Calcoli alla colecisti: quando bisogna rivolgersi a un chirurgo?
La calcolosi della colecisti o cistifellea è una condizione molto diffusa, tuttavia la maggior parte delle persone con i calcoli alla colecisti è asintomatica. Questa patologia è più comune nelle persone con familiarità per calcolosi, negli obesi o nelle persone in sovrappeso, nelle donne in stato di gravidanza, nelle persone che perdono peso rapidamente, nelle pazienti che fanno uso di estrogeni in menopausa.
La sintomatologia tipica che può scatenarsi prende il nome di colica biliare ed è caratterizzata da un dolore a livello della parte alta o destra dell’addome e può durare dai 30 minuti a diverse ore. Tipicamente inizia dopo un pasto ricco di grassi o cibi pesanti. Nel caso in cui il dolore duri per più di 6 ore e si accompagni ad una contrattura addominale, febbre e/o nausea e/o ittero (colorazione gialla della pelle), potrebbe essersi instaurata una infiammazione della colecisti, chiamata colecistite acuta e rappresenta una condizione che può richiedere un trattamento chirurgico d’urgenza.
Nel caso di una calcolosi della colecisti sintomatica è indicato il trattamento chirurgico, che consiste nella rimozione della colecisti e dei calcoli in essa contenuti. Questo intervento prende il nome di colecistectomia. Nella maggior parte di casi è un intervento che viene condotto in laparoscopia, ovvero attraverso piccole incisioni a livello dell’addome. I benefici dell’intervento consistono nell’eliminare la causa dei continui dolori addominali e disturbi digestivi, prevenendo anche possibili complicanze come la colecistite o la pancreatite acuta.
Nel caso invece in cui i calcoli siano stati diagnosticati casualmente nel corso di altri accertamenti, ma non siano presenti i sintomi sopra descritti, non è indicato l’intervento chirurgico. È comunque consigliabile regolare la propria dieta mangiando meno cibi grassi o ricchi di carboidrati e diminuendo il consumo di alcol.