I disturbi dell’erezione, l’imbarazzo del primo contatto.
Quando si affrontano tematiche inerenti la sfera della salute sessuale maschile, un velo di imbarazzo e mistero ammanta spesso la comunicazione. Il paziente spesso, paralizzato dall’ansia e dalla frequente preoccupazione per la sua sessualità, sposta l’attenzione del clinico dall’argomento centrale ad altro, glissando sui sintomi e, cercando una terminologia che sia chiara e fedele alle sue difficoltà, oscillante tra imbarazzo e tentativi di accorciare le distanze. Il primo “ colloquio psico- sessuologico”, alterna momenti di libera espressione da parte del paziente, con una verbalizzazione ed un non verbale, improntato ad estrema rassicurazione da parte del clinico, ad altri in cui vengono poste alcune domande precise, che vertono su punti ben determinati , accompagnati da opportuni chiarimenti, per evitare ogni possibile malinteso e fraintendimento. Una tappa di fondamentale importanza diagnostica durante il colloquio è la comprensione dell’etiologia, con particolare attenzione alla “psicogenesi”. Quando il deficit erettivo ha una causa organica o mista, le complicanze emozionali, umorali e di coppia, sono ugualmente da attenzionare con un approccio che non preveda miopia mentale, ma che tenga conto della multifattorialità etiologica, sia nell’insorgenza che nel mantenimento del disturbo clinico. Il disturbo sessuale maschile ,ha solitamente una struttura poliedrica, difficilmente riconducibile ad un’unica ed univoca causa, spesso sono cause ed effetti, che intersecandosi nel tempo e nella coppia, concorrono a mantenere il disturbo clinico. Tra le cause psicologiche, la più frequente è l’ “ansia da prestazione”, ovvero l’ansia anticipatoria di un fallimento, che pone l’uomo nelle condizioni psico-fisiche affinchè il fallimento si realizzi. L’ansia tenderà a crescere con modalità esponenziali, diventando a sua volta un fattore causale sempre più importante; i giovani specialmente, non avendo “memoria corporea” dei pregressi successi orizzontali, tenderanno a reiterare nel tempo rapporti sessuali fallimentari, sia sul piano sessuale, che dell’autostima. Molti dei miei pazienti, con quote d’angoscia e di dolore, mi partecipano di vivere il rapporto sessuale, con caratteristiche di “verifica compulsiva ed auto-osservazione” della loro capacità erettiva, atteggiamento mentale, che funge da sicuro sabotaggio alla loro sessualità. Un ulteriore elemento da tenere in debita considerazione, quando si parla di disfunzioni sessuali maschili, è la dimensione diadica, cioè correlata alla coppia in cui si manifestano, tenendo presente il momento storico, emozionale ed affettivo di quella coppia, che funge da cornice all’insorgenza ed al mantenimento della sintomatologia erettiva. Una coppia caratterizzata da elementi di conflittualità, anche se non manifesti, da difficoltà nella comunicazione, da lotte intestine per potere, denaro, educazione dei figli, contiene sicuramente in sé gli elementi per future complicanze orizzontali. Una diagnosi psico-sessuologica, diventa di fondamentale importanza sia per contestualizzare la sintomatologia erettiva, che per valutare possibili percorsi terapeutici, al fine di restituire al singolo ed alla coppia gioia e salute sessuale.
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