Dr. Antonio Pascotto
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mille grazie bellissima risposta
Disponibile, competente e preciso.
La ringrazio cercherò un oculista di fiducia
Ha risposto in maniera esauriente e ha risolto tutti i miei dubbi.
molto utile conoscere il concetto di monovisione
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Glossario medico
Distorsioni, spesso correlate all'astigmatismo, che determinano l'impossibilità di far convergere i raggi luminosi che entrano nell'occhio in un singolo punto focale sulla retina. Sono divise in due categorie: di alto-ordine e di basso-ordine.
Misurazione delle aberrazioni del fronte d'onda tramite un aberrometro. La misurazione delle aberrazioni del fronte d'onda viene utilizzata a scopo diagnostico per determinare le cause di alcuni disturbi visivi.
Rimozione chirurgica di tessuto, generalmente eseguita tramite un fascio di luce laser.
Capacità dell'occhio di cambiare la propria messa a fuoco a seconda che si guardino oggetti lontani o vicini.
Nel lessico oculistico, indica genericamente la capacità dell'occhio di vedere i dettagli in maniera nitida. Nella visione da lontano, viene generalmente espressa in decimi.
In Medicina, si riferisce a ciò che accade improvvisamente. Ad es., il glaucoma acuto è un attacco di pressione molto elevata dell'occhio, che si presenta in pochi attimi, senza preavviso (anche se l'oculista può ravvisare dei fattori di rischio).
Assenza del cristallino, la piccola lente naturale presente all'interno dell'occhio.
A livello oculare, le allergie provocano infiammazione della congiuntiva con conseguente arrossamento.
Termine che in oculistica viene utilizzato per segnalare la percezione di anelli intorno alle luci. Il sintomo può dipendere da imperfezioni ottiche dell'occhio o dei mezzi diottrici che si trovano davanti all'occhio (es. occhiali).
Deficit visivo di un solo occhio, chiamato anche "occhio pigro", che non si risolve in maniera completa con gli occhiali. Nei bambini viene curata bendando l'occhio che vede meglio, negli adulti vengono proposti trattamenti laser per ottenere un recupero relativo del visus naturale, che poi è ulteriormente migliorabile con esercizi di riabilitazione visiva.
Area di drenaggio dell'occhio, che si trova tra la cornea e l'iride, così chiamata per la sua forma angolare. La sua ostruzione, parziale o totale, è spesso causa di glaucoma, rispettivamente "cronico" o "acuto".
Condizione in cui gli occhi hanno un differente potere refrattivo (es. un occhio molto più miope dell'altro o un occhio miope e l'altro ipermetrope).
Strutture accessorie dell'occhio, tra cui le palpebre, l'apparato lacrimale, ecc.
Condizione clinica in cui, in uno stesso soggetto, un occhio è miope e l'altro è ipermetrope.
Micronutrienti che distruggono o neutralizzano i radicali liberi, molecole che sono stati implicate come un fattore causale nella stimolazione anomala di riproduzione cellulare (cancro) e la distruzione cellulare (invecchiamento).
Parte dell'occhio che produce le lacrime. Vengono considerate parte dell'apparato lacrimale anche le vie di deflusso delle lacrime, come i canali lacrimali ed il sacco lacrimale.
Le "braccia" di una lente intraoculare, che la mantengono in posizione una volta inserita nell'occhio.
La zona di tessuto che viene rimossa durante la chirurgia con laser ad eccimeri.
Dispositivo che emette un fascio termico, utilizzato nel trattamento del glaucoma (di solito "ad angolo aperto") e della retinopatia diabetica.
Linea retta che attraversa i centri di entrambe le superfici di una lente.
Linea retta che va dall'oggetto della visione alla fovea dell'occhio.
Affaticamento visivo dovuto ad un disturbo dell'accomodazione. E' presente soprattutto nei pazienti giovani affetti da ipermetropia e, in questi casi, è curabile con la prescrizione di lenti, dette talvolta "lenti da riposo".
L'astigmatismo può accompagnare l'ipermetropia e la miopia ed è causato solitamente da un'irregolarità della cornea (la parte anteriore, trasparente, del nostro occhio): si parla in questo caso di “astigmatismo corneale”.
Fenomeno caratterizzato dalla percezione di segnali luminosi atipici (visione tremolante, scintillii, ecc.) che spesso precedono attacchi di emicrania.
Nome commerciale del farmaco "bevacizumab", utilizzato in oculistica per la cura delle degenerazioni maculari e di altre malattie retiniche. Il farmaco viene somministrato all'interno del bulbo oculare, in ambiente sterile (sala operatoria).
Uno dei due tipi di cellule sensibili alla luce, che si trovano principalmente nelle zone periferiche della retina (vedi anche "coni"). Ci sono circa 125 milioni di bastoncelli in ciascun occhio.
Molecola della famiglia di carotenoidi, precursore della vitamina A, ritenuta utile per la salute degli occhi.
Infiammazione delle palpebre, un problema comune che tende a cronicizzarsi.
Abbassamento della palpebra che interessa solo la palpebra superiore, di uno o entrambi gli occhi. L'abbassamento puo' essere appena visibile o molto marcato (la palpebra scende sopra la pupilla).
Strumento chirurgico che tiene le palpebre aperte e che permette al chirurgo di avere una buona visione del bulbo oculare, evitando che il paziente possa chiudere gli occhi durante l'operazione.
Il calazio è una tipica infiammazione delle palpebre, dovuta ad un'ostruzione delle ghiandole di Meibomio. Questo disturbo è spesso associato a rosacea e blefarite cronica e, in rari casi, può essere confuso con una neoplasia maligna.
Spazio fra la cornea ed il cristallino, che contiene l'umore acqueo.
Spazio sottile, dietro la parte periferica dell'iride e davanti al legamento sospensorio del cristallino ed i processi ciliari. E', in pratica, l'area fra l'iride ed il cristallino, da non confondere con la camera vitrea.
Si intende per campo visivo l'area del visibile quando la sguardo del paziente fissa un punto. Uno strumento, il perimetro, è in grado di dividere il campo visivo in una griglia di punti e di misurare la sensibilità di ciascuno di essi.
In oculistica, la sottile membrana che sostiene il cristallino. Viene perforata tramite YAG-laser quando si opacizza (capsulotomia).
Procedura chirurgica mediante la quale viene creata un'apertura nella parte anteriore della capsula che contiene il cristallino, al fine di asportare il cristallino negli interventi per cataratta o negli interventi di sostituzione del cristallino (es. per la correzione di miopia o ipermetropia elevata). Con i moderni laser a femtosecondi, la procedura viene svolta in maniera accurata e precisa da un fascio di luce focalizzata, seguendo i parametri che vengono previamente impostati dal chirurgo.
Piccola area rossa, situata nell'angolo interno dell'occhio, fra le due palpebre, che contiene ghiandole sebacee e sudoripare specifiche.
Processo di progressiva opacizzazione del cristallino legato a fenomeni di ossidazione delle proteine che lo costituiscono. Si tratta di una patologia tipica della senescenza, ma può interessare anche età meno avanzate.
La Legge 382/70 considera come ciechi assoluti o parziali i cittadini affetti da cecità bilaterale totale o che abbiano un residuo visivo con correzione non superiore ad un ventesimo in entrambi gli occhi.
Particolare forma di cefalea (mal di testa) che viene preceduta da strani fenomeni visivi che prendono il nome di "aura", della durata di circa 20-30 minuti. In alcuni casi, il fenomeno si presenta solo con i sintomi dell'aura, senza mal di testa.
Rimozione chirurgica di tessuto corneale.
Infiammazione della cornea. Può essere causata da vari fattori: quelli infettivi (virus, batteri, protozoi, funghi), gli agenti fisici (ad esempio i raggi ultravioletti) e le malattie sistemiche (artriti reumatoidi o vasculiti disseminate).
Grave malattia degenerativa della cornea, in cui questa si assottiglia e assume la forma di un cono.
Asportazione di tessuto corneale, volta a modificarne l'anatomia. Viene effettuata con il laser in una tecnica nota con l'acronimo LASIK.
In caso di grave deficit cellulare dello strato interno della cornea (endotelio), esiste un rischio di "scompenso endoteliale" che si manifesta inizialmente con un edema corneale, più marcato al mattino, successivamente con una cheratopatia bollosa, che determina un abbassamento dolente dell’acuità visiva (dolore dovuto alla rottura di bolle intra-epiteliali che stimolano la sensibilità del trigemino).
Rimodellamento chirurgico della cornea. Si distingue in "perforante" o "lamellare" a seconda che interessi tutto lo spessore corneale o solo una parte di esso.
La CK viene generalmente indicata nei pazienti ipermetropi o in quelli che hanno superato i 40 anni ed hanno difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti troppo vicini (affetti cioè da quel processo noto come presbiopia).
Incisione chirurgica della cornea, utilizzata soprattutto per modificarne la curvatura e correggere difetti come miopia ed astigmatismo.
Forma modificata della cheratotomia radiale. Tecnica ormai in disuso per la correzione dell'astigmatismo.
Procedura obsoleta, un tempo utilizzata per correggere miopie lievi o moderate, eseguita facendo una serie di incisioni corneali periferiche allo scopo di determinare un appiattimento della cornea stessa.
Intervento di asportazione del cristallino naturale, divenuto opaco, e sostituzione con un cristallino artificiale, che oggi consente di eliminare anche i più comuni difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia).
Chirurgia Extracapsulare della Cataratta
Chirurgia in cui la cataratta viene rimossa in un unico pezzo attraverso un'incisione più grande, che di solito richiede diversi punti di sutura.
Chirurgia intracapsulare della cataratta
Chirurgia della cataratta in cui sia il cristallino sia la capsula che lo contiene sono completamente rimossi. E' una procedura del passato, oggi usata molto raramente.
La chirurgia refrattiva comprende numerose tecniche chirurgiche volte ad eliminare o ridurre il bisogno di occhiali o lenti a contatto. Tali procedure correggono gli errori refrattivi modificando il punto di messa a fuoco dell’occhio.
Membrana mucosa, che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre; ha la funzione di proteggere il bulbo oculare, nonché di facilitare lo scorrimento della cornea e delle palpebre nelle fasi di ammiccamento.
La congiuntivite è l'infiammazione della congiuntiva, membrana trasparente che riveste il bulbo oculare.
Congiuntivite giganto-papillare
Tipo di congiuntivite in cui si formano creste o dossi sulla parte interna delle palpebre, che creano disagio nell'indossare le lenti a contatto. Questa condizione è spesso causata proprio dall'eccessivo uso di lenti a contatto.
Uno dei due tipi di cellule sensibili alla luce, concentrate nel centro della retina (vedi anche "bastoncelli"). Ci sono circa 6,5 milioni di coni in ciascun occhio, 150.000 coni in ogni millimetro quadrato.
Indicazioni per il benessere degli occhi
Movimento degli occhi verso l'interno, in modo che siano entrambi diretti verso un oggetto posto a distanza ravvicinata. Funziona normalmente in armonia con la "divergenza", che viene utilizzata per gli oggetti più distanti.
Parte anteriore e trasparente dell'occhio, attraverso cui transita la luce, prima di attraversare il forame pupillare, per poi focalizzarsi sulla superficie retinica.
Anomalia corneale dovuta ad un deficit delle giunzioni intercellulari a livello delle cellule endoteliali e della membrana di Bowman, che determina una perdita di cellule endoteliali, con alterazioni delle dimensioni, della forma e del numero di queste cellule. Durante l’esame con lampada a fessura, la cornea guttata conferisce un aspetto “martellato” all’endotelio.
Parte dell'ùvea, assieme al corpo ciliare e all'iride. Si tratta una membrana sottile dell'occhio, situata tra la sclera e la retina, provvista di moltissimi vasi sanguigni che danno nutrimento al tessuto retinico.
Parte dell'occhio che collega la membrana coroideale all'iride. Produce umor acqueo, che riempie la parte anteriore dell'occhio e mantiene il tono oculare.
(Detto anche umore vitreo) Massa gelatinosa, trasparente ed incolore che riempie i 4/5 posteriori del globo oculare, per la precisione nella camera vitrea, che è lo spazio compreso tra la superficie posteriore del cristallino e la retina.
Terapia atta a risolvere l'incapacità di alcune persone di distinguere nitidamente gli oggetti da lontano. Si basa su trattamenti laser o su altre tecniche di chirurgia refrattiva. In altri casi, vengono prescritti occhiali o lenti a contatto.
Lente naturale, presente all'interno dell'occhio, che consente la messa a fuoco delle immagini sulla retina, il tessuto nervoso degli occhi che consente l'interpretazione delle immagini.
Cristallino artificiale (IOL) che viene inserito al posto del cristallino naturale, generalmente per un intervento di rimozione di cataratta. Consente la correzione dei difetti della vista da lontano e da vicino, eliminando il bisogno di occhiali.
Di lunga durata, in corso da diverso tempo.
Termine generico che indica la mancanza di sensibilità nella percezione di alcuni colori. Il daltonismo assoluto è quasi sconosciuto.
La degenerazione maculare legata all'età (DMLE) o senile (DMS) è una patologia multifattoriale che colpisce la zona centrale della retina, detta macula.
Degenerazione marginale pellucida
Disturbo corneale bilaterale, infiammatorio, caratterizzato dalla presenza di una fascia di assottigliamento periferico della parte inferiore della cornea.
Diabete insulino-dipendente, dovuto alla distruzione di cellule delle isole pancreatiche che producono l'insulina.
Malattia metabolica cronica caratterizzata dalla mancanza di secrezione di insulina e/o una maggiore resistenza cellulare all'insulina, con conseguenti livelli ematici elevati di zuccheri. Comporta complicanze a occhi, reni e sistema nervoso.
Diabete non insulino-dipendente, risultante dalla resistenza dei tessuti all'insulina.
In oculistica, è l'espressione utilizzate per definire una normale acutezza visiva.
Unità di misura del potere di rifrazione di una lente (pari al potere di una lente con distanza focale di un metro). Un valore diottrico negativo (come -3D) indica un occhio con miopia e valore positivo (come +3 D) indica un occhio con ipermetropia.
Visione doppia determinata dallo sbilanciamento nella forza dei muscoli oculari. E' una condizione quasi sempre legata allo strabismo, che determina un alterato allineamento degli occhi ed interessa circa il 4 per cento della popolazione generale.
È la parte del nervo ottico che si può osservare con l'esame del fondo oculare (la "testa" del nervo ottico). È formato dalla convergenza di tutte le fibre nervose della retina.
Malaugurato evento che si verifica quando la retina è sollevata dalla sua normale posizione nella parte posteriore dell'occhio, creando spesso un grosso pregiudizio visivo.
Distacco posteriore del vitreo
Separazione del corpo vitreo dal suo punto di ancoraggio alla superficie retinica, dovuta alla coartazione del vitreo stesso per cause degenerative o infiammatorie o per traumi contusivi. E' anche una condizione parafisiologica, legata all'età.
Movimento degli occhi verso l'esterno. Funziona normalmente in armonia con la convergenza.
Rotazione verso l'esterno della palpebra (si "rigira" il margine palpebrale). Spesso è una complicanza della paralisi del nervo facciale.
Raccolta di liquido nella parte centrale della retina. Si manifesta, in particolare, in casi di retinopatia diabetica, degenerazione maculare, traumi, ecc. Può essere curato con l'uso di antivegf, che vengono somministrati nel bulbo oculare.
Gonfiore localizzato alle palpebre dovuto a processi infiammatori, infettivi o traumatici, ovvero ad altri processi morbosi.
L'emicrania oftalmica è una particolare forma di cefalea (mal di testa) che viene preceduta da strani fenomeni visivi che prendono il nome di "aura", della durata di circa 20-30 minuti. In alcuni casi, il fenomeno si presenta solo con i sintomi dell'aura, senza mal di testa.
Visione dei "dieci decimi" senza sforzo. Indica lo stato di salute degli occhi in cui non è presente nessun vizio di refrazione: né miopia, né ipermetropia né astigmatismo.
Infiammazione interna dell'occhio. E' una possibile complicanza di tutti i tipi di chirurgia intraoculare, in particolare la chirurgia della cataratta, con possibile perdita della vista e dell'occhio stesso. La causa più comune è un'infezione, e vari batteri e funghi sono stati isolati come causa di endoftalmite. Altre cause includono traumi penetranti e corpi estranei intraoculari. E' solitamente accompagnata da dolore intenso, perdita della vista, e arrossamento della congiuntiva.
Tessuto cellulare che ricopre la superficie interna dell'occhio nella parte chiusa, di solito riferito alla cornea .
Malattia oculare che consiste nella rotazione verso l'interno del margine delle palpebre. Tale patologia si può manifestare su entrambe le palpebre di un singolo occhio, anche se spesso si nota soltanto in quella inferiore.
Tessuto cellulare che ricopre la superficie esterna dell'occhio. Costituito da uno o più strati di cellule, con poco materiale intercellulare.
Complesso strato di cellule che si trova compreso tra la membrana di Bruch e la parte più periferica dei coni e bastoncelli e che regola il passaggio delle sostanze metaboliche per e dalla retina.
Esercizi eseguiti per aiutare i muscoli oculari a lavorare insieme, per migliorare la percezione visiva.
Tendenza alla convergenza degli occhi, compensata dai muscoli extraoculari, che fanno in modo che gli occhi non appaiano rivolti verso l'interno. E' una sorta di "strabismo latente".
Posizione degli occhi in convergenza, in cui un occhio guarda dritto e l'altro guarda verso l'interno.
Espressione utilizzata per indicare due iridi di colore diverso. L'eterocromia delle iridi è ereditaria, viene cioè trasmessa da un familiare. Invece, in coloro che hanno avuto sempre gli occhi con colori uguali e che, nel corso del tempo, hanno subito il cambiamento del colore di un occhio, è possibile che ci sia stato un processo patologico, e il fenomeno andrebbe controllato dall'oculista.
Tendenza latente di un occhio a deviare in una determinata direzione, a causa di squilibrio dell'attività dei muscoli oculari.
Posizione degli occhi di divergenza, compensata dalla muscoli esterni dell'occhio (muscoli extra-oculari). E' una sorta di strabismo latente.
Posizione degli occhi di divergenza costante. Un occhio guarda dritto e l'altro è rivolto verso l'esterno. Può essere congenita o acquisita. Le forme acquisite comportano quasi sempre diplopia (visione doppia).
Facoemulsificazione della cataratta
Procedura di rimozione della cataratta, che consiste nel fare una piccola incisione nell'occhio, di circa 2,2 mm, e nell'inserire attraverso l'apertura uno strumento, simile ad una penna, utilizzato per emulsionare ed aspirare il cristallino opaco.
Abbreviazione per "Food and Drug Administration". E' l'agenzia governativa statunitense che si occupa della valutazione ed approvazione di dispositivi medici, farmaci e tecniche chirurgiche.
Intervento di asportazione della cataratta effettuato con l'ausilio del laser a femtosecondi. La tecnica consente di limitare il numero di manovre manuali durante l'atto chirurgico.
Tecnica chirurgica utilizzata per la correzione di difetti comuni della vista come miopia, ipermetropia, astigmatismo. È l'evoluzione di una tecnica chiamata Lasik, che sfrutta un preciso laser femtosecond che rende la tecnica più sicura ed efficace.
Acronimo inglese dei termini "Femtosecond Laser-Assisted Cataract Surgery", che indica la chirurgia della cataratta effettuata con l'ausilio del laser a femtosecondi.
Parte della cornea composta da epitelio, membrana di Bowman e una parte di stroma, tagliata come una cerniera sollevata durante la LASIK (tecnica per la correzione di miopia, ipermetropia ed astigmatismo).
Chiazze chiare o strie e macchie scure in movimento, causate dalla trazione vitreale sulla retina (lampi di luce) o dalla presenza di aree di addensamento o sangue nel corpo vitreo (miodesopsie).
Esame diagnostico mediante il quale vengono esaminati i vasi sanguigni più profondi all'interno dell'occhio. Del colorante viene iniettato in una vena del braccio e, attraverso il sangue, si diffonde alla parte posteriore dell'occhio (fondo oculare).
(o test dell'annebbiamento) - Test talvolta utilizzato nel corso della visita oculistica, per la valutazione dell'ipermetropia, con lo scopo di realizzare una correzione adeguata e completa del difetto visivo.
In Oculistica, si riferisce alla focalizzazione di potenti raggi di luce, in modo da formare piccoli spot sul fondo oculare, prodotti dal calore, che saldano le rotture della retina e cauterizzano piccoli vasi sanguigni.
Sintomo di eccessiva sensibilià alla luce e di avversione alla luce del sole o ai luoghi ben illuminati. In termini medici, non si tratta di paura, ma di una esperienza di disagio o dolore agli occhi a causa dell'esposizione alla luce.
Cellule che compongono lo strato più interno della retina che, stimolate dalla luce che proviene dall'esterno, trasmettono il segnale lungo le vie ottiche fino alla corteccia occipitale, dove le immagini vengono poi interpretate. Si suddividono in "coni" e "bastoncelli".
Piccola depressione nel centro della retina, il punto di massima acutezza visiva. E' un'area priva di vasi sanguigni, tanto che nella terminologia anglosassone viene definita con l'acronimo FAZ (fovea avascular zone, ossia zona avascolare foveale).
Area posteriore dell'occhio, che comprende la retina, la coroide, il disco ottico ed i vasi sanguigni. Viene visualizzato attraverso l'oftalmoscopio o strumenti più moderni come il DRS, che consente di evitare l'uso di gocce per dilatare le pupille.
Esame diagnostico utilizzato in Oculistica per la valutazione di eventuali danni a carico del nervo ottico.
Effetto di dispersione della luce, che riduce la qualità visiva.
Malattia dell'occhio, quasi sempre indolore, caratterizzata da aumento della pressione interna; non trattata, porta ad una graduale perdita della vista.
Condizione di glaucoma che si verifica improvvisamente (acuta).
In Oculistica, termine utilizzato comunemente in alternativa alla parola "collirio" (es: Che gocce devo mettere? - Mi consiglia quali gocce potrei utilizzare?).
Tecnica che utilizza una lente, con uno specchio interno, posizionata direttamente sulla cornea; viene utilizzata per visualizzare l'area di drenaggio chiamata "angolo", attraverso la quale fuoriescesce l'umore acqueo dal bulbo oculare.
Immagine su cui sono rappresentate linee orizzontali e verticali, di solito bianche su sfondo nero, utilizzata per svelare difetti del campo visivo centrale, spesso correlati a malattie della macula (parte centrale della retina).
Opacità corneale che provoca la sensazione di guardare attraverso il fumo o la nebbia.
Infezione ricorrente oculare causata dal virus Herpes Simplex. È una delle più comuni cause di cecità corneale, la più comune causa infettiva.
Apparecchiatura che consente la valutazione quantitativa delle fibre della papilla ottica e delle fibre nervose peripapillari. Il termine esatto è tomografia neuro-retinica HRT (Heidelberg Retinal Tomography).
E' la luce riflessa nell'occhio dagli oggetti che vi si trovano di fronte. Tale luce contiene tutte le informazioni sugli oggetti (come il colore, l'ombra, il movimento e i dettagli), che vengono poi trasferite al cervello e ci permettono di vedere.
Seconda immagine, più debole rispetto alla principale, dell'oggetto che si sta visualizzando.
Dispositivo artificiale inserito nel tessuto retinico con lo scopo di ridare parzialmente la vista ai pazienti non-vedenti.
Termine che significa "sul posto".
Incisioni lineari eseguite sulla superficie corneale, volte a modificarne la curvatura. Sono eseguite nella cheratotomia radiale (RK, tecnica ormai in disuso) e nella cheratotomia astigmatica (AK).
Piccole incisioni realizzate all'estrema periferia della cornea (limbus), con lo scopo di rendere la cornea più regolare, per correggere l'astigmatismo. .
Termine generico, talvolta utilizzato in Oculistica con riferimento alle "iniezioni intravitreali di antivegf", utilizzate per la cura della degenerazione maculare.
Semi-anelli di plastica che, impiantati chirurgicamente, cambiano la forma della cornea.
Termine che identifica una tecnica per la correzione dei difetti refrattivi, meglio nota come FemtoLasik. Con l'aiuto del laser femtosecond, la tecnica rappresenta un'evoluzione della vecchia LASIK con microcheratomo e, in maniera rapida e precisa, consente di ridurre o eliminare la dipendenza da occhiali e lenti a contatto. Il termine "intralase", in realtà, identifica il marchio di una delle aziende produttrici del femtolaser.
IOL è il termine con cui vengono chiamate le lenti intraoculari (dall'acronimo inglese Intra Ocular Lens) che vengono impiantate in modo permanente nell'occhio in caso di gravi difetti della vista, come la cataratta. Il termine viene utilizzato in oculistica come sinonimo di cristallino artificiale: il cristallino, infatti, è la lente naturale grazie alla quale l'occhio mette a fuoco le immagini.
Minuscole lenti, posizionate all'interno dell'occhio senza rimuovere il cristallino naturale, che si comportano come lenti a contatto interne.
Lenti intraoculari che consentono la correzione di più difetti visivi contemporaneamente (es. miopia e presbiopia, miopia e astigmatismo) tramite intervento di Sostituzione del Cristallino o Intervento per Cataratta.
Trattamento chirurgico che mira ad aumentare la funzione maculare e quindi al miglioramento della visione centrale soprattutto nei pazienti con degenerazione maculare secca.
Evento che può verificarsi nell'ambito della Chirurgia Refrattiva, quando la correzione ottenuta è maggiore di quanto desiderato; nella LASIK, è in genere dovuta ad una eccessiva risposta del tessuto corneale del paziente all'ablazione con il laser.
E' l'incapacità di vedere gli oggetti vicini in maniera nitida come quelli distanti; per vedere gli oggetti distanti, poi, è necessario "accomodare", e ciò può comportare un relativo affaticamento visivo, specie nei soggetti meno giovani.
Elevata pressione del liquido presente all'interno dell'occhio (umore acqueo). La pressione normale varia fra i 10 ed i 19mmHg. Oltre 20 merita esami di approfondimento (pachimetria, perimetria, analisi del nervo ottico).
Carenza di ossigeno dell'organismo o di un tessuto.
Condizione che si verifica quando, nonostante la migliore correzione possibile con occhiali o lenti a contatto, non si è in grado di raggiungere una normale capacità visiva. E' spesso conseguenza di gravi malattie degli occhi.
Membrana muscolare dell'occhio di colore variabile, con forma e funzione di diaframma, pigmentata, situata posteriormente alla cornea e davanti al cristallino, perforata dalla pupilla.
Trattamento per il glaucoma ad angolo chiuso, uno dei molti tipi di glaucoma, di solito fatto con un laser.
Riduzione o blocco del flusso di sangue attraverso un vaso sanguigno. L'ischemia è la causa di attacchi cardiaci (infarti del miocardio) e ictus ed è anche la causa di varie situazioni di perdita del campo visivo, per occlusione di un vaso retinico.
Sinonimo di Glaucoma, gruppo di malattie oculari accomunate dalla presenza di un danno cronico e progressivo del nervo ottico, che può portare alla perdita irreversibile della vista o di parte di essa.
Strumento oftalmico in grado di produrre un fascio sottile di luce. E' usato per illuminare ed esaminare le parti esterne ed interne dell'occhio.
Intervento di chirurgia refrattiva in cui l'epitelio è sollevato con una spatola sottile, come se fosse un foglio, e viene poi riposizionato al termine dell'intervento, a mo' di benda naturale.
Dispositivo che genera un fascio intenso e molto concentrato di luce. Vedi anche: argon laser, Nd:YAG laser, laser a femtosecondi e laser ad eccimeri.
Tipo di laser che emette impulsi ottici di durata estremamente breve, nell'ambito di femtosecondi, più corti di un quadrilionesimo (!) di secondo. Questi impulsi ultra-brevi sono troppo rapidi per riuscire a trasferire calore sul materiale da tagliare (e per questo sono considerati sicuri) e sono in grado di fare incisioni chirurgiche con estrema precisione. Sono utilizzati nella chirurgia della cataratta e nella FemtoLasik, in cui hanno sostituito alcune manovre manuali del passato.
Fascio di luce utilizzato in oculistica per la correzione di difetti visivi comuni come miopia, ipermetropia ed astigmatismo. E' associato al laser a femtosecondi in una tecnica più recente, detta FemtoLasik.
Tecnica chirurgica utilizzata per la correzione di difetti comuni della vista come miopia, ipermetropia, astigmatismo e, in alcuni casi, presbiopia.
Lente artificiale permanente, inserita chirurgicamente all'interno dell'occhio per sostituire il cristallino durante la chirurgia della cataratta o in alcuni interventi per la correzione di miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia.
Tipo di lente (da occhiali, lente intraoculare o lente a contatto) che presenta due diversi raggi di curvatura, utilizzata per la correzione dell'astigmatismo.
Dispositivi ottici utilizzati per la correzione temporanea di comuni disturbi visivi come miopia, ipermetropia e astigmatismo.
Lenti con due lunghezze focali, di solito costruite con la messa a fuoco per lontano nella parte superiore e con la messa a fuoco per vicino nella parte inferiore.
Dispositivi ottici impiantati all'interno degli occhi che consentono la correzione di difetti visivi di grado medio-elevato.
Dispositivi ottici impiantabili all'interno degli occhi, utilizzati per la correzione dei difetti visivi e/o la sostituzione del cristallino (es. interventi per cataratta).
Lenti correttive, usate soprattutto in presenza di presbiopia, che consentono la messa a fuoco delle immagini poste a varie distanze.
Zona sottile che divide la cornea (parte anteriore e trasparente dell'occhio) dalla sclera (il "bianco" dell'occhio).
Reazione tipica dei radicali liberi per cui questi ossidano le molecole dei lipidi, particolarmente quelli delle membrane cellulari, danneggiandone la struttura e quindi l’integrità della cellula.
Nome commerciale del farmaco Ranibizumab, usato per la cura delle degenerazioni maculari in oculistica. Il farmaco viene somministrato all'interno del bulbo oculare, in ambiente sterile (sala operatoria).
Molecola della famiglia dei carotenoidi, vitamine simile al beta-carotene, considerata utile per la salute degli occhi, specie nella prevenzione di malattie della macula.
Termine generico usato talvolta in oculistica per indicare la percezione di alterazioni delle immagini, spesso transitorie.
Macchia presente nella parte centrale della retina, dove i fotorecettori sono più densi, sede della visione centrale. Ha la maggiore concentrazione di coni, cellule che consentono la massima acuità visiva e la percezione dei colori.
In Oculistica, termine generico usato per indicare le alterazioni della parte centrale della retina.
Esame utilizzato per riconoscere alterazioni strutturali. La topografia corneale viene utilizzata per valutare l'idoneità alla Femtolasik/Prk o per lo screening del cheratocono. Topografi più evoluti oggi sono l'Orbscan, il Pentacam ed il Sirius.
Fenomeno di "sincinesia" per il quale, se la bocca viene chiusa, una palpebra si abbassa. Ad ogni movimento della mandibola, poi, corrisponde l'apertura di una palpebra.
Processo mediante il quale il cibo è frantumato e preparato dai denti. In oculistica, si associa talvolta a fenomeni di strabismo o di ritmica apertura palpebrale (fenomeno di Marcus-Gunn).
Sottile tessuto scuro, molto vascolarizzato, situato tra la sclera e la retina, che forma lo "strato intermedio" dell'occhio. La membrana coroideale nutre le parti esterne della retina ed assorbe la luce in eccesso.
Secondo strato della cornea, estremamente sottile, situato tra l'epitelio e lo stroma, ritenuto fondamentale per una buona adesione dell'epitelio corneale.
Insieme dei processi chimici che si svolgono in un organismo vivente, finalizzati alla crescita, alla produzione di energia, ecc. Il metabolismo basale rappresenta l’energia minima necessaria per mantenere l’organismo in vita.
Dispositivo meccanico chirurgico che viene posto sull'occhio e fissato con un anello di suzione. E' costituito da una lama molto affilata che taglia la cornea ad una profondità predeterminata.
Dilatazione della pupilla.
Miglior acuità visiva corretta (BCVA)
Miglior visione possibile che una persona può raggiungere con lenti correttive, misurata in termini di linee di Snellen su un tabellone luminoso (ottotipo) .
Disturbo visivo caratterizzato dalla sensazione di vedere attraverso un liquido trasparente nel quale fluttuano degli oggetti scuri di varia forma e tipo, che sfuggono quando si cerca di fissarli.
Incapacità di vedere nitidamente gli oggetti distanti. Può essere corretta con occhiali, lenti a contatto o con interventi di chirurgia refrattiva (con laser o con lenti fachiche).
Restringimento della pupilla
Farmaco utilizzato per restringere la pupilla, che è lo sfintere che regola l'ingresso della luce nell'occhio.
Documento utilizzato per informare una persona sui rischi, i benefici e le alternative di un trattamento terapeutico o di un esame diagnostico invasivo.
Documento utilizzato per informare una persona sui rischi, i benefici e le alternative di un trattamento terapeutico o di un esame diagnostico invasivo.
In ottica, è un termine che si riferisce a lenti con una sola lunghezza focale, contrapposte alla bi-focali (due punti di messa a fuoco) o alle multi-focali (molteplici punti di messa a fuoco).
Correzione intenzionale di un occhio per la visione da vicino e l'altro occhio per la visione a distanza.
I sei muscoli che controllano il movimento degli occhi. Cinque di questi sono ancorati alla parte posteriore dell'orbita, l'altro è ancorato al bordo inferiore dell'orbita. Tutti e sei i muscoli lavorano all'unisono.
Muscolo attaccato al cristallino, responsabile della messa a fuoco (lo stesso che "corpo ciliare", ma usato in un contesto diverso).
Laser utilizzato in oculistica per il trattamento dell'opacizzazione capsulare posteriore (PCO, detta anche "cataratta secondaria") ed il glaucoma da chiusura d'angolo.
Fenomeno spesso associato al diabete, comporta la formazione di nuovi vasi sanguigni retinici, spesso fragili ed in posizioni atipiche.
Fascio di fibre nervose che collegano la retina con il cervello. Il nervo ottico trasporta segnali di luce per l'area del cervello chiamata "corteccia visiva", che raccoglie i segnali e li trasforma in immagini (processo di visione).
Branca dell'oculistica che si occupa dello studio delle relazioni fra apparato visivo e sistema nervoso.
Si dichiara "non vedente", dal punto di vista legale, chi ha una visione inferiore ad 1/20.
Organi dell'apparato visivo, deputati alla percezione delle immagini luminose ed alla loro trasmissione, tramite impulsi nervosi, alla corteccia occipitale.
Organo della vista. E' considerato l'organo di senso più prezioso e va protetto dagli infortuni con occhiali protettivi in tutte le condizioni di rischio. Va inoltre tutelato dall'insorgenza di malattie con controlli oculistici periodici.
Dispositivo artificiale costituita da una minuscola telecamera ed un videoprocessore collocati su occhiali, che inviano le immagini ad un ricevitore, posto nella cintura del paziente. Da qui, il messaggio viene poi inviato al cervello.
Anche detto "ambliopia", è una patologia oculare caratterizzata da una visione ridotta in uno solo dei due occhi, non correggibile con occhiali o lenti a contatto.
Definizione generica di infiammazione della parte anteriore dell'occhio, sinonimo di congiuntivite.
Condizione comune che si verifica quando gli occhi non producono abbastanza lacrime per mantenere l'occhio umido, creando disconfort in chi ne è affetto.
Piccola molecola utile per il trattamento delle adesioni vitreo-maculari sintomatiche. Viene somministrata attraverso iniezione intraoculare con l'obiettivo di separare farmacologicamente il vitreo (e la sua membrana limitante interna) dalla macula.
Tecnica diagnostica utilizzata per la visualizzazione, tramite infrarossi, delle strutture anatomiche intraoculari.
Medico specialista che si occupa della prevenzione e della cura delle malattie degli occhi. La cura si basa sulla somministrazione di farmaci, la prescrizione di occhiali o sulla proposta di opportune soluzioni chirurgiche (es. laser per la miopia).
Acronimo internazionale col significato di "Oculus Dextrum" (Occhio Destro)
Infiammazione di un occhio che dipende dall'infiammazione dell'occhio controlaterale.
Esame delle strutture interne dell'occhio, eseguito utilizzando un sistema di illuminazione ed ingrandimento.
Strumento utilizzato per esaminare l'interno dell'occhio. Permette l'osservazione diretta della retina.
È la paura degli occhi. È detta anche ometafobia e si sviluppa quando ci si è imbattuti in una situazione spiacevole o si è avuto un evento traumatico nella propria vita che abbia coinvolto gli occhi, come vedere un occhio che fuoriesce dall'orbita, venire colpiti in un occhio, perdere la vista in un occhio. La paura degli occhi è considerata una "fobia sociale", perché una gran quantità di rapporti sociali richiedono il contatto oculare diretto.
Opacizzazione capsulare posteriore (cataratta secondaria)
Sottile strato di tessuto cicatriziale che si forma talvolta sulla capsula posteriore del cristallino, dietro l'impianto della lente intraoculare, dopo chirurgia della cataratta e viene rimosso con un laser Nd:YAG. La tecnica è rapida ed indolore.
Intervento chirurgico di asportazione del cristallino naturale, divenuto opaco, e nella sua sostituzione con un cristallino artificiale (IOL). L'intervento può permettere anche la correzione di difetti visivi comuni come miopia e presbiopia.
La cavità ossea contenente il bulbo oculare, grasso, muscoli estrinseci, nervi e vasi sanguigni. E' anche detta cavità orbitaria.
Procedura non-chirurgica che utilizza lenti a contatto per modificare la forma della cornea ed effettuare così una correzione temporanea degli errori refrattivi (es. miopia, astigmatismo, ecc.).
Acronimo internazionale col significato di "Oculus Sinistrum" (Occhio Sinistro).
Professionista che progetta, controlla e vende lenti, montature ed altri dispositivi ottici su prescrizione dell'oculista.
Tabellone, generalmente retroilluminato, di lettere e figure di diverse dimensioni, utilizzato per testare l'acutezza visiva.
Tabellone luminoso comunemente usato per testare l'acuità visiva con lettere nere di varie dimensioni su uno sfondo bianco.
E' il tipo di tabella luminosa più comune, utilizzata per testare l'acuità visiva con lettere nere di varie dimensioni su uno sfondo bianco.
Esame per la misurazione dello spessore corneale, utilizzato per la valutazione corretta del tono oculare (specie nei pazienti affetti da glaucoma) e per la valutazione dell'idoneità al trattamento con laser ad eccimeri in chirurgia refrattiva.
Strumento che misura la distanza tra la sommità della cornea (epitelio) ed il fondo della cornea (endotelio), utilizzato per determinare lo spessore della cornea. E' utile per la misurazione corretta del tono oculare ed in chirurgia refrattiva.
Una delle due pieghe di pelle e muscolo, mobili, che coprono la parte esposta del bulbo oculare.
Rigonfiamento / sollevamento del nervo ottico di natura non-infiammatoria, spesso legato ad un aumento della pressione intracranica o ad un tumore che occupa spazio all'interno della scatola cranica.
Acronimo utilizzato sulle prescrizioni per indicare la distanza tra le pupille.
Capacità del sistema visivo di percepire la distanza delle posizioni degli oggetti nel campo visivo.
Dispositivo computerizzato utilizzato per misurare difetti del campo visivo (visione periferica o visione laterale). Generalmente è formato da una grande conchiglia emisferica, davanti alla quale viene collocata la testa del paziente.
In oculistica, parte posteriore interna del globo oculare che comprende la papilla (nervo ottico) e la macula.
Procedura chirurgica di sostituzione del cristallino, utilizzata anche per la correzione della presbiopia.
Incapacità dell'occhio di mettere a fuoco a tutte le distanze. Secondo la teoria più accreditata, la presbiopia sarebbe collegata al continuo sviluppo del cristallino o all'atrofia dei muscoli che controllano il cristallino stesso.
E' un indice di fondamentale importanza per valutare lo stato di salute dell'occhio. Se elevata, porta alla perdita progressiva della vista. Viene controllata con il tonometro, durante la visita oculistica specialistica.
E' un indice di fondamentale importanza per valutare lo stato di salute dell'occhio. Se elevata, porta alla perdita progressiva della vista. Viene controllata con il tonometro, durante la visita oculistica specialistica.
Indica una situazione di rischio che può portare a danni irreversibili della vista (glaucoma). Viene curata con la somministrazione cronica di colliri o con interventi chirurgici.
E' il rapporto (per un dato periodo di tempo) del numero di occorrenze di una malattia rispetto al numero di unità a rischio nella popolazione.
Trattamento chirurgico effettuato con un particolare laser, detto "ad eccimeri", che consente di eliminare la dipendenza da occhiali e da lenti a contatto in coloro che soffrono di disturbi comuni come la miopia, l'ipermetropia e l'astigmatismo.
Malattia dell'interfaccia vitreo-retinica che comporta visione distorta, calo della vista e deficit della parte centrale del campo visivo. Nelle forme più avanzate può determinare la formazione di un foro maculare ed un distacco retinico trazionale.
Piccoli "tappi" in silicone (riassorbibili) o in materiale plastico (non riassorbibili) utilizzati per l'occlusione dei puntini lacrimali. Con ciò, si ottiene un miglioramento della lubrificazione della superficie oculare.
Piccolo foro nelle palpebre superiori e inferiori, attraverso il quale escono le lacrime prodotte fisiologicamente. Nei pazienti con occhi secchi, dei piccoli tappetti, temporanei o permanenti, possono essere inseriti nei puntini lacrimali.
Area della retina ove le fibre nervose convergono a formare il nervo ottico e dove non ci sono cellule sensibili alla luce. Nel glaucoma, dato che alcune fibre nervose degenerano, il punto cieco tende ad allargarsi e ad allungarsi.
Punto prossimo di accomodazione
E' il punto più vicino agli occhi in cui un oggetto può essere distinto in maniera chiara.
Foro situato al centro dell'iride, di diametro variabile, che permette l'entrata della luce all'interno del bulbo oculare. Le sue dimensioni sono regolate dall'intensità luminosa ambientale.
Esame per la misurazione della grandezza e dei movimenti della pupilla, di fondamentale importanza negli interventi di chirurgia refrattiva. Si esegue con un apparecchio chiamato pupillometro, spesso associato ai topografi corneali.
Ripristino della capacità visiva, ottenuto per la guarigione di pregresse patologie oculari o per la correzione chirurgica di difetti visivi (miopia, ipermetropia, cataratta).
Termine utilizzato per indicare le tecniche chirurgiche atte a risolvere in maniera pressocché definitiva disturbi della vista come la miopia, l'ipermetropia e l'astigmatismo. Si basa sull'uso di laser o sull'impianto di lenti intraoculari (IOL).
Abbreviazione del termine "capsuloressi", cui si rimanda per una descrizione dettagliata del significato. E' in uso soprattutto nel lessico dei chirurghi oculisti.
Indicata anche con l'acronimo RP, è una malattia genetica dell'occhio. Uno dei primi sintomi consiste nella riduzione della vista di notte fino alla cecità notturna.
Membrana più interna dell'occhio. Con le sue cellule sensibili alle radiazioni luminose(fotorecettori), invia al cervello, attraverso il nervo ottico, le informazioni da interpretare.
Indicata anche con l'acronimo RP, è una malattia genetica dell'occhio. Uno dei primi sintomi consiste nella riduzione della vista di notte, fino alla cecità notturna.
Patologia oculare che rappresenta il tumore maligno con maggiore diffusione in età pediatrica.
Malattia del tessuto nervoso dell'occhio (retina) che si verifica in soggetti affetti da diabete scompensato. Può essere curata con la "fotocoagulazione laser" e con l'impiego di una nuova categoria di farmaci, gli antivegf.
Fenomeno di costrizione e dilatazione della pupilla dovuto alla stimolazione della luce o al processo di accomodazione visiva.
Un'ulteriore procedura, LASIK o PRK, utilizzata per perfezionare il risultato già acquisito con un primo intervento.
Abbreviazione di "cheratotomia radiale", procedura obsoleta che un tempo era utilizzata per correggere la miopia lieve o moderata, per mezzo di una serie di incisioni fatte "a raggiera" sulla periferia corneale, in modo da appiattirne il centro.
Termine inglese sinonimo di antiossidante. Il termine scavenger si riferisce alla capacità da parte degli antiossidanti di fornire elettroni ai radicali liberi cosi che questi si attacchino alla molecola antiossidante.
Parte bianca dell'occhio. E' il rivestimento duro che (con la cornea) costituisce lo strato esterno, protettivo dell'occhio.
Assottigliamento degenerativo della sclera, che si verifica in soggetti con artrite reumatoide e altre malattie del collagene.
Area di mancanza parziale o completa della visione, circondata da un'area di visione normale. Si può riscontrare nelle fasi precoci della degenerazione maculare o del glaucoma.
Parte dell'occhio che si trova davanti al cristallino, che comprende la cornea, la camera anteriore, l'iride ed il corpo ciliare.
In ottica, è il termine utilizzato per indicare il potere di messa a fuoco delle lenti correttive.
Indica un'alterazione della normale sensazione di sé e del proprio corpo in relazione ad uno stato patologico, riferito dal paziente. Si differenzia dal segno che è invece un reperto obiettivo patologico riconosciuto dal medico all'esame obiettivo.
Selective Laser Trabeculoplasty. Tecnica per la cura del glaucoma che sfrutta un fascio di luce laser per facilitare il deflusso del liquido presente all'interno dell'occhio (umore acqueo) e ridurre così la pressione, che danneggia il nervo ottico.
Incapacità di percepire tutte le immagini del campo visivo di un occhio.
Procedura in cui il cristallino naturale, trasparente, viene rimosso e sostituito con un impianto di lente intraoculare artificiale, utilizzando la stessa tecnica dell'intervento chirurgico di cataratta.
Capacità di percepire la profondità dell'ambiente circostante. Visione in tre dimensioni.
Disallineamento degli occhi che provoca l’incapacità di ottenere la visione binoculare; spesso è causato da uno squilibrio della distribuzione delle forze dei muscoli che muovono il bulbo oculare (muscoli extraoculari).
In oculistica, è un termine riferito allo strato intermedio (quello più spesso) del tessuto corneale.
Test per valutare l'eventuale presenza di secchezza oculare. Si esegue utilizzando una sottile striscia di carta assorbente che viene posta sul bordo dell'occhio, fra la palpebra ed il bulbo oculare.
Procedura per la misurazione della pressione intraoculare. E' un test di screening per valutare il rischio di glaucoma.
Esame utilizzato per riconoscere alterazioni strutturali della cornea. Viene utilizzata per valutare l'idoneità alla Femtolasik/Prk o per lo screening del cheratocono. Topografi più evoluti oggi sono l'Orbscan, il Pentacam ed il Sirius.
Regione anatomica dell'occhio, situata fra l'iride e la cornea, a 360 gradi, attraverso la quale viene drenato l'umore acqueo, liquido trasparente presente all'interno dell'occhio. Un'ostruzione meccanica del trabecolato può essere causa di glaucoma.
Infiammazione del trabecolato sclero-corneale, struttura interna dell'occhio attraverso cui defluisce l'umore acqueo. Può provocare innalzamento della pressione oculare.
Infiammazione del trabecolato sclero-corneale, struttura interna dell'occhio attraverso cui defluisce l'umore acqueo, provocata dal virus Herpes Simplex di tipo 1. E' caratteristica della S. di Posner-Schlossmann e può provocare un innalzamento notevole della pressione oculare, con conseguente edema corneale "a piccole bolle".
Procedimento per il trattamento del glaucoma, eseguito utilizzando vari tipi di laser (tecnica SLT o ALT). Con la trabeculoplastica si rimodella il trabecolato, per aumentare il drenaggio di umore acqueo e ridurre così la pressione intraoculare.
Il tracoma (dal greco antico "occhio ruvido") è un' infezione batterica della congiuntiva e della cornea causata da Chlamydia trachomatis, un batterio gram-negativo intracellulare obbligato.
Trapianto di cornea (cheratoplastica perforante)
Sostituzione della parte anteriore e trasparente dell'occhio (cornea). La procedura è in genere fatta in anestesia locale. Si esegue in seguito alla formazione di gravi cicatrici corneali (es. esiti di ulcere), cheratocono e distrofia di Fuch.
Rivestimento trasparente, sulla parte anteriore o posteriore delle lenti da occhiali, che riduce al minimo l'abbagliamento. È utile soprattutto per i pazienti che sono particolarmente infastiditi dalle luci ambientali.
La trichiasi è la disposizione difettosa delle ciglia, che risultano ritorte verso l'interno e toccano il globo oculare, provocando irritazione e talora anche lesioni della cornea. La si osserva nell’Entropion e come complicazione del tracoma.
Acronimo inglese con il significato di "acuità visiva non corretta".
Fluido trasparente che occupa la camera anteriore e determina il tono oculare.
L'uvea, chiamata anche strato uveale, rivestimento uveale e tratto uveale, è uno strato pigmentato dal caratteristico colore rosso scuro-violaceo. Essa si può infiammare: in questo caso insorge un'uveite. Comprende coroide, corpo ciliare ed iride.
Infiammazione di una o più parti dell'ùvea (vedi).
Uso simultaneo dei due occhi. La normale visione binoculare produce un'immagine stereoscopica e consente di apprezzare la profondità della visione, distinguendo le diverse distanze delle immagini percepite.
Capacità di percepire differenze di colore, tra cui tonalità, saturazione e luminosità.
Condizione in cui vengono percepite immagini doppie, in quanto una singola immagine viene proiettata in punti diversi sulla retina dei due occhi. E', quindi, una condizione in cui manca una corretta visione binoculare.
Capacità di percepire la presenza, il movimento, o il colore degli oggetti al di fuori della linea diretta di visione.
Capacità di vedere in tre dimensioni. E' presente solo in chi ha una buona visione in entrambi gli occhi e non presenta problemi di motilità oculare (es. strabismo).
Valutazione complessiva del sistema visivo. Comprende generalmente l'osservazione degli occhi al biomicroscopio, l'esame della vista, la misurazione della pressione intraoculare e l'esame del fondo oculare.
Uno dei cinque sensi che, grazie all'apparato visivo, permette la facoltà di vedere.
Intervento chirurgico di rimozione del corpo vitreo. Può essere necessario in caso di emorragia intravitreale che non si risolva spontaneamente (emovitreo) o in caso di distacco della retina.
Alterazioni o limitazioni della vista per una non perfetta focalizzazione della luce sulla retina. Comprendono l'ipermetropia, la miopia e l'astigmatismo.
Laser utilizzato in oculistica per il trattamento dell'opacizzazione capsulare posteriore (PCO, detta anche "cataratta secondaria") ed il glaucoma da chiusura d'angolo.
E' il legamento che tiene sospeso e ben centrato il cristallino. E' composta da una serie di fibre che collegano il corpo ciliare con il cristallino, mantenendolo nella giusta posizione.
Informazioni professionali
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1994 presso Università degli Studi di Napoli. Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli.
Specialista in: Oculistica
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Note e interessi
Cura della cataratta con impianto di IOL premium, glaucoma, malattie retiniche (degenerazioni maculari), cheratocono (cross-linking corneale), oculistica pediatrica, strabismo. Cura di miopia, ipermetropia, presbiopia, astigmatismo, visione doppia (diplopia), occhio pigro (ambliopia). La...
correzione con laser ad eccimeri dei principali difetti di vista viene effettuata tramite tecnica Prk, Lasik, o la più evoluta FemtoLasik, rapida, sicura ed efficace.
Impianti di lenti fachiche
Per la correzione di miopia ed ipermetropia di grado elevato, per la correzione di comuni difetti visivi in soggetti non idonei a trattamenti laser.
Chirurgia degli Annessi Oculari
Asportazione di xantelasmi, cisti, verruche palpebrali, calazi, pterigi.
Curriculum vitae
Dottor Antonio Pascotto Laureato presso la Seconda Università di Napoli, ha proseguito i propri studi presso l’Università di Genova, dove si è specializzato in oftalmologia con il massimo dei voti. Ha poi completato la sua preparazione nella branca della microchirurgia del segmento anteriore (chirurgia della cataratta e chirurgia refrattiva) frequentando numerosi corsi di aggiornamento. Si dedica con passione ai propri...
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Il Dr. Antonio PASCOTTO è specialista di medicitalia.it dal 2001.
È referente scientifico di medicitalia.it per la specializzazione di Oculistica.