Distimia - il cauto uomo della strada di Bruce Springsteen

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze

Sempre da una canzone di Bruce Springsteen la figura di un uomo che potremmo chiamare distimico. Sullo sfondo il paesaggio sociale preferito delle storie di Springsteen, la provincia americana fatta di "poveri cristi" che lavorano e vivono in terre tanto spaziose quanto grigie. In questo caso Billy Horton è un "cautious man of the road", cioè un prudente uomo della strada, un operatio giudizioso che non fa mai il passo più lungo della gamba, e che ha obiettivi modesti che persegue però con tenacia e costanza. Il distimico solitamente è questo: un uomo che si è adattato a obiettivi limitati, ma non li abbandonerà, non vuole lottare o scontrarsi, ma mattone dopo mattone procederà tenacemente come una formica sul suo percorso. Il distimico ha una visione della vita come travaglio, fatica, sacrificio, e non ritiene che sia un peccato, ma un dovere, un dato di fatto, e che sia sciocco invece pensarla come un campo di divertimento e di rischio. Di solito il distimico ha ideali pratici, valori concreti e invece rifugge o rifiuta impegni ideali, radicali, visioni del mondo in cui il giusto e lo sbagliato si definiscono in termini ideologici, se mai si richiama a idee di convivenza, di rispetto e di equilibrio, di misura, di cautela. Questo però può strangolarlo, può chiuderlo in una prigione in cui alla fine la sua vita emotiva, i suoi impulsi e le sue reazioni sono chiuse, limitate, imbrigliate. La cautela diventa una pietra sotto il cui peso rimane schiacciato o inginocchiato. Nella canzone Billy è un uomo che si innamora, si sposa e costruisce una casa sul fiume, cercando di essere buon marito e lavoratore affidabile. Così dovrebbe essere felice e sicuro, e invece ogni giorno che passa crescono in lui timori. Teme che la moglie possa stufarsi, che possa volere di più e lasciarlo perchè sedotta da qualcuno più ricco, più affascinante, meno cauto e più entusiasmante. Teme che improvvisamente qualcosa vada storto e che i soldi manchino, teme uno sgambetto della sorte, come un'ossessione. Così una notte in preda a questo pensiero angosciante esce da casa come se dovesse raggiungere una risposta, o almeno una rassicurazione da parte di qualche dio, di qualche verità. E invece si rende conto che non c'è nessuna risposta, che è solo con le sue paure. Billy si era fatto tatuare sulle mani due parole, su una mano la parola "amore" e sull'altra la parola "paura", perché la sua vita era sempre in bilico tra la tentazione di andar dietro alla passione e il freno della cautela. Da quale parola dipendesse il suo destino "non era mai chiaro", e non lo sarebbe mai stato. "Billy sentì un brivido salire dentro di lui, a cui non seppe dare un nome, ma era come capire che le parole tatuate sulle mani non si sarebbero mai cancellate".

Sappiamo che la realtà clinica è diversa, le persone possono essere sbrigliate da questi stati che altrimenti sono vissuti in maniera "esistenziale"; come condanne, come nature non modificabili, come destini, come limiti di cui vergognarsi o di cui farsi una croce. Le distimie, depressioni attenuate che permettono di vivere e operare, sono però ancore o "palle al piede" che generano attrito, sofferenza e costringono ad adattarsi a dimensioni più piccole di quelle che si vorrebbero, o a rinunciare nei momenti cruciali della propria vita alle strade che invece si volevano percorrere, per rimanere nascosti al sicuro.

Data pubblicazione: 24 agosto 2011

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

Specialista con oltre 25 anni di esperienza clinica e di ricerca in psichiatria, focalizzato su dipendenze da oppiacei, doppia diagnosi e terapia farmacologica. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali e docente universitario, ha ricoperto ruoli di rilievo in società scientifiche e comitati editoriali. Riconosciuto per contributi innovativi nella gestione integrata delle dipendenze e nella farmacoterapia personalizzata.

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