Nuovo Codice Deontologico

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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta

Siamo ad un passaggio epocale, direbbe qualcuno, ma rischiamo che sia solamente il solito passaggio a vuoto per le strade già percorse dell'ipocrisia e dell'omofobia istituzionale.

Potrete leggere su un altro sito www.quotidianosanita.it il dialogo da me iniziato, in quanto iscritto all'Ordine dei Medici e referente Arcigay Napoli sul tema della necessità di aggiornare l'articolo tre del codice deontologico aggiungendo alcune voci tra le quali "orientamento sessuale" e "identità di genere".

Dopo una risposta a dir poco offensiva di un patologo che si dichiarava d'accordo sul principio deontologico ma non sul suo significato, che deriva dal concetto di "normalità" espresso dall'Oms nel 1993, il Direttore ha pubblicato in prima pagina la lunga intervista su questo specifico tema al nostro Presidente Bianco.

In summa il Presidente della Fnomceo sembra non aver colto alcune sfumature ma fondamentalmente è stato d'accordo tanto sul significato quanto sul valore della dichiarazioni dell'OMS, oggi riportata anche dall'Icd X, cui dobbiamo attenerci nel Ssn dal 1 Ottobre 2013 (almeno secondo una nota del Ministero della Salute, sullo stesso tema, che risale al 2012).

I due aspetti poco chiari e per il quale stiamo/sto chiedendo un incontro personale con il Presidente Fnomceo e con la commissione che sta elaborando il nuovo codice deontologico riguardano due punti comunque essenziali e che vale la pena qui di spiegare...

Spiegarlo in questo sito dove ancora non è stato pubblicato un mio articolo sull'Intersessualità, ma sono stati pubblicati senza bibliografia e senza prove scientifiche avvaloranti articoli a favore dell'elettrochoc o su disturbi della forma del pene, potrebbe sembrare inutile, ma Internet ha il potere di farsi leggere da molte più persone di chi gestisce questo sito con criteri disumanizzanti.

Ai lettori non iscritti: questo è un blog a libera pubblicazione, mentre un articolo deve essere vagliato da una commissione di pari, evidentemente autoreferenziali.

I due punti poco chiari al Presidente Bianco sono a nostro avviso (e non è un plurale majestatis) la confusione tra Sesso, Genere e Identità di Genere, e il voler elidere Orientamento Sessuale, perché incluso a suo avviso nel Varie ed Eventuali delle Condizioni Personali.

E' evidente che non ha compreso che per Sesso si intende la dicotomia Maschio-Femmina, che esclude appunto gli Intersessuali e le persone Transessuali, il Genere, che punta sempre alla distinzione tra Generi dati alla nascita, che quindi esclude le persone Transessuali, mentre solo l'Identità di Genere essendo un aspetto culturale e non solo un dato biologico include tutte le persone che nascono in Italia qualunque sia alla nascita o successivamente il genere vissuto ed espresso, indipendentemente dalla presenza fisica di un pene o di una vagina.

La seconda incomprensione è ancora più grave. Se è infatti uguale per lui Condizioni Personali, Varie ed Eventuali, ma nel suo significato espirme perfettamente il concetto espresso dall'Oms e dall'Icd X sulla "normalità" di ogni "Orientamento Sessuale", non si capisce perché non specificarlo evitando da subito ogni possibile equivoco e distorsione, ma soprattutto omissione, e garantendo con i conseguenti articoli anche il suo rispetto da parte di tutti gli iscritti all'Ordine dei Medici.

Il Presidente Bianco bolla orgogliosamente come "espressione personale" quella del collega patologo che ha detto chiaramente che io, ogni collega omosessuale ed ogni paziente omosessuale, siamo "Anormali, usando un concetto manicheo inconcepibile in Medicina da almeno mille anni.

L'esistenza nell'articolo tre della voce "orientamento sessuale" ed "identità di genere" garantirà a medici e pazienti omosessuali, donne e transessuali, intersessuali e via dicendo non solo il pieno rispetto ma anche la possibilità di rivalersi contro tutti quei colleghi e quelle colleghe che nel privato dello studio professionale o nel Ssn abusano del proprio potere e del proprio ruolo per negarci la dignità umana, la dignità professionale, la dignità di sofferenti nel caso di pazienti ed ogni supporto "psicologico, fisico e sociale" che garantisca invece la piena parità tra colleghi e colleghe, ma anche e soprattutto la produzione di benessere per i nostri utenti.

Sinceramente, come detto anche altrove, i dati Istat e le ricerche di Arcigay e dell'Espresso spiegano ampiamente quanto sia omofobo, misogino e transfobo il Ssn, ma la cosa peggiore per noi omosessuali è dover ascoltare Soloni laureati in Medicina e Chirurgia che sui Mass Media quando vogliono ci condannano per la nostra "Anormalità" e pretendono dichiaratamente che ci "Curiamo" in quanto "Malati" al di fuori di ogni conoscenza scientifica attuale, nel completo silenzio e quindi con l'approvazione intrinseca di ogni associazione medica, del Ministero della Salute e della Fnomceo, che invece sono in prima linea in tutti gli altri casi di discriminazione sociale, fisica e psicologica.

E' oggi una battaglia di civiltà il ravvedimento e la comprensione della sottile differenza tra Dire Espressamente e sottointendere una parità, tra Sostenerla Apertamente e negare che esistano discriminazioni, quando invece esistono e vanno costantemente contrastate.

Chiedo allora a tutti  i lettori ed in particolare ai colleghi, anche a quelli meno comprensivi di cui sopra, di fare pressione in tutta Italia affinché sia approvato nell'articolo tre della nostra deontologia professionale definitivamente la terminologia "Orientamento Sessuale" ed "Identità di Genere" come detot dall'Oms già dal 1993!

 

 

 

 

Data pubblicazione: 27 gennaio 2014

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