinate a divenire delle perdite, dobbiamo adattarci ad elaborare virtualmente anche le perdite. Delle relazioni virtuali consideriamo il fatto che sono relazioni in grado di muovere emozioni.

A dir la verità una parte della psicologia cognitiva afferma che tutto il mondo è in realtà virtuale, in quanto qualsiasi dato sensoriale viene comunque elaborato virtualmente nella nostra mente, per cui noi reagiamo all'immagine del mondo che costruiamo, e non al mondo stesso.

Così come posso sentire "lontana" una persona fisicamente vicina, alla quale magari sto tenendo la mano, allo stesso modo posso sentire "vicina" una persona fisicamente lontana, separata da migliaia di chilometri.

E il web 3.0 offre strumenti nuovi anche per l'elaborazione del lutto e della perdita; il processo di elaborazione della perdita resta lo stesso, e, semplicemente, cambia la modalità. I contenuti sono comunque generati ed elaborati dalle persone, che semplicemente li esprimono in modo diverso.

Come nel lutto nel mondo reale, esiste un lutto pubblico ed uno privato, e tanti gradi di diversità nell'immaginaria linea che congiunge la sfera individuale con la sfera sociale.

E dal vissuto privato di pochi, si passa ad un vissuto più esteso, condiviso con diverso grado d'intimità a più persone.

Le differenze culturali hanno un ruolo importante nel processo di elaborazione del lutto in quanto oltre a rappresentare dei riti di passaggio, indicano anche una modalità condivisa da seguire per favorire il processo di separazione e di distacco. I riti costituiscono il sistema terapeutico culturale più antico per affrontare le conseguenze della morte per i vivi. (Andolfi M. D’Elia A, 2007). Alcune culture, però, possono aver sviluppato modalità che in altre culture vengono considerate patologiche, o non comprese.

Chi vive nella cultura digitale del Web 3.0 svilupperà (ha sviluppato, dato che è una realtà presente) una modalità digitale 3.0 di elaborare il proprio lutto.

E così come abbiamo i luoghi reali della memoria, rappresentati dai momumenti e dai cimiteri, abbiamo anche un luogo virtuale nel web 3.0 dove commemorare i defunti.

Anche se poi il luogo più importante resta sempre e solo il nostro personale cimitero interiore.

Data pubblicazione: 07 febbraio 2013

12 commenti

#2
Dr. Dario De Gennaro
Dr. Dario De Gennaro

Grazie Fernando per l'articolo.
E' proprio vero, anche le relazioni virtuali necessitano dell'"elaborazione del lutto" quando vengono meno.
Dario De Gennaro

#3
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Ma come...sino a questo momento qualche psicologo storico del nostro sito considerava una "balla colossale" la mia definizione di "empatia virtuale" (*)
https://www.medicitalia.it/salute/senologia/6-consulti-online-in-senologia.html

ed ora ci spingiamo sino alla elaborazione del "lutto virtuale" !?

Musica per le mie orecchie !

Blog bello, interessantissimo e innovativo su un tema di grande attualità in discussione tra l'altro in almeno tre incontri pubblici nel mese di marzo 2013 a Milano.

(*) ...si raccomanda di leggere il libro di Simon-Baron Cohen “THE SCIENCE OF EVIL”

#6
Ex utente
Ex utente

io purtroppo il lutto non riesco ad elaborarlo....non riesco ad accettare il suicidio di mio marito, avvenuto nel 2007, e la morte dei miei genitori nel 2010 ad un mese di distanza uno dall'altro...e stranamente più passa il tempo, sopratutto dalla morte di mio marito, e meno riesco ad accettarla, soffro da anni di depressione ed ora, per poter in qualche modo sopravvivere ed andare avanti ho deciso di aspettare di raggiungerli, qualche volta penso di farlo da sola...tanta è la voglia di stare con loro, di rivederli, ma poi penso ai miei 2 figli e ci ripenso...e attendo che sia qualcun altro a decidere per me....la mia mente e la mia testa però è come se fossero già di là...quì non ho più alcun tipo di interesse terreno che non sia fare ciò che devo per i miei figli, cioè lavorare,accudirli e stare loro vicino per quanto il mio stato lo permette....grazie.

#8
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Gentile Utente 93836, ha ragione a non riuscire ad elaborare il lutto: la mia perdita virtuale è infinitamente meno coinvolgente emotivamente della Sua. Ha tutta la mia comprensione, ma soprattutto la mia ammirazione: subire 3 perdite di quella portata a breve distanza mettono a dura prova chiunque.
E se a momenti si sente giu, sappia anche che l'essere vicino ai figli Le è motivo di orgoglio e di autostima. E se la testa è di là, è comunque consapevole che il corpo è di qua, e non è poco.
Siete in 3 a dover elaborare il lutto, ognuno a modo suo, ma almeno siete in 3. Ed in qualche modo, in questi anni, qualche elaborazione l'ha fatta, e anche se procede a momenti, comunque procede.
Di risorse per aiutarsi ad elaborare il lutto ci sono. Non fanno miracoli, ma aiutano. Forse Le è d'aiuto, aiutare i figli ad elaborare il proprio lutto. Anche se la famiglia ha perso alcuni membri, non è sola, e questa è la risorsa che Lei stessa già ha trovato.
Grazie a Lei per aver contribuito con la Sua storia ed averla condivisa con noi.

#9
Ex utente
Ex utente

Grazie a Lei per avermi risposto e per avermi dato la possibilità di parlare di quest'argomento, cosa che in genere difficilmente riesco a fare...lo sò che non sono sola però è difficile essere sempre io la colonna sulla quale appoggiarsi e non averne una sulla quale potermi appoggiare io....forse è proprio questo che mi manca...e forse il fatto che nella vita sono più gli anni in cui sono stata figlia che quelli in cui sono diventata mamma...ed i miei genitori sono stati le colonne della mia vita fino all'ultimo giorno della loro....ed ora è difficile e angosciante pensare al futuro senza di loro...grazie ancora comunque per avermi consentito lo sfogo, un caro saluto.

#10
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Gentile Utente,
sfogarsi aiuta a far uscire quello che c'è dentro... e in famiglia siete in 3 a dovervi sfogare, ognuno a modo proprio. Le lacrime sono acqua che lava via la tristezza ed il dolore. Conitnui a cercare modalità di sfogo ed a rinforzare la sua colonna, divenuta portante della sua famiglia.
A disposizione. Un caro saluto anche a Lei!

#11
Ex utente
Ex utente

Grazie delle parole e della sua disponibilità...della quale può darsi che tornerò ad approfittarne..purtroppo.

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