Rischi anestesia totale di 1 ora su emiplegica dx e afasica post ictus

Buongiorno, mia madre donna di 72 anni nell'aprile del 2011 ha avuto un aneurisma e ischemia post operatoria i cui esiti sono un'emiplegia a dx e afasia. Non ha più avuto problemi di salute tutto perfetto, ora ha avuto delle coliche renali ed abbiamo scoperto che ha la stenosi del giunto congenita e dovrà effettuare una plastica del giunto. Operazione abbastanza semplice ma che richiede un'anestesia totale di un'ora. Abbiamo fatto il consulto con il cardiologo che ha dato l'ok e poi quello con l'anestesista che mi ha elencato i rischi che mi hanno fatto venire l'angoscia. Ha detto che una persona come lei potrebbe avere un deficit respiratorio non visibile normalmente e che potrebbe avere difficoltà di ripresa di respirazione normale dopo l'anestesista.. È che chi ha avuto già un insulto neurologico può peggiorare il suo quadro clinico. É vero? In che percentuale di probabilità?
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente buon giorno, il collega anestesista ha sicuramente fatto una valutazione accurata delle condizioni cliniche della mamma mettendo in evidenza il quadro peggiore delle eventuali complicanze intra e postoperatorie. Questo perchè, dovendo ottenere un consenso informato alla anestesia per un intervento che pare necessario, non può tralasciare nulla e/o lasciare nulla di" non detto" anche al solo scopo di non spaventare.
Certamente le condizioni della mamma, anche se per il resto in buona salute, pongono un rischio anestesiologico aumentato (considerando che il rischio 0 non esiste, ma che un paziente sano parte da I, la mamma, a mio avviso e con gli elementi che ho a disposizione, pare collocabile tra II e III). Tuttavia non è inoperabile e pazienti con tale rischio vengono, se necessario, quotidianamente anestetizzati con successo.
Per quanto riguarda la funzionalità respiratoria, se si sospetta un deficit pur compensato, si possono fare delle indagini ad hoc nel preoperatorio; per quanto riguarda il danno neurologico, in condizioni di stabilità cardiocircolatoria intra e postoperatoria, non penso che dovrebbe peggiorare.
Potrebbe comunque essere utile e sicuramente il collega potrà predisporlo, un periodo di monitoraggio ed osservazione postoperatorio in Terapia Intensiva.
Spero di essere stata chiara, anche se con gli elementi a disposizione non è possibile dire di più, cordiali saluti.

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Dottoressa Anna Maria Martin