Enfortumab vedotin: la nuova arma contro i tumori della vescica e dell'urotelio

Una delle domande che i pazienti affetti da metastasi di tumore della vescica o dell'urotelio pongono più di frequente al medico è: "Cosa farò dopo l'immunoterapia"? 

Al congresso americano sui tumori genitourinari (ASCO-GU) del febbario 2021 sono stati presentati i dati sull'efficacia di enfortumab vedotin nello studio EV-301 (Powles T, et al. N Eng J Med 2021, February 12, 2021).

Enfortumab vedotin è un anticorpo coniugato ad un potente antimitotico la monometil auristatina E (MMAE), e diretto contro una proteina della matrice cellulare la nectina-4 diffusamente espressa a livello tumorale. 

Nello studio EV-301 l'enfortumab vedotin è stato testato rispetto alla chemioterapia nei pazienti con tumore uroteliale metastatico e precedentemente trattati con chemioterapia a base di platino ed immunoterapia. Lo studio ha randomizzato 608 pazienti a ricevere enfortumab alla dose di 1.25 mg/Kg il giorno 1, 8, 15 ogni 28 oppure una chemioterapia a scelta del medico tra docetaxel, paclitaxel o vinflunina. I risultati dello studio hanno mostrato come enfortumab sia in grado di aumentare la sopravvivenza rispetto alla chemioterapia anche in una fase cosi avanzata di malattia con una riduzione del rischio di morte del 30%. Allo stesso modo enfortumab è anche in grado di rallentare la progressione di malattia con una riduzione di tale rischio del 38% e di favorire la riduzione del tumore in maniera superiore al 30% nel 40% dei pazienti rispetto al 18% di coloro che hanno ricevuto la chemioterapia.  Gli eventi avversi di enfortumab sono sostanzialmente simili alla chemioterapia tra cui i più frequenti sono stati l'alopecia (45%), la neuropatia (34%), il prurito (32%), la fatigue (31%), la perdita di appetito (31%), la diarrea (24%), la disgeusia (24%) la nausea (23%), il rash maculo-papulare (16%). Tra gli eventi avversi più gravi si sono registrati il rash maculo-papulare (7%), la fatigue (6%), la neutropenia (6%).

Questo studio di fatto supporta il ruolo di enfortumab come nuovo standard di trattamento nei pazienti progrediti ad una chemioterapia a base di platino e all'immunoterapia; inoltre, questo potrà essere somministrato anche nei pazienti progrediti all'immunoterapia di mantenimento.

Sfortunatamente la sua disponibilità in Italia è vincolata al processo autorizzativo che richiederà ancora molti mesi. Nel frattempo sono disponibili studi clinici che stanno testando l'efficacia di enfortumab anche in fase più precoci di malattia.

Maggiori informazioni sul tumore della vescica reperibili sul sito www.tumoredellavescica.webnode.it 

Data pubblicazione: 11 marzo 2021

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