Sento di aver fallito

Gentili Dottori,
sono una studentessa fuori corso di ingegneria, ho 25 anni e purtroppo ho paura di non riuscire a trovare una via d'uscita.

ho iniziato l'università a 19 anni, e in contemporanea ho cominciato a dare ripetizioni di matematica e fisica a una marea di ragazzini, per concedermi quello che purtroppo i miei non potevano darmi: una vacanza ogni tanto, qualche sfizio, una pizza in più con gli amici...

Mi vergogno molto a dirlo ma così facendo mi sono lasciata prendere la mano, e purtroppo mi laureerò nella triennale solo a luglio...

nell'ultimo anno però mi sono data da fare, ho dato esami con una media altissima e i complimenti di alcuni professori non sono mancati...questa corsa però ha causato in me forti crisi d'ansia che non riesco a gestire.

ora ciò che mi assilla è la specialistica, che vorrei fare e che sono certa conseguirei nei tempi previsti, ma che mi crea non pochi problemi d'ansia.

non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che finirei a 27 anni e otto mesi, ho il letterale terrore che a quel punto nessuno con un ritardo del genere mi assumerebbe, e io invece a lavorare tengo tantissimo, ENORMEMENTE.

purtroppo questa preoccupazione mi sta rovinando la vita, non dormo più la notte e assillo i miei genitori con domande alle quali anche loro non possono evidentemente dare una risposta.

eppure sono una ragazza intelligente, seria, da fuori sembro in gamba...ma in realtà sono solo una fallita, e non riesco ad accettarlo e trovare una via d'uscita.

non so su che cosa fare leva per tirarmi fuori da questa situazione, non so se sperare o se fermarmi alla triennale dando un taglio a questa situazione pesante psicologicamente, ma pentirmi tutta la vita di non aver proseguito...

Mi vergogno molto, ma ho bisogno di risposte alle mie domande...

Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione, grazie davvero per il lavoro che fate.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, io mi sono laureato a 39 anni e non ho avuto grossi problemi nel passare dalla professione che svolgevo prima a quella che svolgo adesso.

Non si fasci inutilmente la testa senza prima essersela rotta. Ha fatto benissimo a iniziare a lavorare nel frattempo. Ora si tratta solo di stringere un altro po' i denti e completare il suo percorso. Il lavoro non manca mai per le persone capaci e che mostrano di sapersi impegnare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Sara Pezzoni Psicologo, Psicoterapeuta 51 1
Non si tratta assolutamente fi fallimento...è solo leggermente in ritardo e non pensi in alcun modo che questo potrà precluderle esperienze lavorative interessanti.Se è in gamba lo saprà dimostrare tranquillamente nel corso della vita,tra l'altro non mi sembra una persona nè pigra nè svogliata...prende voti alti e da anche ripetizioni..tanto di cappello.
Davvero, non si preoccupi inutilmente,troverà la sua strada anche se è qualche anno in ritardo.

Dr.ssa Sara Pezzoni
www.psicologiaeserenita.com
sarapezzoni@libero.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie infinite dottori...
di certo sapete quanto le vostre parole possano essere utili a chi è in un momento di sconforto...

il mio dottore una volta mi disse che ho "manie di onnipotenza", perchè non sopporto l'incertezza sul futuro e vorrei avere anche quello sotto controllo, cosa evidentemente impossibile!

purtroppo l'idea di presentarmi a un colloquio di lavoro dopo 8 anni e mezzo di università invece che 5 mi spaventa molto, e nei momenti più brutti (soprattutto la sera e la notte, la mattina sto molto meglio!) mi sembra di aver fatto un errore irrimediabile e che nessuno mi prenderà a causa del mio ritardo...

comunque cercherò di farmela passare!magari ogni tanto verrò qui a rileggere queste risposte!

grazie ancora per le vostre parole!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> il mio dottore una volta mi disse che ho "manie di onnipotenza", perchè non sopporto l'incertezza sul futuro e vorrei avere anche quello sotto controllo, cosa evidentemente impossibile!
>>>

Questa non è mania di onnipotenza, si chiama ossessività.

La tendenza al perfezionismo, a esigere troppo da se stessi e/o dagli altri, a preoccuparsi per le conseguenze di ciò che si fa e che ci accade e la mania di tener sotto controllo tutto quanto, fa parte di un tratto psicologico ben definito, che può essere curato. Chieda un parere a uno psicologo/psicoterapeuta dopo aver letto questi articoli:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore,
in realtà il mio problema riguarda solo il futuro, la cui incertezza, soprattutto ora che mi sembra di averlo irrimediabilemnte rovinato, mi fa una paura incredibile...purtroppo ora come ora lo definirei terrore...

dopo una settimana passata a piangermi addosso e a rimuginare giorno e notte su come andrà a finire direi che è ora di seguire il suo consiglio, mi rivolgerò ad un professionista.

Grazie ancora
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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
innanzitutto volevo ringraziarvi, dopo il vostro consulto mi sono tirata su e di buona lena ho ripreso a studiare senza scoraggiarmi...a fine febbraio è arrivato un bel 28 in un esame non facile a dirmi che non sono proprio una stupida :)
queste sono piccole cose, ma per me sono importanti...quindi grazie ancora per le vostre parole.

purtroppo il momento è durato poco, mi manca solo un esame e sto finendo la tesi, a luglio potrei aver finito e si può dire che io stia bene...tuttavia ogni tanto ritorna quella orribile sensazione di fallimento, mi vedo senza via d'uscita, sento che il tempo perso non sarà mai recuperato e di essermi rovinata la vita.

qualunque piccola cosa mi scaraventa giù. ad esempio oggi ho deciso di fare un giretto veloce con la mia migliore amica e ho incontrato per caso una mia ex compagna di classe che, dall'alto della sua laurea specialistica in economia, ha cominciato a tempestarmi di domande, guardandomi alle mie risposte con evidente pena...

il fatto è che mi sono accorta che le persone quando hanno qualcosa che non va (lei ad esempio nonostante la laurea non trova lavoro) tendono a "rivalersi" su di me, per sentirsi meglio...è orribile...

io so che non dovrei farmi buttare giù da una cosa così piccola, che il mio umore non può cambiare così solo per l'incontro con una persona poco gentile, ma non posso farci nulla...

stasera dovrei studiare, ma ovviamente sono bloccata, qui a piangere seduta alla scrivania.

credo di aver bisogno di aiuto, tuttavia non posso (o non voglio) chiedere soldi ai miei genitori...secondo voi potrei rivolgermi a uno psicologo della asl?posso fidarmi o verrei seguita in modo solo superficiale?devo farmi fare l'impegnativa dal medico?

grazie ancora per la vostra attenzione, buona serata!
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

La ringrazio per la bella risposta!

Non avevo idea che ci fosse un aiuto psicologico nelle università! Ho appena mandato un mail allo spazio ascolto del mio ateneo, mi sento già più fiduciosa per aver fatto qualcosa di concreto per migliorare la mia situazione, spero che presto tutto vada per il verso giusto!

La ringrazio molto

Cordiali saluti