L'illusione della scienza

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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno

Nel 1633 Galileo Galilei, pressato dall’inquisizione e minacciato di morte per rogo, fu costretto a pronunciare la sua famosa abiura. I posteri sono stati molto indulgenti su questo episodio, che intacca non poco l’immagine dello scienziato, forse perchè il fuoco avrebbe probabilmente cancellato per molto tempo anche il pensiero galileiano, al quale il mondo scientifico ancora oggi si richiama, con deferenza per il Maestro, ma anche con orgoglio di sé.

 

 Il 17 febbraio 1600  sorte peggiore era toccata ad uno fra i più grandi intelletti dell’umanità: per nulla fiaccato nello spirito da otto anni di dura prigionia nelle segrete di Castel Sant’Angelo, senza cedimento alcuno era salito sul rogo alzato in Campo dei fiori a Roma per ordine della Santa Inquisizione, Giordano Bruno. L’ammirazione dei posteri per la sua altissima figura morale, condivisa per primo dal suo inquisitore Cardinale Bellarmino, non ha impedito che il suo pensiero rimanesse confinato in una nicchia nascosta nella storia del pensiero filosofico occidentale, e soprattutto non influenzasse assolutamente il cammino della scienza, che dal pensiero di Giordano Bruno avrebbe potuto ricevere la stessa scossa rivoluzionaria che di fatto ricevette dal più fortunato, e più accomodante, Galileo.

E’ forse giunto il momento di rimettere ordine nel puzzle sconvolto da roghi accesi e evitati e da quattro secoli di cammino scientifico entusiasmante, ma che per certi aspetti, certamente in modo non violento, ripropone la stessa intransigenza nei confronti delle eresie, religiose e scientifiche, che caratterizzava l’inquisizione nei secoli bui, come anche lo stesso disprezzo per il patrimonio culturale, non privo di potenziali contenuti scientifici, di civiltà parallele alla nostra, che con orgoglio coloniale l’Occidente ha sempre considerato inferiori. Intransigente con gli altri, la Scienza è indulgente con sé stessa: nel pretendere che tutto sia dimostrato per considerarlo vero, dimentica di posare la propria logica su postulati indimostrabili, non a caso concettualmente simili ai dogmi religiosi con intransigenza difesi per secoli dalla Chiesa. La stessa Geometria, regina delle scienze esatte, poggia sui Postulati di Euclide, e crollerebbe se questi fossero discutibili. (In realtà, ciò darebbe luogo a geometrie non euclidee).

In realtà, mentre la religione considera la verità in senso assoluto, la scienza è alla ricerca di una verità che è delimitata, anche se nobilmente, dalla qualificazione “scientifica”. Il pensiero laico, di cui la ricerca è attualmente pervasa, elude questa indispensabile premessa filosofica, e cade nell’equivoco di ritenere di muoversi nel tutto dello scibile anziché nella parte, ponendo in sostanziale sinonimia il concetto di “Verità scientifica” con quello di “Verità”, ed equiparando di conseguenza il “non scientifico” con il “ non vero”.

La ricerca scientifica si muove in realtà in un ambito ben preciso, che Thomas Kuhn ha chiamato “paradigma scientifico”, definendolo”una costellazione di conclusioni, concetti, valori, tecniche, ecc., condivise da una comunità scientifica e usate al suo interno per definire problemi e soluzioni accettabili”.

 Il paradigma scientifico non è però unico e universale, in grado di lasciare solo il falso al di fuori di sé: possono conviverne più d’uno, purchè reciprocamente tolleranti o distanti fra loro storicamente o geograficamente. Il contatto potrebbe risultare infatti conflittuale, come quello fra due diverse religioni che ritengano non già di usare diverse liturgie, ma di essere ciascuna l’unica vera e possibile, al punto di spingere, entrambe in nome di Dio, i propri militanti a sterminarsi a vicenda.

Il termine “verità scientifica” andrebbe quindi più adeguatamente riletto come “verità rispondente al paradigma scientifico occidentale moderno”, di cui Galileo, Cartesio e poi Newton sono considerati i Padri.

Merito di Galileo fu l’affermazione del sistema eliocentrico e della sfericità della Terra, concetti però già presenti nel mondo classico: già nel primo secolo A.C Aristarco da Samo aveva affermato la centralità del sole, e l’alessandrino Eratostene aveva addirittura calcolato le dimensioni dell’equatore terrestre con sorprendente approssimazione. Allo stesso modo, mentre inventava il cannocchiale, non gli era ignoto il fatto che già fosse stato inventato anni prima da un fiammingo.

Inoltre Galileo, in seguito assurto a simbolo del pensiero laico (che peraltro non gli impedì di forzare al velo due figlie naturali, e di raccomandarsi, in pellegrinaggio, alla Madonna di Loreto all’emergere dei primi acciacchi dell’età), era in realtà terziario francescano, e aveva avuto accesso alle biblioteche gelosamente custodite dalla Chiesa. Non gli era certamente ignoto che il monaco Ruggero Bacone avesse scritto anni prima che un corpo scagliato in alto con sufficiente potenza non sarebbe ricaduto sulla terra, il che in fondo costituiva l’intuizione della legge di azione di massa e della gravitazione universale (Bacone finirà i suoi giorni in prigione, accusato di praticare la magia).

Il maggior merito di Galileo fu però la codificazione del metodo sperimentale, fatto di “sensate esperienze” e “certe dimostrazioni”, perché trascende ciò che egli stesso poté scoprire (o riscoprire), e costituisce la premessa indispensabile all’intero progresso scientifico dei quattro secoli a lui successivi.

Il pensiero galileiano si coniuga idealmente, nel sostegno del sistema scientifico, con quelli di Newton e Cartesio, e, nato nell’ambito della fisica e dell’astronomia, si spinge così a considerare l’intero universo, esseri viventi inclusi. Nell’epoca dei lumi non poteva che suscitare grande entusiasmo l’ipotesi che il mondo fosse un immenso orologio, e che gli esseri animati, e quindi anche il corpo umano, fossero in fondo delle macchine, analizzabili secondo il modello riduzionistico con lo stesso rigore con cui una macchina può essere scomposta, e riparata all’occorrenza, nelle sue singole componenti. Il modello meccanicistico e riduzionistico sembrava confermato dalle scoperte che via via emergevano: già nel 600 il medico inglese William Harwey nal suo “De motu cordis” aveva spiegato la circolazione in termini di idraulica, ma nell’800 il modello meccanicistico trionfava con gli esperimenti sui piselli del biologo boemo Gregor Mendel, che aprivano di fatto la strada alla Genetica, e con la scoperta da parte di Louis Pasteur e Robert Koch dei microorganismi responsabili di alcune gravissime malattie infettive. Nel 1928 si scopriva la penicillina e si affermava la biologia cellulare; venivano di seguito scoperti l’insulina e il cortisone: trionfava la biologia molecolare, che si accompagnava all’ingresso massiccio dell’ industria farmaceutica nel campo della ricerca scientifica, ma anche all’inizio del potenziale inquinamento di quest’ultima da parte dell’interesse economico. Infine, nel 1962 Francis Crick e James Watson ricevevano il premio Nobel per la definizione dell’architettura del DNA.   

La scoperta, sempre ritenuta imminente, del mattone dell’universo, già ipotizzata nel quarto secolo A.C. da Democrito di Abdera con il suo Atomo, avrebbe permesso di estendere a tutti i fenomeni dell’universo le regole dimostratesi efficaci a spiegare i rapporti astronomici.

 

 Quel che era stato il concetto di Atomo per la fisica classica, giungeva ad essere il gene per la genetica, e la molecola per la biologia: mattoni, più o meno complessi, dell’universo. Il modello meccanicistico e il determinismo causa - effetto sembravano potersi estendere senza sbalzi e con grandi prospettive alle scienze biologiche e alla medicina in particolare: i grandi progressi scientifici erano lì a dimostrarlo.

Il mondo occidentale è ancor oggi in fondo, su questa strada, che va anzi percorrendo a passi sempre più veloci: come può capitare in situazioni analoghe della vita, può essere che, nell’ansia di correre, si siano dimenticate alcune premesse, si diano per scontate cose abituali ma tutt’altro che certe, e si sia persa di vista la vera meta di questo correre affannoso. 

La dimostrabilità e la ripetibilità sperimentale sono elementi indispensabili della conoscenza scientifica, tesa verso l’oggettività: l’esperimento deve essere immune da ogni interferenza da parte dell’ambiente e dell’osservatore. Tra Soggetto che osserva e Oggetto o fenomeno che viene analizzato si ricerca una netta e assoluta distinzione, tipica della fisica classica.

L’oggettività in sé è però smentita nella sua stessa concettualità ad un’analisi più attenta.

Il Soggetto è Coscienza, categoria non analizzabile e tantomeno definibile con gli strumenti della scienza, che può solo rifugiarsi in quello che è in fondo un famoso postulato: “Cogito ergo sum”.

L’Oggetto, che pur sembra solida e concreta res extensa alla fallace sperimentazione sensoriale, cambia drasticamente aspetto solo che si cambi procedimento di analisi. Se l’immagine visiva di un corpo sembra incontestabile, l’osservatore dovrebbe ricordare sempre che il nostro occhio vede solo una parte della realtà, quella che, soggetta al campo elettromagnetico, riflette alla velocità della luce nell’ambito della banda visibile, dal rosso al violetto. Un mondo visto a raggi x o all’infrarosso apparirebbe ben diverso da quello che siamo soliti vedere o fotografare, e sarebbe “filosofia” discutere su quale sia il reale. Inoltre, ipotizzando una velocità superiore a quella della luce, il che è possibile per il calcolo fisico, ma anche per il libero pensiero, non siamo nemmeno in grado di immaginare l’aspetto del mondo che ne deriverebbe. Non è solo l’immagine a essere potenzialmente mutevole: se di un oggetto, che pur ci sembra “oggettivamente “ solido e impenetrabile, scendiamo ad analizzare la struttura in maniera più attenta, ci accorgiamo che è in realtà costituito in grandissima parte da vuoto (che peraltro vuoto non è), tanto da poter essere trapassato senza danno da una radiazione x. Se poi ci ostiniamo a voler determinare le “oggettive” caratteristiche strutturali della materia da cui è composto, questa sfugge in paradossi quali la sua contemporanea natura ondulatoria e corpuscolare, che si fanno beffa del ricercatore che riteneva di trovare, a livello subatomico, l’Atomo democriteo, cioè quel mattone dell’universo che l’atomo fisico si era rivelato inidoneo a rappresentare.

 

 

 La Meccanica Quantistica

Nella prima metà del 900, cioé un secolo fa, Erest Plank, Albert Einsrein, Niels Bohr e altri fisici si erano accorti di tutto ciò. Il momento storico era paragonabile a quello in cui, 300 anni prima, Galileo era giunto a capire che il modello astronomico Aristotelico Tolemaico era falso. Inoltre, cosa non da poco, la ferocia dei tempi dell’inquisizione era cosa ormai passata, anche se, in sua vece, l’ironia del mondo accademico ufficiale in qualche modo poteva sostituirli, come in un primo tempo, effettivamente, accadde.

Il momento era comunque maturo per l’elaborazione di un nuovo modello fisico, che giungesse a spiegare quei fenomeni osservati sperimentalmente, sulla cui interpretazione il modello fisico classico si rivelava inadeguato. 

 La meccanica quantistica prendeva atto che in realtà nulla di ciò che ci circonda può garantire l’oggettività di sé stesso, come può invece apparire scontato.

Inoltre, la già piccola quota del mondo sensibile costituita da materia non si trova in un determinato istante in un posto definito, ma presenta una “ tendenza ad esistere”, e gli eventi subatomici non avvengono con certezza, ma presentano una “tendenza ad avvenire”

Impossibili a definirsi, Soggetto e Oggetto non riescono a rispettare la reciproca separazione che la scienza ritiene indispensabile a sé stessa, come dimostra il principio di indeterminazione di Heinsenberg. Inoltre, nel famoso esperimento sul dualismo onda-corpuscolo che è alla base della meccanica quantistica, una particella elementare può cambiare il proprio comportamento, corpuscolare o ondulatorio a seconda del sistema di rilevazione impiegato, e quindi, dell’atteggiamento, quasi del “ desiderio” dell’osservatore.

 

 

 

 

 L’oggettività è dunque un inganno: è l’osservatore che, delle tante probabilità virtuali, trae in essere la realtà, come nel caso del famoso paradosso del “ GATTO DI SCHRODINGER

Paradosso del Gatto di Schrodinger

una scatola chiusa con due fessure, contiene un gatto. Un elettrone può passare per una delle due fessure: se passa dalla prima rompe un’ampolla di veleno e il gatto muore, se passa dalla seconda non succede niente, e il gatto continua a vivere. L’osservatore non può guardare, perché altrimenti influenzerebbe l’oggettività dell’esperimento; ma finché non guarda, il gatto è in uno stato indistinto di vita/morte, e solo la coscienza dell’osservatore può” trarre in essere”, delle due situazioni entrambe probabili, quella che verrà osservata come reale, a prezzo, però, dell'inevitabile perdita dell' oggettività dell’esperimento.

 

 Ad un'osservazione superficiale e quotidiana tutto ciò risulta talmente paradossale, in rapporto all’immagine del mondo che i sensi ci riportano e che siamo quindi portati a ritenere concreta e reale, che lo stesso Einstein, spesso non tenero verso la meccanica quantistica che aveva contribuito a scoprire, chiese un giorno all’amico fisico Abraham Pais ” tu credi davvero che la luna sia lì solo perché noi siamo qui a guardarla?”.

 La dicotomia tra soggetto e oggetto è talmente radicata nel nostro quotidiano rapporto con il mondo e sembra talmente necessaria al sistema scientifico, che un secolo di meccanica quantistica, alla quale sono ormai favorevoli pressoché tutti i fisici, non ha sostanzialmente scalfito il modello classico in un gran numero di ambienti scientifici, primo fra tutti quello medico. Il modello cartesiano, riduzionistico e meccanicistico, ha infatti fortemente influenzato anche la biologia e soprattutto la Medicina, (che pure scienza esatta sa di non essere) sull’onda di indiscutibili successi che sembravano onfermarne la validità universale. Ma se nemmeno un oggetto inanimato come un sasso può garantire l’oggettività di sé stesso e il rigore di un’analisi scientifica, a maggior ragione non può costituire oggetto di vera e rigorosa sperimentazione medico-scientifica un organismo complesso come quello umano.

In realtà, come disse Louis Pasteur, “la scienza avanza attraverso risposte provvisorie a una serie di domande sempre più sottili, che scendono sempre più in profondità nell’essenza dei fenomeni naturali”. Questo concetto, che in realtà Pasteur esprimeva considerando la scienza in cammino verso mete lontane, ma nella giusta direzione, può essere riletto per ammonire i ricercatori sul fatto che, in alcuni momenti cruciali della storia della scienza, può essere necessario anche l’abbandono di un intero modello scientifico, quando la sua evoluzione sia giunta ad un punto morto, per poter evitare il rischio involutivo, e giungere all’elaborazione di nuove e più avanzate teorie.

Va da sé che, come la Chiesa del 600, il mondo accademico, ad eccezione di quello della fisica pura (peraltro anch’esso non tenero nei confronti della quantistica ai suoi esordi), sia restio ad abbandonare le fondamenta su cui si regge, per cercarne di nuove con fatica e autocritica.

  Parmenide di Elea, VI sec A.C.

Si racconta che, dopo che Parmenide di Elea aveva dissertato a lungo con l’acume dialettico proprio della sua scuola sull’illusione del movimento, Antistene il Cinico si alzasse in piedi, e prendesse a camminare nervosamente avanti e indietro: riteneva così di aver “dimostrato” inequivocabilmente il movimento, e confutato il suo illustre interlocutore. C’è il rischio che la scienza, quella biologica in particolare, continui a camminare ancora a lungo senza fermarsi ad interrogare sé stessa su quale sia il vero senso del suo, forse illusorio, cammino. 

 Sono infatti passati già cent’anni dalla formulazione della costante di Plank, pietra miliare del nuovo modello quantistico, e due decenni da quando Carlo Rubbia ha ricevuto il premio Nobel per la fisica per aver scoperto le particelle del Campo Debole e per la conferma dell’unificazione del Campo Debole con il Campo Elettromagnetico nel Campo Elettrodebole Questa notizia è stata accolta con lo stesso superficiale e ridicolo orgoglio che si può provare per una vittoria della nazionale di calcio: in realtà si tratta del coronamento, su base sperimentale, delle ipotesi formulate sulla carta dai padri della fisica quantistica,

 come la circumnavigazione del globo da parte di Magellano e Pigafetta fu la prova inequivocabile della sfericità della terra.

 

  

Con visione più ampia, e forse ardita, si potrebbe però trattare anche della rivalutazione e della sostanziale rivisitazione scientifica delle antiche conoscenze ermetiche e della resurrezione ideale di Giordano Bruno, alla cui memoria la Chiesa, ma non la Scienza si è scusata.

Il Campo Debole di Rubbia non è spuntato, come il veliero di Antonio Pigafetta, superstite della flottiglia di Magellano, dall’orizzonte orientale dopo essere salpato con la prua ad occidente, cosa che anche per qualunque semplice marinaio non poteva non avere un significato inequivocabile. La sua scoperta ha dimostrato cose purtroppo non solo ignorabili, ma anche incomprensibili per la maggior parte di coloro che, in campi diversi, si ritengono Uomini di Scienza.

In realtà si dovrebbe cominciare a pensare che, anche nella ricerca scientifica, si può giungere alle Indie, cioè alla verità e, in Medicina, alla salute, navigando anche contro corrente, su rotte inusuali, battute fino ad oggi anche da avventurieri e corsari, ma non solo da questi.

Edoardo Bernkopf

edber@studiober.com www.studiober.com

Bibliografia.

1)Fritjof Capra “Il punto di svolta” Fetrinelli 1984

2)Fritjof Capra “Il tao della fisica” Fetrinelli 1978

3) Giuliana Conforto “Il gioco cosmico dell’uomo”  Edizioni Noesis 1999

4) Giuliana Conforto “La futura scienza di GiordanoBruno”Edizioni Noesis 2000                                        

5) David Lindley “La luna di Einstein”Longanesi 1997

Data pubblicazione: 25 maggio 2016 Ultimo aggiornamento: 28 maggio 2016

40 commenti

#3
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Ex utente

Wikipedia
L'anestesia locale, in senso stretto, è l'anestesia di una parte del corpo (come un dente o un'area della pelle) senza perdita di coscienza. Essa viene ottenuta tramite la somministrazione di anestetici locali, sostanze che agiscono bloccando il canale chimico degli ioni sodio che trasmettono gli impulsi nervosi attraverso la membrana della cellula nervosa.

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Buongiorno Dr. Edoardo Bernkopf, augurandomi un Suo Giudizio, apprezzerei molto una riflessione riguardo ad una mia idea la quale può far capire alla Scienza Medica delle realtà che possono indicare quali sono realmente le cause e le cure delle malattie degenerative.
Dr. Bernkopf, essendo Lei un Medico Odontoiatra, penso che varie volte avrà utilizzato un farmaco anestetico iniettato nella gengiva per evitare il dolore nella estrazione di un dente, e allora Le chiedo se la mia intuizione può corrispondere a realtà non ancora studiata dagli Istituti Scientifici di Ricerca Medica.

Invio una parte dello studio pubblicato su Wikipedia nel quale si legge che, il farmaco anestetico blocca il canale chimico degli ioni sodio che trasmettono gli impulsi nervosi attraverso la membrana cellulare polarizzata della cellula nervosa dell'Area Cerebrale Sensoriale, impedendo così la percezione del dolore causato dall'estrazione del dente.
Ma sarebbe da controllare questa che io penso sia una realtà facilmente verificabile: IL FARMACO ANESTETICO CONTIENE UNA SOSTANZA CHE AGISCE PREVALENTEMENTE NELLA VASODILATAZIONE, attivando un'automatismo del Cervello il quale, in presenza di vasodilatazione, NON genera le Attività Sensoriali che determinano il dolore, impedendo in questo modo la percezione dolorosa.
Dr. Bernkopf, quello che vorrei indicare è la seguente molto probabile realtà: la Vasodilatazione impedisce il dolore consentendo anche la Rapida Rigenerazione Cellulare per merito del maggiore apporto dell'Ossigeno Disciolto Paramagnetico e quindi generatore della Protettiva Energia Elettrochimica irradiata nel sangue, ma al contrario la Vasocostrizione CAUSA il dolore perché si RIDUCE l'Energia Elettrochimica prodotta dal Paramagnetismo dell'Ossigeno Disciolto.
Questa possibile realtà fa capire che, le Vasocostrizioni che possono verificarsi specialmente nelle piccole arterie, per varie cause, fumo, alcol, inattività fisica, ecc, possono causare dei gravi danni alle cellule, e, se non si rimedia assumendo in buona quantità le sostanze vasodilatatrici presenti anche e soprattutto nella Alimentazione Vegetariana, può insorgere il deterioramento cellulare e le conseguenti malattie degenerative del Cervello e del Corpo.
Apprezzerei un Suo Giudizio su quanto da me scritto Dr. Edoardo Bernkopf, e nel frattempo invio i più Cordiali Saluti.
Pino Fronzi

#4
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Dr. Edoardo Bernkopf

Gentile Signor Fronzi, purtroppo non sono un interlocutore con comepenza sufficiente per poter rispondere alle sue osservazioni.
Mi spiace. Cordiali saluti. Edoardo Bernkopf

#6
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Grazie per la risposta Dr. Edoardo Bernkopf, più che altro avrei voluto sapere se nel farmaco anestetico prevale la sostanza che agisce nella vasodilatazione, per merito della quale, oltre alla mancata percezione del dolore, si ottiene anche la Rapida Rigenerazione Cellulare, per questo motivo la ferita o lesone prodotta dall'estrazione del dente, o altre lesioni, si rimarginano abbastanza rapidamente.
Grazie

#8
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Dr. Daniele Tonlorenzi

Gentile sign. Fronz riguardo la Sua osservazione:
"Ma sarebbe da controllare questa che io penso sia una realtà facilmente verificabile: IL FARMACO ANESTETICO CONTIENE UNA SOSTANZA CHE AGISCE PREVALENTEMENTE NELLA VASODILATAZIONE, attivando un'automatismo del Cervello il quale, in presenza di vasodilatazione, NON genera le Attività Sensoriali che determinano il dolore, impedendo in questo modo la percezione dolorosa."

I "segni dell'infezione" sono gli stessi, nell'uomo e nell'animale qualsiasi sia la sede: 1) calore, 2) dolore, 3) tumefazione, 4) rossore, 5) funzione lesa o ridotta.
Come crede che avvenga il punto 3 della tumefazione? Con una vasodilatazione.... pertanto la Sua supposizione viene clamorosamente smentita.
Tra parentesi i farmaci più potenti hanno una sostanza vasocostrittrice.

#9
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Dr. Daniele Tonlorenzi

Spezzaimo per essere più comprensibili.

Altra Sua osservazione "L'anestesia locale, in senso stretto, è l'anestesia di una parte del corpo (come un dente o un'area della pelle) senza perdita di coscienza. Essa viene ottenuta tramite la somministrazione di anestetici locali, sostanze che agiscono bloccando il canale chimico degli ioni sodio che trasmettono gli impulsi nervosi attraverso la membrana della cellula nervosa."
Corretto il meccanismo dell'anestesia LOCALE è questo. Si fa un'anestesia a una zona del corpo (magari anche un dente) e da quella zona non partono più segnali che arrivano al cervello.

Se invece con l'altra affermazione
" il farmaco anestetico blocca il canale chimico degli ioni sodio che trasmettono gli impulsi nervosi attraverso la membrana cellulare polarizzata della cellula nervosa dell'Area Cerebrale"
Se intende che un'anestesia nel dente blocchi i canali del calcio (o attivi quelli del cloro) HA PRESO ANCORA UN'ALTRA CANTONATA. Ma se legge bene vedrà che il blocco è nei nervi periferici (trigemino) e non arriva il blocco al sistema nervoso centrale.

#11
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Mi scusi Dr. Tonlorenzi, io avrei voluto sapere se quello che ho capito con la ricerca poteva corrispondere alla realtà, cioè, il meccanismo di azione dei farmaci anestetici è soprattutto la vasodilatazione principalmente arteriosa?
Per meglio dire, nei farmaci anestetici prevale la sostanza vasodilatatrice?
Grazie

#12
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Dr. Daniele Tonlorenzi

No è come ha detto Lei il blocco della conduzione dei nervi periferici attraverso una iperpolarizzazione che potrebbe avvenire bloccando i canali del calcio o attivando quelli del cloro. Quando invece si vuole una devitalizzazione forte si usa un'anestetico sommato ad un vasocostrittore.

In effetti gli anestetici locali causano un certo grado di vasodilatazione ma non è per questo che funzionano, quando si associa il vasocostrittore l'anestesia funziona meglio e più a lungo.

#13
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http://www.my-personaltrainer.it/integratori/ossido-nitrico.html

Grazie per la risposta Dr. Daniele Tonlorenzi, mi perdoni se insisto, ma penso sia fondamentale accertarsi che, in presenza di Vasodilatazione il dolore scompare, per esempio, iniettando in una qualunque parte del corpo dolorante un pò di Ossido Nitrico (Monossido di Azoto) o anche Vitamina C (Acido Ascorbico) o altri Vasodilatatori, si otterrebbe lo stesso effetto anestetizzante del farmaco anestetico, dimostrando che la Vasodilatazione principalmente arteriosa oltre che impedire la percezione del dolore stimola anche la Rigenerazione Cellulare.
Ringrazio i Medici di questo Forum, per la apprezzata disponibilità nel comunicare con me.

#17
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Dr. Daniele Tonlorenzi

Gentile utente faccio le mie considerazioni e continuiamo a discutere poi in forma privata. L'argomento ci interessa e "distogliere" l'attenzione parlando d'altro impedisce la discussione.
Proviamo a fare il riassunto di quanto detto e una proposta.
L'infiammazione E' SEMPRE CARATTERIZZATA DA VASODILATAZIONE e in questi vasi sanguigni dilatati ci passano mediatori che provocano dolore.
PROPOSTA sono disponibile (dopo aver firmato e sentito un legale) a farle una devitalizzazione di un dente o ad estrarre un dente del giudizio, a fare un taglio nella gengiva e suturare (guarisce subito) dopo averLe fatto una fiala vitamina C. La scienza val bene un piccolo sacrificio. Continuiamo su drtonlorenzi@mail.it ora vorremmo parlare d'altro.
Grazie

#18
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Dr. Daniele Tonlorenzi

L'argomento ci interessa non l'ossido nitrico ma il testo del blog. Se lo rilegge vedrà che si parla d'altro e d'altro vorremmo tornare a parlare.
Sia gentile e per mail prendiamo l'appuntamento per fare questo esperimento. In realtà non serve bucare o togliere un dente. Lei mi porta una fiala di quello che vuole (anche di qualcosa che contiene ossigeno paramagnetico) e dopo averla iniettata si può valutare la sensibilità rimasta anche solo bucando con la punta dello specillo. Ora faccia il bravo e si attenga al testo del post.

#20
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Edoardo io non scherzerei con la vita delle persone non me la sento di condannare Galileo che ha evitato la morte e che comunque è morto "agli arresti domiciliari". Non avrei questo furore sacro per la scienza. Minacciato di morte non avrei nessun problema a dire che la mia gnatologia è tutta una bischerata e va bene qualsiasi altra. http://archive.oapd.inaf.it/MOSTRA/NEW/A1001MAN.HTM comunque i suoi scritti e le sue idee giravano ampiamente per l'europa e il Suo contributo è stato grande.
La teoria dell'isocronismo del pendolo, intuito osservando le oscillazioni di una lampada nella Cattedrale di Pisa. Davanti a quella lampada io sono stato per delle ore ricordando il grande scienziato pisano che alla scienza e alla filosofia della scienza TANTO HA DATO.
“Misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è” (Galileo Galilei) PER GLI GNATOLOGI E' DI UN'ATTUALITA' SPAVENTOSA

#22
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Giordano Bruno filosofo è un filosofo che amo e che comunque ha dato un contributo ALLA FILOSOFIA DELLA SCIENZA "“Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà con il rigirarsi contro l’uomo”,"
“Chi desidera filosofare, dubitando all’inizio di tutte le cose, non assuma alcuna posizione in un dibattito prima di aver ascoltato le parti in contrasto e dopo aver bene considerato e confrontato il pro e il contro, giudichi e prenda posizione non per sentito dire, secondo le opinioni dei più, l’età, i meriti e il prestigio, ma sulla base della persuasività di una dottrina organica e aderente alla realtà, nonché di una verità che si comprenda alla luce della ragione.” Anche questo è di ATTUALITA' SCONVOLGENTE per la medicina e la gnatologia. La “verità che si comprenda alla luce della ragione”.
Se l'argomento è la filosofia della scienza Giordano Bruno ci sta bene, se invece si vuole parlare di scienza.
lsaac Newton che ha dedicato molto tempo agli studi biblici e alchemici di Giordano Bruno ha sempre eliminato il riferimento a essi nelle pubblicazioni scientifiche che gli avrebbero procurato tanta fama. Quindi Galilei grande scienziato morto "agli arresti domiciliari" Giordano Bruno filosofo della scienza bruciato sul rogo il giorno del mio compleanno, figura che mi affascina e mi fa meditare. Se il post fosse di filosofia ce lo vedrei in un post di scienza faccio fatica http://www.filosofiatv.org/news_files2/117_Giordano%20Bruno%20%20scienza%20del%20Rinascimento.pdf

#23
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Dr. Daniele Tonlorenzi

Il disprezzo nei confronti degli altri non è una caratteristica della scienza.... ma degli uomini che si dicono di scienza. Tra i ricercatori ho sentito fino alla nausea una storiella... se dico ad uno scienziato "gli asini volano" lui Ti risponde... "Dove e a che ora? Ci vediamo li ad osservare questa sconvolgente scoperta" e lo scienziato all'ora stabilita c'è. Questa è la vera scienza quella che io conosco. Abbiamo disprezzato civiltà parallele alla nostra, che con orgoglio coloniale l’Occidente ha sempre considerato inferiori.... non condivido questo contributo https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Ayahuasca+AND+cancer viene dall'osservazione della medicina sciamanica. La scienza ufficiale ha studiato anche un'altra pianta dell'amazzonia https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=annona+muricata+AND+cancer. Ancora https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Guanabana+AND+cancer. Che nella medicina ci siano "dei presuntuosi" sono d'accordo.... ma sono presuntuosi a prescindere e lo sarebbero anche se avessero fatto i cuochi o i baristi. Da ragazzo (tanti anni fa) presentai una mozione al consiglio di quartiere e una copia fu mandata al sindaco e una all'ora Ministro degli Esteri. Andreotti rispose il sindaco no. Scienziato presuntuoso per me è una contraddizione di termini.

#25
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Buongiorno Dr. Daniele Tonlorenzi, apprezzo molto la Sua risposta perché mi consente di descrivere meglio quello che penso di aver capito svolgendo le ricerche che riguardano le cause delle malattie degenerative del Cervello e del Corpo, e, a questo proposito, augurandomi la Sua Riflessione e il Suo Studio le invio all'indirizzo e-mail pubblicato.
Dr. Tonlorenzi, siccome ho apprezzato veramente le risposte dei Medici in questo importante Forum, vorrei raccontarLe un'episodio che può essere più descrittivo riguardo a quello che sono certo di aver capito con le ricerche.
Ieri, 28-5 ho partecipato ad un Convegno sulla Sclerosi Multipla che si è svolto a Jesi (An) quando i relatori Medici hanno descritto quello che è di loro competenza, hanno chiesto agli uditori se qualcuno aveva da dire qualcosa con riferimento alla SM, io allora ho chiesto la parola e ho domandato: si ritiene che la Sclerosi Multipla sia causata dal Sistema Immunitario, però questa è una ipotesi, non vi è certezza riguardo a questa causa, infatti, potrebbe benissimo essere che, le LESIONI alle cellule mieliniche della guaina degli assoni possono essere causate dalle Vasocostrizioni nel Sistema Nervoso Centrale, cioè, vasocostrizioni negli Assoni che sono le vie di trasmissione degli Impulsi Nervosi, le quali si verificano più frequentemente a causa della scarsa Pressione Parziale di Ossigeno Disciolto Paramagnetico, i cui livelli sono indicati dalla pO2 arteriosa, ED E' PROPRIO IN SEGUITO A QUESTE LESIONI CHE IL SISTEMA IMMUNITARIO CERCA DI RIMEDIARE SOSTITUENDO LE CELLULE MIELINICHE DETERIORATE CON I LINFOCITI.
Però, i ricercatori tramite il microscopio elettronico vedono solo gli anticorpi (Linfociti B) accumulati sugli Assoni, e pensano che questo accumulo sia la causa della SM, per questo motivo si ipotizza che la SM sia una malattia autoimmune, però abbiamo visto che la causa è con tutta probabilità quella che ho descritto.
Perché, quando si verificano le VASOCOSTRIZIONI nel Sistema Nervoso Centrale, le quali possono verificarsi a causa per esempio della insufficiente Attività Fisica, o per altre cause, viene a mancare nel Flusso Cerebrale, l'energia elettrochimica generata dall'O2 paramagnetico, necessaria per l'attivazione degli Impulsi Nervosi, perché, essendoci una marcata carenza di Ossigeno Disciolto Paramagnetico, LE MEMBRANE CELLULARI SI DISATTIVANO, provocando il deterioramento delle cellule mieliniche della guaina degli Assoni, causando in questo modo le lesioni le quali impediscono la trasmissione degli Impulsi Nervosi che azionano i muscoli e le altre Attività Sensoriali Cerebrali.
Ho la possibilità di descrivere queste che io penso siano realtà perché posso indicarle con tranquillità quì nel Forum, al Convegno di Jesi ho solo chiesto ai Medici presenti: solitamente si richiede la Emogasanalisi per controllare i livelli della Ossigenazione nel sangue ai Pazienti affetti dalla Sclerosi Multipla?
Hanno risposto no, non abbiamo mai controllato la pO2 arteriosa ai Pazienti, però, interessati a quello che avevo brevemente indicato, i Medici hanno detto che avrebbero provveduto al controllo della ossigenazione tramite la Emogasanalisi a qualche Paziente.
Ho ringraziato.
Ora Dr. Tonlorenzi, vista la Sua molto apprezzata disponibilità alla comunicazione, vorrei precisare meglio: mi perdoni ma io sono certo che, le infiammazioni sono causate dalle Vasocostrizioni, e quindi iniettando nella zona infiammata una qualunque più o meno efficace Sostanza Vasodilatatrice, si otterrà senz'altro l'Azione Antinfiammatoria.
Ne sono più che certo Dr. Tonlorenzi, e sarei veramente lieto se i Medici di questo Forum decideranno di controllare quello che penso di aver capito.
Sinceramente Grazie.
Pino Fronzi

#26
Foto profilo Dr. Daniele Tonlorenzi
Dr. Daniele Tonlorenzi

Gentile utente in realtà quello che scrive è assolutamente pertinente a quello che l'Autore del blog scrive. Si sottovalutano medicine alternative che potrebbero essere di grande aiuto. I fratelli Wrigt erano meccanici di biciclette. Legga quella storia all'interno dell'articolo http://www.danieletonlorenzi.it/contro-tutti-i-pregiudizi/quale-scienza/. Il presidente degli Stati Uniti impose un incontro per verificare se era possibile il volo. Allo stesso modo se è convinto di quello che dice si renda disponibile a venire nel mio studio. Si farà un'anestesia con vitamina C nelle gengive e poi io le provocherò dolore. O accetta questa prova che Lei suggerisce oppure per cortesia vada a scrivere in altro luogo. Io sono aperto e disponibile Lei è disposto alla prova?

#30
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Ex utente

Vedo che non ci siamo capiti, il mio intento era quello di indicare certe realtà che riguardano le cause e cure delle malattie, però viste le strane risposte, termino senz'altro di scrivere in questo luogo.

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