La salute (ginecologica) della donna immigrata e IVG
Prendo spunto dall'ultima relazione presentata al Parlamento dal Ministro della Salute relativa all'anno 2009, dove viene documentato che il ricorso alle IVG(interruzioni volontarie della gravidanza) è in costante calo dalla entrata in vigore della legge 194 del 1978 .
Nel 2009 si è riscontrato un numero di IVG pari a 116.933 ,calo di oltre il 50% rispetto all'anno 1982(234.801 casi) ,con un tasso di abortività pari all' 8,3 per mille,anche in questo caso con un decremento di oltre il 50% rispetto al 1982(17,2 per mille).
Quello che voglio mettere in evidenza (mia relazione SIGO 2009 BARI) e che il numero delle donne straniere è aumentato negli anni e l'immigrazione non può più essere considerata come un fenomeno emergenziale bensì come un evento strutturato,quindi nonostante la positività dei dati menzionati resta ancora molto da fare per quanto riguarda la PREVENZIONE in particolar modo nei confronti delle pazienti immigrate, che rappresentano oltre un terzo delle IVG effettuate in ITALIA. In generale si sono osservati bassi livelli di conoscenza sulla salute riproduttiva e sui contraccettivi.Una buona parte delle donne non è in grado di identificare il periodo fertile del ciclo,conosce superficialmente i metodi contraccettivi che usa e spesso utilizza in modo scorretto.Il coito interrotto è il metodo più usato tra le donne dell'EST Europa,mentre tra le donne del SUD AMERICA la pillola e il preservativo falliscono per un uso improprio.La riduzione del fenomeno abortivo si potrebbe realizzare in maniera più consistente allargando la rete dei consultori con spazi "dedicati".