Consumo di farmaci in Italia 2011: dati sui tranquillanti

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Rispetto all'anno precedente non ci sono sostanziali novità. Si nota ancora come tra i primi 20 principi attivi con spesa a carico del singolo siano ben rappresentati i tranquillanti e sonniferi (lorazepam, alprazolam, bromazepam, lormetazepam, delorazepam, zolpidem, triazolam).

L'anomalia è la stessa da sempre: si tratta di prodotti poco costosi per unità (confezione), che quindi diventano una voce di spesa importante proprio perché il numero delle prescrizioni è elevato, e in questo caso lorazepam e lormetazepam spiccano tra gli altri. Non a caso quindi le prescrizioni sono frequenti per tranquillanti ad azione rapida, con un certo rischio di indurre dipendenza, ovvero un uso continuativo e spesso a dosi crescenti nel tempo, che non risponde tanto ad esigenze terapeutiche ma ad un legame autonomo, non facilmente reversibile. Negli ultimi 8 anni l'incremento medio per i tranquillanti è stato dello 0,6% annuo (quindi andamento lievemente in aumento), con un aumento del 3,3% annuo per il lormetazepam, e invece un 1,3% annuo in meno per il lorazepam. Si tratta comunque di andamenti stabili.

L'uso di tranquillanti non è uno specchio dell'uso generale dei farmaci psichiatrici: gli antidepressivi, pure in crescita del 5,4% annuo, erano e sono tutt'ora secondi come classe psichiatrica, cosicché la classe di farmaci psicoattivi a cui la popolazione è più esposta erano e sono ancora i tranquillanti. A fronte di una pratica che dovrebbe essere quella della prescrizione occasionale e non regolare, i dati indicano invece che esiste un consumo regolare, privo di senso terapeutico come invece sarebbe per una terapia antidepressiva, concepita per durare un certo tempo.

Il consumo dei tranquillanti avviene per ripetizione superficiale di ricette o non vigilanza su ricette ormai datate, non considerando gli eventuali acquisti non registrati senza prescrizione, che costituiscono una spesa sommersa.

Proprio a fronte di queste tendenze all'uso non terapeutico alcuni prodotti sono stati ritirati dal mercato in epoca passata, come il flunitrazepam, noto come roipnol o darkene, e piuttosto famoso tra gli utilizzatori di droghe perché dotato di proprietà narcotiche-euforizzanti. La stessa popolarità riguarda proprio i prodotti che sono attualmente in testa alla classifica dei più venduti, con un ragionevole dubbio circa l'opportunità del loro commercio libero e la loro prescrizione continuativa. Tra i soggetti che richiedono trattamento per la dipendenza da tranquillanti sono infatti presenti di regola quelli che combinando potenza e rapidità, di durata breve o lunga, come appunto lorazepam, lormetazepam e in misura minore altri.

 

Fonte: https://www.aifa.gov.it

Data pubblicazione: 31 ottobre 2012

8 commenti

#1
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Utente 169XXX

Buongiorno Professor Pacini. Argomento molto interessante ma allo stesso tempo controverso in quanto su tale problematica mi ero permesso di contattarLa tempo fà in privato. Nell'articolo Lei giustamente mette in luce il fatto che l'uso in modo continuato delle benzodiazepine possa essere anche favorito da facilonerie tipo ripetizioni di ricette, non vigilanza etc. Tuttavia io personalmente conosco tantissime persone che ne fanno uso, abbinate a volte ad un antidepressivo per disturbi d'ansia, dell'umore e altro prescritte dopo (spero!) visita da qualche Suo collega ma che non sono mai state nè scalate tantomeno tolte nel corso del tempo. Ho portato l'esempio di mia mamma che da più di vent'anni, in concomitanza con l'arrivo della menopausa, ha avuto un episodio diagnosticato come "depressione ansiosa" curata con Mutabon Ansiolitico, Tavor e Halcion per indurre il sonno; nel corso degli anni alle visite di controllo la terapia è stata mantenuta tale e quale; Le dirò di più: ultimamente ha accusato alcuni fastidi a livello cardiaco che nonostante esami, holter, eco-cardiogramma da cui non è risultato nulla, il cardiologo le ha consigliato nei giorni "critici" di aumentare l'assunzione di Tavor che già assume regolarmente tutti i giorni. Ripeto Professor Pacini, ho portato l'esemio di mia mammma ma casi così ne sento parecchi e Lei sicuramente molti più di me. Quindi non riesco a capire se questi "metodi" di cura appartengano a scuole diverse, sistemi obsoleti ma che per me rimangono un enigma. Tra l'altro aggiungo, duro a morire. Con la stima di sempre, Le porgo i miei più distinti saluti. G.V.

#2
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Dr. Matteo Pacini

Appunto, ma la ripetizione di tavor e halcion per mesi e anni non ha uno scopo terapeutico, anzi può interferire con la capacità di gestione dell'ansia, e coincidere con una dipendenza, cosiddetta psicologica, dall'ansiolitico, che è legata anche all'astinenza che si sviluppa se la persona prova a sospendere o saltare la dose. Il medico sa che per ottenere la sospensione dell'ansiolitico è necessario dare al paziente un'indicazione che non gradirà, insistere e magari lottare contro un meccanismo per cui in realtà il paziente si fa prescrivere da altri medici l'ansiolitico e lo continua ad assumere. I pazienti sono convinti che senza il tranquillante non dormirebbero o avrebbero attacchi di panico, e che questo è tanto più vero quanto più a lungo lo hanno preso. Sono concetti falsi.

A volte, non è raro, se non si chiede specificamente l'uso di tranquillanti o sonniferi, la persona non le include neanche tra i farmaci che assume, perché istintivamente non li identifica come medicinali da far gestire al medico.
Ci sono alcune benzodiazepine per cui esiste la base per un uso continuativo, quelle "lente". Invece le più gettonate sono quelle rapide.

#3
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Utente 169XXX

Da tutto questo ne esce un quadro direi sconcertante che mette in evidenza come tanti "specialisti" del settore agiscano con superficialità, pressapochismo e incompetenza mi viene da aggiungere. Se una persona in difficoltà, chiede aiuto si fa "curare" e magari risolve pure il problema ma dopo deve fare i conti con sostanze (tranquillanti) da cui non potrà più farne a meno oppure con molta fatica riuscirà a sganciarsi, converrà con me Professor Pacini che si ha difficoltà a vedere in queste figure l'etica e la preparazione oculata che, oltre essere un diritto per il malcapitato, dovrebbero essere bagaglio di soddisfazione per molti curanti. I casi che ho riportato io (mia mamma la metto in mezzo sempre!) sono tutte persone che si sono rivolte a psichiatri, qualcuno pure di fama, quindi non entro nel campo di eventuali "fai-da-te" e/o usi, abusi in proprio; fenomeno tuttavia in aumento esponenziale anche tra i giovanissimi che Lei affronterà quotidianamente. E tutto questo conferma quel dubbio, ora diventato certezza, che psichiatri veramente bravi che si sanno muovere nella vasta gamma degli "psicofarmaci" sono pochi. Buon senso, scaltrezza e un tantino di umanità che non guasta in patologie così subdole e tragiche, temo che siano vere e proprie chimere. Non ci si stupisca se oramai il termine "malasanità" appare sempre più di frequente nelle cronache. E c'è pure un giuramento di mezzo. Ah bene, siamo messi proprio bene. Con la stima di sempre, saluti e buona giornata. G.V.

#4
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Buonasera dottor Pacini, posso inserirmi in questa conversazione chiedendole a proposito di psicofarmaci, se secondo lei per il disturbo SCHIZZO AFFETTIVO BIPOLARE, si possono somministrare insieme nell'arco della giornata 3 antipsicotici, quali: 800 mg di SEROQUEL - Talofen 70 gg - Moditen Depot fiala da 75 con Achineton da 4 mg?
Questa terapia è stata data a mia figlia - eta' 50 anni, non ancora in menopausa. Dopo questa somministrazione terapeutica, mia figlia ha manifestato eccessivo nervosismo con picchi di aggressività verbale e fisica. Mi viene il dubbio che sia l'associazione di questi tre farmaci a farla stare così male. Mi interesserebbe molto avere un suo parere.Grazie per la sua attenzione e per il contributo professionale che vorrà darmi.
Buona sera.

#5
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Dr. Matteo Pacini

In teoria è possibile, anche se due di questi tre hanno un meccanismo simile, quindi non ha molto senso abbinarli (moditen e talofen). In alternativa è possibile non basare la cura solo su antipsicotici ma su stabilizzatori dell'umore più antipsicotici (uno o due), gli stabilizzatori d'umore possono essere efficaci sia nel controllo delle fasi umorali che di impulsività e aggressività quando non sono legate al delirio.

#6
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Gentile dr Pacini, la ringrazio per la sua celere risposta.
Purtroppo il delirio è presente, pur se a fasi alterne. Data la somiglianza con un'attrice, la sua idea ossessiva è quella di pensare di esserne la sorella. A mia figlia sia al San Raffaele che all'ospedale di Pisa avevano diagnosticato il disturbo ossessivo compulsivo, più disturbo bipolare. Attualmente è in cura al CPS con ricoveri di pronto soccorso ripetuti presso l'ospedale di Garbagnate, dove le hanno invece diagnosticato solo il disturbo schizzoaffettivo bibolare, mettendo in dubbio l'esistenza del DOC.
Hanno provato diverse terapie, ma purtroppo risultati non ne vediamo. Quindi secondo lei, in questo caso quale sarebbe l'abbinamento terapeutico più efficace secondo lei. La ringrazio nuovamente

#7
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Dr. Matteo Pacini

Non saprei, senza conoscere il caso posso aggiungere poco.

#8
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Utente 225XXX

il dott Pacini è molto in gamba mi piace molto bravo!!

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