Vitrectomia per floaters

Riporto alcuni dati e considerazioni personali circa un piccolo studio che include tutti i pazienti operati da me per miodesopsie da aprile a Ottobre 2012 presso l'ospedale Hagaziekenhuis in Olanda.

31 pazienti (Maschi 16). Eta' media 67. Visus preoperatorio medio 7/10.

In 17/31 casi e' stato eseguito un intervento combinato di rimozione cataratta e vitrectomia.

Per vitrectomia intendiamo la rimozione piu' accurata possibile del gel vitreale con shaving della base a mezzo di indentazione sclerale e iniezione di triamcinolone come colorante.

La durata media dell'intervento e' stata di 35 minuti.

In 2/31 casi si e' verificata una rottura retinica per la quale si e' reso necessario un trattamento laser per la profilassi del distacco di retina post-operatorio. In nessun paziente e' stato effettuato un trattamento laser su 360 gradi.

Il visus post-operatorio e' stato mediamente di 9/10.

Il 100% dei pazienti ha riportato la scomparsa dei floaters.

Un paziente ha lamentato l'insorgenza di una trombosi retinica di branca 2 settimane dopo l'operazione. Riteniamo tuttavia l'evento slegato dall'intervento. Il paziente e' tuttora in cura con farmaci anti-vegf per la cura dell'edema macualare.

Un paziente, pur riportando un visus post-operatorio di 10/10 e campo visivo normale, lamenta un peggioramento visivo dovuto a irritazione oculare persistente. Accertamenti sono tuttora in corso.

Non si sono verificati altri eventi avversi.

 

Commento

Il paziente ideale per questo tipo di chirurgia ha un eta' superiore a 55 anni e ha gia' un distacco posteriore di vitreo. In questo gruppo di persone, il distacco posteriore di vitreo comporta il presentarsi della fastidiosa sintomatologia. Unire l'intervento di vitrecotomia a quello di estrazione del cristallino consente di ottenere i risultati migliori anche se non c'e' ancora cataratta. I rischi sono bassissimi. Nella nostra casistica dal 2009 abbiamo infatti riportato una incidenza di distacco di retina dopo intervento di vitrectomia elettivo anche per altre indicazioni rispetto ai floaters (non in urgenza) dello 0,2% su circa 1500 interventi.

Il paziente giovane con floaters senza distacco di vitreo rappresenta una categoria differente di pazienti. Cio' non esclude in assouluto la possibilita' di effettuare l'intervento ma le motivazioni devono essere decisamente piu' forti. La possibile insorgenza di cataratta post-operatoria deve essere attentamente valutata nel rapporto rischio beneficio. In qulache paziente potrebbe essere inoltre leggermente piu' difficile staccare il vitreo completamente oltre l' equatore. Questo potrebbe comportare in alcuni casi la persistenza di alcuni corpi mobili, seppure in misura limitata. Nella peggiore delle ipotesi potrebbe rendersi necessario un secondo intervento.

Personalmente in un paziente Italiano di 53 anni, non incluso in questa serie di pazienti operati in olanda, non sono riuscito a staccare il vitreo nel settore nasale. Questo ha comportato la persitenza dei corpi mobili nel post-operatorio. E' stato proposto di aspettare qualche mese e successivamente re-intervenire. Tuttavia il paziente insoddisfatto non si e' presnetato a controllo.

Al controario un altro paziente, di 33 anni, smepre italiano, si e' presentato alla mia attenzione dopo essersi sottoposto a 2 interventi di vitrectomia nell' occhio sinistro presso altro ospedale. Ciononostante lamentava ancora molti floaters. Ho eseguito una terza vitrectomia ed effettivamente gran parte della corticale del vitreo era ancora presente ed adesa alla retina. Colorando con il triamcinolone e' stato facile visualizzare e rimuovere il vitreo residuo. Il paziente e' ora soddisfatto.

In conclusione alla luce dei risultati qui sopra riportati e della esperienza maturata precedentemente (circa una cinquantina di interventi per i soli floaters in 4 anni su circa 700 interventi di vitrectomia per altre indicazioni e oltre 2000 cataratte) ritengo l'intervento di vitrectomia per floaters, laddove indicato, altamente sicuro, efficace e molto soddisfacente per il paziente. La selezione del paziente e l'attenta discussione, caso per caso, dei rischi e dei benefici e' alla base del successo. I rischi sono molto bassi se tutti gli step, dalla diagnosi al follow-up post-operatorio, includendo eventuali e rare necesiita' di re-intervento, sono eseguiti con cura.

Data pubblicazione: 12 novembre 2012

1 commenti

#1
Dr. Antonio Pascotto
Dr. Antonio Pascotto

Molto interessante, Giulio, complimenti!

Nel nostro ambiente, è considerato ancora "audace" eseguire una vitrectomia per la cura dei corpi mobili, ma il tuo articolo fa una breccia per una soluzione concreta di questo annoso problema, per il quale pochi hanno il coraggio di proporre una terapia non scevra di possibili complicanze.

Stammi bene,
Antonio

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