Krokodil, la droga che mangia la pelle

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

La desomorfina (4,5-alfa-epossi-metilmorfina) è un prodotto derivato dalla codeina, principio attivo presente in alcuni preparati ad uso antidolorifico, anti-tosse. In alcuni paesi in particolare (tra questi la Russia) i preparati a base di codeina sono acquistabili senza ricetta.

La sintesi della desomorfina è quindi realizzata in maniera artigianale e improvvisata a partire dalla codeina in compresse, certamente meno costosa dell'eroina e legale. Il basso costo non è l'unica e principale ragione della diffusione della desomorfina: questa ha infatti la capacità di produrre un effetto 8-10 volte più intenso dell'eroina. E' quindi una sostanza appetibile sia in generale e dotata di un potere tossicomanigeno più elevato, sia un prodotto utile ai tossicodipendenti assuefatti a elevate e costose dosi di eroina, di cui non sentono più l'effetto.

I tossicodipendenti si muovono infatti alla ricerca di nuove sostanze secondo un principio di potenziamento dell'effetto: cambiare via di somministrazione (da nasale a endovenosa), abbinare sostanze che rendano l'effetto più intenso, abbinare sostanze che controllino gli effetti collaterali in maniera da poter usare dosi maggiori della prima droga, e passare a droghe con effetto più intenso ma meno costose.

Per approfondire:La dipendenza da oppiacei per uso medico

Il preparato è soprannominato "krokodil" per i suoi effetti tossici sulla pelle, legati alla miscela delle sostanze utilizzate nel procedimento di sintesi della desomorfina, che infiammazione dei tessuti a partire dalle vene che li trasportano, e disfacimento degli stessi con sovrapposizione di infezioni (cancrena). Questa caratteristica non è un semplice errore, ma è il risultato della "fretta" tossicomanica, per cui lo scopo di avere a disposizione la sostanza potente è subordinato ai prevedibili rischi tossici.

Il tossicodipendente si prepara o va in cerca del krokodil spinto da una "smania" che non gli consente di considerarne i rischi, o comunque di dar peso ai rischi che si possono prevedere. Questo meccanismo rende la sostanza inizialmente appetibile solo per i tossicodipendenti, che già mossi da questo desiderio patologico non si fanno problemi per il rischio di infezioni, amputazioni, effetti deturpanti o comunque reazioni infiammatorie che li costringeranno in condizioni di malattia. Gli altri, non tossicodipendenti, verosimilmente non corrono questo rischio e scelgono di spendere di più per l'eroina: ovviamente se in futuro si trovasse una formulazione meno tossica, vi potrebbe essere una nuova e meno controllabile ondata di nuovi casi di tossicodipendenza da desomorfina, sempre a partire da codeina in vendita libera.

Di solito le sostanze dall'effetto intenso sono mantenute illegali, o comunque controllate; e il loro prezzo sul mercato non tende ad essere basso, proprio per la loro appetibilità. Le sostanze diffuse a scopi terapeutici sono ad esempio controllate e comunque scelte tra quelle che non abbiano appetibilità per i tossicodipendenti, (metadone) o rese "inutilizzabili" per scopi non medici (buprenorfina).

Il paradosso nel caso di queste droghe è che sono invece disponibili sul mercato e non controllate (senza ricetta) come conseguenza di politiche sanitarie non ispirate alla effettiva pericolosità, ma a tradizioni di commercializzazione. Lo stesso destino che da noi hanno avuto alcuni ansiolitici lo hanno in altri territori anche sostanze più pericolose.

Oltre al rischio di indurre tossicodipendenza, gli oppiacei d'abuso hanno infatti un certo rischio di overdose da soli o in combinazione accidentale o voluta con altre sostanze anche di uso comune (alcolici). Come arci-paradosso abbiamo poi il fatto che la Russia è uno dei paesi con le politiche sanitarie più sfavorevoli a contenere il fenomeno della tossicodipendenza: da una parte una liberalizzazione del mercato di alcuni oppiacei con potere d'abuso riconosciuto (codeina), dall'altra il ritardo e gli ostacoli alla diffusione degli oppiacei non a rischio al momento irrinunciabili per il contenimento e la cura della tossicodipendenza da eroina/codeina.

 

Data pubblicazione: 27 agosto 2012

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

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