Morte dopo intervento di bypass coronarico

Cari professionisti, mi appello alla vostra esperienza poichè sono davvero disperata! Mio marito è morto una settimana fa dopo un intervento di bypass coronarico, eravamo in vacanza in montagna e improvvisamente gli si sono gonfiate le caviglie e faceva fatica a respirare, quando ci siamo recati al pronto soccorso abbiamo saputo che aveva una storia di scompenso cardiaco congestizio che si era manifestata solo ultimamente con appunto gonfiore alle gambe, sub edema polmonare e fegato da stasi. Mio marito era iperteso da 15 anni ma non era affatto costante con le terapie purtroppo...
A mio marito è stata fatta una coronarografia che ha evidenziato una stenosi al 50% del tronco comune, è stato quindi operato di bypass una settimana dopo.
Mio marito stava in piedi, sembrava stare benissimo, è entrato con le sue gambe sorridente in sala operatoria.
Dalla fine dell'intervento è iniziato un calvario durato 12 giorni.
Lo hanno tenuto in terapia intensiva per 6 giorni poichè la gittata ventricolare sinistra era a 42 e la pressione non superava i 77/42, poi è stato trasferito in subintensiva dove gli veniva somministrata la dopamina con la pompa a dosaggio 7. Lui era in uno stato molto confuso, non riusciva a esprimersi, a stento si svegliava... dopo qualche giorno finalmente la ripresa... era lucido e parlava correttamente, la pressione era arrivata a 100/70 e pian piano nell'arco di 3 giorni è stato svezzato dalla dopamina e la pressione si manteneva. Ero così felice... ma quella stessa notte ha avuto un peggioramento che lo ha riportato di urgenza in rianimazione, era in ipovolemia, acidosi metabolica, aveva avuto una fibrillazione ventricolare, aveva un forte edema polmonare e celebrale. E' stato subito messo in circolazione extracorporea ed è stata fatta la richiesta per un trapianto salvavita ma lui non ha fatto in tempo ad arrivarci.
Abbiamo richiesto l'autopsia. Dai reperti macroscopici è emerso che il cuore di mio marito, perfettamente irrorato esternamente, era invece nel suo interno totalmente in morte cellulare colliquativa. L'intervento di bypass sembra fosse riuscito perfettamente e non rientrerebbe nelle cause del decesso.
Vi prego, chiaritemni un pò le idee... mi dicono che mio marito evidentemente era in uno stato talmente avanzato che aveva a stento un mese di vita (ma se andava a lavorare fino al giorno prima del ricovero per l'intervento!!!) e che nemmeno l'intervento di bypass ha potuto rallentarne o migliorarne la prognosi. Mi chiedo se non vi fosse stato modo di capire che avrebbe mal sopportato l'intervento, mi chiedo perchè non sia stato direttamente candidato al trapianto invece di subire dodici giorni di inferno dopo quello che era definito un intervento di routine????
Datemi un parere per favore, ho 41 anni e sono rimasta sola, è successo tutto troppo velocemente...
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 278 16
Mi spiace per suo marito e comprendo emotivamente i suoi dubbi, ma come medico credo proprio che le cose siano abbastanza chiare...La sofferenza del cuore di suo marito era legata a una cardiopatia con riduzione della capacità funzionale del cuore secondaria alla coronaropatia.....un tronco comune va comunque trattato chirurgicamente perchè il rischio di morte improvvisa è altissimo...quel che è accaduto dopo è legato a un peggioramento della funzione cardiaco, forse facilitato dalla chirurgia, ma non certo dal chirurgo, che comunque non poteva essere nè previsto, nè evitato....
Purtroppo quel che avrebbe dovuto fare suo marito nel passato e non è stato fatto (cos' come lei riporta) sarebbe stata l'unica ancora di salvezza...
Cordialmente

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
Grazie mille per la sua risposta.
Stiamo ancora aspettando i risultati dell'autopsia ma ho parlato con i medici che lo hanno tenuto in carico, c'è chi mi parla di probabile danno da ischemia/riperfusione secondo il quale un cuore in sofferenza da troppo tempo può peggiorare invece che migliorare nel momento in cui l'apporto di ossigeno viene ripristinato e in questo caso purtroppo devo ammettere che mio marito se l'è davvero cercata non prendendo le medicine. Ma questa complicazione non poteva essere evitata facendo un qualche tipo di accertamento per verificare quanto fosse danneggiato il cuore nel suo interno e metterlo magari già in lista per il trapiantoinvece che per il bypass?
E poi c'è chi mi parla di miocardite fulminante contratta in sala operatoria... ma se fosse così cosa dovrei pensare? Dovrei dannarmi per tutto il resto della mia vita pensando che mio marito non è più quì per un'infezione contratta proprio mentre si sottoponeva ad un intervento per tornare ad avere una vita normale?
Vivo nei dubbi e questo mi distrugge.
Grazie mille Dottore.
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 278 16
Guardi, il consiglio che posso darle è quello che darei a qualunque persona che perde un proprio caro e non riesce a farsene una ragione (anche quando invece tutto sembra chiaro e la perdita, per quanto dolorosa, è spesso giustificata)....Non si faccia dominare dai rimorsi per colpe che lei non ha....accetti il lutto anche se ovviamente è quanto di più difficile ci sia....
Noi purtroppo non possiamo fare molto per lei.
Cordialmente
[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
Capisco perfettamente le sue parole Dottore e la ringrazio profondamente. Io non ho nessun tipo di rimorso, quando dicevo a mio marito che sospendere la pillola antipertensiva era una cosa da non fare assolutamente lui non mi ascoltava, più di questo non potevo fare non essendo, per l'appunto, un medico.
Capirà però che perdere il proprio marito per un intervento definito dallo stesso chirurgo "di routine" è molto più difficile da accettare rispetto ad una morte avvenuta in circostanze diverse. Aspetterò i risultati dell'autopsia e spero mi aiutino a trovare una risposta, dopo di che sarò pronta ad accettare il lutto.
Cordiali saluti.