Problemi post-infarto

Gentilissimi Dott.ri dello Staf MediciItalia
Dal 2012 soffro di cattiva digestione, dalla gastroscopia eseguita nel gennaio 2013 mi è stata diagnosticata
MGRE, curata con pantoprazolo, Domperidone e Gaviscon. La cui cura non ha dato i dovuti risultati. la cosa strana è che quanto comincio ad avere i disturbi gastrici si sommano problemi strani, come lievi vertigini, visione un po' offuscata.
A novembre 2015 vengo ricoverato per un infarto, trattata positivamente con angioplastica ed inserzione n. 3 stent, uno nella coronaria Dx e 2 nell’IVA. Con la terapia che faccio post - infarto la mia situazione gastrica è peggiorata ulteriormente. Il sospetto che dietro a questi problemi gastrici e cardiaci vi sia uno stato d'ansia eccessivo che mi sta rendendo la vita un inferno, ho paura di fare delle cose che prima erano normali (fare la spesa, uscire con la famiglia a divertirsi, ecc) e mi assale un'agitazione insensata di controllare il battito cardiaco e/o la pressione più volte anche a distanza di tempo ravvicinata ossessionato dall’idea di un nuovo attacco cardiaco. Il cardiologo e il medico curante mi hanno consigliato di prendere qualche goccia di Xanax. Il consiglio è stato disatteso in quanto non mi hanno prescritto una terapia specifica da utilizzare. Vorrei sapere se i farmaci che prendo per terapia post-infarto possono causare questi problemi neurologici o la patologia stessa che causa queste problematiche di ansia e depressione.
Da premettere che dopo l’infarto ho scrupolosamente effettuato tutti i controlli: Ecocardogrammi, ECG HOLTER, Prova di sforzo, Risonanza Magnetica Cuore tutti con esiti favorevoli dicendomi che la zona di cuore intaccata dall’infarto è piccola ed FE=55%
La Terapia:
mattina: 1 cp Blilique 180 mg, 1 cp Cardicor 2,5 mg, Pantorc 20 mg.
Dopo pranzo: 1 cp cardioapirina 100 mg, 1 cp Seacor 1000 mg.
Sera: 1 cp Blilique 180 mg, 1 cp Torvast 40 mg, 1 cp Quark 5 mg.

Grazie in anticipo.
[#1]
Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 107.5k 3.6k 3
Lei e' stato curato benissimo sia con l angioplastica ceh con la terapia medica.
Resta il problema del peso , che e' un fattore di rischio importante e che sta a lei diminuire,. Ovviamnete ritengo che non fumio, altrimenti puo' tranquillamente gettare i farmaci che sta assumendo

Arrivederci
cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

[#2]
dopo
Utente
Utente
Per prima cosa Dr. .................. la ringrazio per avermi risposto.
Riguardo al peso dall'evento acuto ero 112 kg oggi sono 88 kg per un'altezza di 1,72 m. Riguardo al fumo ho smesso di fumare dal settembre 2012, anche se piango le conseguenze di 27 anni di fumo. Dall'analisi effettuati una settimana fa risulta:
Colesterolo Totale 128 mg/dL, Colesterolo HDL 37,9 mg/dL, Trigliceridi 80 mg/dL. Insomma dovrei aumentare almeno di 10 mg/dL l'HDL. Il problema che rimane è quello che sta abbassando la qualità della mia vita è il pensiero negativo e/o la paura di stare male al minimo dolorino, al minimo capogiro, ecc. Vorrei capire se questo stato d'ansia è un problema indotto dalla terapia che svolgo o è un problema che è sorto o stato incrementato dall'evento acuto dato che di mio carattere un po' ansioso lo sono stato sempre e soprattuto se a questo c'è un rimedio.
Grazie in anticipo.
[#3]
Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 107.5k 3.6k 3
Lei ha fatto passi da gigante sia riducendo il peso cosi' drasticamente e riuscendo a smettere di fumare.
Complimenti davvero.
Per cio ' che riguarda il tono dell'umore le garantisco che passera'.
Molto frequentemente chi ha subito un infarto ha due reazioni opposte:
- c'e' chi come lei che tende ad avere paura di tutto, entrado in spirali di lieve depressione, di senso di inutilita', di sottostima
- c'e' chi al contrario pensa di essere immortale, pensando che tutto si possa sistemare e non modifica in alcun modo i propri fattori di rischio.

A mio modesto avviso la reazione importante che dovrebbe esserci e' quella di pensare che ...e' andata bene.
In altre parole il suo rischio di vita e' adesso molto piu' basso di 10 minuti primna che lei avesse l'infarto.
Pwerche' questa e' la verita'.
Sia per le terapie, sia perche' ha ridotto con la sua volonta' i fattori di rischio che poteve modificare.

Cordialita'

cecchini
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