Linee Guida nella Relazione Medico-Paziente Omosessuale

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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta

L'Ordinde degli Psicologi, da due anni, ha completamente accolto in Italia il percorso, iniziato con la nota dell'OMS del 17 maggio del 1990 ed ormai consolidato da decenni di studi scientifici, sulla "normalità" di tutti gli orientamenti sessuali, (omosessualità, eterosessualità, bisessualità).

Sempre l'Ordine degli Psicologi ha allo stesso tempo accolto l'altro percorso, iniziato dall'OMS nel 1999, contro le terapie "riparative", che pretendono di cambiare l'orientamento solo degli omosessuali e che sono invece state comparate a torture, come scientificamente dimostrato, pericolose per la salute di chi le subisce, perché aumentano il Minority Stress fino a gravi forme di disforia, depressione e suicidio, per colpa degli operatori che le praticano in modo illegale.

Sempre gli psicologi hanno accolto le seguenti "Linee Guida per il lavoro psicologico con persone omosessuali: questioni etiche e deontologiche" dopo una meditata discussione nazionale:

http://gioiosamentepsy.altervista.org/LineeGuidaPubblicate.pdf

Purtoppo l'Ordine dei Medici non ha ancora iniziato questo percorso in Italia, aderendo, invece, secondo nota del Ministero della Salute, alla classificazione ICD IX CM che considera ancora il codice 302.0 "omosessualità egodistonica".

Bisogna ricordare che sono uno dei pochi medici omosesuali dichiarati in Italia, per colpa del grave clima di omofobia e transfobia presente nel SSN, come dimostrato anche dal recente studio dell'ISTAT, che vi consiglio di leggere attentamente, sia nel rispetto dei colleghi sia dei pazienti che chiedono il nostro sostegno professionale:

http://www.istat.it/it/archivio/62168

In attesa di arrivare all'accoglimento dell'ICD X, che si ispira appunto alla nota dell'OMS del 1990, possiamo cominciare a discutere norme deontologiche simili.

Ho già modificato le seguenti, in modo da adeguarle a tutti i campi della Medicina e della Chirurgia, nella speranza di discutere successivamente alla vostra cortese lettura, in messaggi privati, anche di casi clinici reali e non solo di pregiudizi ed astrazioni.

"Linee Guida per la Presa in Carico dell’Utenza Omosessuale nella Relazione Medico-Paziente":

o In relazione all’orientamento sessuale dei propri clienti ci si aspetta che un medico sappia che ogni paziente può essere omosessuale e che pertanto quando deve affrontare le questioni affettive e mediche relative cerchi di capire subito e in modo garbato se ha di fronte una persona omosessuale, eterosessuale o bisessuale;

o I pazienti omosessuali, quindi, si aspettano dal medico il pieno rispetto di tale orientamento così come della dignità e del diritto alla riservatezza di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni, anche nei confronti della propria famiglia;

o Altresì, ci si aspetta che il medico si relazioni con i clienti omosessuali evitando l’interferenza di stereotipi o di altre forme di pregiudizio (come l’uso di un linguaggio sessista o omofobo) e che si astenga dall’uso di etichette umilianti o dispregiative;

o Ad ogni medico deve essere presente e chiaro il concetto di “non” discriminazione nei confronti di clienti omosessuali, tenendo bene in considerazione come un orientamento sessuale diverso dall’eterosessuale “non” è indicativo di nessun disturbo psicologico né psichiatrico. Chi soffre di disagio rispetto al contesto sociale e familiare va incoraggiato a rispettare sé stesso e a interagire con altre persone omosessuali per evitare di restare isolato ;

o La definizione dell’OMS che “l’omosessualità, l’eterosessualità e la bisessualità sono varianti normali della sessualità umana” faciliterà ogni medico nel rispettare l’obbligo di astenersi fermamente dal mettere in atto tentativi di modificare l’orientamento sessuale di una persona attraverso qualsiasi forma di trattamento religioso, medico o psicologico, definiti sempre dall’OMS come “illegali ed in alcuni casi delle vere proprie torture” perché “sempre dannose” per la persona omosessuale e “privi di ogni scientificità”.

o Inoltre, è utile che ogni medico abbia presente il significativo distinguo tra“orientamento sessuale” e “comportamento sessuale”. Sono quindi da considerare dei reati o patologie i comportamenti che portano a stupro, pedofilia, compulsività sessuale (per mancanza di autostima) e tutte le normali varianti delle patologie sessuali e le MTS ,sulle quali, nello specifico, sarà opportuno dedicare tempo per offrire consigli anche sulla prevenzione (Preservativo) e sul test HIV (in caso di comportamenti a rischio).

o Ogni medico è tenuto a ricordare che le persone omosessuali presentano le stesse diversificate problematiche assistenziali condivise dal resto della società, anche in campo ginecologico e pediatrico, data la diffusione delle famiglie allargate a genitorialità omosessuali ovvero a famiglie arcobaleno che nascono come tali oppure che abbiano bisogno di un sostegno psicologico per affrontare problematiche e questioni personali che non necessariamente dipendano dallo stigma sociale e familiare del proprio orientamento sessuale;

o Con riferimento particolare al Codice Deontologico ci si aspetta da ogni medico un sostegno per i clienti omosessuali a sviluppare giudizi, opinioni e scelte in modo libero ma consapevole secondo i criteri del consenso informato.

Modificato dalle equivalenti linee guida per psicologi del Prof. P. Valerio et al.

Manlio Converti

 

Data pubblicazione: 18 dicembre 2012

2 commenti

#1
Dr. Magda Muscarà Fregonese
Dr. Magda Muscarà Fregonese

Articolo chiaro, interessante, giustissimo !
Complimenti davvero, buon lavoro ! Magda Muscarà

#2
Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Grazie, purtroppo non è sapere comune... le persone transessuali continuano ad essere umiliate con il nome opposto al loro aspetto, le persone lesbiche e gay vengono ignorate nelle proprie esigenze, anche di salute e prevenzione, come il vaccino HPV, che causa in proporzione tumori anali altrettanto mortali di quello cervicale nelle donne... e via dicendo... mentre si propaga solo la cultura dello STIGMA... che obbliga gli stessi colleghi Lgbt a tacere i propri affetti e il proprio orientamento sessuale perché terrorizzati all'idea di essere umiliati in pubblico da colleghi o infermieri.

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