Inseminazione intrauterina (IUI): quando, come e perché
Il termine “inseminazione artificiale” fa riferimento a una serie di tecniche di inseminazione che possono essere: intravaginale (IVI), intracervicale (ICI), intratubarica (ITI), intraperitoneale (IPI) e intrauterina (IUI).
La tecnica di primo livello oggi più spesso utilizzata è la IUI (IntraUterine Insemination) che consiste nell’introduzione degli spermatozoi all’interno della cavità uterina durante il periodo dell’ovulazione; questo permette di incrementare la densità di spermatozoi mobili disponibili per fertilizzare l’ovocita, aumentando quindi la possibilità d’incontro dei gameti [Quaas A. and Dokras A, 2008].
L’uso di tale tecnica ha lo scopo di aggirare alcuni fattori che potrebbero impedire la progressione degli spermatozoi nell’apparato riproduttivo femminile, come ad esempio un pH eccessivamente acido a livello vaginale o un’eventuale ostilità da parte del muco cervicale alla penetrazione dei gameti maschili.
Diverse, infatti, sono le indicazioni per l’utilizzo dell’inseminazione intrauterina, tra cui (Rowell P. and Braude P., 2003):
- Infertilità da fattore cervicale
- Infertilità inspiegata per la quale rappresenta il trattamento di prima scelta
- Endometriosi lieve (di I e II stadio)
- Fallimento nell’eiaculazione di tipo anatomico, neurologico, eiaculazione retrograda o impotenza
- Infertilità maschile di grado lieve- moderato, in particolare ipospermia e oligo-astenozoospermia media-lieve
- Infertilità da fattore immunologico data dalla presenza di anticorpi antisperma nel liquido seminale o nel muco cervicale
- Disfunzioni ovulatorie per le quali molti autori consigliano come primo trattamento l’induzione dell’ovulazione con rapporti mirati; se quest’approccio fallisce l’IUI con eventuale stimolazione farmacologica, rappresenta una buona indicazione.
Il successo di questa tecnica dipende da una serie di fattori, tra cui: la causa dell’infertilità, bisogna avere, infatti, una regolare ovulazione, un’elevata concentrazione e una buona vitalità e qualità degli spermatozoi [Khalil M.R. et al, 2001], una buona funzionalità a livello tubarico e un adeguato trasporto e successivo impianto dell’embrione.
Ancora importante è l’età dei pazienti e la durata dell’infertilità, infatti, una diminuzione nei tassi di successo è correlata con l’aumento della durata dell’infertilità, essendo fortemente compromessa quando è maggiore di 3 anni [Ibérico G. et al, 2003].